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Autore: ELIOTbynight    08/01/2022    0 recensioni
[AKUTAGAWA X ATSUSHI / DAZAI X CHUUYA]
Una raccolta di parole dette a gran voce o racchiuse nel proprio cuore, grandi verità o brutali bugie, parole sussurrate all'orecchio o gridate al vento, parole, parole, parole. Come se non ce ne fossero mai abbastanza a questo mondo.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Things you said over the phone
 


Il ticchettio delle scarpe echeggiava sulle mattonelle sporche di quel lunghissimo corridoio buio, come unico rumore che osasse disturbare la sua sfilata. Chuuya avanzava senza remore in un sentiero tracciato in mezzo ai corpi dei criminali che aveva messo al tappeto, aventi avuto loro il compito ingrato di fermare l'esecutore della Port Mafia - o perlomeno di provarci, infatti non c'era stata la minima speranza. E non aveva nemmeno dovuto tirare fuori le mani dalle tasche, come una vecchia abitudine tornata a galla.

Già pregustava il sollievo che avrebbe provato a stendersi su uno dei divani di lusso del quartier generale della Mafia a missione conclusa, ma quando aprì la porta che gli era stato ordinato di raggiungere per recuperare una valigetta piena di documenti e informazioni preziose, si ritrovò davanti uno scenario decisamente imprevisto.

La valigetta c'era, ma era legata con del nastro adesivo all'addome di una ragazza che sembrava svenuta, con le braccia e le gambe immobilizzate su una sedia e avvolte da altro nastro adesivo. La sua testa ciondolava da un lato e i lunghi capelli scuri le ricadevano davanti al viso.

- Ma che storia è questa?- esclamò Chuuya contrariato. - Sembra la scena di un film dell'orrore!-

Se quello fosse stato il suo unico problema, non avrebbe avuto problemi a sollevare di peso la ragazza con tutta la sedia e la valigetta e portarla via; tuttavia l’ostacolo vero e proprio era una bomba, fissata a sua volta sopra la valigetta.

Tutt'intorno vi erano fili sottili di diversi colori che avvolgevano il corpo della ragazza e terminavano su alcuni cumuli di esplosivo lì accanto. I numeri del contatore della bomba segnavano il tempo che scorreva all'indietro, i minuti che precedevano l'esplosione.

6 minuti e 40 secondi circa, per la precisione.

- Che succede, Chuuya?- gracchiò Higuchi nel suo auricolare. - Qualcosa non va?-

L'esecutore della Port Mafia si lamentò con tono piuttosto teatrale.

- Perché diamine nessuno mi ha informato che c'era una bomba qui?!-

- Una bomba?-

- Sì, con valigetta, ostaggio e tutto il resto. Possibile che non riusciamo mai ad arrivare prima a queste cose?!-

- C'è anche un ostaggio?-

Chuuya emise un altro verso pieno di disappunto e cominciò a osservare più da vicino la ragazza legata alla sedia. Gli parve di riconoscerla e grugnì tra sé e sé: era la figlia di una spia del governo che collaborava con la Port Mafia da tempo, coprendo molte sue malefatte in cambio di protezione. Le informazioni contenute nella valigetta sarebbero servite invece a far incriminare un ex fornitore di armi della Mafia che li aveva traditi poco tempo prima.

Chuuya intuì facilmente il collegamento e sbuffò infastidito.

Nel frattempo Higuchi confabulava con qualcuno in sottofondo nell’auricolare e non era facile capire che cosa stesse dicendo.

- Allora, che devo fare? Posso prendere la valigetta e andarmene?- chiese Chuuya seccato, continuando a squadrare la scena davanti a sé come se non fosse saltato in aria tutto dopo appena sei minuti.

- Io non lo farei, se fossi in te, nanetto.-

La voce che gli aveva appena parlato nell'orecchio non era più quella di Higuchi, ma di una persona che conosceva bene, anche troppo, e che avrebbe preferito non sentire in un momento del genere.

- DAZAI?-

- Ti sono mancato, Chuuya?- cantilenò Dazai con un ghigno nella voce.

Ci volle tutta la pazienza del mondo e anche di più, perché Chuuya non prendesse a calci la sedia dal nervosismo, rischiando di far esplodere tutto prima del tempo.

- Sapessi come ti invidio, amico mio!- esordì nuovamente Dazai con tono drammatico. - Chiuso in una stanza con una bella donna e una bomba pronta a fare fuochi d’artificio. Il miglior suicidio di coppia a cui abbia pensato nell'ultima settimana!-

- Se non la smetti di parlare in quel modo, la prossima volta che ti vedo farò fare i fuochi d’artificio al tuo cervello!-

- E' un peccato, un peccato davvero...- proseguì Dazai, per poi abbassare il tono di voce e tornare serio. - Ma siccome al mio posto ci sei tu a rischiare di saltare in aria, oltre ovviamente alla nostra damigella in pericolo, non possiamo certo permettere che questo avvenga, altrimenti chi lo sentirà il caro Mori?-

Chuuya decise di lasciar perdere la sensazione che gli faceva ribollire il sangue nelle vene ogni volta che doveva avere a che fare con Dazai, e domandò:

- Perché ci sei tu a parlare con me adesso? Dov'è Higuchi?-

- Vedi, l'Agenzia ha di recente chiesto degli uomini della Mafia come supporto per risolvere un caso problematico, ma in cambio avremmo dovuto fare lo stesso alla prima occasione. Perciò eccomi qui, in veste di artificiere! Anche se di fatto seguirò le istruzioni che mi sono procurato, perché dovrai occupartene tu, in pratica.- fece Dazai, come se stesse spiegando le addizioni a un bambino.

