Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Idgie Joad    04/09/2009    1 recensioni
Il bosco davanti casa, quello che separava la loro abitazione da quella della nonna. Lo aveva attraversato solo alcune volte, molto tempo prima, in macchina, con il padre. «Lo sai…non c’è un tempo, potrebbe volerci mezz’ora, come qualche giorno, dipende da te...» Non aveva mai attraversato il bosco da sola...
Genere: Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Uno



 Una torta di mele posava sul davanzale di una finestra. Aveva una forma elegante e un colore chiaro. Qua e là comparivano alcune chiazze gialle, che spiccavano luminose. Era avvinghiata in una crosta friabile e delicata, che con tenerezza teneva intatta tutta la torta. Mani aggraziate le avevano donato uno zuccheroso aspetto.
 Uno scalpitante rumore di passi fece il suo ingresso in casa, portando odore d’aria fresca e erba bagnata.
 «Mamma sono tornata!» annunciò la ragazza, posando vicino alla porta un cesto di verdure.
 La madre, una donna mingherlina dal volto gradevole, le sorrise dalla cucina.
 La ragazza chiuse la porta e si sdraiò su un vecchio letto, rivolgendo lo sguardo al soffitto.
 La mamma era dietro ai fornelli, il grembiule legato in vita, un cucchiaio e una padella in mano. Fuori dalla piccola casetta il giorno cominciava pian piano a calare. Il cielo si era incupito e l’aria della sera cominciava a raffreddare la natura. Anche la torta di mele aveva perso il suo calore e non emanava altro che un gradevole profumo.
­ «Ho preparato una torta per la nonna, che ne dici di portargliela domani? E’ tanto che non vai a trovarla…»
 La madre aspettò una risposta dalla figlia prima di parlare di nuovo. Poi con rassegnazione cominciò ad apparecchiare.
 «Potresti andare domattina, che ne dici?»
 La ragazza era distesa sul letto, con le mani incrociate sopra la pancia. La testa era affondata in un cuscino, in volto un’espressione dilatata. Le palpebre chiuse, la bocca leggermente aperta a lasciar passare un filo d’aria. Dalle pieghe del cuscino uscivano due trecce bionde, che ricadevano sulle spalle.
 «Allora?»
 La ragazza aprì gli occhi e si tirò su lentamente.
 «Dalla nonna?­ Domani?»
 La madre annuì.
 «E dovrei attraversare il bosco da sola?»
 Il bosco davanti casa, quello che separava la loro abitazione da quella della nonna. Lo aveva attraversato solo alcune volte, molto tempo prima, in macchina, con il padre. Ogni qualvolta ci fosse stato bisogno di andare dalla nonna, prendevano un’altra strada, lei e la mamma, accompagnati dal proprietario dei campi vicini, che spesso le conduceva su un carro trainato da cavalli. Non aveva mai attraversato il bosco da sola.
 «Beh, ormai sei una ragazza grande…»
 Le labbra serrate, il pensiero fisso per quel bosco. Abbassò la testa e si guardò le mani. Erano semplicemente rilassate sulle ginocchia, le voltò e aprì lentamente i palmi. Seguì le linee che si diramavano sulla pelle, come segno della vita scorsa fino a quel momento. Erano passati tanti attimi felici, tramutati in ricordi, situazioni più difficili…e sì, era cresciuta.
 Diciotto anni, e ancora aveva paura di quel bosco.
 «Ma quanto ci vorrà?»
 La mamma fermò un attimo il suo lavoro in cucina. Lasciò il cucchiaio dentro la pentola e nel girarsi si bloccò guardando il pavimento, a riflettere.
 «Lo sai…non c’è un tempo, potrebbe volerci mezz’ora, come qualche giorno, dipende da te...»
 La ragazza inspirò profondamente. Ricordava che quando attraversava il bosco con il padre non ci mettevano mai lo stesso tempo: spesso ne uscivano nel giro di quaranta minuti, altre volte invece, il bosco sembrava trattenerli per ore e ore.
 «A piedi..» sospirò dentro di sé.
 La mamma assaggiò la pietanza nella pentola e poi si mosse verso la finestra vicino la porta. L’aprì con aria felice e un leggero spiffero entrò dalle imposte, muovendo le maniche di un cappotto rosso appeso ad un attacchino.
 La donna si sistemò un capello ribelle dietro un orecchio, si affacciò alla finestra e odorò l’aria notturna. Poi si chinò sulla torta che amorevolmente aveva preparato e la tirò su con delicatezza.
 La torta ora sedeva al caldo sopra il tavolo.
 «Beh…penso possa andar bene domattina» disse la ragazza, fissando la soffice pietanza.
 Era giunto il momento di affrontare le proprie paure.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Idgie Joad