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Autore: Altair13Sirio    07/01/2022    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Hachi ringraziò il ragazzo che gli aveva portato i resoconti dal resto del mondo e iniziò a sfogliare quelle pagine. Ci sarebbe voluta un’ora per leggere tutte quelle scartoffie, ma adesso quello che voleva conoscere era il risultato netto delle battaglie nel resto del mondo; il risultato della loro squadra era stato ottimo, ma non dovevano dimenticarsi degli altri Parasite che avevano lottato contro i VIRM quel giorno, e in tutta onestà aveva paura di conoscere il responso.
Andò subito in fondo al resoconto per leggere quel numero e quando lo ebbe trovato, un dolore pungente al petto gli mozzò il respiro.
Trentasette vittime. Dei piloti che avevano affrontato i VIRM quel giorno in giro per il mondo, trentasette erano morti. Trentasette adolescenti che non avrebbero più rivisto le loro famiglie, stroncati dalla brutalità di quel conflitto a causa di una sua scelta; perché anche se non direttamente, era stato Hachi a causare quelle morti.
Non riuscì a leggere il resto del rapporto, troppo demoralizzato da quella notizia. Eventualmente, Nana lo raggiunse e iniziò a spulciare quei documenti finché non arrivò pure lei al numero di vittime, alle quali comunque si aggiungevano diverse decine di civili che erano stati coinvolti nelle battaglie; in fondo non tutti avevano avuto la fortuna della loro squadra di poter combattere in uno spazio aperto, lontano dai centri abitati.
<< Sembra che l’unica squadra ad uscirne completamente indenne, oltre alla nostra, sia stata quella di Desia. >> Mormorò con tono greve la donna, sapendo che quella fosse una magra consolazione. Incredibilmente, nonostante di solito fosse lui a reggere meglio le cattive notizie, adesso si era fatta forza e aveva cercato di trovare qualche cosa per cui essere ottimista. << La squadra di Maghenta, invece, è stata spazzata via completamente, ma la città ha subito pochissime perdite grazie al sacrificio dei ragazzi… >>
Hachi finalmente si mosse da quella posizione che aveva assunto sulla propria sedia e si portò una mano sul volto. Rimase in silenzio un altro po’, prima di guardare la partner con aria distrutta e sospirare:<< E credi che alle famiglie di quei ragazzi importi qualcosa? >>
Nana abbassò il foglio. Capiva cosa intendesse, ma non ci potevano fare niente.
<< Hanno scelto la loro strada nel momento in cui hanno deciso di arruolarsi. Purtroppo sapevano tutti quanti cosa sarebbe potuto succedere… >>
<< Questo significa che dovremmo restare impassibili di fronte alla morte di quei bambini? >> Era incredibile come adesso fosse lei quella che manteneva la calma e la razionalità nonostante la situazione tragica; Nana era sempre stata la più vulnerabile a questo tipo di situazioni, ma sapeva anche che la reazione di Hachi in casi come questo fosse di tenersi tutto dentro fino a esplodere. Sapeva che si sentiva direttamente responsabile per quelle vittime, per questo tentò di farlo reagire.
<< No che non dobbiamo. Hachi, anche io sono distrutta da queste perdite… >> Iniziò a dire con voce esausta. << Ma in questo momento non puoi mollare tutto perché ci sono state alcune perdite. Abbiamo tante cose di cui occuparci e dovremmo rimanere concentrati per assicurarci che nessun altro debba morire perché non eravamo pronti ad affrontare la minaccia; dovremmo concentrarci sulle buone notizie, come il fatto che i nostri ragazzi sono ancora tutti con noi! Se ti fossilizzi a guardare solo il lato negativo delle cose, ora che abbiamo la possibilità di ottenere nuove informazioni sui nemici e migliorare l’esperienza dei nostri ragazzi, a che cosa sarà servito tutto questo? >>
Nana aveva ragione, come sempre. Ad Hachi piaceva tanto stuzzicarla e farla rimanere senza parole grazie alla sua retorica, ma nessuno come lei riusciva ad esprimere il concetto senza dover ricorrere a tediosi discorsi e metafore astruse per far riflettere le persone; era questo il motivo per cui lavoravano sempre insieme, lui usava il cervello e lei le emozioni, completandosi a vicenda e aiutandosi a ritrovare la strada quando uno dei due si sentiva perso.
Hachi piegò gli angoli delle labbra in un timido sorriso rassegnato, poi si abbandonò alla propria sedia e sospirò guardando la sua partner come se fosse un’opera d’arte. Lei sorrise a sua volta, intenerita da quello sguardo, e portò la propria sedia vicino a lui; si accomodò con un movimento goffo e si sporse nella sua direzione.
