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Autore: My Pride    06/01/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Over the horizon Titolo: Over the horizon
Autore: My Pride
Fandom: Young Justice
Tipologia: One-shot [ 1203 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jason Peter Todd

Rating: Giallo
Genere: Generale, Azione

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
Advent Calendar (Wheel Challenge):  -Non ti sono utile ferito.- || -Da morto ancora meno.- || -Cammina.-


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Damian arrancò fra gli anfratti di quel passaggio segreto, il braccio della sua guardia del corpo ben sistemato in spalla mentre lo teneva contro di sé per i fianchi, col cigolio delle loro armature che risuonava fra le pareti di pietra allo stesso ritmo delle gocce d'acqua che cadevano dalle stalattiti. Essere scappato bruciava più della ferita che aveva sul viso ma, data la catena di eventi che si era susseguita letteralmente in un battito di ciglia, non aveva potuto fare altrimenti.
    Stava meditando quando era successo. Di ritorno dal suo peregrinaggio dal Bialya, aveva ordinato ai suoi assassini di non disturbarlo e si era chiuso nelle sue stanze, seduto a gambe conserte al centro dell'enorme camera con solo candele e incensi a dare atmosfera. Ma era stato a quel punto che era capitolato tutto.
    Damian aveva sollevato una palpebra nel momento stesso in cui, oltre la sua porta, aveva udito delle grida, il clangore delle spade e gli spari, scattando in piedi così in fretta che si era ritrovato ad afferrare la sua katana ancor prima che la porta andasse in frantumi; la sua guardia del corpo era stata scaraventata all'interno e il sangue aveva cominciato a colare da un brutto taglio all'altezza del bicipite, ciononostante sorreggeva ancora la sua spada e cercava di allontanare gli avversari che si spingevano contro di lui.
    Esterrefatto, Damian si era lanciato in suo soccorso e aveva conficcato la sua lama nello stomaco di uno di quegli uomini, ma era stato a quel punto che, tra la moltitudine di carcasse riverse a terra e il sangue che sporcava pavimento e pareti, aveva visto stagliarsi la figura di Slade. Damian aveva digrignato i denti e gli aveva urlato contro che aveva sputato sulla causa degli Al Ghul, che era un traditore e che come tale doveva morire, e aveva scavalcato quei cadaveri così in fretta che Slade stesso aveva faticato per un momento a parare il colpo che gli era stato inferto.
    Da assassino addestrato qual era, figlio di Talia Al Ghul e capo della Lega, Damian gli aveva tenuto testa finché qualcuno non lo aveva colpito dietro la nuca, facendolo capitolare in avanti. Con la vista annebbiata, aveva visto uno degli uomini di Slade con la canna della pistola puntata contro di lui ma, quando l’assassino aveva premuto il grilletto, il proiettile si era conficcato nelle carni della guardia del corpo, paratasi davanti a lui per proteggerlo; qualcuno gli aveva urlato a squarciagola di portare via la Testa del Demone, e così aveva fatto, afferrando Damian per un braccio dopo aver tagliato la testa del l'uomo e aver lanciato un fumogeno per coprire la loro fuga da Slade.
    La Testa del Demone aveva imprecato, ordinato a quell'idiota di rimetterlo giù e di tornare immediatamente nel cuore della battaglia per farla pagare a Slade, ma lui era stato irremovibile, scendendo nei sotterranei con la speranza di evitare che qualcuno li trovasse mentre il resto degli assassini era impegnato a contenere l'attacco. Ed era stato a quel punto che il suo guerriero si era accasciato contro la parete di pietra, la mano premuta contro il fianco e il sangue che sgorgava dalla ferita che gli era stata inferta.
    Damian gli aveva tolto le vesti per vedere in che condizioni fosse e, per quanto il proiettile avesse attraversato il fianco da parte a parte, apparentemente senza colpire organi vitali, Damian si era stracciato un lembo del mantello e l'aveva usato per tamponare al meglio quella ferita, non prima di averlo bagnato in una delle pozze d'acqua di quelle grotte; fasciato poi il busto con ciò che restava del mantello, l'aveva aiutato a rimettersi in piedi e gli aveva passato un braccio intorno ai fianchi con attenzione, sistemandosi l'altro sopra le spalle nonostante la differenza d'altezza tra loro. E tuttora stavano camminando in quel cunicolo in penombra, cercando di raggiungere l'uscita il più in fretta possibile.
