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Autore: Vane_26rt    10/01/2022    0 recensioni
Matilde e Clara sono due amiche molto speciali da un "Passato Sconosciuto" e assai bizzarro. Fu proprio quell'1 Settembre al Binario 9 3/4 della stazione di King's Cross che tutto incominciò a cambiare. Le due ragazze non sanno ancora a cosa andranno incontro, tanto meno cosa si sono lasciate alle spalle. Tutto quello in cui credevano, andrà piano piano in frantumi e la verità salirà a galla: Chi sono realmente? Perché sono così speciali? Da dove derivano i loro poteri? Quale verità si cela dietro a questo mistero?
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Questa è una storia che abbiamo creato io e una mia amica (quindi, di conseguenza, ci sono due narratrici) ispirandoci al mondo magico di Harry Potter, Animali Fantastici e molte altre storie...
Non ci stiamo sostituendo a nessun personaggio, ma abbiamo creato una nuova storia in una ipotetica vita semi-parallela a quella originale della saga che tutti noi conosciamo. Speriamo che vi possa piacere! Buona lettura! XOXO
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Newt Scamandro, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Le giornate seguenti furono abbastanza tranquille, nessuna nuova novità per ora. Avevo fatto nuove amicizie durante questo primo mese di scuola: Gloria Jones, una Grifondoro dai capelli a caschetto e occhi castano scuro, magrolina e amante dei libri. Per un po' pensai che, per fare amicizia, la gente doveva arrivarmi addosso perché fu così che conobbi sia Matilde, il primo giorno alla Stazione, sia Gloria, un pomeriggio in biblioteca: c'era anche Matilde con me, io stavo guardando nella sezione destinata al Quidditch, lei quella dedicata agli animali. Avevo trovato un libro che si chiamava "Quidditch attraverso i secoli" e stavo giusto girando l'angolo quando la ragazza mi venne incontro facendo cadere la torre di libri che teneva in mano. Si scusò per non avermi vista, ma come poteva con tutti quei libri.
«Potevi prendere il carrello invece di caricarti con tutti questi libri» dissi aiutandola a raccoglierli.
«Non lo avevo visto, ma comunque, questi li devo restituire» 
«Hai già letto tutti questi libri in solo quattro settimane di scuola?» mi rivolse un sorriso imbarazzato. Dopo aver fatto le presentazioni con Matilde, l'aiutammo a posare i vari libri al proprio posto per poi andare in Sala Grande per il banchetto. Durante il tragitto parlammo con la nuova amica per conoscerla meglio: aveva la madre strega e il padre babbano, questo faceva di lei una mezzosangue; anche per lei era il primo anno ad Hogwarts ed essendo una Grifondoro, mi stupii non averla notata prima.
«Quando leggo mi piace stare per conto mio e diciamo che leggo molto spesso» ci spiegò Gloria.
«Che ti piace leggere, lo avevamo notato» risi, seguita dalle mie amiche. Ora mi era chiaro del perché non l'avevamo notata prima. Arrivate al banchetto, presentammo la nuova amica al trio che l'accolse presentandosi uno ad uno. Gloria si sedette insieme a noi per mangiare e, appena finito, andammo tutti e sei in Sala Comune; la sua stanza era a distanza di tre porte dalla mia.

Un'altra settimana passò, Ottobre era arrivato portando con sé il freddo dell'autunno. Eravamo usciti dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure, le lezioni con il professor Allock erano una noia mortale: non riusciva a non parlare di sé stesso, vantandosi di tutte le sue imprese. Molte ragazze restavano incantate quando parlava, un po' come Matilde a tutte le lezioni di pozioni... forse preferivo il professor Piton alle lezioni di "Magicamente Io" di Allock. Posati i libri dell'ultima lezione pomeridiana in camera, accompagnammo Harry negli spogliatoi per poi assistere agli allenamenti della squadra, ma sembrerebbe che anche i Serpeverde ebbero la stessa idea. Vedendo gli avversari arrivare, Oliver Baston, Grifondoro del sesto anno nonché Portiere e Capitano della squadra, chiarì subito che il campo lo aveva prenotato lui per gli allenamenti di Quidditch ma, Marcus Flitt, Serpeverde del sesto anno nonché Cacciatore e Capitano della sua squadra, porse a Baston un permesso firmato dal professor Piton dove dava l'autorizzazione ad usare il campo per poter allenare il nuovo Cercatore della squadra Serpeverde. Baston, come il resto della squadra, restò sconcertato dalla notizia ma voleva conoscere a pieno chi avrebbe dovuto affrontare il mese prossimo durante la partita. Fu quando chiese di sapere chi fosse il nuovo Cercatore che, da dietro i compagni Serpeverde, apparve Draco Malfoy. Ma sta sempre in mezzo ai piedi questo qua? Personalmente non avevo mai visto Draco giocare a Quidditch, non potevo immaginare come se la sarebbe cavata. Scambiai uno sguardo confuso con Harry, sapeva che Malfoy lo stava facendo solo per competere contro di lui, credo che in fondo lo sapevamo tutti.

