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Autore: Captain Riddle    09/01/2022    1 recensioni
Delphi Riddle evade dalla prigione di Azkaban sotto forma di animagus, disperata per sfuggire agli auror ruba il giratempo di Draco e si ritrova nel bel mezzo di un'apocalisse, è lì che incontrerà una ragazza bionda in fuga come lei attraverso il tempo.
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Delphini Riddle
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Delphini Riddle era devastata, aveva fallito, tutto il suo piano era fallito e suo padre non poteva tornare. La ragazza in un primo momento pianse per lo sconforto, sola nella fredda cella di Azkaban, ripensando poi a quanto tempo sua madre avesse trascorso in quel posto senza mai perdere le speranze. Si asciugò le lacrime vergognarsi di sé e di tanta arrendevolezza. Non doveva, non poteva mollare. Avrebbe pensato a un nuovo piano ma non poteva farlo in quella cella. Poteva uscire certo, quella cella non era un vero impedimento per un'animagus come lei, tuttavia cosa fare dopo? Dove andare? Tutti l'avrebbero inseguita e una volta scoperta la sua abilità sicuramente l'avrebbero posta in una cella più sicura. No, se doveva uscire doveva andare in un posto dove difficilmente l'avrebbero potuta trovare.

Delphi trascorse tre giorni rannicchiata in un angolo della sua cella a ragionare. Le pareva di avere solo una possibilità ma sicuramente poteva causare un pasticcio. Ragionò giorno e notte prima di decidersi ma alla fine la sua decisione divenne irremovibile: sarebbe scappata e sarebbe andata da suo cugino Draco per rubargli il giratempo. Si sarebbe nascosta nel passato e lì avrebbe architettato un nuovo piano. Delphi avrebbe messo in atto il suo piano quella notte, avrebbe finto di dormire dopo la cena e poi si sarebbe trasformata, ma doveva essere rapida, non doveva farsi vedere. La cena arrivò e Delphi mangiò appena, poi si rannicchiò di lato e chiuse gli occhi. La sensazione di fallimento e pesantezza la raggiunse ancora, come accadeva tutte le volte che si fermava per pensare. Una fallita, era nient'altro che un fallimento e una delusione. Strinse gli occhi e provò a pensare ad altro, al momento in cui avrebbe studiato un nuovo piano per salvare suo padre. L'avrebbero reso fiero, anzi avrebbe reso fieri entrambi e avrebbe smesso di essere sola e fallita.

Sorridendo beata tra quei pensieri si assopì veramente per un poco. Si svegliò di colpo due ore dopo, maledicendo sé stessa e la sua stupidità. Si alzò in piedi e si avvicinò alle sbarre della piccola finestra. Chiuse gli occhi e sospirò a fondo. Si concentrò e poi il suo corpo di ragazza si tramutò in uccello. L'augurey. Delphi volò tra le sbarre e non senza problemi riuscì a uscire. Volò senza fermarsi mai, le faceva male ogni centimetro del corpo ma sapeva che sarebbe stato stupido fermarsi e non lo fece. Dopo ore giunse nella casa di sua cugino Draco. Era maestosa, molto grande e questo era un problema per lei ch'era di fretta. Volò da una finestra aperta e attraversò il nero delle stanze per giungere nello studio di Draco. Doveva essere lì presumibilmente, al sicuro in uno dei cassetti. Delphi si trasformò e iniziò a cercare. Niente, non c'era niente. Si asciugò il sudore gelido e poi pensò ancora. La camera da letto, doveva essere in camera da letto, dove difficilmente qualcuno sarebbe riuscito a curiosare.

Delphi si trasformò ancora e volò su per raggiungere la camera. Era in alto, al quarto piano. La porta era accostata e lei fu costretta a trasformarsi ancora per entrare. Silenziosa e timorosa scivolò nella camera e passò vicino al letto matrimoniale dov'era Draco addormentato. Avanzò sino al comodino e aprì pianissimo il primo dei due cassetti. Lettere, una collana, una foto di Draco e una donna in abito da sposa. Delphi strinse i denti ma poi vide qualcosa di utile: una bacchetta. La prese e aprì il secondo cassetto. Una pergamena, un distintivo, altre due foto e poi un cofanetto. Delphi si gettò sul cofanetto, c'erano perle, diamanti, smeraldi e... il giratempo. "Delphi!" Il grido di Draco la raggiunse un attimo prima del suo colpo in testa. Delphi cadde e a tentoni provò a rialzarsi. Draco era sconvolto "Ma com'è possibile!?" Strillò il cugino prendendo la sua bacchetta. Delphi si alzò e il giratempo scivolò a terra. "No!" Draco la colpì prima che lei potesse prenderla e il giratempo parve graffiarsi unicamente. Delphi si trasformò e afferrò il giratempo con le zampe, uscendo dalla finestra.