    «Maestro...» La voce dell'uomo parve un'eco lontana che rimbombò nelle sue orecchie, rimbalzando lungo i muri. «Lasciami qui e va’ avanti da solo. La Testa del Demone deve vivere».
    Damian schioccò la lingua sotto il palato. «Non dire sciocchezze. Mi sei stato accanto sin da quando ho memoria, lasciarti qui sarebbe un insulto ad un guerriero come te».
    «Non ti sono utile ferito».
    «Da morto ancora meno», sentenziò lapidario. «Quindi sta' zitto, Jason». Nel vedere gli occhi dell’altro allargarsi straniti, Damian rinserrò la presa e aumentò il passo, le suole degli stivali che scalpicciavano nelle pozze d’acqua che li circondavano. «Come tuo signore, ti ordino di resistere».
    Interdetto, Jason sgranò gli occhi al di sotto della visiera che li nascondeva. Sin da quando aveva cominciato a riavere una volontà propria anni addietro, non aveva mai avuto modo di sperimentare quella che sembrava essere compassione e preoccupazione per un comune soldato come lui. Ricordava solo vagamente che prima di Talia aveva avuto una vita, qualcuno che gli aveva dato uno scopo, ma quella sua vecchia vita era fatta solo di guizzi di colore giallo e rosso e di un lungo mantello nero, poi il vuoto totale fin quando la sua signora non gli aveva affidato il compito più importante e ambito che gli assassini della Lega avrebbero potuto desiderare: accudire, addestrare e proteggere l’erede del potente Ra’s Al Ghul. Jason, il quale non aveva sentito il suo nome da anni, era stato mentore e protettore di quel bambino sin da quando era in fasce, e vedere l’uomo che era adesso avrebbe sicuramente reso Talia orgogliosa, se solo fosse sopravvissuta alle ferite riportate nella sua battaglia contro Batman. E, fedele al giuramento che aveva fatto anni addietro, Jason tentò di raddrizzare la schiena, ignorando la fitta di dolore che corse in tutto il suo corpo.
    «Come la Testa del Demone comanda», sentenziò e, per la prima volta in vent’anni, vide il volto di Damian rilassarsi per regalargli l’ombra di un sorriso sincero.
    «Allora cammina», affermò Damian, col tono di chi non ammetteva repliche.
    Solo quando furono fuori, con la neve che cadeva in fiocchi leggeri e le gambe che affondavano in essa, poterono finalmente dirsi al sicuro. La Lega era stata presa da Slade, molti dei suoi uomini si erano sacrificati per il suo bene e per la causa, e Damian giurò su quella stessa neve candida che sarebbe stata ben presto macchiata di sangue e si sarebbe vendicato per quell’infame tradimento.
    «Ancora un ultimo sforzo, Jason», affermò, afferrando il fischietto che aveva al collo per soffiarci dentro, sentendo ben presto lo sbattere possente di enormi ali su nel cielo; con un ruggito, la creatura scese in picchiata verso di loro e affondò le enormi mani nella neve, artigliandola con le dita prima di far guizzare la lingua fra le fauci. La bestia dalla peluria rossastra si chinò quanto bastava per permettere a Damian di issare il corpo di Jason sulla sua schiena, per quanto dalle labbra di quest’ultimo fosse scappato un gemito doloroso.
    Salendo a sua volta, Damian gli batté una mano su una spalla e sussurrò all’orecchio di Goliath, librandosi in volo qualche momento dopo, assaporando la libertà oltre l’orizzonte
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Ancora una volta, ecco un'altra storia scritta per l
'#adventarcalendar indetto sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Ambientata in un ipotetico futuro What if in cui Damian e Jason non hanno mai lasciato la Lega degli Assassini, e quindi Jason, da guardia del corpo di Talia, ha praticamente visto crescere Damain ed è diventato la sua guardia del corpo dopo la morte di Talia
Ovviamente Damian adesso è il capo della Lega (quindi è la Testa del Demone) e ha preso il posto di sua madre e di suo nonno, ma il tradimento è sempre in agguato quando sei a comando di un'organizzazione criminale così potente. Forse farò un seguito, forse no, ma staremo a vedere cosa dirà l'ispirazione
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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