«Ma quelle sono le nuove Nimbus 2001!» Esclamò improvvisamente mio fratello. Non avevo fatto caso alle scope finora ma grazie all'esclamazione di Ron, notai che, tutta la squadra, aveva la nuovissima uscita della scopa Nimbus, erano belle da mozzare il fiato. 
«Un piccolo regalo di mio padre per la squadra» ci informò Draco soddisfatto «Al contrario di altri, noi possiamo permetterci il meglio» 
«Potete permettervi di comprare l'ammissione ma non il talento» contrabbatté Hermione. A quella risposta, sul volto di Malfoy scomparve quel ghigno da bimbo viziato che aveva, per poi diventare serissimo e rivolgersi alla mia amica in un modo che nessuno si sarebbe aspettato in quel momento: «Non mi sembra di aver chiesto il tuo parere, lurida Sanguemarcio» le rivolse con assoluto disprezzo avvicinandosi a lei. La rabbia e l'odio si impadronirono del mio corpo: «EI!» gli urlai per attirare la sua attenzione «Non provare più a chiamarla in quel modo, chiaro?» dissi facendo un passo verso di lui «o questa me la pagherai!» lo minacciai. 
«Dovresti farmi paura, Weasley?»
«Dovresti averne»
Il silenzio pervase il campo ma nello sguardo incrociato tra me e Malfoy, c'era un duello in corso che nessuno dei due voleva perdere.

Lo scontro venne interrotto dal professor Allock che si diresse verso di noi con quell'aria di superiorità e vanità che si trascinava sempre dietro: «Cosa succede qui? Via ragazzi, è una bella giornata, non mi sembra il caso di rovinarla con battibecchi futili»
«Malfoy ha insultato pesantemente Hermione, l'ha chiamata Sanguemarcio» spiegò Ron.
«Signorino Malfoy, questo è un insulto molto pesante da parte sua, ti invito a dosare le parole... D'altronde la signorina Granger è un'ottima studentessa. Ora cerchiamo di dimenticare questo inconveniente e godiamoci questa bella giornata» concluse per poi allontanarsi verso l'entrata del castello. Io e Malfoy ci scambiammo un'ultima occhiataccia prima di seguire la squadra dei Grifondoro dentro il castello e lasciare il campo ai Serpeverde. 
In attesa che iniziasse il banchetto: io, Ron, Matilde ed Harry giocammo ai Scacchi dei maghi in Sala Grande, creando un piccolo torneo tra di noi, Gloria andò in biblioteca insieme ad Hermione per leggere.

Stavo giocando la mia partita contro Harry quando sentii delle voci e delle risate familiari che provenivano dal corridoio fuori la Sala: c'erano Malfoy, Pansy Parkinson, ed una ragazza che non avevo mai notato fin'ora: alta, magra, capelli ricci molto lunghi di colore nero e occhi grigio-nocciola che risaltavano sul suo viso. Probabilmente il gruppetto stava prendendo in giro qualcuno, come al solito, e non mi stupidi vedere che era Neville Paciock, un nostro compagno Grifondoro nonché amico di mio fratello, di Harry ed Hermione.
«Che sta succedendo qui?» dissi avvicinandomi al trio Serpeverde. La prima a parlare fu proprio la sconosciuta ragazza, che, dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi, si rivolse alla Parkinson e chiese: «Pansy, lei chi è?»
«Vedi Meg, lei è Clara Weasley, l'unica Weasley che il Cappello Parlante voleva smistare tra i Serpeverde» rise, come se avesse appena detto qualcosa di spiritoso.
«Weasley? La famiglia che disonora il nome di maghi lavorando sui babbani? Mia madre deve avermene parlato qualche volta»
Non so da dove uscisse fuori questa qua, ma di certo, non poteva sbucare dal nulla e insultare la mia famiglia come se nulla fosse, ma non posso attaccare il nemico senza prima conoscerlo: «E tu chi saresti, scusa?» chiesi freddamente.
«Oh scusa, non mi sono presentata, io sono Megan Lestrange, figlia di Bellatrix e Rodolphus Lestrange e cugina di Draco»

