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Autore: cassiana    09/01/2022    6 recensioni
Becky, algida e severa manager è a Miami per concludere un affare importante. Il suo collega la convince a seguirlo sullo yacht del carismatico Raul potente, ma ambiguo uomo d'affari. Ma le cose non vanno come previsto e Becky incontra Richard, appassionato attivista ambientale, nonché fratello della sua migliore amica Brenda. Nel tentativo di salvarsi i due finiscono nella foresta del Belize tra mille pericoli che li faranno avvicinare e riavvicinare in maniera pericolosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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Una cena dagli Oviedo








Per il paio di giorni seguenti Becky e Richard avevano raggiunto una sorta di tregua mentale dalle rispettive recriminazioni. C’erano stati dei momenti di freddezza e nervosismo, ma entrambi si erano resi conto che rimuginare sul passato non sarebbe servito a nulla: erano insieme, adesso e questo per momento bastava a entrambi. Becky aveva capito che Richard non era così egoista ed egocentrico come le era sempre sembrato. Stando così a contatto con quello che lui faceva, al di là di quelli che lei aveva sempre considerato discorsi demagogici, Becky aveva capito quanto davvero gli fossero a cuore le sorti del pianeta e le piaceva come Richard le spiegasse ogni fase del suo lavoro facendole capire a fondo quanto fosse importante per tutti loro. In più erano entrambi impegnati nel venire a capo del mistero su chi avesse avuto interesse nell'incastrare Richard. Avevano chiesto a Angie se l'era sembrato che qualcuno di sospetto gironzolasse intorno all'Associazione. La donna quella mattina aveva gli occhi rossi e il volto tirato:

- Ma stai bene?

Le aveva chiesto Richard massaggiandole una spalla premuroso. Angie aveva tirato su col naso e aveva risposto che era solo stanca:

- Con tutte le scartoffie che devo riempire e tutte quelle cose noiose là… A proposito devi darmi ancora la relazione dell'incidente, sai per l'assicurazione del motoscafo.

Becky aveva stretto le labbra. Più tardi, mentre buttavano giù una lista delle loro considerazioni chiese al compagno:

- Avevi già subito pressioni?
- A dire il vero no. Qui facciamo un lavoro abbastanza tranquillo, non ci sono compagnie petrolifere o fazenderos da combattere.
- Quello che non riesco a capire è il perché prendersela proprio con te?
- Se devo essere sincero è iniziato tutto a precipitare dopo che ti ho incontrato su quello yacht.
- Vuoi dire che la colpa è mia?
- Non metterti subito sulla difensiva. Tra l'altro io non dovevo neanche essere lì. È Angie che si occupa del Great Blue Hole.
- Non ti è sembrata strana?

Richard riflesse sulla domanda: che ultimamente fosse distratta, nervosa o al contrario estremamente energetica, quasi maniacale, se n'era accorto anche lui.

- E inoltre non ti è sembrato strano che avesse un mac nuovo, sai quanto costano? Mentre tutto il resto qui cade a pezzi.

Continuò imperterrita Becky, decisa ad andare fino in fondo alla questione. Richard si tirò indietro i capelli con una mano, nervoso ora:

- Cosa vorresti insinuare?
- Nulla. Ti sto solo facendo notare delle cose a cui forse non hai mai fatto caso, sai per la vostra vicinanza. Tipo i suoi occhi e quel suo vizio di tirare su col naso.
- Non iniziare Becky… Sei sicura che non sia la gelosia a farti parlare, invece?

Le labbra di Richard si contrassero in un sorrisetto, mentre con la mano le pizzicò un fianco con leggerezza. Ma Becky si divincolò decisa a non demordere:

- Senti lavoro da anni con un cocainomane, so riconoscere i segni!

Richard incrociò le braccia in segno di rifiuto e Becky sollevò i palmi al cielo esasperata.

- Continuo a pensare che la chiave di tutto sia quello yacht in cui ti sei andata ad incastrare.
- Non mi ci sono incastrata. Non sono mica quel coniglio là come si chiama, Peter Rabbit! Stai dicendo che sono una sprovveduta?
- Ma no, zucchina. Vieni qui, dai. E’ che più ci penso e più sono convinto che non avrei dovuto essere lì.

La sera successiva la coppia aveva preso accordi per andare a cena dagli Oviedo. Richard voleva parlare con Geena del proprio caso e Nelson ne aveva approfittato per invitare sia lui che Becky.

- Sono contento, sai che Nelson ti abbia preso in simpatia.