<< Vieni qua… >> Mormorò passandogli un braccio dietro alle spalle e posando la tempia alla sua. Il sorriso di lui si allargò e quel contatto gli fece girare la testa nella direzione di Nana, strofinando amorevolmente il naso alla sua guancia.
<< Non so come farei senza di te… >> Mormorò rilasciando tutta la tensione accumulata durante la giornata.
Nana non disse niente, ma lui sapeva che pensava lo stesso. L’eternità era una cosa tremenda da affrontare, ma insieme non si sarebbero mai stancati di vivere; non avrebbero potuto avere figli, ma sapevano che sarebbero rimasti sempre insieme, e questo gli bastava.
Rimasero in quella posizione per alcuni minuti, lanciando raramente delle occhiate alla foto sulla scrivania di Hachi, ricordo indelebile di una delle ultime volte in cui furono tutti insieme. Alla fine Hachi tornò il solito orso e si alzò dicendo di voler raccogliere altre informazioni sui VIRM. Nana comprese il suo voler svoltare pagina e lo assecondò. Era difficile che Hachi si mostrasse vulnerabile a lungo, eppure quando lo faceva ricordava a Nana quanto lo amasse.
<< I tecnici hanno scoperto qualcosa di utile, analizzando i resti delle navi aliene? >>
<< Niente che sia utile a noi. Sembra che il sistema di propulsione sia stato danneggiato, o forse si è autodistrutto al momento dell’impatto, quindi non sappiamo molto al riguardo. Tuttavia è stato confermato il sospetto dei ragazzi che le navi fossero dei giganteschi esseri viventi e non semplici mezzi di trasporto… >> Riassunse l’uomo aggiustandosi la camicia come se dovesse andare a un appuntamento.
La scoperta che le navi fossero in realtà i VIRM stessi non doveva sconvolgerli più di tanto; in fondo era lo stesso con gli Stridiosauri che li avevano portati su Marte mille anni prima per combattere l’ultima battaglia. L’unica differenza era che i VIRM non avevano bisogno di essere pilotati; normalmente non avevano neanche bisogno di un corpo, ma per combattere con loro avevano dovuto adeguarsi imitando l’evoluzione dell’Homo Klazōsàuros.
<< Credi che saranno arrabbiati? >> La domanda era quasi retorica, entrambi sapevano quali fossero le aspettative dei loro nemici.
Hachi ripensò alla chiacchierata con il Padre, la notte prima della battaglia. Era stato così borioso per tutto il tempo, anche una volta messo di fronte ai ragazzi che lo avrebbero affrontato aveva ostentato sicurezza; il messaggio trasmesso telepaticamente all’intera popolazione aveva sicuramente scosso la gente, ma questo non aveva impedito che i Parasite si facessero valere. Di sicuro non erano contenti.
<< Assolutamente. >> Commentò divertito. Nana non sapeva perché ghignasse a quel modo, ma evitò di chiederglielo. Invece, abbassò lo sguardo pensierosa.
<< Allora dovremo aspettarci un attacco ancora più massiccio. >>
<< Già. >> Annuì lui. << Tra soli due mesi. >>
Grazie alla visione dello Iustitia, Hachi aveva potuto conoscere l’esatto momento di tutti i futuri attacchi da parte dei VIRM e si era premurato di comunicarlo a tutti i collaboratori possibili; non sapevano ancora come facessero gli Stridiosauri ad avere informazioni così dettagliate sui piani dei VIRM, ma avevano deciso di fidarsi e sfruttarle al meglio. Tuttavia, molte persone ancora non erano a conoscenza di queste informazioni e forse era meglio così.
<< Dovremmo dirlo ai ragazzi, ora? >> Domandò Nana. Era stato difficile tener loro nascosta la data del primo attacco, ma necessario per evitare che vivessero quel periodo con eccessiva ansia, tuttavia era ovvio che sarebbe stato impossibile continuare così per due anni.
Hachi ci pensò un po’ su, ma alla fine scosse la testa. << Lasciamoli riposare per ora. >> Disse guardando fuori dalla finestra. << Le morti, i segreti dei nemici, la prossima battaglia… Ora si meritano semplicemente di svuotare le menti dopo la giornata che hanno dovuto affrontare. >>
Nana lo guardò malinconica, ma concordò con lui. E seguendo lo stesso ragionamento, evitò di menzionare quello che avevano visto durante la battaglia da parte dello Iustitia; la condotta di Nakamura, per quanto li avesse portati alla vittoria, aveva risvegliato in loro ricordi molto lontani. Quella ragazza e il suo partner, ancora una volta, si erano resi un po’ più simili a loro.