Mi stupii a quella notizia: non sapevo che Malfoy avesse una cugina, tanto meno che sua zia Bellatrix avesse avuto una figlia. 
«Guardandoti meglio, ci assomigli molto a tua madre. Hai preso tutto da lei, suppongo» era vero, le assomigliava molto, ma non mi riferivo solamente al suo aspetto fisico: sapevamo tutti che Bellatrix Lestrange aveva qualche rotella fuori posto e che ora è prigioniera ad Azkaban a non creare problemi.
«Beh, non posso dire altrettanto di te» disse lei guardando prima me e poi Ron «Non assomigli molto al resto della tua famiglia» aggiunse.
«Quello non è un problema, sono gli ideali che contano»
«E quali valori possono averti passato i Weasley?» rise Megan, poi guardò Malfoy e Pansy e aggiunse: «Il cappello voleva mettere questa qua tra di noi?» in seguito tutti e tre presero a ridere, finché Malfoy disse «Non sarebbe mai potuta diventare una Serpeverde, lei è troppo buona, troppo... ingenua, per essere una di noi»
La rabbia dentro di me cresceva sempre di più, non potevo sopportare che tre bimbetti che giocavano a fare i bulli, se la prendessero con la mia famiglia. Non so come facessi a contenermi così tanto, forse perché prima gli insulti passavano attraverso me o semplicemente cercavo di non abbassarmi ai loro livelli e dargli soddisfazione. 
«Beh, può essere ingenua quanto vuoi, ma devi ammettere che è più sveglia lei, che quei tonti dei Weasley che ha per fratelli» insultò Pansy, ma lo sbaglio suo fu il rivolgersi direttamente alla mia famiglia, invece di prendere di mira me.

In quel momento non capii più nulla, un odio e una rabbia tremenda si fecero largo in tutto il mio corpo senza più riuscire a contenersi. Corsi incontro alla Parkinson, l'afferrai per il collo e la sbattei contro la parete del corridoio sotto gli occhi increduli di tutti «Se solo osi insultare di nuovo la mia famiglia Parkinson, giuro che ti uccido con le mie stesse mani!» mi avvicinai ancora di più al suo viso «E fidati, non ho bisogno di una bacchetta per farlo!» la lasciai andare così lei cadde a terra.
Megan mi guardò, un misto di quello che credetti fosse stupore, ammirazione e un leggero timore, poi parlò: «Devo dire che ti avevo sottovalutata Weasley, sai? Non sei così ingenua, sei molto sveglia»
«Prova a dirlo anche a tuo cugino e alla tua amichetta che, a quanto pare, non l'hanno ancora capito. Ora lasciate in pace Neville e andatevene da qualche altra parte» nel mio tono di voce si poteva percepire molta rabbia, probabilmente sarà stata quella che li fece andar via o sicuramente, avrà contribuito.
«Questa volta hai vinto Weasley, ce ne andiamo» disse Megan, per poi lanciarmi un'occhiata di sfida, che io ricambiai. La vidi voltarsi e andare via con Malfoy e Pansy ai lati che la seguivano. Quella ragazza era qui da poco, a quanto avevo capito, ma già si faceva rispettare e già era riuscita a farsi seguire dal "ragazzo alfa" dei Serpeverde e da Pansy, che sembrava voler fare la parte della leader senza riuscirci, ovviamente. 
«Tutto bene, Neville?» chiese mio fratello. 
«Sì, sto bene, grazie. Clara, sei stata fantastica!» 
Ringraziai Neville per il complimento e rientrammo in Sala Grande. Nonostante i miei amici e mio fratello mi guardavano con aria curiosa e incredula, immaginavo quale fosse il loro pensiero principale: "Questa Megan, quando è arrivata?", probabilmente da poco, ragionandoci bene, altrimenti sì sarebbe fatta vedere prima.