Era bello vedere Becky aprirsi con qualcuno, gli piaceva osservarla ridere rilassata e gli stringeva il cuore come Becky anelasse a una figura paterna di cui potersi fidare. Richard le diede un piccolo bacio sulla tempia, fermi davanti alla porta degli Oviedo.

- Si, mi piace: è un brav'uomo. E anche Geena, è in gamba.
- Becky, cara! E Richard! Venite dentro. Vi ho preparato la mia famosa Cochinita Pibil. Non preoccuparti tu - Rivolto a Richard - C'è anche il bollito vegetariano!

Fece l'occhiolino a Becky che si lasciò andare in una risatina. Mentre li faceva accomodare sotto al portico con una limonata fresca li avvertì che la figlia sarebbe arrivata di lì a poco.

- Lavora troppo quella ragazza.

Affermò accomodandosi su una larga e comoda sedia che ormai aveva preso la forma del suo didietro.

- Si vede che è appassionata del proprio lavoro: ha tirato fuori di prigione questo zuccone.
- Ed è anche molto brava, lo so. Solo vorrei che vivesse un po' di più.

Becky si mordicchiò un labbro, avrebbe voluto che anche suo padre si preoccupasse per lei, almeno una volta. Scosse le spalle, con la scusa di scacciare un insetto.

- Sono sicura che sta facendo ciò che pensa sia il meglio per lei.

In quel momento la voce di Geena che annunciava il suo ritorno interruppe la conversazione.

- Polpetta, sei arrivata proprio in tempo, stavo per mettere a tavola!
- Si e immagino che non avrai seccato i nostri ospiti con le tue preoccupazioni su di me, vero?

Salutò con calore Richard e Becky e si scusò un momento annunciando che si sarebbe andata a cambiare e rinfrescare. Qualche minuto dopo si ripresentò con i capelli sciolti e un semplice vestito a fiori che la facevano sembrare molto più giovane.

- Papà, ma hai preparato un banchetto!

La cena fu costellata da risate e aneddoti divertenti da una e dall'altra parte. Gli Oviedo sembravano affascinati dalla vita glamour che conduceva Becky a Londra e dalle avventure di Richard in giro per il mondo. Dal canto loro la coppia non faceva altro che stuzzicarsi, ma erano prese in giro bonarie che rivelavano quanta complicità fosse nata tra loro. Mentre Nelson distribuiva fette di torta di banane tornarono sul caso di Richard:

- C'è qualcosa che non mi torna; chi poteva avere interesse a incastrarmi?

Geena diede un morso alla sua fetta di torta e aggiunse:

- Ci ho pensato, forse eri al posto sbagliato al momento sbagliato e hai visto qualcosa che non dovevi vedere.

Richard su tirò indietro i capelli, riflettendo.

- Inoltre mi è sembrato molto strano che quella ricevuta sia spuntata così dal nulla.

Aggiunse Becky.

- Già mi sembra una trovata pretestuosa, così come il ritrovamento della droga.

Le diede ragione Nelson, mentre le offriva un’altra fetta di torta.

- C'è qualcuno che mi sta usando come una pedina e la cosa non mi piace per niente… di solito i pedoni sono quelli che vengono sacrificati per primi.

Un silenzio venato di disagio calò dopo le parole di Richard, interrotto solo dallo squillo del campanello e dalla voce di un uomo che chiamava Nelson.

- Chi può essere a quest'ora?

Si chiese Geena. L'uomo si alzò sfregandosi le mani con una punta di incertezza:

- Ho invitato Simeon per il dolce, non ti dispiace vero, polpetta?

Geena lanciò un'occhiata di fuoco al padre. Becky e Richard si guardarono imbarazzati e la donna stentò un sorriso nella loro direzione:

- Temo che mio padre non abbia ben chiaro il funzionamento della giustizia, mi dispiace.

In quel mentre Nelson tornò accompagnato dal detective Alvarez, che per l'occasione si era cambiato con jeans e una camicia azzurra aperta un poco sul petto a rivelare una catena dorata. Si lisciò i baffi con un mezzo sorriso e un'occhiolino all'indirizzo di Geena che strinse le labbra.

- Spero di non essere di troppo, sai tuo padre ha insistito così tanto.
- Mio padre ha la tendenza a essere un po' troppo amichevole anche con chi non se lo merita.
- Ma polp...
- Non osare! Vado a fare il caffè.

Geena si alzò di scatto e Becky la seguì proponendole di aiutarla. La trovò che versava la polvere nera sopra il filtro con gesti nervosi.

