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Autore: My Pride    07/01/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Until I say so Titolo: Until I say so
Autore: My Pride
Fandom: Batman in Bethlehem
Tipologia: One-shot [ 859 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne

Rating: Giallo
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Un urlo disumano si levò nel silenzio, rotto solo dallo schianto del legno che si frantumava ferocemente fra le mani.
    Tossendo sangue e cenere, si guardò intorno al di sotto del cappuccio distrutto che indossava, l'unico occhio visibile saettava da una parte all'altra fra le rovine che una volta erano state la città di Gotham. Alte fiamme si innalzavano oltre le rive del fiume e le urla disarticolate dei pochi sopravvissuti gli ferivano le orecchie come mille lame acuminate, rendendolo incapace di pensare razionalmente.
    Era stato lui. Aveva trasformato Gotham in un inferno in terra e gli innocenti che aveva giurato di proteggere ne stavano pagando le conseguenze. A cosa era servito versare tutto quel sangue, quell'immortalità, la capacità di guarire anche dalle ferite peggiori, se non era riuscito ad evitare lo scenario che aveva dinanzi?
    Batman si alzò in piedi con un lamento, sentendo tutte le sue giunture gridare simultaneamente ad ogni movimento che compiva. Il braccio destro era fratturato, il polso rotto, la gamba sinistra piegata ad un'angolazione impossibile e il piede si era staccato completamente dalla sua articolazione, ma era comunque in piedi tra cenere e detriti. E non c'era nessun Alfred che avrebbe potuto prendersi cura di lui. Fu lui stesso a prestarsi soccorso, usando il braccio sano per rimettere le ossa a posto: per primo afferrò il polso, ruotandolo con un gesto secco prima che un sonoro schiocco risuonasse al di sopra del crepitio del fuoco che lo circondava, poi fu il turno del piede e della gamba, e per ultimo il braccio che rimase floscio per un secondo, quasi non avesse più struttura ossea, prima di tornare al proprio posto come se non fosse mai stato rotto. I vantaggi di avere un corpo immortale.
    Digrignò i denti per il dolore, ci sarebbe voluto almeno un po' di tempo prima che si disperdesse e lasciasse il suo corpo, ma non aveva tempo da perdere. Doveva assicurarsi di poter salvare qualcuno, doveva... quando si addentrò fra quelle case in cenere, fu colpito dall'odore che impregnava ogni asse, tegola o mattone come se gli fosse stato appena dato un pugno in pieno viso. Sentiva quell'odore attraversagli le narici e scendere nella gola, fin dentro i polmoni; ne sentiva il sapore sulle labbra, sul palato, un odore denso come il grasso che bruciava, mescolato alla zaffata di zolfo che lui stesso si era lasciato dietro. C'erano cadaveri intorno a lui, corpi ammassati gli uni sugli altri, persone che avevano tentato inutilmente la fuga mentre gli edifici crollavano loro addosso, impalati dalle travi d'acciaio e dai pesanti tetti di cemento. Ovunque guardasse, c'era solo morte, caos e distruzione.
    Non seppe quanto tempo vagò per quelle strade che ormai non riconosceva più, fantasmi di un passato che si era lasciato alle spalle e ce spesso tornava ad infastidirlo, trovando sempre e solo il freddo e gelido abbraccio della morte. Le poche persone che era riuscito a salvare da sotto le macerie erano morte fra le sue braccia, sputando sangue e reclinando il capo mentre lo maledicevano. Niente e nessuno si era salvato da quell'attacco, a parte la cattedrale che, spettrale nelle sue vetrate colorate che riflettevano la luce delle fiamme, sembrava guardarlo con aria di sufficienza e puntare il dito verso di lui e su ciò che aveva fatto; le diede le spalle, stringendo un pugno lungo un fianco, ma fu a quel punto che un pianto disperato si levò dall'interno della chiesa, facendogli sgranare l'occhio verde e iniettato di sangue.
    Come spinto da una strana forza, si incamminò zoppicando verso il grande portone di quercia, spalancandone le porte: lì dentro il puzzo di morte sembrava appestare ogni parete, ma sotto l'altare, dov'era rannicchiato il corpo di una donna, si levavano quei terribili gemiti che gli fecero affrettare il passo per tirar delicatamente fuori quel fagotto bisognoso di aiuto. Il bambino tremava per il freddo, il viso violaceo a furia di urlare e i piccoli pugni stretti mentre scalciava fra le sue braccia, e fu senza razionalizzare che Batman afferrò un lembo del suo mantello e lo stracciò, avvolgendolo in quella coperta improvvisata prima di stringerlo contro il proprio petto, come a volerlo tranquillizzare prima di alzare lo sguardo verso l'immagine di Cristo.
    E lì, mezzo a quei cadaveri e con quel neonato che poco a poco si calmava fra le sue braccia, fece qualcosa che non aveva mai fatto, qualcosa che non aveva mai trovato di conforto nemmeno quando fingeva di confessare a Gordon i suoi peccati, qualcosa che gli era sempre apparso ridicolo da quando, anni addietro, aveva venduto l'anima al Diavolo per poter avere il potere di proteggere Gotham per sempre: pregò. Pregò quel Dio che aveva ripudiato, in ginocchio nella cattedrale in rovina, le mani giunte e il capo chino dinanzi a quella croce beffardamente rovesciata che sembrava deridere il suo tormento.
    Non aveva diritto di pregare e chiedere clemenza, lo sapeva fin troppo bene, ma voleva soltanto un'altra notte. Solo un'altra notte per quell'anima innocente che si era aggrappata con forza al suo petto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questa storia, che mi decido a postare solo adesso (dopo tipo boh, una vita?) era stata scritta per la challenge #areyoukiddingchallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia, con il prompt Rovine
E' ambientata nel futuro post apocalittico in cui Damian diventa Batman (il cosiddetto Batman di Betlemme) e ha venduto l'anima al diavolo per poter proteggere Gotham per sempre. Motivo per cui, ogni volta che viene ucciso, subisce ferite gravi o cose del genere, lui non può morire ma risorge in continuazione per portare  atermine la sua missione (l'apocalisse non finisce finché non lo dice lui. Parole sue)
Con un prompt del genere l'unica cosa che mi era venuta in mente di fare era proprio utilizzare questo personaggio che molto spesso il fandom cerca di dimenticare da qualche parte (sono rarissime le storie che vengono scritte usando il tema del 
Bethlehem, forse per la scomodità della cosa in sé, chi lo sa)
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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