Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Exentia_dream2    08/01/2022    0 recensioni
Questa storia partecipa alla Sweet Challenge (la challenge della Befana) indetta dal gruppo Facebook "Fondi di caffè – il tuo scrittoio multifandom".
"Mamma" sua figlia la chiama e, quando lei le concede la sua attenzione, tira su la manica del vestitino e le mostra l'ennesima cicatrice che interrompe il candore dell'epidermide: è tutta crepata, la piccola Frieda, somiglia a un vaso rotto a cui sono stata incollati i cocci con minuzia, eppure, a cadere non è caduta mai.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nome Autore:Exentia_dream2 (Efp); _Libe89 (Wattpad)
Fandom: L'attacco dei giganti 
Personaggi: Historia Reiss, Floch Forster
Dolce scelto: Carbone zuccherato nero
Genere: dark 
Prompt: Al protagonista manca il senso della vista
Tempo: sono le due del mattino









Sono le due del mattino e un urlo disumano squarcia la quiete che avvolge il palazzo reale: Hitch Dreyse ha il volto sfigurato, le mani mozzate e uno squarcio dietro al collo che lo taglia a metà.
Historia Reiss ascolta impassibile la notizia, mentre osserva con occhi fermi il corpo minuto di una bambina che si affanna a voler vedere oltre la finestra che illumina la stanza — la curiosità di chi conosce solo il mondo ovattato delle pareti che la circondano, l'innocenza di chi ascolta storie con un lieto fine dolcissimo e crede sia quello, solo quello, l'unico modo di vivere: non ci sono lotte o morte nelle favole che la mamma racconta, nessuna spada a spezzare respiri né denti capaci di strappare arti e teste — ; fa un piccolo passo in avanti e poi azzarda un sorriso in direzione degli uomini che sono comparsi a interrompere i suoi giochi.
Historia resta seduta, le mani congiunte in grembo e la bocca dritta in un'espressione che è riflesso del vuoto che avverte: c'è un graffio sotto l'occhio di sua figlia, che si disegna con il sangue rattrappito che le macchia la pelle.
"Organizzate i funerali" ordina, con la voce piatta di chi si è arresa alla morte: non crede sia il caso di disporre un'autopsia né che si debba investigare su un possibile movente.
I malviventi sono ovunque, attaccare la Gendarmeria è l'unico modo che hanno per attaccare la regina, dice e in cuor suo trema come non ha mai fatto nemmeno sovrastata dall'ombra di un gigante.


 

I mostri non vedono



Nelle celle dei sotterranei, un gruppo di Jaegeristi festeggia la morte battendo le mani contro le sbarre. È un rumore assordante, che ricorda tempi passati in cui la vita era data per scontata e le mura erano ritenute invalicabili: i soldati che fanno da guardia ai prigionieri non faticano a tornare indietro di qualche anno con la memoria e chiedersi perché tutto è dovuto finire in un massacro di massa, senza mai smettere di domandare a chi hanno di fronte: perché hai scelto questa strada? A cosa ti ha portato sostenere un folle? I suoi intenti e le sue ideologie valevano quanto la tua libertà? Prendi questo, per esempio, ha perso gli occhi, a favore di cosa?
"Ho lottato per ciò in cui credo. E sarò cieco, è vero, ma vedo chiaramente la verità del mondo che a voi è negata, il vero nemico contro cui lottare."
"I nostri nemici erano i giganti, ragazzo."
"Certo" risponde con una risata nelle voce e un sorriso che gli deforma il volto come una cicatrice. "voi siete quelli a cui hanno raccontato delle gesta dell'uomo contro il mostro, ma siete rimasti al sicuro all'interno delle mura e avete idolatrato uomini che hanno ucciso i vostri padri, fratelli, figli, uomini che non vi hanno mai chiesto perdono, ma solo fiducia immeritata, travestendosi da eroi in questa guerra, quando il vero pericolo e i veri mostri sono sempre stati loro."
È un colpo di fucile sparato in aria a bloccare il flusso delle sue parole, ma Floch si avvicina alle sbarre soffiando sul viso del soldato in un gesto d'impudenza che nessuna delle guardie ha il coraggio di punire.


 
~•~



Ha imparato a tacere. A vivere senza guardare e a vedere attraverso la decomposizione della retine: le ombre diventano volti distinti quando lo spirito abbandona il corpo, lo lascia giacere sul pavimento freddo delle segrete e girovaga in giro per il castello, oltre la porta e nei giardini, fino a quando non trova chi rappresenta un capro espiatorio per redimere il genere umano dal più grave peccato commesso.
"Che qualcuno abbia misericordia della tua anima" dice, prima di incidere un punto preciso dietro al collo e scarnificare la faccia al disgraziato inconsapevole che ha eletto a vittima sacrificale.
Sono le due del mattino e l'attuazione del genocidio che ancora gli dà la forza di vivere è appena cominciata.


 
~•~



È trascorso un anno da quando gli Jaegeristi sono stati catturati e fatti prigionieri. Sul calendario quel giorno ha segnato anche la fine della guerra e la vittoria del popolo di Eldia.
Historia s’affaccia a guardare la grande piazza al cospetto di cui ogni mattina fa il segno della croce e prega chiunque sia degno di nota di prolungare la pace — eppure, sente lo scricchiolio del terreno sotto ai piedi, calpestato da una minaccia che stavolta sembra non avere un corpo contro cui scagliarsi: le crepe si diramano come strade, le voci corrono come bambini insolenti tra le file dei soldati che, ormai, guardano la propria sovrana come fosse un soprammobile insulso. E forse lo sono, pensa, una bambola seduta su un trono che comanda funerali e osserva una figlia crescere al sicuro da tutto, mentre fuori c'è chi muore e non riceve giustizia alcuna.
"Mamma" sua figlia la chiama e, quando lei le concede la sua attenzione, tira su la manica del vestitino e le mostra l'ennesima cicatrice che interrompe il candore dell'epidermide: è tutta crepata, la piccola Frieda, somiglia a un vaso rotto a cui sono stata incollati i cocci con minuzia, eppure, a cadere non è caduta mai.