- Mi dispiace non avrei dovuto scattare così.

Becky si arrischiò a metterle una mano sulla spalla in segno di comprensione, mentre l'altra continuava:

- E' che è così protettivo e so che ha buone intenzioni, ma è così invadente a volte. Immagino ti abbia detto di mia madre.

Becky annuì e si appoggiò al bancone, Geena trafficava con tazzine e cucchiaini.

- Anche mia madre è morta, qualche anno fa.
- Mi dispiace molto. Immagino che sia stata dura. Anche tuo padre…
- Quello che sul mio certificato di nascita è segnato come padre ci ha abbandonato quando avevo cinque anni - La voce tremò - E siamo sempre state io e mia madre... e Brenda, la sorella di Richard.
- Tu e lui siete…

Geena aveva trovato un vassoio e ci stava appoggiando sopra le tazzine, Becky ridacchiò scuotendo la testa:

- Insieme? Innamorati? Non lo so. Si, credo. E' una storia complicata, la nostra.
- Forse è molto più semplice di quanto credi. Si vede che siete cotti uno dell'altra.
- Mmmh, e tu e il detective Alvarez?

Cambiò discorso Becky, Geena sospirò:

- Mi ha corteggiato con qualche fortuna, mentre ero all’Università. Ma ha la fama di dongiovanni.
- Ti piace?
- No. Si. - Scosse la testa frustrata - Al contrario di quello che pensa mio padre l'amore non è sempre idilliaco come tra lui e la mamma.
- E' molto dolce a preoccuparsi per te. A volte mi sono chiesta come sarebbe stato se avessi avuto un padre.

Geena le strinse un braccio con simpatia prima di sollevare il vassoio e tornare dagli uomini.

Nelson intanto aveva tirato fuori i bicchierini per il suo vino di anacardi fatto con la ricetta collaudata di suo padre, affermò con un moto d'orgoglio. Richard e Alvarez stavano fumando e discutendo di calcio. Quando Geena e Becky si presentarono con i caffè il discorso virò di nuovo sul caso di Richard.

- Anche tu pensi che quella ricevuta sia stata provvidenziale? E Andy? Non so, non sembrava qualcuno che stesse uscendo su cauzione, piuttosto qualcuno che stesse concordando qualcosa.

Chiese Richard al detective, che si trincerò dietro un sorriso evasivo.

- È una ex giubba rossa, un tipo che può essere utile in alcuni casi.
- Davvero è stato nella polizia canadese? Come è finito quaggiù?

Becky si era sporta con curiosità verso Alvarez porgendogli la tazzina:

- Non sembra, vero? E suo padre è un pezzo grosso, credo. Sembra che sia stato buttato fuori o degradato, non so.
- È un tipo strano. In ogni caso cosa possiamo fare ora?

Richard aveva allacciato la mano a quella di Becky e l’aveva presa sulle proprie gambe. Lei si era irrigidita per un secondo, ma l'atmosfera amichevole l’aveva aiutata a rilassarsi. Alvarez si nettò i baffi con un dito:

- Ci sono ancora delle indagini in corso. L'unica cosa che posso dire è che il tuo caso sembra essere collegato a qualcosa di molto più grosso. Anzi - Si sporse verso Richard - Ti consiglierei di tenere un basso profilo d'ora in poi.
- E' così grave la cosa?

Geena si era seduta accanto al padre e osservò l'espressione preoccupata sul viso dell'inglese sospirando internamente, mentre i suoi occhi vagavano verso il volto di Alvarez: si chiese se lui si sarebbe mai preoccupato così per lei.

- Allora te lo dico da adesso Jones, non metterti a fare l'investigatore solitario. Ci stiamo pensando noi.
- Vuol dire che è in pericolo?

Si allarmò Becky stringendo il braccio di Richard, Alvarez la guardò e rispose:

- L’unica cosa che ti posso consigliare è di tornare al più presto a Londra.

Becky si era stretta a Richard e lo guardò con occhi enormi venati di preoccupazione:

- Forse è il caso che tu parta insieme a me.
- Ci penserò, c'è ancora qualche ricerca che devo fare.

