Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: NPC_Stories    06/01/2022    2 recensioni
O come Dora e Rupert Honeycomb sono sopravvissuti alla propria infanzia.
Grossomodo.
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: Dira_
Genere: fantasy, slice of life, comico




Era sempre colpa di Luel



Una locanda vicino a Secomber, Costa della Spada, ultimo mese dell'anno 1362


Comunque era sempre colpa di Luel.
I figli di Krystel erano gli adulti, quelli a cui in caso di problemi potevi affidarti. Persino Amber, che calcolava i ragazzini dell’Inverno come residuali, era genericamente ben disposta verso di loro - anche se dall’alto della sua adolescenza elfica ti guardava sempre come se fossi un buffo cosetto parlante. Il che era ironico perché i drow erano bassi per gli standard umani e Dora a dodici anni era già più alta di lei.
Comunque tutti i figli di Krystel erano gentili e affidabili… tranne Luel.
Luel era l’eccezione. Si comportava come un ragazzino viziato pur sembrando un adulto. Non passava molto tempo con loro, ma quando c’era, adorava avere il codazzo delle ragazzine più grandi ad adorarlo. Suonava il violino, le faceva ballare e tutte facevano a gara per attirare la sua attenzione.
Dora non lo reggeva; e non ne faceva esattamente mistero.
Il mezzo fatato se n’era accorto e la cosa non gli era evidentemente piaciuta. Il fatto che non gli cascasse ai piedi, per quelli della sua razza, era inconcepibile. E dunque, profondamente offensivo. Da quando l’aveva mandato al diavolo per il fatto del campanile, ogni volta che gli arrivava a portata la omaggiava di lazzi e prese in giro. Dora aveva imparato così ad evitare la sala comune quando sentiva le note di un violino.
Tanto aveva l’infermeria della locanda dove rifugiarsi. Tinefein, la figlia più grande, era una guaritrice e a furia di vederla sempre lì, a far domande ed offrire aiuto, aveva accettato di prenderla come sua allieva.
Quel giorno però non poteva evitare di trovarselo tra le scatole, perché Krystel le aveva chiesto di insegnare alle ospiti più giovani ad usare uno dei telai montati provvisoriamente in fondo al refettorio. Era la stanza più calda della locanda e quindi il centro vitale della casa. Infatti Luel era lì a scaldarsi dal freddo come tutti loro.
“Doretta!” la apostrofò scivolandole a fianco. “Proprio non ce la fai a non impartir lezioni, eh?”
“Me l’ha chiesto tua madre,” borbottò di rimando. La ragazzina a cui stava insegnando per poco non rimase incastrata con le dita nell'ordito del telaio, troppo imbambolata dal viso cesellato del ragazzo per prestar attenzione.
“Te ne vai? Ci stai distraendo!”
“Quanto sei cattiva…” Luel fece il broncio. “Guarda che se continui così non ti sposerà nessuno!”
“E chi vuole sposarsi,” ribatté, perché se non poteva evitarlo, poteva almeno tenergli testa. “Magari divento una chierica.”
Sì, come se papà ti lasciasse andare… nei tuoi sogni, forse.
“E quindi consacreresti il tuo cuoricino ad un altare? È uno spreco! Non sarebbe meglio divertirsi un po’, trovarsi un innamorato, e poi chiudersi in un tempio a fare la muffa, se proprio ci tieni tanto?”
Dora strinse i denti. Metà del sangue di Luel apparteneva ai danzatori del crepuscolo, una genia fatata famosa per amare l’estasi e il divertimento. Per il ragazzo ghignante di fronte a lei era insensato che qualcuno desiderasse votare la sua vita ad un ideale più alto.
Non era del tutto colpa sua, e in quanto fedele devota di Lathander avrebbe dovuto fargli vedere il suo punto di vista e convincerlo che era valido.
Solo che non sopportava come la trattava. Le faceva prudere le mani, ma non era proprio il caso di diventare manesca con uno dei figli della sua ospite.
“Sei proprio noiosa…”
Dora vide rosso. “Se l’alternativa è essere stupidi e vanesi come te, grazie tante, preferisco essere noiosa!”
Il silenzio piombò nella sala. Persino i ragazzi, che avevano improvvisato una partita a carte su uno dei lunghi tavoli, ammutolirono quando fino ad un momento prima avevano berciato l’uno sull’altro… Persino Rupert, che sonnecchiava di fronte al fuoco come un gatto, si rizzò a sedere con gli enormi occhi da matto fissi su di loro.
Grandioso.
Stupido e vanesio?” aveva esclamato Luel e per un momento era sembrato sinceramente ferito. Aveva anche fatto un drammatico passo indietro.
Dora a quel punto era stufa e le bruciavano le orecchie dalla vergogna di essere fissata da almeno due dozzine di occhi. “Sì, sei stupido e vanesio. Non capisco perché tutte ti muoiano dietro, non sei niente di che!”
Luel le rivolse uno sguardo indignato. “Sei cieca? O magari sei solo troppo piccola per apprezzare,” disse con l’aria di chi aveva appena trovato una spiegazione soddisfacente.
Dora sbuffò. “Ce li ho gli occhi. Sei per metà di razza elfica, non puoi essere brutto. Però ci sono persone molto più belle di te.”
Luel inarcò le sopracciglia. Ora era davvero sorpreso. “E chi?”
Tipo chiunque dei tuoi fratelli, e tua madre, almeno loro non sono dei palloni gonfiati - pensò, ma la bocca disse qualcos’altro, forse ormai era troppo agitata per infilare una frase intera. “Tinefein.”
Era il primo nome che le era salito alle labbra. Obiettivamente tutta la famiglia di Krystel, Krystel compresa, era composta da gente bellissima, quasi ultraterrena per gli standard umani. Però Tinefein aveva il pregio di accompagnare a dei lineamenti perfetti anche la dolcezza. E la pazienza. E il fatto di non parlare tutto il cavolo di tempo.
Capì troppo tardi di aver fatto un errore madornale. Da come Luel ampliò il sorriso, tingendolo di quella che poteva essere solo classificabile come vittoria. “Ti piace Tinefein!” esclamò con la cantilena di un bambino. “Hai una cotta per mia sorella, Doretta? Che carina!”
“Non ho una cotta!” esclamò paonazza. Sì, Tinefein le piaceva, perché le stava insegnando i rudimenti della guarigione, perché passava ore a darle retta quando era solo una bimbetta umana di dodici anni. E okay, anche perché era bella da far battere il cuore, ma chiunque aveva un figlio preferito di Krystel.
Non era strano. Non era come lo intendeva Luel.
“Non è fredda come pensavamo, gente! Le piace mia sorella!” Luel pareva trovare incredibilmente rinvigorente sentire gli altri ridere. Gli occhi neri gli brillavano come tizzoni e sembrava quasi famelico nel vederla umiliata.
Dora avrebbe voluto scappare, ma era bloccata sul posto dalle risate e da tutta quell’attenzione che l’annichiliva. Non la voleva, non l’aveva mai voluta, le faceva venire da vomitare. “Smettila!” balbettò.
“Almeno si spiega perché passi tutto quel tempo in infermeria con quella musona!” esclamò Luel. Però poi parve rendersi conto delle lacrime che le salivano agli occhi perché il sorriso vacillò per un attimo. “Su, su… non è mica la fine del mondo avere una cotta, non piange-”
“L’HAI FATTA PIANGERE?!” un urlo alle loro spalle li fece voltare entrambi di scatto. “SEI MORTO CARBONCINO!”
E Rupert, che si era avvicinato silenzioso come un gatto, saltò addosso a Luel con un urlo di guerra. Il ragazzo più grande riuscì a spostarsi con grazia ed evitare di essere placcato, ma non riuscì ad evitare il conseguente, sconclusionato pugno in faccia. Barcollò, portandosi una mano alla bocca insanguinata, incredulo.
“Mi hai fatto male…” mormorò confuso e con gli occhi da cucciolo di cane.
Oh, per la radiosità di Lathander, ti ha appena sfiorato! Dovessi vedere come lo conciano a casa!
Dora però afferrò Rupert prima che tentasse una seconda carica. Anche perché il capannello di ragazzine ridacchianti li aveva accerchiati.
E aveva smesso di ridere.
“Bestie! Avete fatto male al povero Luel!” sibilò la più grande che sembrava davvero troppo grande per frequentare ancora la locanda, ma a quanto pare l’avevano mandata anche quell’anno.
Ed era anche sicuramente mezza-orca dalla stazza.
La tipa si scrocchiò le nocche. E Dora capì che la miglior difesa, in quel caso, era una sola.
Afferrò il gemello mentre un nugolo di ragazzine iniziava ad inseguirli fuori dal refettorio urlando.
“Ti ho difeso sorellona!” esclamò gioioso Rupert. “Sono o non sono stato bravo?!”
“Che cavolo hai in testa?! Mi hai difeso per poi farci linciare?! Quelle ci ammazzano!”
“Sì, ma hai visto la faccia di quel cretino alato?! Ne è valsa la pena!” sghignazzò Rupert, girandosi per fare una pernacchia all’inferocita folla adolescenziale. Nonostante tutto Dora scoppiò a ridere.

