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Autore: Rox008    04/01/2022    1 recensioni
Merlin si trasferisce a Glastonsbury per scappare da un passato doloroso, ricostruire la sua vita e vivere il presente.
Anche Arthur ha un passato doloroso alle spalle, ma ha imparato ad andare avanti e vivere come nulla fosse, costruendo giorno dopo giorno il suo futuro.
Inevitabilmente i loro cammini finiscono per unirsi.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Morgana, Principe Artù, Will | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Iniziare l’anno vomitando l’anima non era esattamente ciò che Merlin aveva pensato di fare (nè tantomeno sperato) ma che avrebbe dovuto aspettarsi, visto quanto aveva bevuto la sera prima.
Ciò che non si sarebbe potuto aspettare era che al suo risveglio, mentre sentiva la cena risalire l’esofago, a passargli un secchio e tenergli la fronte ci fosse Arthur. 
L’orologio sul comodino diceva che fossero le 10, per cui non sapeva se il vigile del fuoco fosse arrivato quella mattina o se avesse passato lì la notte (e, nel caso della seconda ipotesi, dove avesse dormito). 
Tra un conato e l’altro, Merlin aveva intravisto che erano entrambi vestiti, lui con il pigiama (che non ricordava di aver indossato) e Arthur con gli stessi vestiti della festa, e questo aumentò solo la sua confusione. 
<< Non sforzarti troppo a pensare, peggiorerai solo la tua emicrania. >> disse il biondo mentre spostava la mano sinistra tra le sue scapole e lo massaggiava con dei cerchi lenti. 
<< Hai dormito qui? >> chiese il moro quando sentiva di avere un po’ di tregua.
<< Si. Freya ha detto che potevo dormire nella stanza accanto, ma evidentemente mi sono addormentato sulla poltrona all’angolo. Credo che lei mi abbia poi coperto con un plaid. >>
<< E gli altri sono rimasti pure? >>
Merlin notò un’interessante sfumatura di rosso formarsi sulle guance di Arthur, ma non commentò.
<< No, sono rimasto solo io. Freya doveva riposarsi dopo il viaggio, e ci aspettavamo che non avresti avuto il risveglio migliore, quindi ho pensato di restare per aiutarti. >>
<< Oh, grazie. È stata una cosa davvero gentile e premurosa da parte tua. >> e stavolta fu Merlin ad arrossire.
<< Figurati, è una cosa da amici. E noi siamo amici, no? >> domandò lui quasi nervosamente.
Il moro sgranò gli occhi. 


Conosceva Arthur da due settimane circa e, anche se avevano già condiviso momenti importanti assieme, di solito Merlin non stringeva amicizia con qualcuno che conosce da così poco; tuttavia non poteva negare che considerasse Arthur un suo amico, e caro anche. 
Era combattuto tra il dirglielo e il tacere, ma quando lo guardò vide che era diventato pallido e aveva lo sguardo ferito. 
<< Ehm sì, certo. Certo. >> rispose sorridendo timidamente.
<< Non mentire, puoi dirlo se mi consideri solo un conoscente, tranquillo. >>
<< No, non posso dire che sei solo un conoscente. Siamo amici, ci tengo molto a te, è solo che di solito non considero qualcuno mio amico dopo così poco tempo, e quando ho realizzato che invece ti considero già mio amico sono rimasto sorpreso. Inoltre mi sono appena svegliato dopo una sbornia, non puoi aspettarti che io ti risponda rapidamente. >>
Il biondo ritrovò il sorriso. 
<< Capisco ciò che dici. Sia sul fatto dell’essere amici dopo poco tempo, che del dopo sbornia. E a proposito di quest’ultima, ti ho preparato un bicchiere d’acqua ed un'aspirina per il mal di testa. Vedrai che dopo starai meglio. >> rispose passandogli il bicchiere a cui aggiunse una compressa effervescente. 
Arthur lo aiutò a bere prima di tornare a sedersi sulla poltrona. 
<< Se vuoi puoi andare nel letto della stanza accanto e riposare un po’ anche tu. >>
<< Tranquillo, sto bene, questa poltrona è parecchio comoda. >>
<< Ma è leggermente imbarazzante sapere che mi guardi mentre dormo. >>
<< Non ti guardo mentre dormi! >> ribattè arrossendo, e stavolta Merlin non l’avrebbe ignorato.
<< Stai arrossendo! L'hai fatto davvero! Arthur, è da maniaci! O da Edward Cullen. >>
<< Non sono un maniaco! >>
<< Allora sei Edward Cullen?! >>
<< Ti risulta che io brilli al sole?! >>
I due risero, e nonostante il mal di testa Merlin poteva dire che non era un brutto inizio dell’anno.