 
*
 
Kya sollevò il bicchiere per brindare assieme al resto della squadra. Il liquido nero che quei ragazzi bramavano tanto si agitava, confinato nelle sue mura di vetro mentre queste tintinnavano disordinatamente, accompagnate dalle urla di giubilo degli adolescenti.
<< Siamo stati fantastici! >> Esclamò la caposquadra avvicinando il bicchiere alle labbra subito dopo per arraffare qualche sorso di vino, quasi come se ci fosse il rischio che qualcuno glielo portasse via; era stata un’ottima idea, quella di nascondere la seconda bottiglia trafugata da lei e Rin e conservarla in attesa dell'occasione giusta. Quale occasione migliore di una vittoria così schiacciante per festeggiare?
<< Sono orgogliosa di tutti voi, ragazzi! >>
<< Anche tu sei stata grande, caposquadra! >> Le fece eco Naho sporgendosi dalla sedia, mentre Yoshiki accanto a lei posava il proprio bicchiere con fare seccato; lo avevano costretto a brindare con del vino perché dicevano che usare solo dell'acqua “portasse male” ma aveva già detto che non avrebbe toccato quella roba.
Aki si unì ai complimenti. << E’ vero! Se non fosse stato per quel tuo piano folle, non saremmo mai riusciti a eliminarli tutti! >>
La caposquadra sembrò lusingata da quelle parole e iniziò a far ondeggiare il vino nel proprio bicchiere con l’aria di chi si stava godendo i complimenti, un po' incerta su come rispondere.
<< Io invece penso che i veri campioni di giornata siano Aiko e Kaoru! >> Intervenne Ryo, che si attirò un’occhiataccia dalla propria partner per averle allontanato i riflettori, ma che ricevette anche il consenso unanime della squadra.
I due piloti dello Xenomorphus stavano cercando di mantenere un basso profilo, ma finirono loro malgrado al centro dell’attenzione. Dopo qualche ora passata a far raffreddare il cervello erano tornati entrambi a spaventarsi delle proprie ombre e non si erano detti una parola su quanto accaduto alla fine della battaglia; l'imbarazzo che aleggiava tra loro era tale da farli arrossire di colpo anche solo quando venivano nominati assieme. La “dichiarazione” di Kaoru ad Aiko era stato un gesto spontaneo – anche troppo – e bellissimo e aveva sicuramente fatto battere forte i cuori di entrambi, ma adesso facevano fatica a guardarsi negli occhi a vicenda… In particolare Aiko si stava maledicendo per essersi lasciata andare in preda allo shock della modalità berserk, abbracciando così forte Kaoru alla fine della battaglia, nella speranza di trovare un po’ di sicurezza in lui.
Non si pentivano delle cose che avevano detto e fatto, ma allo stesso tempo si vergognavano da morire per aver mostrato quella parte così “morbida” di sé. E adesso la cosa gli sarebbe inevitabilmente sfuggita di mano, a partire dal momento in cui, nell’entusiasmo della serata, qualcuno cominciò ad incitarli al bacio come una coppia appena sposata.
Con le orecchie che gli fumavano per l’imbarazzo, i due ragazzi cominciarono a nascondersi il viso dietro alle mani e a cercare scuse per non dover fare una cosa così imbarazzante di fronte a tutti. In fondo non erano mica diventati una coppia, le parole di Kaoru erano da considerare in chiave strettamente platonica, o forse no…?
<< Andiamo, lo sappiamo tutti che morite dalla voglia di sbaciucchiarvi! >> Rincarò la dose la loro caposquadra, chiudendo le mani attorno alla bocca come per amplificare la propria voce e farsi sentire meglio in mezzo al chiasso. I due compagni di squadra fecero convergere i loro sguardi proprio su di lei prima di voltarsi e scambiarsi un’occhiata imbarazzata, ma che valeva mille parole.
<< Bé… >> Mormorò la Pistil. << Se si tratta di un bacetto, non vedo perché no? >>
<< Credo di sì… Aiuta a scaricare la tensione… >> La seguì Kaoru, i cui occhi dicevano che di baci da Aiko ne avrebbe voluti mille, ma non era sicuro se lei ne fosse disposta.
Rendendosi conto di pensarla alla stessa maniera, avvicinarono i volti con incertezza e incominciarono a specchiarsi l'una negli occhi dell’altro. Accompagnati dalle urla crescenti dei loro compagni di squadra, si fermarono un attimo per decidere come coordinarsi e alla fine Kaoru porse la guancia ad Aiko e lei vi poggiò innocentemente le labbra, ritirandosi subito dopo con un sorriso enorme stampato in faccia e le gote infuocate.
