Osservava, il Generale, il contegno di quella prima figlia appena fidanzata - piedi leggeri ed inchiostro ancora fresco sulla pergamena del contratto.
La numero due era bastevolmente gradevole – piedi incerti e papabili fidanzati in attesa.
Ballava, Oscar, seguita dal suo giovane attendente e da molti occhi – i quadrupli ansiosi di Nanny e quelli orgogliosi del Generale.
Osservava, il Generale, il portamento di quel suo unico figlio – piedi rapidi e lama precisa.
L’attendente era bastevolmente gradevole – obbediente, ma caparbio al contempo.
Amava, il Generale, ancor prima di Rousseau, i metodi spartani.
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Ballava, Hortense, osservando quel suo strano fratello.
Conosceva a memoria il minuetto ed anche la verità, sbirciata attraverso le porte socchiuse – un catino pieno di acqua calda ed un acerbo corpo da bambina con muscoli giovani; lividi per l’uso della spada e della lotta, non per il corsetto.
Non ignorava nemmeno le motivazioni: lei poteva andar bene – un fiore delicato e nobile come sua madre, ma le altre erano solo erbacce tenaci.
Oscar era un albero in crescita, piccolo tronco legato ad un innesto robusto per guidarlo e farlo crescere corretto.
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Punta di scarpetta e di fioretto
Sulle note del minuetto.
Balla la bambina
La fine è vicina
Angolo Autrice
Buonasera e bentrovati, lettori, al secondo capitolo di questa raccolta.
Non è una storia ambientata in un momento preciso della storia, diciamo che è un piccolo scorcio di vita comune prima che Oscar avesse ufficialmente i gradi militari.
C’è Hortense, e non so da dove sia uscita, però si è presa di prepotenza quasi tutta la storia.
Penso che il Generale la amasse: era pur sempre la sua prima figlia ed una femmina ci poteva anche stare. Le altre sono numeri di troppo (e non so i loro nomi, mea culpa)
Spero vi sia piaciuta.
Alla prossima,
Panda.
Qui il quadro che mi ha ispirata nella stesura https://g.co/kgs/fRJ4og