Freya venne poco dopo, attirata dalle risate. 
<< Buongiorno a voi, principessa e principe azzurro! >> esclamò fingendo un inchino.
<< Non sono una principessa! E lui non può essere un principe azzurro: i leggins gli stanno sicuramente male, con tutta quella massa. >> rispose Merlin.
<< Ehi! Mi stai dando del grasso? >> controbatté Arthur.
<< Oh no, figurati! Sto solo dicendo che hai molta massa! >> 
<< Merlin! >>
<< Quando avete finito di battibeccare, volete fare colazione? >> li interruppe Freya. << Tu, Merlin, è meglio se prendi solo un the con qualche biscotto, mentre per te Arthur c’è una fetta della torta che ho da poco uscito dal forno. >>
<< Va bene, grazie. Tra un attimo lo faccio andare in cucina. >>
<< Non sono un bambino, so andarci da solo in cucina! >>
<< Allora prova ad alzarti e a camminare. >> 
Merlin si alzò troppo velocemente e non cadde a terra solo perché Arthur era già pronto a prenderlo. 
Pensò che il momento potrebbe essere stato leggermente romantico, mentre guardava da molto vicino gli occhi azzurri di Arthur e ne sentiva il respiro sulle labbra, ma un attimo dopo stava vomitando di nuovo e non aveva modo di pensare al momento appena passato.




Avevano pranzato con Freya e guardato un film sul divano, e Merlin fu colpito da quanto si sentisse a suo agio seduto sul divano con il corpo caldo e muscoloso di Arthur accanto e i piedi freddi di Freya incastrati sotto le gambe. A volte perdeva la concentrazione verso il film per osservare Arthur ridere o Freya guardare entrambi con un sorrisetto malizioso (gli avrebbe chiesto più tardi il perché). 
Era ormai pomeriggio quando Arthur disse che doveva tornare a casa per prepararsi ad andare al lavoro.
<< A che ora finisci di lavorare? >> chiese Merlin ad Arthur mentre lo guardava salire in macchina. 
<< Tardi, a mezzanotte. Ma sentiti libero di scrivermi se ti serve qualcosa. >> 
<< E tu sentiti libero di scrivermi se ti annoi. >> 
<< Sicuramente mi annoierò! >>
<< Allora sicuramente ci sentiamo più tardi. >> 
Quando la macchina si allontanò, Merlin chiuse la porta, si girò e trovo Freya appoggiata al muro con le braccia incrociate e un sorrisetto divertito sulle labbra. 
<< Sputa il rospo. Perché continui a fissare me e Arthur in quel modo? >>
<< In quale modo? >>
<< Lo sai benissimo in quale modo. >>
<< Niente di che. Semplicemente siete una bella coppia. >>
<< Di amici. >>
<< Ovvio, di amici. D’altronde, Arthur non è di certo il tuo tipo. >>
<< No, non lo è. >>
<< Già. Mica è biondo, con gli occhi blu, il fisico muscoloso e un delizioso senso dell’umorismo. >> 
<< È più simile al tuo di tipo. >>
<< Vero, si avvicina anche al mio tipo. Ma non potrei mai avere una relazione con il tuo futuro fidanzato. Inoltre... >>
<< Inoltre? >>
<< Potrei aver conosciuto qualcuno! >>
<< Davvero? E me lo dici così? Chi è? Quando lo hai conosciuto? >> 
<< Ieri sera, in realtà. È un tipo simpatico, mi ha fatto ridere molto. >> 
<< Quindi è un amico di Morgana e Arthur? >>
<< A quanto pare è un cugino alla lontana. >> 
<< E come si chiama? >>
<< George! >>
<< Oh mio Dio, non dirmi che è il tizio che aveva il papillon color ottone! >>
<< È carino! >>
<< È noioso. Ed è l’opposto del tuo tipo! >>
<< Bacia bene. >>
<< Ti prego, non dirmi altro! >>
<< Ci siamo baciati poco prima dello scocco della mezzanotte, aveva le labbra salate per le patatine ma la bocca dolce per i cocktail, e sicuramente con quella lingua può fare meraviglie, magari la prossima volta... >>
<< Basta, ti prego! >> urlò tappandosi le orecchie Merlin, facendo ridere Freya a crepapelle.