"Fermati!" Draco corse alla finestra e le sparò un incantesimo dopo l'altro. Delphi si trasformò in un attimo e infilò il giratempo girando a casaccio. Svanì in pochi istanti sotto gli occhi sconvolti di Draco, inghiottita nel buio della notte. Non sapeva dov'era diretta ma capì subito che c'era un problema, che il graffio era stato più grave del previsto. E mentre veniva trasportata dal giratempo udì un boato e poi cadde a terra, bagnata e dolorante. Non sapeva dove fosse ma pioveva forte, c'era una tremenda tempesta e il mare era sul punto di uscire. Delphi rabbrividendo entrò nel negozio che le stava davanti. Era un poco buio dentro, le luci funzionavano male a causa della tempesta. Delphi guardò il giratempo mettendosi in un angolo, con la bacchetta rubata a illuminare il giratempo. Un pezzo penzolava dal resto. Delphi sentì un rabbioso panico, era bloccata chissà dove e il giratempo aveva un problema. Non poteva essere di nuovo, non un altro fallimento.

Ma prima che avesse avuto il tempo per disperarsi le parve di aver visto una sagoma. Immediatamente lasciò stare il giratempo per concentrarsi sulla bacchetta. Sentì quella persona strisciare tre gli scaffali e si avvicinò di più ad essi per schiacciarvisi contro. Un attimo dopo vide una figura incappucciata comparire. Delphi si vide arrivare rapidamente contro un getto verde e restò stupita, forse un auror che era lì per ucciderla? Ma come l'aveva trovata? Delphi istintivamente volò sullo scaffale e scagliò a sua volta un Avada Kedavra all'auror. L'altro rotolò a terra e le lanciò contro qualcosa per impedire di essere colpito. Delphi immediatamente lo attirò a sé e vide che null'altro era se non un casco dorato con due corna. Delphi guardò ancora verso il basso e poté finalmente vedere la figura priva di cappuccio. Una donna, era una ragazza che sembrava poco più grande di lei. Aveva capelli a caschetto ondulati chiaramente colorati di biondo per coprire il colore naturale scuro-esattamente come aveva fatto lei tingendo i capelli di biondo platino-occhi chiari con labbra sottili e un viso allungato e minaccioso. Gli abiti erano scuri, un mantello nero su abiti di pelle.

"Chi sei tu e che cosa vuoi da me!?" Gridò dal basso la donna, in un tono incredibilmente minaccioso. Delphi si disincantò "Sei una strega?" Domandò di rimando "Un'auror che è qui per arrestarmi?" L'altra quasi ringhiò "Rispondi alla mia domanda o giuro che ti uccido!" "Non se ti uccido prima io!" Urlò a sua volta Delphi. La donna ringhiò e tirò fuori un affare che mai Delphi aveva visto prima, si aprì una porta e poi la ragazza le piombò alle spalle per tentare di strangolarla. Delphi cercò di colpirla con la bacchetta ma l'altra era incredibilmente forte e la buttò a terra, facendole cadere a terra la bacchetta. "Dimmi chi sei e che cosa vuoi o ti uccido!" Ripeté. "Va bene!" Delphi seppur con rammarico decise di acconsentire "Il mio nome è Delphi Riddle, unica figlia del grande Lord Voldemort e della sua migliore luogotenente Bellatrix Black" "E questo cosa vorrebbe dire?" La interruppe l'altra, sempre minacciosa "Cosa sei?" "Una strega, no?" Disse Delphi "Come te" "Io sono una dea, non una strega" rispose la giovane.