Urla e applausi scossero la tenuta di Mistilteinn, che non aveva dovuto attendere nemmeno che l’alcol facesse effetto perché il caos dilagasse. Ormai la squadra era così, l’allegria contagiosa dei suoi membri rendeva imprevedibile e folle ogni momento, e spinti dall’euforia della vittoria i ragazzi sarebbero andati avanti per tutta la notte a festeggiare; la conclusione dei conflitti interni poi, aveva fatto sì che il clima nel gruppo fosse il più disteso possibile, perfetto per accingersi ad affrontare la loro prima prova contro gli alieni.
Dopo del bacio, la squadra fu soddisfatta e iniziò finalmente a tranquillizzarsi e la confusione si spense un poco. Quella settimana il turno in cucina era di Fukuda e Ojizaki, ma quella sera nessuno riusciva a mangiare per tutta l'agitazione che aveva invaso i loro corpi sin dalla mattina; così la coppia dell’Anthurium aveva deciso di preparare qualcosa di semplice, per la maggior parte riso e verdure fresche.
Alcuni di loro quasi non toccarono cibo. I due cuochi della serata guardavano i piatti dei propri compagni rimasti intatti e provarono una certa delusione nel vedere che il loro lavoro era stato quasi completamente ignorato; anche loro erano stanchi e mangiavano a fatica, furono tentati dal lasciare perdere a loro volta, ma quando si accorsero delle reazioni l’uno dell’altra incominciarono a mangiare con più gusto, quasi come se stessero cercando di rallegrarsi a vicenda.
Yoshiki lanciò un sorriso a Naho mentre assaggiava una pallina di riso preparata dalla ragazza e lei rispose imboccando le verdure che lui aveva cotto. Per un attimo si isolarono completamente dal resto della squadra e rimasero a fissarsi mentre mangiavano, sorridendo allegramente come era giusto che fosse, dopo una giornata tanto impegnativa.
Poi lo sguardo di Naho scivolò sul bicchiere del suo partner e ingoiò quello che stava masticando prima di prendere la parola.
<< Perché non bevi mai, tu? >> Gli chiese puntando la propria forchetta verso il piatto del ragazzo.
Yoshiki abbassò lo sguardo per trovare il bicchiere con il vino, lasciato quasi del tutto incustodito da qualche minuto e lo guardò con gli occhi spalancati. Quando tornò a guardare la ragazza, sorrise affabile e mosse una mano di lato.
<< E’ una storia imbarazzante: quando ero bambino bevvi inavvertitamente mezza bottiglia di vino rosso di alta qualità, perdendo la vista per qualche minuto e facendo preoccupare da morire i miei genitori. >> Spiegò con estrema tranquillità, lasciando Naho spiazzata; si aspettava una risposta molto diversa da quella che aveva avuto.
La ragazza soffocò una risatina e nascose il proprio sorriso dietro a una mano.
<< Sì, è la reazione più comune. >> Disse lui rassegnato, sapendo già che sarebbe stato preso in giro a vita per quello.
<< E quindi sei rimasto traumatizzato? >> Domandò lei tossendo, cercando di raggiungere il proprio bicchiere per sciacquarsi la gola ma rendendosi conto che anche questo fosse pieno di vino.
<< Puoi chiamarlo così, si tratta proprio una reazione mentale. Il mio corpo non riesce ad assorbire neanche una goccia d’alcol, che mi si rivolta contro all’istante! >> Rispose Yoshiki afferrando la caraffa con l’acqua e porgendole un altro bicchiere.
Lei lo ringraziò e lasciò che le versasse da bere prima di mandare giù un po’ d’acqua, lasciandosi andare a un verso carico di soddisfazione una volta finito.
<< Anche tu però non sei molto attratta dal vino, stasera… >> Mormorò il ragazzo mostrando un sorrisetto. In effetti sia Naho che pochi altri avevano a malapena bagnato le labbra con quella bevanda a cui si erano abbandonati la prima volta; diversamente da Kya, Kaoru, Rin, che sembravano averci preso gusto, i due piloti dell’Anthurium, assieme a Suzuko e Hoshi, sembravano timorosi di alzare i bicchieri.
<< Hm, sì… Ho pensato di andarci piano dopo la figuraccia dell’altra volta… >> Rispose lei, ricordando come la prima volta, mezza ubriaca, si fosse lasciata accompagnare in camera da Yoshiki non essendo capace di fare un passo da sola.
<< Ma quale figuraccia! >> Rispose lui stringendo le spalle. << Siamo partner, portarti a letto sarebbe il minimo che… >> Si zittì rimanendo impassibile.