- Io?! E che cosa dovrei fare?-

- Ma è ovvio, no? Devi disinnescare la bomba.-

- CHE COSA? Ma non posso semplicemente staccare il nastro adesivo e andarmene con la valigetta?- domandò ancora Chuuya esasperato, notando che il contatore stava raggiungendo i 5 minuti e cominciando a sudare freddo.

- Mi sono un po' informato su quel tizio che volete incastrare grazie ai documenti contenuti nella valigetta.- rispose l’altro, spegnendo immediatamente il sorriso nella voce in favore di una spiegazione esaustiva. - Oltre a trafficare armi per la Mafia, era in un grosso giro d'affari su bombe ed esplosivi particolarmente difficili da disinnescare, soprattutto perché molti di quegli ordigni esplodono al primo movimento brusco percepito.-

- Stai scherzando?!-

- Per niente. A quanto pare non vuole lasciarvi ottenere quelle informazioni tanto facilmente, se ha rapito quella ragazza e ha sfidato la Mafia con uno di quegli aggeggi.- concluse Dazai, lasciandosi scappare l'ennesimo ghigno divertito. - E se lei ci lascia la pelle, addio informazioni e addio supporto della spia governativa!-

Chuuya alzò gli occhi al cielo con evidente frustrazione.

- Va bene, ho afferrato il concetto.- sbuffò. - E come dovrei fare per disinnescare questo ordigno, esattamente?-

- Non preoccuparti, ti guiderò io!- esclamò Dazai con voce squillante.

- PREFERISCO CREPARE SUBITO!-

Chuuya aveva davvero una brutta sensazione, soprattutto perché i numeri rossi del timer sembravano persino andare più in fretta e non era certo di voler andare all'altro mondo sul serio.

- Quando ti senti pronto, cominciamo.-

Fu strano udire quelle parole, tanto da far venire i brividi. Mancavano ormai quasi 4 minuti a un'esplosione che avrebbe fatto saltare in aria tutto il palazzo, che lo avrebbe di sicuro coinvolto mortalmente e che avrebbe messo nei guai la Port Mafia, e Dazai ebbe la faccia tosta di dire "quando ti senti pronto".

Chuuya non seppe intuire se fosse serio o ironico, come in quasi tutte le conversazioni che sosteneva con Dazai, ma oltre a essere inquietante non poté non ammettere a se stesso che forse ne aveva bisogno per mantenere un minimo di sanità mentale.

Prese un lungo e profondo respiro e si calmò.

- D'accordo, procediamo.-

Da quel momento Dazai impartì dei comandi semplici e allo stesso tempo precisi, in modo che Chuuya potesse comprenderli ed eseguirli senza alcun errore. Munito di una scheggia di vetro recuperata dalla colluttazione precedente, quest'ultimo recise i fili che l'ex partner gli indicava, senza dubitare nemmeno un istante delle sue azioni.

Così facendo, giunsero agli ultimi passaggi a circa un minuto e mezzo dalla fine. Dazai stava per dirgli quale sarebbe dovuto essere il filo da tagliare per fermare il timer, ma si bloccò all'improvviso e scoppiò in una tetra risata.

- Ehi, che cosa c'è da ridere? Stiamo disinnescando una bomba, qui.- sbottò Chuuya con voce scura, avvertendo un brivido gelido lungo la schiena.

- Magnifico, stupendo!- gracchiò la voce di Dazai nell'auricolare. - Secondo le istruzioni, ora basterebbe tagliare il filo rosso e il timer si fermerà!-

Stranamente, ma forse neanche tanto, Chuuya non era felice di sentire quelle parole.

- Maledetto Dazai, dimmi subito che cosa c'è che non va!-

- Chi ci dice che il nostro criminale traditore non abbia manomesso il manuale d'istruzioni, dal momento che proviene proprio dagli archivi della compagnia fabbricatrice di esplosivi che usa come copertura per i suoi traffici loschi? Meraviglioso, che meraviglioso inganno!-

A Chuuya si gelò il sangue nelle vene. Mancava solo un filo da tagliare e soltanto ora emergeva il dubbio che avessero sbagliato tutto e che sarebbe presto saltato tutto in aria.