*****
<< Arthur! Come sta Merlin? >> chiese Gwaine appena arrivò a lavoro.
<< Quando l’ho salutato stava bene, ma si è svegliato vomitando, com’era ovvio che accadesse. >> rispose l’altro, arrossendo (ancora! Arthur registrò in un angolo della sua mente che non era mai arrossito così spesso come quel giorno.)
<< Hai per caso sentito Leon? >> 
<< No veramente, tu? >>
<< No. Quindi probabilmente ha dormito a casa tua e se n’è andato prima che tu arrivassi. >>
<< Perché avrebbe dovuto dormire a casa mia? >>
<< Hai ragione: non ha sicuramente dormito. >> disse il barbuto muovendo le sopracciglia in un modo che doveva essere ammiccante ma per Arthur era solo imbarazzante.
<< Gwaine, cosa stai cercando di dirmi? >>
In quel momento il rosso entrò negli spogliatoi della centrale correndo. 
<< Scusate il ritardo ragazzi, ho dimenticato di impostare la sveglia! >> spiegò Leon mentre si sbottonava la camicia. 
Gwaine fischiò. 
<< Amico, complimenti! Hai una bellissima collezione di succhiotti! Ti sei divertito, eh? >> 
Arthur guardò Leon impallidire.
<< Non mi dire che finalmente hai parlato con mia sorella?! >>
<< Preferirei non parlarne adesso >> rispose lui, e quando la sirena delle emergenze suonò pochi secondi dopo sospirò di sollievo.


Passata l’emergenza, Gwaine riprese il discorso e tempestò di domande Leon per saperne di più di cos’era successo quella notte, finché non sbottò che non era con Morgana, ma con qualcun altro.
E Gwaine si pentì di aver fatto domande.


*****


“Arthur non si è fatto sentire.” pensò Merlin mentre sbloccava il suo cellulare per l’ennesima volta quel pomeriggio.
Poi lo riferì a Freya, ma prima che lei rispondesse qualcuno iniziò a bussare alla porta.
<< Vado io, magari è proprio lui. >> le disse.
Ma quando aprì la porta, oltre ad Arthur trovò Gwaine, con un forte odore di alcool addosso e tenuto in piedi da un braccio del biondo. 
<< Ehi, che è successo? >> chiese il corvino mentre li faceva entrare e aiutava Arthur a sorreggere li barbuto. 
Con la coda dell’occhio vide Freya e la sentì borbottare qualcosa di indefinito, forse “Oh no un altro ubriaco”.
<< Gwaine ha appena avuto un’amara lezione sul perché bisogna sempre cogliere l’attimo. >> rispose Arthur. 
<< Non posso crederci... Era mio amico. >> farfugliò Gwaine. 
<< Di chi sta parlando? >> 
<< Leon. A quanto pare dopo la festa è andato a letto con Percival. >> spiegò Arthur. << Quando è arrivato a lavoro aveva dei succhiotti, e Gwaine per tutto il corso del turno ha provato a saperne di più, finché Leon esasperato gli ha praticamente urlato tutto in faccia. Percival era di piantone e ha visto la scena, si è avvicinato per chiarire e Gwaine gli ha dato uno schiaffo. Poi è andato ad ubriacarsi a casa sua, e probabilmente avrebbe continuato per tutto il pomeriggio e la sera se non fossi arrivato io. >>
<< Merda. >>
<< Già. Gwaine va dietro Percy praticamente da anni, e Percy è stracotto di lui, ma nessuno dei due ha mai fatto un passo in avanti per paura di rovinare la loro amicizia. Anche Morgana e Leon fanno così da anni, sono innamorati ma nessuno dei due ha mai trovato il coraggio di dirlo all’altro. A quanto pare quando alla festa Morgana e Gwaine si sono baciati al gioco della bottiglia né Leon né Percival l’hanno presa bene, e hanno cercato conforto prima nell’alcool, nonostante io avessi provato a dissuaderlo, e poi tra loro. Ovviamente al risveglio se ne sono pentiti entrambi, ma il danno era fatto. >> 
Gwaine scoppiò a piangere, lasciando sgomenti e imbarazzati sia Arthur che Merlin, mentre Freya gli si sedette accanto e gli mise un braccio sulle spalle. 
<< Sfogati ragazzone, butta tutto fuori. Se però si tratta di vomito, evita di farlo addosso a me. >> gli disse, poi si rivolse agli altri due ragazzi. << Portatemi dei fazzoletti e il secchio. >> 