Matilde's Pov
Dopo la "piccola" scena di aggressione verbale e fisica avvenuta tra Clara, Megan e compagnia bella, eravamo molto sorpresi dalla reazione di Clara: sapevamo che era una che avrebbe fatto di tutto per proteggere la famiglia, ma non ci aspettavamo che sarebbe arrivata a fare una minaccia di morte. E' stata fantastica, questo lo ammetto, ma faceva davvero paura in quel momento. Ricominciammo a giocare a scacchi. Clara mi aveva raccontato che Ron era bravo, in realtà mi aveva raccontato molto su di lui, ma non immaginavo che fosse davvero così bravo.
«Uffa! Ma come fai a vincere sempre?» chiese Clara sconfortata.
«Okay, ora tocca a me. Quando andavo alle elementari ero la più brava, chissà se mi ricordo ancora come si vince» dissi con tono di sfida giocoso mentre prendevo posto di fronte a Ron.
«Mi stai sfidando per caso?» mi domandò «Vediamo cosa sai fare allora» mi sfidò.
«Di sicuro batterti» lo sfidai a mia volta.
In quel momento si avvicinarono Fred e George, fratelli gemelli di Ron e Clara. Non li conosco molto bene ma per quello che ho potuto vedere in questo primo mese di scuola, mi stanno molto simpatici, facevo un po' di fatica a riconoscerli a volte, ma stavo imparando.
«Qui c'è aria di sfida» esclamò Fred, lo riconobbi dalla "F" ricamata nella maglietta.
«Noi tifiamo per te, Matilde!» mi incoraggiò George.
«Ei, ma io sono vostro fratello, dovreste tifare per me!»
«Appunto per questo tifiamo per lei. Che abbia inizio la partita!» informò Clara e la partita iniziò. Ora che ci stavo giocando contro, potei notare meglio la sua bravura.

Come la partita tra Clara e Ron aveva già dimostrato, lui era piuttosto bravo a scacchi, non fu facile giocare contro di lui senza perdere tutti i pezzi ma, malgrado la sua vittoria nella prima partita, mi ero difesa piuttosto bene. 
«Devo farti i miei complimenti Matilde, nonostante tutto, ti sei difesa bene, niente male» mi disse Ron, e Fred aggiunse «È vero, il nostro fratellino è piuttosto bravo, ma non te la sei cavata male». Sorrisi ai miei amici e dissi «Ron, posso avere la rivincita?» e lui annuì. Ricominciammo a giocare, questa volta con migliori risultati da parte mia «Scacco Matto, Ronald Weasley!» dissi esultando, mi alzai e gli andai vicino.
«Abbiamo una nuova campionessa adesso!» esclamò George. Ron cercò di difendersi cercando di farci credere che lo aveva fatto apposta per farmi vincere, ma si vedeva che, questa volta, era in difficoltà. Gli spettinai i capelli scherzosamente e poi dissi: «È stata dura, lo devo ammettere, ma non così tanto da perdere nuovamente» risi.
Ron, ormai coscienzioso di non poter più negare l'evidenza, disse: «Ok sei stata molto brava, lo devo ammettere» confessò con sorriso.
Passammo il resto del pomeriggio a giocare a scacchi, l'ultima partita, tra me e Clara, finì in stallo, cioè in parità. Poco dopo, il banchetto iniziò ed anche Gloria ed Hermione, che erano state in biblioteca fino a quel momento, fecero il loro ingresso in Sala Grande e salutarono tutti noi con un sorriso e un cenno del capo, poi iniziammo a mangiare tutti insieme.