Lo sguardo di Yoshiki andò lentamente a posarsi sulla ragazza al suo fianco, che ricambiò allibita, rossa in volto. Ci furono un paio di secondi di totale silenzio tra i due e nessuno seduto a tavola sembrò accorgersi dell'improvvisa tensione nata in mezzo a loro; alla fine scoppiarono entrambi a ridere così tanto che dovettero prendersi un momento per riprendere fiato, incapaci di incrociare nuovamente lo sguardo rimanendo seri.
<< Sei sicuro di non essere tu quello che ha bevuto troppo, stasera? >> Domandò la ragazza con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
Yoshiki si posò una mano sul volto, sprofondando nella vergogna. << No, sono solo un idiota! >> Disse con tono comico, facendo ridere di nuovo la ragazza.
<< Non ti facevo così imbranato. >> Gli confessò lei quando fu riuscita a darsi un contegno.
<< Non lo sono! >> Rispose lui nascondendo ancora il viso dietro una mano. << Però certe volte la lingua si muove più velocemente del cervello… >>
Naho si stese in avanti sul tavolo e unì le mani, sorridendo rassicurante. << Oh, capita a tutti di tanto in tanto, specie se si è esausti per aver affrontato una battaglia con alieni e robot giganti! >>
Yoshiki ghignò. Le loro risate avevano distratto per un momento gli altri ragazzi, ma con loro sollievo nessuno andò a chiedergli che cosa avessero da ridere tanto e non ci volle molto perché tutti tornassero a chiacchierare come se nulla fosse.
Una persona però non era in vena di parlare: Suzuko fissava minacciosamente il proprio bicchiere e rifletteva in silenzio.
La battaglia era andata a buon fine, eppure pensava che Nakamura si fosse presa dei rischi inopportuni con le sue azioni sconsiderate; le cose si sarebbero potute risolvere molto più facilmente, senza costringere Aiko ad utilizzare la modalità berserk e senza esporsi così tanto sulla nave aliena. Alla fine il piano aveva funzionato, ma ciò significava che non dovessero continuare a cercare delle strategie più sicure per tutti? Assolutamente no! Come aveva immaginato, Kya non era adatta a fare da caposquadra, ma visto che l’operazione era stata un successo il suo consenso sarebbe aumentato e lei avrebbe continuato a fare di testa sua… Neanche il suo partner era riuscito a tenere a freno la sua esuberanza, cosa sarebbe successo se si fosse presa sempre più spazio?
Da parte sua, Suzuko si riteneva soddisfatta solo in parte per il proprio rendimento: in battaglia il suo corpo aveva resistito meglio che nella sfida tra Stridiosauri avvenuta poco tempo addietro, ma la sua concentrazione era venuta a mancare troppo facilmente e questo aveva fatto sì che il Gaia si rendesse inutile per una parte dello scontro. E i droni dell’I.P.U. avevano sicuramente registrato tutto l'accaduto e distribuito le immagini alle enti televisive; doveva essere apparsa come un'incompetente…
<< C’è qualcosa che ti preoccupa? >> Domandò una voce amichevole alla sua destra. Tetsuya comparve all'interno del suo campo visivo, leggermente accigliato; sembrava riuscire a capire sempre quando fosse turbata e si adoperava sempre come poteva per tirarla su di morale.
<< No, sono solo un po’ stanca. >> Rispose lei sorridendogli, distendendo le braccia per allontanarsi un poco dal tavolo e avere più libertà di movimento. << La battaglia mi ha spossata. >>
<< Quello è poco ma sicuro. >> Rispose lui alzando il proprio bicchiere per un attimo, assaggiando appena il suo contenuto. Dall’altro lato del tavolo invece arrivò la voce squillante di Kya che sembrava quasi volerla prendere in giro.
<< Dai, Suzu! Non essere così triste, abbiamo vinto! >> Disse quella scalmanata agitando il suo di bicchiere, vuoto. Sembrò sul punto di gettarsi nella sua direzione, saltando sul tavolo noncurante di tutto quello che c'era sopra, e come al solito fu Ryo a trattenerla, nel tentativo di dare un contegno alla sua esuberanza.
<< Abbiamo vinto solo una battaglia! Abbiamo ancora tanta strada da fare e dovremo crescere molto nei prossimi mesi, se abbiamo intenzione di continuare a festeggiare così. >> La risposta di Suzuko fu schietta e leggermente pessimista, ma Kya non sembrò fare caso al suo tono piccato.
<< Capisco il tuo punto di vista, Sentakami… >> Intervenne Ryo, sapendo quanto ci tenesse la ragazza ad essere sempre eccellente. << Però preoccuparci ora non serve a molto se non ad appesantire l'atmosfera. Godiamoci il nostro successo e domani lavoreremo sulle nostre lacune; anche io ho ancora molto da imparare, se voglio evitare che Kya prenda il controllo come le altre volte! >>
Ryo concluse la frase smorzando un’esclamazione, mentre la sua partner si stendeva verso di lui e lo strattonava, gesto al quale il ragazzo rispose quasi con una spinta. Suzuko così rimase a osservare i suoi compagni di squadra che si stuzzicavano, chiedendosi come facessero ad essere sempre così carichi di energie.