Delphini corrugò le sopracciglia "Una dea?" Era confusa "Il mio nome era Loki Laufeydottir, adesso invece è Sylvie. Sono la dea dell'inganno ed ero la principessa di Asgard e legittima erede di Jotunheim". Delphi restò immobile "Dea? Asgard? Jotunheim? Che posti sono?" "Asgard è la casa di Odino e Frigga, i miei genitori adottivi, di mio fratello Thor. Sei una mortale, no? Dovresti conoscerli" "Mortale? Io sono una strega! Il sangue di Lord Voldemort ed erede di Serpeverde!" Sylvie la guardava con vaga aria beffarda "Dovrei sapere chi sono?" "Certo che dovresti! Tu invece chi sei veramente?" "Te l'ho detto, sono una dea! Ma basta con queste sciocchezze, dimmi cosa vuoi e come hai fatto a trovarmi o spezzo quel bastoncino!" Delphi indurì il viso "Sono capitata qui per caso, a causa di questo giratempo rotto" e indicò il giratempo che portava al collo "Voglio solo un posto tranquillo per riparare il mio giratempo e per pensare a un piano per salvare mio padre".

Vide Sylvie sorridere amaramente "Salvare tuo padre. Certe cose non si possono cambiare, per quanto uno ci provi il passato non cambia e bisogna solo andare avanti e vendicarsi". Delphi guardò l'altra "Di che stai parlando? Tu perché sei qui e cosa stai facendo?" "Chi mi assicura che tu non vieni dalla TVA?" Domandò però Sylvie "La cosa?" "Sei una strega? Io non ti credo" "E allora che vorresti fare, sentiamo!?" Sylvie le balzò a dosso in un attimo, Delphi si trasformò ma intanto vide l'altra accedere ai suoi ricordi del passato, la solitudine dell'infanzia, il rancore dell'adolescenza, il fallimento di quella vita da adulta da poco sbocciata. Delphi ricadde sullo scaffale e sentì che il corpo tornava umano. "Incredibile non mentivi" disse Sylvie "Sei una maga. Una strega come Frigga di Asgard". Delphi sentì appena le parole di Sylvie ma il suo tono divenne improvvisamente dolce e malinconico. Delphi tornò in piedi e guardò Sylvie con rabbia "Lasciami in pace, io non voglio niente da te, non sapere chi sei e non farti qualcosa. Se non sei un'auror che vuole riportarmi ad Azkaban allora lasciami riparare il mio giratempo e poi giuro che andrò via".

"Cos'è Azkaban?" "Una prigione" replicò Delphi. Sylvie pareva stupita "Sei una prigioniera?" "Sono scappata ma lo ero. Ho ucciso un ragazzo per riportare in vita mio padre. Sono scappata col giratempo rotto ma sono sicura che mi cercano, ti consiglio quindi di non provocarmi o ti uccido, non scherzo". Sylvie incredibilmente sorrise piano "Se resti qui morirai" replicò "Ah sì e perché? Vedi il futuro?" "Siamo nel bel mezzo di un'apocalisse" spiegò Sylvie "Presto moriranno tutti". Delphi sentì il sangue gelarsi "E tu come lo sai?" "Perché io fuggo solo in apocalissi". Delphi fissò Sylvie senza capire e allora l'altra chinò un poco il capo "Sono in fuga dal tempo anche io" spiegò "Dalla TVA, la polizia del tempo. Da bambina mi hanno strappata alla mia famiglia e io scappo da allora. È difficile da spiegare ma ti basti sapere che gli unici posti dove sono al sicuro sono le apocalissi. Per questo so che morirai se resti qui, perché altrimenti la TVA mi avrebbe già trovata e arrestata". Delphi studiò il volto dell'altra per capire se le stesse mentendo ma le parve di no nonostante avesse affermato di essere la dea dell'inganno.

Si sentì morire "Quindi adesso tu te ne vai con quel coso" "TemPad" la interruppe Sylvie "Il suo nome è TemPad e serve a saltare attraverso il tempo". Delphi annuì appena "Prenderai il tuo TemPad e mi lascerai morire?" "Tu non hai la tua collana temporale?" "Il giratempo è rotto!" Replicò Delphi con i pugni stretti. Abbassò gli occhi e respirò a fondo. Forse era meglio così, in fondo era un fallimento, a che serviva vivere ancora? "Ti propongo un patto". Delphi alzò il capo, Sylvie la guardava con una strana espressione sul volto "Un patto?" Domandò Delphi "Che tipo di patto?" "Cosa sai fare, strega?" Delphi guardò la bacchetta a terra "Tu cosa vorresti che facessi?" Sylvie sorrise "Uccidere i Custodi del Tempo". Delphi rispose al sorriso "Posso uccidere. Posso anche torturare e sottomettere la volontà altrui" "Quello lo posso fare anche io" la informò Sylvie "Il patto è questo: tu mi aiuti col mio piano per uccidere i Custodi del Tempo e io ti porto da tuo padre. Ma se accetti dovrai fare tutto quello che ti dico. Accetti il mio patto, strega?" E Sylvie le offrì la mano.