 
~•~



La notte è letto di orrori che al mattino sono segno visibile sotto gli occhi chiari di chi governa le mura senza esserne in grado, Floch se ne accorge nell'esatto momento in cui Historia si macchia la suola delle scarpe con il sudiciume che riveste il pavimento delle celle — il passo misurato di chi è scivolata oltre la ragionevolezza, la cautela nel sollevare l'abito in un fruscio di stoffa per evitare domande scomode (dove sei stata, mamma? Dove sei ogni notte, quando il mostro del buio mi ferisce e io chiamo il tuo nome?) — : sono sogni che le sbonconcellano la mente poco a poco, lasciando sparse ovunque briciole di coscienza che lei perde nei movimenti bruschi del risveglio.
Quando lei solleva lo sguardo, lui resta appoggiato alle sbarre della cella come fossero il bancone di un osteria.
"Chi è il colpevole?" chiede e non c'è indulgenza nel tono duro che le distorce la voce.
Floch volta la testa verso il calore di una fiaccola, s'avvicina al viso di lei e se ne accorge soltanto nel momento in cui il risucchio di un respiro tracanna il proprio fiato. 
"Divertente, non trovi, che il più grande peccatore si nasconda all'ombra di chi si sporca l'anima per pulire quella del mondo in cui vive?"
"Cos'è, Floch, la cecità ti rende saggio?"
"La mia cecità è niente confronto a quella che ostenti di fronte alla sorte dei tuoi uomini."
"Sei tu, vero… ma… come fai?" domanda e il tremore delle mani devasta la logica dei pensieri, la passa tra dita calde che la modellano e lavorano come cera fino a quando non assume fattezze di demoni e spiriti e l'assurdo diventa teoria che ha radici nel buio nello sguardo cieco di colui che, di umano, forse, ha soltanto il corpo.
"Sei un mostro" lo accusa, quando finalmente la voce sembra non tradire emozioni e terrori — lei è nelle segrete, la piccola Frieda gioca inconsapevole del male che si è annidato nella sua casa di cristallo.
"Chi può dire chi tra noi due sia il vero mostro, Historia? Quante persone hai visto morire senza muovere un dito da quando non sei più Christa? O credi di poter redimere i tuoi peccati solo perché ti sei riappropriata della tua vera identità e hai dato alla luce la nuova erede di Eldia? Questo mondo non ha bisogno di un sovrano, ma di un salvatore e né tu né tua figlia lo sarete mai" dice, senza mai spostare gli occhi da quelli di Historia. "Anzi, voi avete condannato questo mondo alla rovina: avete peccato di superbia quando vi siete schierati contro di noi, avete creduto che il destino potesse essere riscritto da voi. Non è così, lo sai? Ci sono fenomeni che vanno oltre la nostra immaginazione e quello che è stato deciso da chi tesse le trame delle nostre vite non può essere cambiato. Superbia, accidia, ignavia, avarizia. Quanti peccati hai commesso, prima e dopo di eleggerti sovrana delle mura? E tua figlia è figlia di tutti questi."
"Non le farai del male, Floch" gli dice e poi scompare come il fantasma che di notte le tormenta i sogni e di cui, al mattino, non resta che il vuoto aleggiare nei sentieri della memoria.


 
~•~



Sono le due del mattino e un urlo disumano squarcia la quiete che avvolge il palazzo reale: 
il corpo esanime di Floch viene trovato riverso sul pavimento della sua cella, con il volto sfigurato, le mani mozzate e uno squarcio dietro al collo che lo taglia a metà. 
Historia è in vestaglia quando le viene comunicato l'accaduto — il tremore delle mani diviene terremoto di terrori, il sangue reale pulsa potente nelle vene alla visione di un sentiero che s'apre al centro della mente e distorce i contorni di ogni cosa che la circonda — quando s'affaccia nella camera di sua figlia e c'è una pozza di sangue a macchiare le lenzuola, ma di Frieda Reiss non c'è traccia.



Angolo Autrice:

Questa storia partecipa alla Sweet Challenge (la challenge della Befana) indetta dal gruppo Facebook "Fondi di caffè – il tuo scrittoio multifandom".
È doveroso darvi delle spiegazioni: questa è una what if in cui Floch non viene ucciso da Mikasa (viene ferito e reso cieco dal suo stesso attacco) e viene quindi condotto nelle prigioni reali. Qui ci sarà un nuovo demone che slegherà l'anima dal corpo e che ucciderà chiunque incontrerà sulla propria strada.
Floch muore perché, ormai, è troppo sicuro della sua forza e si ritiene l'unico in grado di gestire il potere di questo demone (che si nutre di sangue reale e per questo ferisce la figlia di Historia, fino a quando…).
Non mi pare che sia mai stato scritto il nome della figlia di Historia, ma ho pensato sarebbe stato carino chiamarla come la sorella che l'ha accudita e l'ha fatta sentire parte del mondo.
Il titolo nasce dal fatto che questo demone si presenta per la prima volta tramite Floch, che è cieco e poi perché, a mio parere, il male non guarda in faccia nessuno.
Io non sono brava con il dark e probabilmente nemmeno questa volta ho centrato il tema, perciò vi chiedo scusa per quello che ho scritto, ma nel mio cuoricino spero sempre che possa piacervi almeno un po'.



A presto.
 
 

 
   
 
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