Ma non ci fu molto da guardare: alla fine Kya decretò la fine di quello scambio afferrando la bottiglia di vino e versandosene un po’ nel bicchiere, mandando una linguaccia al partner che cercò inutilmente di fermarla. Ryo non voleva vederla esagerare di nuovo con l’alcol, ma quando Momo accanto a lei le chiese di riempirle a sua volta il bicchiere, il ragazzo capì di essere di fronte a una battaglia già persa.
<< Non sei già al terzo bicchiere stasera? >> Domandò Hoshi, alla sinistra della ragazza. Quella domanda gli procurò un'occhiataccia da parte di Nakamura, che ancora non lo aveva perdonato del tutto per quello che era successo tra lui e la sua amica; Momo stava in mezzo a loro due proprio per evitare che finissero per litigare, ma appena rivolgeva la parola al proprio compagno, l'altra iniziava a ringhiare come un cane da guardia.
Momo sobbalzò alla domanda del ragazzo. << Dici sul serio? Non me n’ero neanche accorta… Non mi ero resa conto di quanto fosse buono questo vino… >> Borbottò lei con un sorriso elusivo.
Il ragazzo con gli occhiali la osservò perplesso; Momo stava palesemente evitando l’argomento, come se non volesse riconoscere di star bevendo troppo, eppure dalla sua voce e i movimenti del suo corpo sembrava ancora nel pieno controllo delle sue facoltà.
<< Sembra che io regga l’alcol meglio di quanto immaginassi! >> Borbottò prendendo un altro sorso dal proprio bicchiere, e rise nervosamente, forse per nascondere l’imbarazzo di essere stata notata dal proprio partner.
<< Così ti voglio, Momo! >> Si unì a lei Kya, avvolgendole un braccio attorno al collo e trascinandola in una risata molto più spontanea; a differenza della compagna di stanza, lei aveva già cominciato a biascicare e barcollare.
Hoshi sorrise, ricordando le cose che gli erano venute in mente durante la battaglia. Anche se spinta dall’alcol, sentire la risata di Momo gli scaldava il cuore; era una sensazione strana, perché fino a non molto tempo fa la sua felicità non lo avrebbe scalfito minimamente, ma ora era la cosa che più attendeva con ansia. Era contento di sapere che, dopo tutto quello che le aveva fatto passare, la ragazza fosse riuscita a riprendersi e lo avesse perdonato tanto da permettergli di far parte della sua allegria; forse, in realtà, non lo aveva mai considerato colpevole di qualcosa…
Sembrava che Momo fosse incapace di odiare. Da come lo aveva abbracciato durante la battaglia, Hoshi poteva sentire che ci fosse solo tanta bontà in lei e qualunque cosa le fosse successa, Momo avrebbe sempre risposto porgendo l’altra guancia e aiutando il suo prossimo.
 
*
 
I due cuochi della settimana alla fine non toccarono per niente la bevanda alcolica. Come loro, anche Tetsuya e Hoshi evitarono di bere, mentre Suzuko che inizialmente non sembrava voler toccare il vino, si lasciò finalmente influenzare dall’entusiasmo di Kya e tornò rapidamente in quello stato brillo in cui era finita anche l’ultima volta.
Momo finì per dover portare a letto un’altra volta le ragazze che avevano bevuto troppo e alla fine nella sala rimasero lei, i piloti dell’Anthurium e lo Stamen dell’Animus. Ryo aveva lasciato anticipatamente la comitiva dopo che la sua partner gli aveva versato addosso il contenuto del suo terzo bicchiere, mentre invece Aiko e Kaoru si erano allontanati dicendo di essere ancora scombussolati per via della giornata appena trascorsa, ma tutti quanti sapevano che il vero motivo fosse dato da quel bacio verso cui erano stati spinti forse con un po’ troppa insistenza.
<< Momo, sei sicura di stare bene? Avrai bevuto sì e no mezza bottiglia. >> Si preoccupò la compagna di stanza quando la vide rientrare nella sala. La Sakei sembrava ancora vispa e reattiva, nonché più allegra del solito; quell’ultima caratteristica sarebbe stata attribuita all’alcol nel suo corpo, ma in realtà era stata così per l'intera giornata.
<< Oh, stai tranquilla Naho. Non riesco a credere di essermi persa tutto questo, l’ultima volta che avete stappato una di quelle bottiglie! >> Commentò distrattamente la ragazza agitando il bicchiere che ancora teneva in mano, con dentro qualche goccia di vino che ancora non aveva mandato giù.