<< Morgana lo sa? >> chiese più tardi Merlin ad Arthur. 
Gwaine alla fine si era addormentato con la testa sulle gambe di Freya, mentre loro due erano andati in cucina e stavano bevendo un the. 
<< Non lo so, credo di no. Secondo te glielo dovrei dire? >>
<< Non ci pensare nemmeno. Dovrà dirglielo Leon. E a proposito di lui, come sta? >> 
Arthur si grattò la testa imbarazzato. 
<< Arthur? >> 
<< Credo che sia con Lancelot e Gwen. Al pronto soccorso. >>
<< Al pronto soccorso?! >>
<< Potrei avergli dato un pugno sul naso. >> 
<< Arthur! È tuo amico! >>
<< Morgana è mia sorella! In un primo momento non ho ragionato e ho pensato solo a quanto lei soffrirà quando lo scoprirà. >>
Per un po’ non parlarono, limitandosi a sorseggiare il loro the. 
<< Ahi! >> esclamò Arthur improvvisamente, toccandosi il labbro su cui era appena spuntato un taglietto. 
<< Oddio scusami, ti ho dato la tazza scheggiata! >> 
<< Per quale motivo tieni una tazza se è scheggiata?! >>
<< Beh... Ci sono affezionato! E un po’ mi assomiglia. >> borbottò Merlin arrossendo leggermente e prendendo tra le mani la tazza con fare protettivo. 
Arthur lo guardò meravigliato sbattendo gli occhi. 
<< Non credo di capire. >> 
<< Vedi, per sbaglio ho rotto questa tazza, ho provato a ripararla e ho ottenuto un risultato abbastanza buono, tranne che per quella piccola scheggiatura. Mi ricorda che quando qualcosa è rotto, ne porta sempre un segno; per quanto tu ci provi a nasconderlo, ciò che ti succede ti lascia sempre un segno. >> 
Arthur rimase in silenzio, per poi alzarsi, posare la tazza nel lavandino e scompigliare i capelli a Merlin.
<< E quindi sotto quell’aspetto da idiota, hai anche un po’ di saggezza. >> 
<< Tra noi due, sei tu l’idiota più grande. >> 
<< Comunque, mi chiedevo se stasera volessi mangiare fuori. Sai, è meglio che Gwaine dorma un po’, e mangiando faresti sicuramente rumore e lo sveglieresti. >>
<< Ma se si svegliasse Freya avrebbe bisogno di aiuto. >> 
<< Assolutamente no, Merlin! >> esclamò la ragazza appena entrata nella stanza. << Vai pure, al massimo mi porti una pizza per dopo, al momento non ho fame. >> 
<< Sicura? >>
<< Sicurissima! Prima di uscire però dovresti salire sopra per spiegarmi una cosa sulla caldaia! >>
<< Ehm... va bene. >> rispose Merlin sospettoso.


E aveva ragione ad esserlo, perché non appena saliti al piano di sopra Freya gli sorrise maliziosamente. 
<< E quindi Arthur ti ha invitato ad un appuntamento. >> 
<< No, mi ha invitato a mangiare fuori per non svegliare Gwaine. >>
<< Gwaine è così ubriaco che forse neanche se suonassimo la tromba nel suo orecchio si sveglierebbe. >>
<< Ma io e Arthur siamo amici. >>
<< Finora. E comunque, appuntamento o no tu ora ti vestirai per bene. >>
<< Freya ti prego non fare come al tuo solito. >>
<< Il mio solito? Cosa intendi? >>
<< Quando devo uscire con qualcuno tu diventi una specie di iperattiva fashion stylist con una dose eccessiva di caffeina in corpo e mi sommergi di vestiti finché non trovi il completo secondo te perfetto che mi farà sentire un imbecille. >>
<< Non è vero, ora vedrai. >> 


