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Autore: My Pride    04/01/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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And then we blossom Titolo: And then we blossom
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 1018 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Malinconico

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Slash, Hanahaki Disease
Advent Calendar: 192. Costole


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Nell'esatto momento in cui tossì quel petalo bianco, Damian capì che qualcosa non andava.
    Per quanto avesse provato a cercare una spiegazione a quella sua condizione, ore e ore di ricerche non avevano portato praticamente a nulla, neppure gli archivi di suo padre nella batcaverna avevano saputo spiegare perché, di punto in bianco, avesse cominciato a manifestare quei sintomi: inizialmente si era trattato solo di qualche piccolo petalo, per fortuna sempre in momenti in cui si trovava da solo; poi aveva cominciato a vomitare interi fiori, grandi garofani bianchi che gli raschiavano ogni volta la gola e gli scivolavano sulla lingua finché non cadevano a terra tra sangue e bile; raramente sputava anche i gambi, ma quando succedeva finiva col rovesciare quel poco che riusciva a mangiare, lo stomaco in subbuglio e le budella attorcigliate.
    Damian aveva ammesso almeno a sé stesso di avere paura. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, la sensazione che aveva cominciato a provare dentro di sé era cresciuta esponenzialmente e aveva anche pensato di parlarne con suo padre o con Pennyworth, ma come avrebbe potuto? Era tutto così assurdo che aveva tenuto per sé ogni parola nel timore in cui non gli avessero creduto, dato che accadeva sempre quando intorno a lui non c’era nessuno. Così, per almeno sei mesi, aveva nascosto quella sua condizione anche alla famiglia, comportandosi come se nulla fosse o, almeno, per quanto il vomitare quei garofani glielo permettesse. Ma il peggio era accaduto proprio quella sera.
    Era uscito di ronda con Jon e avevano fermato qualche piccolo furto da poco, poiché la serata era stata così fiacca che persino i criminali sembravano avere di meglio da fare; ma era stato proprio durante la lotta contro alcuni rapinatori che Damian era crollato in ginocchio, e Jon aveva subito portato su di lui la priopria attenzione. Un solo istante che aveva quasi rischiato di costargli la vita, e non ci aveva pensato due volte ad afferrare un palo della luce, piegarlo intorno ai criminali e afferrare Damian per portarlo il più lontano possibile da lì. E adesso che si trovavano in cima ad un tetto, Jon quasi non sapeva cosa fare.
    Respirando a fatica, Damian si era portato una mano al petto e aveva artigliato le dita intorno al tessuto in kevlar della sua casacca, la fronte imperlata di sudore e le labbra spalancate come se cercasse di prendere intere boccate d’aria; Jon non avrebbe voluto farlo, ma quando cominciò a sentire il battito del cuore di Damian affievolirsi, andò nel panico e la sua vista a raggi X si attivò automaticamente nel momento stesso in cui provò a sollevarlo da lì per poter volare il più velocemente possibile alla batcaverna. E fu proprio a quel punto che li vide.
    Jon sgranò gli occhi, incredulo. Per quanto ci avesse messo solo una frazione di secondo a capire che cosa stesse guardando, in quel momento gli era sembrata un’eternità. All’interno di Damian, con gli steli attorcigliati intorno all’intestino e le foglie che si allungavano a dismisura fino a spingere sul cuore, stavano crescendo grossi garofani bianchi che premevano insistentemente contro le costole e insinuavano i petali fra di esse, comprimendo i polmoni e impedendogli di respirare come avrebbe dovuto; sembrava una scena surreale, ma Jon sapeva che cosa stava succedendo. E non lo avrebbe mai creduto possibile.
    Quando aveva dieci anni, suo padre gli aveva raccontato di una strana “malattia” chiamata “dowahl zhao” che aveva avuto origine su Krypton prima ancora che lui nascesse, e che solo i kryptoniani o coloro che provavano dei sentimenti per questi ultimi potevano sviluppare. Chi ne soffriva cominciava inizialmente a sputare petali e poi interi fiori, almeno finché i suoi sentimenti non venivano ricambiati dall’oggetto dei suoi desideri o i fiori crescevano al punto di uccidere il malato se tali sentimenti venivano ignorati. All’inizio Jon aveva creduto che suo padre gli avesse solo raccontato una favola della buonanotte un po’ diversa, così non ci aveva più pensato; mai avrebbe immaginato di essere testimone di quella malattia e, per di più, che potesse vederla proprio in Damian.
    Jon strinse i denti. Se lo avesse saputo prima, non sarebbero arrivati a questo e Damian non avrebbe rischiato di morirgli davanti agli occhi. Il respiro gli si fermò prioprio in quel momento, così Jon non ci pensò due volte e fece la sola cosa razionale che avrebbe potuto fare: dopo aver disteso Damian ed essersi assicurato che non avesse nessun fiore in bocca, gli spinse la mandibola in avanti e gli chiuse il naso con l’indice, abbassando il viso alla sua altezza; ispirò quindi profondamente e poggiò la bocca sulla sua, espirando qualche momento dopo e continuando ancora e ancora. Per tutto il tempo si concentrò sul battito cardiaco di Damian che tornava stabile poco a poco, finché quest’ultimo non tossì letteralmente contro la sua bocca e aprì gli occhi, stordito.
    Entrambi si guardarono per attimi che parvero infiniti, poi Damian si portò una mano all’altezza del petto, respirando a pieni polmoni come se lo stesse facendo davvero per la prima volta dopo mesi. Le costole non gli facevano più male, non sentiva più il cuore stretto in una morsa e anche il suo intestino non era più un groviglio di steli che lo stritolavano come spire di serpente, quindi lo sguardo con cui fissò Jon fu letteralmente stralunato mentre quest’ultimo gli poggiava una mano sulla fronte. Non capiva. Cos’era successo?
    «Ma cosa…» provò, ma Jon gli poggiò indice e medio sulle labbra, zittendolo prima di dargli una capocciata e ignorare la sua lamentela, sostituendo la mano con la propria fronte.
    «Te lo spiegherò dopo, idiota», sussurrò, poggiando una mano sulla sua guancia destra prima di catturare le sue labbra con le proprie.
    Jon sentì il cuore di Damian accelerare, avvertì l’infinitesimale movimento delle sue palpebre che si spalancavano, ma nessuno dei due si separò da quel contatto mentre le mani scivolavano verso il basso per intrecciare le dita le une con le altre, lasciandosi docilmente andare. E poi, finalmente, sbocciarono
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Ed eccoci qui con un'ennesima storia scritta (ma va?) per l
'#adventarcalendar indetto sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Visto che non l'avevo mai presa in considerazione per uan storia, alla fine ho deciso di utilizzare la cosiddetta
Hanahaki Disease (qui chiamata in kryptoniano “dowahl zhao” , ovvero “malattia d’amore”), una malattia fittizia in cui la vittima di un amore non corrisposto o unilaterale inizia a vomitare o tossire i petali e i fiori di una pianta da fiore che cresce nei suoi polmoni, che alla fine diventerà abbastanza grande da rendere impossibile la respirazione. Per maggiori informazioni, rimando alla pagina di wikipedia
Volevo fare una cosa mezza originale e farla diventare una malattia esclusivamente kryptoniana, quindi alla fine eccola qui aha
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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