Yoshiki ghignò. << E’ vero, quella volta non avevi l’aria di una che si stesse divertendo, però ricordo come abbia fatto di tutto per non farlo pesare agli altri. >>
Momo sorrise imbarazzata. Inaspettatamente, non le creava nessun disturbo parlare di quella serata. << Già. Non sono così musona, solitamente; ma ho lasciato che le mie difficoltà con Hoshi mi condizionassero e inevitabilmente questo ha influito sull’umore di tutti… >> Spiegò quasi meccanicamente, come se si fosse ripetuta quelle parole tante volte da ricordarle perfettamente.
<< Non avresti dovuto! >> Le disse Naho posandole una mano sulla spalla. << Se c’è qualcosa che ti turba, è giusto che tu ce lo faccia sapere; siamo qui per aiutarci tutti a vicenda, non per chiuderci nei nostri pensieri. >>
La ragazza più alta mandò uno sguardo dolce alla sua amica come ringraziamento per quelle parole; sapeva già di poter contare sulle sue amiche, ma sentirselo dire era molto più rassicurante. L’ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stato scoprire di essere un peso per i suoi compagni.
<< Adesso lo so. >> Mormorò con voce serena.
Senza lasciare che la discussione si spegnesse, Yoshiki incrociò le braccia e domandò senza alcuna esitazione:<< E quindi adesso come vanno le cose? Il nano infame si sta comportando bene? >>
Ci fu una risatina da parte di Aki, che non riuscì proprio a trattenersi mentre Naho dava uno schiaffetto sul braccio al proprio partner per quel termine infelice che aveva utilizzato; non era un segreto che lui e Hoshi non andassero d’accordo, ma parlare così di lui sembrava un tantino troppo cattivo, anche se fatto a cuor leggero.
Anche Momo rise un poco. << Non dire così! E’ gentile, sta facendo di tutto per essere un buon partner. >>
Il suo sguardo si abbassò un poco e la ragazza ripensò a quello che era successo a bordo dell’Aros durante la battaglia; pensò che se gli altri avessero dovuto assistere a quell’abbraccio come era stato per Aiko e Kaoru, lei non sarebbe più riuscita a mostrare il viso in pubblico per la vergogna.
Ripensandoci, Momo si chiese dove fossero finiti i suoi due compagni di squadra, mentre gli altri iniziavano a sbadigliare e proporre di andare a riposare. Dopo qualche minuto, il gruppetto di superstiti lasciò la sala da pranzo e incominciò a dirigersi verso le stanze al piano di sopra, quando un’ombra fuori da una finestra attirò l’attenzione di Momo e questa disse agli altri di aspettare.
<< C’è qualcuno fuori, sul portico. >> Sussurrò alzando un dito davanti alle labbra, facendo segno ai ragazzi di seguirla. Era raro che la squadra ricevesse visite se non da parte dei propri coordinatori, che sicuramente non avevano motivo di presentarsi a quell’ora della sera; era improbabile che si trattasse di un ladro visto quanto fosse isolata la zona, più possibile che si trattasse invece di qualche animale arrivato dalla foresta, però in quel caso le ombre viste da Momo sarebbero state diverse.
La ragazza si avvicinò all’ingresso e si sporse da una delle vetrate che contornavano il portone e avvistò due figure nell’ombra, affacciate sul parapetto del portico e rivolte verso l’esterno. Ci mise solo qualche secondo a capire che si trattava dei suoi due compagni di squadra scomparsi, Aiko e Kaoru; finalmente capì cosa stesse succedendo e fece segno agli altri di fare ancora più silenzio.
Incuriosito, Yoshiki si avvicinò alla porta e la aprì con estrema discrezione per poter sentire cosa si stessero dicendo, e in un attimo tutti e quattro i curiosi furono attaccati a quello spiraglio per riuscire a captare meglio le loro parole.
<< Sono ancora elettrizzata! >> Commentò tra una risata e l'altra la ragazza dai boccoli biondi. Sembrava che stessero parlando da un po’, molto probabilmente l’argomento era la battaglia del giorno.
Kaoru ascoltava le parole della sua partner con aria trasognata e sorrideva come se non riuscisse più a contenere la sua gioia. Probabilmente stava ancora sognando.
<< Certo che ci siamo fatti valere, eh? >> Mormorò lei. << Non pensavo che saremmo arrivati a fare cose del genere, sai… La modalità berserk… >>
<< Oh, è stata una cosa incredibile! >> Disse il ragazzo agitando le mani. << La potenza sprigionata in quel momento… E’ stato come se potessi a malapena contenerla, e nel frattempo tu hai dovuto provarla tutta sulla tua pelle… >>
Il ragazzo iniziò a tremare al pensiero di dover far provare tutto quello un’altra volta alla propria partner. Lei però intervenne scuotendo la testa.