Delphini dopo un attimo di esitazione la strinse "Va bene, dea dell'inganno, ma non ti aspettare grandi cose da me, di solito faccio le cose da sola" "Oh, anche io" rispose Sylvie "Da secoli". Delphi corrugò ancora le sopracciglia "Quanti anni hai?" "Più di mille". Delphi era incredula "Più di mille?" "Ti ho detto che sono una dea, se non mi credi problemi tuoi. Adesso prendi il tuo bastone" "Bacchetta" "Sì e vieni con me, dobbiamo andare via da questa catastrofe. Andremo su altri pianeti" "Altri pianeti!?" Delphi spalancò gli occhi "Sì altri pianeti. Non temere respirerai, c'è ossigeno. Basta che mi stai dietro e obbedisci Delphi, poi ti prometto che né tu né io verremo catturate". Sylvie prese il TemPad e aprì una porta "Entra" e Delphi seguì Sylvie attraverso la porta dopo un'ultima occhiata al supermercato dov'erano state sino ad allora.
 

Qualche tempo dopo

Delphini aveva perso la condizione del tempo, non sapeva se fossero trascorse settimane o mesi dalla sua fuga da Azkaban ma da allora lei e Sylvie non si erano più separate. Il piano di Sylvie era ambizioso, Delphi aveva sentito tanto da lei, aveva ascoltato dei Custodi del Tempo, della TVA, degli eventi Nexus. Linee temporali, analisti, giudici, varianti. Delphi aveva imparato e visto tantissimo nel tempo trascorso insieme a Sylvie. Certo anche lei aveva avuto modo di parlare del suo mondo, di Hogwarts dove non aveva mai avuto la possibilità di studiare, dei genitori che non aveva mai potuto conoscere a causa di Harry Potter. Nei loro spostamenti Delphi aveva aiutato Sylvie a fare tanto e l'aveva anche vista uccidere, imbrogliare e stregare. Le piaceva la magia di Sylvie, era dello stesso verde della maledizione Avada Kedavra e questo le ricordava suo padre. Delphi aveva anche sperimentato per la prima volta nella vita la sincera ammirazione nei riguardi di qualcuno che non fosse suo padre o in maniera minore sua madre.

Sylvie era ambiziosa, voleva smantellare una polizia che andava oltre il tempo pur di vendicarsi. Era tenace, non mollava mai, era anche molto spregiudicata, non si faceva problemi a uccidere o usare le persone, esattamente come aveva fatto lei con il figlio di Potter e il figlio di Draco. Sylvie era anche molto furba, calcolava tutto con estrema attenzione ed era forte, non solo fisicamente per via delle sue discendenze, era anche magicamente dotata, aveva imparato da sola a incantare le persone proprio come Delphi aveva imparato a volare e a tramutarsi in augurey. Erano entrambe in fuga attraverso il tempo, entrambe desiderose di vendetta ed entrambe strappate alla famiglia. I capelli tinti per sfuggire dal passato, la furbizia e la spregiudicatezza, la solitudine, Delphi e Sylvie erano una squadra perfetta. Col trascorrere del tempo Sylvie aveva allentato la presa su di lei, adesso lasciava che Delphi improvvisasse come meglio credeva per uccidere chiunque fosse inutile al loro scopo. Fiducia, era così difficile per entrambe fidarsi, eppure lo facevano, nonostante i sospetti e i timori le due ragazze avevano provato a fidarsi l'una dell'altra quasi sin dal primo attimo.