Tek’ryn e Amber vennero a recuperarli dall’albero sopra il quale si erano issati solo a ora di cena, e solo dopo che Luel decise magnanimamente di perdonarli avvertendo chi di dovere.
Fortunatamente non ci furono conseguenze: Amber confidò loro che il fratello era stato insolitamente onesto ed era dunque stato spedito in infermeria dopo un rimprovero da parte di Krystel.
“Se attacca briga con i ragazzini vuol dire che non ha preso abbastanza schiaffi,” concluse la drow con un ghigno. “Tranquilli, pensiamo tutti che se lo sia meritato e sotto sotto lo pensa anche lui se è andato a farsi sistemare da Tine senza fare troppe lagne.”
Tinefein. Le dirà tutto?!
Dora, rosa dall’ansia, era arrivata alle preghiere dell’alba senza chiudere occhio.

Con sua grande sorpresa, la mattina dopo, la mezza drow la accolse come al solito, tranquilla e senza strani sguardi imbarazzati.
Non le ha detto niente?
Forse perché il gioco alla fine gli si era ritorto contro. Forse perché era meno stronzo di quanto tutti pensassero…
Però mentre Dora guardava la giovane guaritrice spostarsi i lunghi capelli scuri dietro le spalle, lasciando scoperta la curva del collo, e sentendo il cuore dare un'accelerata, pensò che Luel era sì un cretino… ma aveva ragione in un modo che fino a quel momento non aveva mai realizzato.

Sì, era tutta colpa di Luel.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: NPC_Stories