<< Non ricominciamo! Adesso sto bene; è stato difficile, ma lo abbiamo superato. E grazie a quello siamo riusciti a vincere, quindi non devi incolparti di niente. >> Aiko avvicinò la propria mano a quelle di Kaoru, ma non fece nulla di avventato. << Hai detto che mi avresti protetto, e lo hai fatto; adesso continua a proteggermi come hai fatto oggi! >>
Un po’ rincuorato, il ragazzo sorrise e aprì una mano nella speranza che lei gliela tenesse. Con sua grande sorpresa, la ragazza lo fece senza esitazione; era troppo buio per notare se le sue guance si fossero fatte rosse per il suo classico imbarazzo, ma immaginò che ormai Aiko si sentisse molto più a suo agio in quelle condizioni grazie a quello che avevano dovuto passare…
<< E poi sono stata io a offrirmi di attivare la modalità berserk! >> Aggiunse lei ammiccando, ricordando un particolare di non poco conto. << Quindi smettiamola di pensarci e concentriamoci sul futuro, d’accordo? >>
Kaoru annuì. Doveva dimostrare di poterla proteggere, avevano ancora molto da affrontare, ma al momento riusciva a pensare solo a una cosa…
<< Quindi… >> Borbottò fissando la propria mano che stringeva quella di Aiko. << Cosa siamo noi, adesso? Cioè, non voglio inventarmi cose strane e sembrare inquietante o, sai… Però sono successe tante cose e io non so proprio come spiegarmi tutto questo, e poi c’è stata quella cosa che abbiamo fatto prima davanti a tutti e capisco perfettamente che ci stessero spingendo tutti a farlo – e ammetto che mi è piaciuto molto – ma se tu non avessi voluto farlo non avresti dovuto lasciarti costringere dagli altri… Cioè penso che sia giusto che tu non ti senta costretta a fare qualcosa che non… >>
Il ragazzo prese a borbottare a ruota libera, riuscendo a malapena a pronunciare frasi sensate, e alla fine si ritrovò con gli occhi della sua partner fissi su di sé, divertita da quel suo smarrimento.
<< E’ piaciuto anche a me. >> Disse lei specchiandosi nei suoi occhi scuri e confusi, tranquillizzandolo immediatamente. Kaoru arrossi imbarazzato e distolse lo sguardo, ma fu in quel momento che Aiko si avvicinò ancora di più, lasciandogli un altro bacio sulla guancia, prendendolo alla sprovvista e facendolo quasi scivolare dallo spavento.
<< Quello per che cos’era? >> Domandò portandosi una mano sulla guancia e allontanandosi un poco, pur essendo piacevolmente sorpreso da quel gesto.
Aiko soppresse una risatina e lo guardò contenta. Il pensiero che un semplice bacio potesse scombussolarlo così tanto le donava una strana gioia; stare con Kaoru non solo la faceva sentire al sicuro, ma era anche molto divertente!
<< Mi andava e basta. >> Disse alla fine voltandosi a guardare verso il bosco, la radura che circondava la casa era illuminata a malapena dal chiaro di luna. Confuso, Kaoru si voltò allo stesso modo di lei e si avvicinò di nuovo.
<< Ma quindi… Vuol dire che… >> Borbottò ancora.
Aiko rise e tirò un lungo sospiro prima di poggiare la testa su una spalla del ragazzo, liberando i suoi boccoli sul suo braccio. Era incredibilmente insicuro per aver detto tutte quelle cose quando erano all’interno dello Xenomorphus; ma questo significava che ci tenesse ancora di più a lei.
<< Sei il mio darling, Kaoru. >> Sussurrò al suo orecchio, facendogli venire i brividi per un attimo. Era così vicina e non sembrava avere alcuna intenzione di spostarsi, e il fatto che lo avesse chiamato in quel modo significava che si fidasse di lui più di chiunque altro.
Ancora incredulo di quello che fosse successo, Kaoru annuì e trattenne un gridolino di gioia pensando di star vivendo un sogno. Anche i loro compagni che avevano assistito a quella scena stentavano a credere a quanto fosse stata ardita quella ragazzina dall’aria tanto timida; alla fine decisero di richiudere la porta e allontanarsi con discrezione per lasciarli al loro momento di tenerezza. Quando tornarono alle proprie stanze, i ragazzi che avevano assistito a quel bacio sapevano che da quel momento in poi la coppia dello Xenomorphus sarebbe stata ancora più forte.
   
 
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