Quando scesero nuovamente sotto, Freya aveva un sorriso enorme mentre Merlin continuava a tirarsi la manica della giacca che lei gli aveva fatto indossare. 
Arthur rimase imbambolato a guardarlo.
<< Lo sapevo io! Sembro un imbecille! >> si lamentò Merlin quando lo notò. 
Indossava una giacca blu cobalto sopra un dolcevita in tinta e un jeans scuro, e Freya gli aveva messo del gel tra i capelli replicando quello che per lei era un look da finto-spettinato e che per Merlin era un nido di rondini. 
<< Stai bene invece. Decisamente bene. Ti dona molto quel colore. >> commentò Arthur quando pensò che la sua voce potesse suonare più sicura. 
<< Grazie.>> rispose Merlin guardandolo con la testa inclinata e le guance rosse. 
<< Perfetto, ora potete uscire. Passate una bella serata! >> disse Freya mentre li spingeva fuori dalla porta.
Osservò la macchina allontanarsi e girare ad un incrocio, poi chiuse la porta ridacchiando.
<< Due idioti. >> 


*****


Arthur aveva prenotato un tavolo in una pizzeria dall’aspetto elegante ma accogliente, riscaldata da un camino a legna dove un vivace fuoco sfavillava allegramente.
Il loro tavolo era proprio vicino al camino, e Merlin rimase per un attimo fermo a guardare come i capelli di Arthur sembravano diventare oro fuso illuminati dal riflesso delle fiamme, perdendo quindi ciò che Arthur stesso gli stava dicendo.
<< Merlin, hai sentito cosa ti ho detto? >> 
<< No scusami, puoi ripetere? >> 
<< Dicevo che in questo locale fanno la pizza più buona che io abbia mai assaggiato finora. >> ripeté rosso in faccia e cercando di non guardare Merlin negli occhi. 
Il resto della serata passò allegramente tra risate e racconti delle loro vite, di tanto in tanto le loro mani si sfioravano mentre prendevano le patatine o le bottiglie.
Merlin per un attimo pensò che quello si trattasse davvero di un appuntamento, per poi scrollarsi l’idea di dosso e darne la colpa alle battute di Freya.
“Perché le sue erano solo battute, no?” pensò.


Finito di mangiare e pagato il conto, uscirono e senza dire niente al riguardo iniziarono a passeggiare invece di tornare alla macchina. 
<< Quindi tu, Arthur Pendragon, probabile discendente del Re di Camelot, il Re di Una volta e Per sempre, hai paura degli orsacchiotti di peluche? >>
<< No! Ho paura degli orsacchiotti di peluche regalati da Morgana! Conoscendola so che sarebbe capace di nasconderci dentro un altoparlante per farti uno scherzo nel cuore della notte, magari dopo che avete visto un film horror su dei pupazzi assassini. >>
<< Sembra molto specifico... Ha per caso fatto quello scherzo a te? >>
<< Ovviamente! Non sono più riuscito a chiudere occhio quella notte! >> 
Merlin rise di cuore e con le lacrime agli occhi, ma Arthur non se ne risentì, iniziò invece a ridere con lui fino ad avere entrambi male alla pancia per le troppe risate.
Quando smisero di ridere erano più vicini di quanto credessero, al punto che Arthur sentiva il profumo di Merlin e lui poteva quasi contare le ciglia di Arthur. 
Il biondo si schiarì la gola e fece un passo indietro, subito imitato da Merlin.
<< Che ne dici se andiamo a vedere l’albero? Probabilmente la gente avrà continuato ad aggiungerci addobbi, e ora ne sarà stracolmo. >> 
<< Ottima idea! Andiamo. >> 
Ma il cellulare di Arthur iniziò a squillare, facendoli fermare nuovamente. 
<< Oh cavolo, scusa io... devo rispondere, potrebbe essere una chiamata di lavoro. >>
<< Tranquillo, fai pure. >> 
Quando guardarono lo schermo del telefono, capirono che la serata era finita: il nome di Morgana lampeggiava quasi furiosamente. 