Come sempre era tutto buonissimo. Scambiammo qualche chiacchiera mentre mangiavamo.
Dopo la cena, uscii dalla Sala Grande, ma non tornai in Sala Comune, non era ancora così tardi, ed io avevo bisogno di stare un po' da sola. Ero felice di avere finalmente un'amica, come Clara, su cui potessi contare ma a volte il passato ritorna ed in momenti come quello, preferivo restare sola con i miei pensieri. Mentre camminavo, per recarmi al Lago Nero, che di sera era piuttosto solitario e silenzioso, sentii dei passi dietro di me e quando mi girai, vidi mio fratello, Cedric, che disse: «Ciao sorellina, tutto bene?» chiesto da lui risuonò molto strano, era raro che mio fratello si interessasse a me sotto questo punto di vista.
«Ciao Ced. Sì, sto bene, tu?» 
«Sì, anch'io. Ascolta, io so che non siamo molto uniti, e questo dipende anche e soprattutto dal mio modo di essere, ma mi dispiace. Sei mia sorella e vorrei avere un bel rapporto con te». In quel momento non riuscivo a crederci: Cedric non aveva mai provato a parlarmi, se non per darmi fastidio o per prendermi in giro, malgrado, come anche lui aveva rilevato, ero sua sorella. In quel momento annuii semplicemente e ci dirigemmo al lago.

Arrivati, ci sedemmo sulla sponda e, con le leggere e piccole onde del lago che urtavano delicatamente contro la riva come sottofondo, dissi: «Non è che cerchi di fare colpo su Clara tramite me, vero?» 
«Cosa? No! Anche perché non ne avrei bisogno» ecco che esce fuori il pavone che c'è in lui, ma capii che la mia domanda lo aveva preso alla sprovvista.
«Non credere che sia così facile conquistare Clara, soprattutto per te» Ovviamente ero a conoscenza della cotta di Clara per mio fratello, ma conoscendola, sapevo che non si sarebbe gettata ai suoi piedi, e Cedric avrebbe dovuto sudare sette camicie per riuscire a conquistarla.
«Questo lo so. È una tipa tosta e questo mi piace» disse con sorriso.
Non serve essere un genio per capire che non era solo la testardaggine di Clara ad attirare le sue attenzioni, solo che era troppo orgoglioso per ammetterlo. Decisi di non aggiungere altro, anche perché non sarei arrivata a nulla. Parlare con mio fratello, per la prima volta, non mi dispiacque, mi aveva fatto stare bene in quel momento. Restammo lì per un altro po', stava incominciando a fare molto freddo quindi rientrammo e ognuno andò verso la propria Sala Comune.

La prima settimana di Ottobre passò rapida, anche la seconda sembrò volatilizzarsi. Era il secondo sabato del mese e nonostante la pioggia, Harry era al campo di Quidditch per gli allenamenti, mentre noi stavamo al calduccio di fronte al camino in Sala Comune.
«Certo che Baston poteva anche saltare gli allenamenti per oggi» commentó Hermione.
«Sembrerebbe molto motivato a vincere» fece notare Ron.
«Non potrà nemmeno giocare se avrà i compagni ammalati, però» precisò Clara.
Io me ne stavo seduta sulla poltrona a leggere un libro che avevo preso in biblioteca il mese scorso, quando io e Clara incontrammo Gloria per la prima volta. Guardai l'orario, gli allenamenti sarebbero dovuti finire quindici minuti fa, e ancora non era arrivato nessuno. Dopo una decina di minuti, ecco che Harry fece finalmente il suo ingresso in Sala: era inzuppato di acqua piovana e aveva i capelli tutti arruffati. Andò in camera a cambiarsi e dopo un po', scese per riscaldarsi con noi davanti al camino, sedendosi vicino a Clara che aprì la coperta che teneva sulle spalle, per avvolgere anche lui.
«Oggi Oliver non ci ha dato tregua» spiegò «Sono distrutto! La cosa peggiore è che, mentre venivo qui, ho incontrato Nick Quasi Senza Testa e mi ha invitato al suo complemorte, insieme a voi due» disse rivolgendosi a Ron ed Hermione.
«Complemorte?» Ron sembrò analizzare un attimo questa parola «Chi è che festeggia il giorno della propria morte? È una cosa così macabra!» esclamò infine.
«È un fantasma, Ron, credo che per loro sia normale, dopotutto che senso ha festeggiare il giorno della loro nascita se sono defunti. Teoricamente, il giorno della loro morte, sarebbe come il giorno di una nuova nascita» gli feci notare.