Tipico: lei abbassò le labbra, ma non commentò. Nelson si sfregò le mani e offrì a tutti un altro giro di vino di anacardo per alleggerire l’atmosfera che si era incupita. Propose a Becky di accompagnarla l'indomani mattina all’Alto Commissariato per poter ritirare i documenti di cui finalmente avrebbe ottenuto copia e con i quali avrebbe avuto anche accesso al suo conto.
La notizia le aveva infuso un enorme sollievo. Non le piaceva dover dipendere in tutto e per tutto da Richard, sebbene lui le avesse fatto capire che non gli dispiaceva prendersi cura di lei. Ma Becky si sarebbe sentita più se stessa e sicura di sè una volta riottenuta la propria indipendenza.
Mentre Richard e Becky salutavano e uscivano, Alvarez si fermò accanto a Geena, ferma accanto allo stipite della porta della cucina. Aveva un piccolo strofinaccio con cui si stava asciugando le mani:

- Non prendertela con tuo padre per stasera. Ho insistito io a venire.
- Te l'ho già detto Simeon, non sono disponibile. D'ora in avanti cercami solo se ci sono novità inerenti al caso. Ho parecchi dubbi anche io. Su quel canadese per esempio. Vi fidate davvero della sua parola?

Alvarez si piegò verso il viso della donna che poté sentire una zaffata della sua colonia. Per un momento lei pensò che stesse per baciarla, ma l'uomo le sussurrò:

- Assolutamente. Lui è...

Come concordato, la mattina seguente Nelson si fece trovare davanti all'Associazione per prendere Becky e accompagnarla al Commissariato a ritirare i suoi documenti. Lei e Richard non avevano resistito alla tentazione di trascorrere un'altra notte insieme e lui era uscito molto presto per le sue ricerche. Mentre Becky salutava Joanna alla reception, Angie la richiamò con un sorriso.

- Sei in partenza? - Tirò sul col naso - Non vedo valigie.
- Veramente no, sto andando a prendere i miei documenti. Ma, sei allergica a qualcosa?
- No, perché? - Abbassò la voce prendendo l'altra ancora un po' più in disparte - Ho un messaggio per te da parte di Ricks. Dice se lo puoi raggiungere al porto. È abbastanza urgente.
- Che succede? Questa mattina non mi ha detto niente.

Angie si strinse nelle spalle con un sorriso affilato:

- Non lo so, sono solo l'ambasciatore. Tieni, mi sono segnata dove.

Passò a Becky un bigliettino tutto sgualcito tirando su col naso. Becky informò Nelson del cambio di programma entrando nel taxi. Nelson si voltò a guardarla:

- Ci sono problemi?
- Non so, Rick vuole che lo raggiungiamo lì. Forse ha scoperto qualcosa.
- Ti ha detto dove al porto?

Becky guardò il bigliettino riempito di una tremolante calligrafia rotonda:

- Qui c'è scritto: darsena del molo 35, magazzino n.3

Il porto di Belize Town era grande e animato, il sole picchiava sui moli caotici dove erano attraccati i traghetti per le isole e le grandi navi da crociera, automobili parcheggiate o in procinto di sbarcare o imbarcare e pedoni che sciamavano lungo le passerelle. Nelson sfilò poi lungo i moli più tranquilli dove erano attraccati gli yacht: solo i marinai erano indaffarati a sfregare i ponti o a effettuare le manovre di attracco o distacco. Man mano che si addentravano nella zona industriale si vedevano sempre più portuali e sempre meno turisti. Il molo 35 e la zona circostante sembravano in dismissione ed erano deserti. Nelson parcheggiò davanti a un magazzino e si guardarono intorno.

- Sei sicura sia qui?

Chiese lui togliendosi il berretto per grattarsi i riccioli, Becky guardò il foglietto e confermò:

- Forse dovrei avvicinarmi a vedere. Tu puoi aspettarmi in macchina.
- Non se ne parla. Vengo con te, se dovesse accaderti qualcosa non me lo perdonerei mai e neanche Richard.

Becky sorrise alla premura dell’uomo più anziano e per un momento le si contrasse la gola. Fece un sospiro per ricomporsi e aprì la portiera del taxi. A passi veloci si avvicinarono al magazzino dai grigi muri scrostati e assi alle finestre, un tetto in lamiera arrugginito si lamentava alla leggera brezza di mare.

- Rick, sei qui?

Chiamò Becky cercando di aprire la maniglia che sembrava molto più nuova rispetto al resto dell’edificio. Un rantolo di dolore interruppe le sue considerazioni ed ebbe solo il tempo di vedere con la coda dell'occhio il corpo di Nelson che cadeva a terra. Mentre si voltava per capire cosa fosse accaduto Becky fu presa da dietro e sospinta con violenza nell’antro buio del magazzino.
   
 
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