Uno specchio, era un po' questo che erano l'una per l'altra, un riflesso sfocato. Quella sera considerando il degrado del prato dove stavano per mangiare dovevano essere sulla terra, in chissà che anno e prima di chissà quale apocalisse. Avevano acceso un fuoco grazie alla bacchetta di Delphi e stavano scaldando un po' di pesce. La notte era priva di nuvole e le stelle si vedevano bene. "Ti fa ancora male?" Delphi si voltò per guardare Sylvie "No" replicò l'altra "Hai dimenticato che ho la pelle dura?" "Giusto, i giganti di ghiaccio guariscono velocemente" rammentò Delphi. "Oggi sei stata davvero incredibile con quelle guardie" disse Sylvie, prendendo lo spiedino per mangiare il pesce. Delphi sorrise "La maledizione cruciatus piega tutti". Sylvie annuì piano "I tuoi incanti sono molto forti" replicò Delphi "È la mia inclinazione naturale. Mia madre diceva sempre che sarei diventata un'incantatrice eccezionale. Avrei voluto che mi vedesse" aggiunse Sylvie quasi a malincuore.

Delphi cessò di mangiare e la guardò "Probabilmente anche le maledizioni sono la mia inclinazione naturale" disse "Mia madre ha trascorso anni in carcere per aver causato la follia a due maghi proprio attraverso la maledizione cruciatus". Sylvie si voltò e le sorrise piano "Allora capisco perché vuoi rivedere i tuoi genitori. Vuoi che vedano chi sei diventata per loro". Delphi annuì piano ma senza ricominciare a mangiare. "Quella costellazione ha il tuo nome" la richiamò Sylvie "Dico bene?" Delphi annuì "Ho il nome di una costellazione per via della famiglia di mia madre. Ma Bellatrix è decisamente meglio di Delphini". Sylvie sorrise "Sai credo di essere stata su un pianeta della costellazione che ti dà il nome" "Davvero? E com'era?" Sylvie scosse il capo "Un'apocalisse" scherzò, facendo sorridere Delphi sinceramente. "Tu non pensi mai di tornare indietro da tua madre e tuo padre?" Domandò poi Delphi, tornando seria "Come potrei?" Replicò Sylvie "La mia realtà è stata cancellata" "E dopo aver ucciso i Custodi del Tempo allora che vorresti fare? Non hai nessuno, nessun posto dove andare".

Sylvie sospirò "Immagino di no, ma ci sarà un pianeta dove poter vivere in pace, non credi? L'universo è grande". Delphi la guardò intensamente "Non puoi parlare sul serio" rispose "Perché no?" Domandò l'altra "Sola per altri millenni?" "Ci sono abituata, sono cresciuta così" replicò Sylvie quasi con arrendevolezza. Delphi scosse il capo "Anche io!" Rispose "È per questo che faccio tutto questo! Ricordo la mia infanzia, la solitudine e la tristezza. Un amico immaginario, creai un amico immaginario per cercare invano un po' di conforto. Ovviamente non lenì le mie sofferenze e allora giurai che avrei fatto della magia la mia alleata e grazie a questa sarei tornata dalla mia famiglia per non essere mai più sola. Tu non vuoi lo stesso, qualcuno con cui poter stare? Una famiglia e una casa?" Sylvie chinò il capo "E se anche fosse?" Domandò "Io non penso di sapere come si faccia ad avere dei rapporti di affetto con qualcuno. Sono sempre stata sola, per secoli. Non saprei più approcciarmi a mia madre, a mio fratello, a mio padre. Li deluderei soltanto perché non sarei più la bambina che ricordano".

Sylvie alzò il volto e scrutò il cielo con un'espressione mesta. Delphi continuò a guardate il suo profilo "Con me ha funzionato" rispose. Sylvie tornò a guardarla "Cosa?" "Riesci a relazionarti con me" "È diverso" rispose subito Sylvie "Tu mi capisci. Tu hai sofferto, sei stata sola, sei fuggita. Tu non mi giudichi e poi io e te siamo alleate, non siamo amiche". Delphi inspiegabilmente provò dispiacere sentendo quelle parole "Comunque ha funzionato" rispose, tentando di mascherare la delusione che le parole dell'altra le avevano causato. Sylvie si voltò e incrociò gli occhi con quelli di Delphi "Ti ho ferita?" Delphi subito scosse il capo "No" mentì "Siamo alleate". Sylvie rimase a fissarla "Non mentire" replicò "L'inganno è il mio campo, non puoi mentire a me. Forse hai ragione e siamo amiche, ma devi capire, a cosa serve considerarti mia amica se presto te ne andrai?" Delphi non rispose e Sylvie scosse il capo "Tu hai la tua famiglia da cui tornare, è inutile affezionarmi a te".