*****


Morgana perlomeno non si era ubriacata, aveva optato per indossare un pigiama extralarge di lana, si era appollaiata sul divano con una coperta addosso e aveva scelto di vedere un film di azione e violenza. 
Merlin e Arthur entrando la salutarono, ma lei non diede segno di averli sentiti, quindi le si avvicinarono piano. 
<< Non sono un animale impaurito, potete avvicinarvi normalmente. Hai preso quello che ti ho chiesto? >> 
<< Si, ho tutto qui. Menomale che quel supermercato è sempre aperto, altrimenti non avrei davvero saputo dove andare. C’era anche un’offerta sul cacao, per ogni confez... >> 
<< Smettila di divagare e prepara la cioccolata calda. >> lo interruppe lei girandosi finalmente a guardarli. Aveva il trucco sbavato e gli occhi rossi, ma era comunque bellissima e sembrava sicura di sé.
Quando notò i vestiti di Merlin alzò un sopracciglio. 
<< Ho interrotto qualcosa? >> 
<< No! >> esclamarono assieme Arthur e Merlin, arrossendo e guardando ovunque tranne che verso l’altro. 
<< Vado a fare la cioccolata! >> aggiunse Arthur.
<< Io invece... io... >> 
<< Vieni ad aiutarmi! Si, tu devi aiutarmi a preparare la cioccolata calda! >> 
<< Giusto! Ti aiuto con la cioccolata calda! Perché ci si aiuta tra amici, vero? >> 
<< Smettetela di blaterare e andate in cucina, se non avrò la mia cioccolata calda tra 10 minuti inizierò a urlare! >> li interruppe Morgana. 
Una volta che i due andarono verso la cucina, sorrise dolcemente e si asciugò una lacrima. 


Rimisero il film dall’inizio e lo guardarono insieme gustando intanto la loro cioccolata calda, Arthur e Merlin ogni tanto trasalivano per le immagini cruente mentre Morgana rideva.
Lei si addormentò prima che il film finisse, con la testa appoggiata sulla spalla di Arthur e i piedi sulle gambe di Merlin.
<< Ogni volta che sta male vuole guardarsi questo film agghiacciante, sembra che vedere queste scene così sanguinose la faccia stare meglio. >>
<< È quasi pauroso. >>
<< Leva il “quasi”. >> 
<< È decisamente pauroso. Ma almeno non dobbiamo preoccuparci della possibilità che vomiti. >>
<< E non è una cosa da poco. >>
<< Già. Poco fa Freya mi ha detto che Gwaine si è svegliato, ha vomitato nel vaso di fiori che tengo sul tavolino davanti al divano ed è tornato a dormire come se niente fosse. >> 
<< Che schifo. >> 
<< Già. Mi toccherà buttare i fiori e lavare il vaso appena tornerò a casa. >>
A quel punto Arthur guardò l’orologio e si rese conto che era notte fonda. 
<< Si è fatto parecchio tardi, forse sarebbe meglio che tu dorma qui stanotte. >>
<< Ma non vorrei disturbare. >>
<< E infatti non disturbi. >> 


Dopo che Arthur convinse Merlin a restare, gli mostrò la stanza degli ospiti e gli porse dei vestiti.
<< È un pigiama che ho comprato tempo fa ma che mi stava piccolo. Dovrebbe starti bene. >>
<< Grazie, non dovevi. >>
<< Non potevo lasciarti dormire con i jeans, è scomodo! >>
Mentre Merlin si cambiava, Arthur portò Morgana nella sua camera.
La poggiò delicatamente sul letto, le rimboccò le coperte e la accarezzò. Poi spense la luce e uscì dalla stanza.
In quel momento anche Merlin stava uscendo dalla stanza degli ospiti con il pigiama di Arthur addosso e una lieve sfumatura di rosa sulle guance.
<< Credo sia ora di andare a letto. A dormire dico. >> disse il corvino stranamente imbarazzato.
<< Tutto bene? >>
<< Si, perfettamente! Ho avvertito Freya, manda la buonanotte a entrambi. >> 


In realtà, Freya oltre alla buonanotte aveva detto a Merlin che era molto dolce che Arthur non solo lo avesse fatto restare a dormire da lui, ma gli avesse anche prestato i suoi vestiti, per poi chiedergli com’era andato quello che lei continuava a definire un appuntamento. 
E di certo, lui non avrebbe mai ammesso che l’idea non gli dispiaceva poi tanto.
   
 
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