"I dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontentie toglierci valore e dignità, ma per maturarci."(Hermann Hesse)
Lieve è il dolore che parla.
Il grande dolore è muto.
(Seneca)
Ho ascoltato i tuoi silenzi,
così densi di parole,
le cui lettere avevano difficoltà a comporsi
nella loro danza fatta di vocali e consonanti,
e li ho trattenuti fra le mie mani,
percependo e cullando tutto il dolore che nascondevano.
Nostalgia e malinconia,
rimorso e rimpianto,
amarezza e confusione,
si sono impossessati di te,
rimasto in attesa,
non sapendo bene di che cosa,
in sospensione continua dall’esistenza.
Ho sperato potessi guardare oltre il velo,
che si è interposto tra il tuo sguardo spento
e quanto di bello e buono potresti trovare,
se solo lo scostassi,
abbattendo l’ostica barriera
tra la tua anima angosciata
e le mani che verso di te si tendono.
Le ferite,
inferte dalla vita al tuo cuore,
potrebbero diventare tante feritoie
tramite le quali poter vedere la luce,
che lentamente filtra,
di un nuovo domani,
di un futuro,
che attraversa il tuo percorso,
spianandolo.
Non è mai troppo tardi,
per comprendere di non essere soli e potersi affidare,
confidando in qualcuno.