- Mi prendi in giro? Mi stai dicendo che adesso non sappiamo se da tagliare sia il filo rosso o il filo blu? A un minuto dall'esplosione?! IO TI UCCIDO, DAZAI!- sbraitò con tutta la sua forza. - Ogni volta è la stessa storia! Quando ci obbligano a lavorare insieme, fidarmi di te mi costa sempre una gamba o un braccio rotto, se non quasi la vita! E tutto mentre tu te la ridi e mi metti ancora più in ridicolo, come se non fossi già abbastanza in difficoltà! Sto per morire e fare un casino di dimensioni colossali, e tu che cosa fai? Mi ridi nell'orecchio! GIURO CHE TI AMMAZ-

- Chuuya.-

48 secondi all'esplosione. Calò il silenzio.

- Ce la faremo, Chuuya. Non ti abbandonerò proprio ora. Andrà tutto bene.-

All'improvviso fu come se il tempo si fosse fermato, anche se il timer continuava ad andare all'indietro. Gli occhi chiari di Chuuya si fissarono sul frammento di vetro nella sua mano, in un tentativo di resettare la mente e concentrarsi su quelle frasi.

Per quanto potesse sembrare facile avere a che fare con Dazai, non lo era affatto. Ricoprirlo di minacce e insulti era solo il suo modo, uno dei tanti, forse il più semplice e codardo, per riconoscerlo in quanto partner. Chuuya non era mai riuscito in qualcosa di diverso, ma non l'aveva mai considerato un limite, soprattutto perché Dazai ricambiava quel comportamento. Almeno finché lui non gli aveva mormorato quelle parole nell'orecchio in una situazione in bilico tra la vita e la morte, infilzando l'orgoglio di Chuuya e arrivando in profondità fino al suo cuore.

L'esecutore strinse il pezzo di vetro tra le dita, ferendosi fino a macchiare di sangue il guanto che indossava.

- Sei sleale, Dazai.- sussurrò, mentre cercava di tenere a bada il battito cardiaco che era impazzito.

L'altro non ebbe una risposta pronta, per una volta, e Chuuya continuò:

- Dimmi una cosa. Secondo te il manuale d'istruzioni per disinnescare la bomba è stato manomesso?-

35 secondi.

- Secondo me?- ripeté Dazai, leggermente confuso. - Io direi di sì, perché se fossi stato nei panni di quell'uomo, l'avrei fatto. Chi sono io per sottovalutare la sua intelligenza? Dopotutto ha messo su tutto questo teatrino.-

- Bene.-

- In che senso, bene?- Dazai era inspiegabilmente preoccupato.

- Adesso so quale filo tagliare.-

- Aspetta, cosa? Ne sei sicuro, Chuuya?-

20 secondi.

- Posso giurarti che non sono mai stato più sicuro di così in tutta la mia vita.-

Il frammento di vetro sporco di sangue fu avvicinato al timer e alla scatola dell'ordigno aperta, con tanti fili attorcigliati all'interno.

- Chuuya...-

15 secondi.

- Se mi fossi sbagliato, sappi che è colpa tua, Dazai. Dannazione, proprio adesso dovevi spararla tanto grossa? Non ti perdonerò mai per questo.-

- Chuuya, che stai dicendo?-

10 secondi.

- Se non dovessi andare all'altro mondo adesso, sappi che creperai presto per mano mia. Addio, Dazai.-

6 secondi.

- Chuuya!-

A 4 secondi dall'esplosione, Chuuya tagliò il filo.

Dall'altro capo del telefono, Dazai trattenne il fiato con gli occhi sbarrati nel vuoto. Era sicuro di poter distinguere 4 secondi in una situazione normale, ma ora ognuno di essi sembrava eterno.

Ne passarono uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, dodici.

- Chuuya...?- chiamò, con voce tremante.

Per tutta risposta udì un tonfo sul pavimento e finalmente l'ossigeno tornò nei suoi polmoni. Sorrise tra sé e sussurrò:

- Chuuya... ti sei fidato di me?-

- Stai zitto, Dazai.-

Con quell'ultima frase forzata fuori dalla sua gola secca, Chuuya si strappò via l'auricolare dall'orecchio e restò lì dove si trovava, steso sul pavimento di cemento ad ansimare per l’agitazione, con le braccia spalancate e lo sguardo rivolto al soffitto. Restò così, con il petto che si alzava e si abbassava in fretta, il frammento di vetro ancora in mano, la scatola dell'ordigno con il filo blu spezzato e il timer fermo a 4 secondi.

Chuuya restò così fino all'arrivo dei compagni della Mafia, dopo aver meditato a lungo sulla propria inettitudine - perché se aveva trovato la forza di prendersi quel rischio con tanta facilità, solo dopo aver sentito quelle stupide parole mormorate dalla voce di Dazai, poteva voler dire solo che era un inetto.

Oppure era disperatamente innamorato di Dazai e gli avrebbe affidato la sua vita altre mille volte, ma avrebbe fatto i conti con questo pensiero in un altro momento.

 
   
 
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