Delphi continuò a tacere e Sylvie la guardò "Hai ragione" le disse poi "Presto tu e io ci separeremo, ma magari se non hai un posto dove andare potresti venire insieme a me". Delphi non poteva credere a quello che aveva detto eppure le parole le erano uscite quasi con naturalezza. Sylvie spalancò gli occhi "Non posso" rispose poi "Perché no?" "Tuo padre e tua madre mi odierebbero, non sono una strega". Delphi scosse il capo "Sylvie tu sei molto più di una strega" le disse "Sei una dea. I miei genitori ti adorerebbero" e involontariamente le sfiorò una mano. Sylvie la guardò e Delphi non ebbe il coraggio di dire altro. Si sentiva strana, non aveva mai provato prima un attaccamento del genere per qualcuno diverso da suo padre e sua madre. Improvvisamente sentì il fiato mancare: era forse amore? "Nessuno mi aveva mai detto una cosa così carina prima" disse Sylvie che non aveva smesso di guardarla. Il vento leggero mandò le ciocche bianche orlate di blu di Delphi sulle spalle e Sylvie le riportò dietro al suo orecchio.

Si sporse un poco in avanti e Delphi fece lo stesso, poi le loro labbra si toccarono e Delphi sentì una piacevole sensazione di calore all'altezza del cuore. Strinse il volto di Sylvie con le mani e sentì l'altra fare lo stesso col proprio. Sylvie poi si staccò e la guardò negli occhi "Delphi vorrei davvero credere alle tue parole" rispose "Ma non posso". Delphi scosse il capo "Perché no?" "I tuoi genitori non mi vorrebbero e io non voglio che ti rifiutino. Meriti di essere felice" "Anche tu!" Rispose Delphi "E io sono felice con te, per la prima volta nella mia vita" si dichiarò definitivamente Delphi, non senza un poco di imbarazzo e molta difficoltà. Sylvie la carezzò e sorrise "Va bene allora" replicò "Ma non voglio crederci troppo, non voglio restare delusa ancora". Comprensibile, non aveva mai avuto nulla, nessuno e adesso aveva paura. Delphi la capiva perfettamente ed era questa la cosa meravigliosa, che si capivano.

Delphini le strinse ancora una mano e Sylvie la guardò "Quanto manca alla catastrofe?" "Ancora un po'" replicò Sylvie. Delphi la carezzò e fece scivolare gli occhi sul fisico asciutto della dea. Sylvie capì e si fece avanti per baciare ancora Delphi sulle labbra, scendendo poi sul collo. Delphi si strinse a Sylvie e iniziarono a spogliarsi. Fecero l'amore sotto le stelle, sotto stelle e costellazioni che portavano i nomi dei suoi defunti famigliari e pianeti invisibili dove Sylvie si era nascosta nei secoli e per la prima volta entrambe si sentirono comprese, non più sole, arrabbiate e desiderose di vendetta. Forse Sylvie aveva ragione e alla fine si sarebbero separate ma per adesso a Delphi questo bastava, avere attimi rubati tra una catastrofe e l'altra insieme a quella dea che scappava nel tempo proprio come lei.


 

Cosa ho fatto!? Probabilmente un disastro (ma spero non troppo), comunque capisco che mai come adesso la catastrofe è dietro l'angolo. Innanzitutto non avrei mai creduto di poter scrivere una storia crossover e invece eccola qua. Come mi è venuta in mente? In realtà è stata un'associazione molto spontanea, non appena ho conosciuto Sylvie nella serie Loki subito ho pensato a Delphi, a quanto in fondo fossero simili, e dopo mesi ecco qui questa storia. Credo che caratterialmente ci siano delle somiglianze anche notevoli tra le due, mentre per quanto riguarda la loro relazione Sylvie è dichiaratamente bisessuale (sempre dalla serie Loki), Delphi invece non è specificato quindi non vedo perché non potrebbero avere una storia. Comunque spero di non aver creato un pasticcio multifandom, alla prossima.

 

   
 
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