Dopo una prima riflessione sulle mie parole, mi diede ragione.
«E quando sarebbe la "festa"?» chiese Hermione.
«Il 31 Ottobre, la notte di Halloween» Informò Harry
«Ma ci sarà la festa in Sala Grande, ve la perderete!» si dispiacque Clara.
Mi dispiaceva che i nostri amici non potessero partecipare alla festa di Halloween con noi ma è anche vero che ogni promessa è debito, ed Harry aveva promesso che ci fossero stati. Fatta ora di cena, andammo al banchetto: io mangiai il minimo indispensabile, Clara ed Hermione mangiarono tranquillamente ed Harry e Ron divorarono buona parte del cibo, come era solito fare soprattutto per Ron.

Clara's Pov
Stavo a tavola con i miei amici e mangiai la mia solita quantità di cibo, mentre il mio migliore amico e mio fratello si davano alla pazza gioia. Per Harry era giustificabile perché aveva avuto gli allenamenti, ma Ron sembrava un pozzo senza fondo perenne. L'unica a mancare all'appello era Gloria, non l'avevo vista da tutto il giorno ed è impossibile che rimase in biblioteca tutto questo tempo.
«Io me ne vado in camera» informai i miei amici che stavano ancora mangiando «Buonanotte» e ricambiarono il saluto. Mi stavo dirigendo verso la mia Sala Comune quando un brivido mi trapassò la schiena e sentii una voce: «Vieni...vieni da me...» era una voce che gelava il sangue, fredda come il ghiaccio, velenosa da togliere il respiro. Mi fermai, tesi l'orecchio e scrutai attentamente il corridoio deserto. Proseguii, restando vigile con la mano tesa verso la bacchetta. Un'altro brivido mi corse lungo la spina dorsale «Vieni... ti perseguiterò... ucciderò... vieni da me...»
Non riuscivo a capire da dove provenisse quella voce sibilante e agghiacciante, sembrava assorbita dalle pareti e rimbombare lungo tutto il corridoio riempendo la mia mente e agghiacciando il mio corpo.

Cominciai a correre, cercando di sfuggirle o trovare la fonte per poter porre fine a quello strazio, ma l'unica cosa che accadde fu uno scontro tra me e Gloria appena girai l'angolo del corridoio. 
«Gloria! Mi hai fatto prendere un colpo!» 
«Scusa Clara, ma perché correvi?» mi chiese tenendo la testa bassa. 
«Ho sentito una voce molto inquietante ma non c'era nessuno in corridoio, mi sono spaventata e ho cominciato a correre. Scusami se ti sono arrivata addosso» notai che la mia amica era parecchio turbata, così le chiesi se c'era qualcosa che non andava ma negò: «Sono solo stanca» 
«Ma dove sei stata? Non ti ho vista al banchetto» questa domanda sembrò pietrificarla. 
«Io... non avevo fame e sono rimasta in biblioteca» 
«Ma la biblioteca sta dall'altra parte del corridoio» le feci notare 
«Si, lo so... Volevo sgranchirmi un po' le gambe e nel frattempo sono andata in bagno» mi spiegò. Poteva sembrare anche un fatto ragionevole, ma a me qualcosa non tornava: non mi sembrò convinta al cento per cento quando rispose alle mie domande, ma decisi di sorvolarci per ora e andare in dormitorio per starmene calda, comoda e al sicuro nel mio letto. Tornando in Sala Comune insieme a Gloria, restai comunque vigile e con orecchie ben tese, nel caso dovessi sentire nuovamente quella voce mentre, la mia amica, camminava a testa bassa.

Con passo molto svelto, arrivammo ed entrambe filammo dritte in camera.
Decisi di farmi una bella doccia calda per rilassare tutti i muscoli e i nervi, mi misi il pigiama, e fu quando mi gettai sul letto che arrivarono Hermione e Matilde.
Mentre loro si sistemavano per la notte, raccontai cos'era successo qualche minuto prima in corridoio. 
«Forse è stata solo una tua impressione Clara, dovuta dalla stanchezza magari» si espresse Hermione mentre si rimboccava sotto le coperte. 
«Sarà... Buonanotte ragazze» spegnemmo le luci immergendo le teste stanche nel cuscino. Io ero sicuramente stanca morta, ma non credevo che la voce potesse essere frutto della mia immaginazione, era troppo spaventosamente vera

   
 
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