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Autore: cuorediinchiostro    09/01/2022    1 recensioni
[ Questa storia partecipa alla challenge "Quella volta in cui..." indetta da MissChiara sul forum di EFP ]
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"Eppure c’era ancora qualcuno in grado di vanificare tutti i suoi sforzi, qualcuno che sembrava quasi divertirsi a consumare la sua già esigua pazienza nei modi più disparati.
Uno di questi avrebbe potuto essere, in via del tutto ipotetica, rinchiudersi in bagno appena cinque minuti prima della partita più importante dell’anno, quando avrebbero dovuto essere già in campo ad aspettare l’inizio. Così, tanto per fare un esempio. "
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[ Questa storia partecipa alla challenge "Quel momento in cui..." indetta da MissChiara sul fforum di EFP. ] 
Prompt: Personaggio A è terribilmente agitato prima di una partita. Per cacalmarsi chiede a PersonaggioPersonaggio B... un abbraccio." 




 
Can I nave a hug? 

 
 
Kageyama Tobio non era conosciuto per essere un tipo paziente. Se così fosse stato, non gli avrebbero appioppato il soprannome di Re del campo. Probabilmente.
Forse.
In ogni caso, col tempo le cose erano cambiate, a piccoli passi; aveva imparato a mitigare il proprio caratteraccio – per lo meno con i primini, ora che era al secondo anno; Ennoshita-san non sarebbe stato contento di perdere nuovi iscritti a causa sua – e le provocazioni di Tsukishima non lo turbavano più come un tempo.
Eppure c’era ancora qualcuno in grado di vanificare tutti i suoi sforzi, qualcuno che sembrava quasi divertirsi a consumare la sua già esigua pazienza nei modi più disparati.
Uno di questi avrebbe potuto essere, in via del tutto ipotetica, rinchiudersi in bagno appena cinque minuti prima della partita più importante dell’anno, quando avrebbero dovuto essere già in campo ad aspettare l’inizio. Così, tanto per fare un esempio.
Quando sentì l’ennesimo lamento provenire dal cubicolo, Tobio iniziò a brontolare come una pentola piena d’acqua lasciata sul fuoco.
<< Oi, boke >> berciò, incrociando le braccia al petto. << Per quanto hai intenzione di startene rinchiuso lì dentro? La partita sta per cominciare. >>
La reazione che ne seguì non gli piacque per niente: si aspettava che gli rispondesse a tono, o al limite emettendo un lamentoso “sei senza cuore, Baka-yama!” Invece alle orecchie di Tobio giunse solo un flebile “sto uscendo” che sapeva di rassegnazione e stanchezza.
Tuttavia, ogni sua ansia ingiustificata venne messa a tacere quando vide la testa arancione e riccioluta di Hinata fare capolino, mentre la porta si apriva lentamente. Non che l’altro fosse bravo a comprendere lo stato d’animo o di salute delle persone, ma – malgrado il viso pallido e l’aria di chi moriva dalla voglia di darsela a gambe – non gli sembrava che Hinata stesse male sul serio.
<< Allora? >> chiese, in un misto di sollievo e irritazione. << Andiamo o no? >>
Il piccolo centrale indugiò per qualche secondo sulle proprie scarpe, giocherellando con l’orlo della maglietta nera e arancione. Poi fece un passo avanti, senza smettere di cincischiare.
<< Posso chiederti un favore, prima? >>
Tobio inarcò un sopracciglio, non sapendo bene cosa aspettarsi. Come ogni volta che si trovava in compagnia di Hinata, del resto.
<< Va bene, ma fai in fretta. Non abbiamo molto tempo. >>
Il numero dieci annuì, facendo rimbalzare la frangia contro la fronte. Tobio ebbe voglia di girargliela indietro, ma si trattenne. Poi Hinata alzò lo sguardo, e l’altro sentì evaporare ogni tensione e irritazione. Senza farlo a vedere, ovviamente. Ne andava del suo orgoglio.
<< Potrei… >> tentennò il centrale. << Potrei avere un abbraccio? >>
Tobio rimase spiazzato. Per lui che ancora doveva scendere a patti con i propri sentimenti, quella era la peggiore sfida al suo autocontrollo che gli fosse mai capitata. L’altro non ebbe nemmeno la decenza di arrossire; evidentemente era del tutto ignaro di ciò che aveva appena scatenato nel setter che gli si parlava davanti.
Il buon senso gli suggeriva di rifiutare, perché non avevano tempo per certe sciocchezze – da lì dentro potevano sentire chiaramente gli ultimi ritardatari correre lungo il corridoio, spettatori o giocatori che fossero. Ma quel muro invalicabile fatto di ragione e orgoglio venne perforato quando Tobio commise l’errore madornale di guardare Hinata dritto negli speranzosi occhi colore miele.
Non disse nulla. Emise un sospiro, sconfitto su tutta la linea, e allargò le braccia.
<< Sbrigati >> ordinò. Finalmente, il viso tondo del centrale riacquistò un po’di colore.
Hinata era un po’ più alto e robusto rispetto al loro primo incontro, ma stringerlo tra le braccia fu comunque piacevole come lo aveva immaginato.





Angolino, angioletto: 
Che posso dire, evidentemente ho un debole per Kageyama che fa tanto l'orgoglioso per poi cedere inesorabilmente alle richieste del suo adorabile fidanzato - o futuro fidanzato, in questo caso. In realtà non doveva essere una KageHina a tutti gli effetti, ma non sono riuscita resistere. In ogni caso, spero che questa OS super fluffosa vi sia piaciuta. 

Alla prossima! 
- cuorediinchiostro. 
 
 
 
   
 
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