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Autore: LaTuM    10/01/2022    1 recensioni
Deku è morto.
Izuku è vivo.
...ma a che prezzo.
*
Katsuki va a trovare Izuku.
[future!fic | possibili manga spoiler]
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: Boku no Hero Academia non mi appartiene e non scrivo a scopo di lucro.


Quando muore un Eroe



“Kacchan…” disse la voce rauca di Izuku alla vista – inaspettata – dell’amico davanti alla porta di casa sua.

“Non mi fai entrare, Deku?”

Izuku abbassò il capo, come se sentirsi chiamare con quel nome equivalesse a una stilettata nel cuore. Però non disse nulla e si spostò leggermente di lato, consentendo al biondo di entrare nel suo modesto appartamento.

Katsuki sbatté gli occhi un paio di volte, cercando di abituarsi al buio, nonostante fosse pieno giorno (e fuori ci fosse il sole), le finestre erano completamente oscurate, poteva intuire che sul piccolo ingresso si affacciavano la porta del bagno e della camera da letto sulla sinistra, mentre un’altra porta dava sul salotto. Vide un lieve raggio di luce illuminare il pavimento, segno che forse una finestra era stata lasciata (o dimenticata?) non oscurata, per il resto le uniche fonti luminose dell’appartamento erano i due schermi del computer su cui stava presumibilmente lavorando Izuku e quello della televisione, che trasmetteva semplicemente una salvaschermo preimpostato. C’era odore di aria viziata, un vago sentore di cibo cucinato molte – troppe – ore prima e una volta abituatosi al buio Katsuki poté vedere che se il tavolo da pranzo era diventato una scrivania, il tavolino davanti al divano era invaso di tazze, bicchieri, un piatto e quattro bottiglie di alcolici e super alcolici differenti oramai inesorabilmente vuote.

“Vuoi fare colazione?” domandò Izuku schiarendosi la voce, come se le sue corde vocali non fossero ancora pronte a lavorare.

“Sono le tre del pomeriggio...” constatò il biondo osservando l’altro: non riusciva a distinguere bene l’espressione sul suo viso, ma indossava un vecchio pigiama e una vestaglia di pile di All Might dall’aria calda e morbida.

“Ti ho svegliato?”

“No, ero sveglio. Mi stavo solo riposando…”

Katsuki storse le labbra ma entrò in salotto andando a sedersi sul divano verde sommerso di cuscini con i vari loghi dei suoi Hero preferiti (All Might, Dynamight, Shoto e persino Red Riot) e da un paio di coperte. Aveva tutta l’aria di essere un nido.

“Non aspettavo visite” mormorò Izuku giustificando così il disordine che non aveva però la minima intenzione di mettere a posto. Nemmeno le bottiglie vuote.

“Mi pare evidente...” constatò Katsuki riuscendo a distinguere meglio il volto dell’altro grazie alla luce che emanava lo schermo del televisore. Era pallido, le occhiaie profonde, l’espressione stanca e lo sguardo intontito, segno che probabilmente stava ancora smaltendo il contenuto delle bottiglie.

“Non le ho aperte ieri sera… ho solo finito quello che era rimasto dentro. Poca roba...” siegò Izuku, intuendo i pensieri del biondo.

“Un bel mix per avere mal di testa per i prossimi due giorni” disse Katsuki osservando le etichette.

Izuku si limitò ad alzare le spalle e andò in cucina ad accendere il bollitore mentre si preparava quello che aveva tutta l’aria di essere del caffè solubile di scarsa qualità.

L’aria era pesante e Katsuki si sentiva soffocare, non capiva come riuscisse Deku a rimanere in quella casa senza avere un attacco d’asma. O di panico.

“Non credi sia il caso di aprire a finestra?”

“No, sto bene così...”

“Tzè… se questo lo chiami star bene.”

Izuku sbuffò infastidito.

“E’ ovvio che non sto bene Kacchan. I giorni in cui lavoro sono i più difficili, soprattutto quando ne ho così tanti di fila. Di solito riesco a distarmi a sufficienza, ma quando rimango da solo…”

“Perché sei tu a voler restare da solo. Ti abbiamo detto tante volte di-”

Izuku non lo lasciò finire,

“Di cosa? Di uscire con voi? Di unirmi a voi? Di sentirvi parlare delle vostre gesta da Pro Hero quando io dopo undici anni di duro lavoro, in cui avevo finalmente fatto mio One for All e tutto quello a cui questo mi aveva portato ad affrontare, un giorno mi sveglio e improvvisamente, nel mezzo di un inseguimento, il mio Quirk SPARISCE. L’ho sognato tante di quelle volte quel momento, ho sognato le vestigia che mi parlavano e che mi dicevano che oramai, il tempo di One for All era finito. Undici anni di sacrifici, di impegno, di felicità per aver finalmente realizzato il mio più grande sogno e ora non sono niente. NIENTE!” disse Izuku con la voce spezzata dalle lacrime e dal pianto “Come posso stare in mezzo a voi, vedervi felici ed orgogliosi di quello che siete diventati mentre io sono tornato indietro a essere meno di quello che ero prima. Non mi è rimasto niente solo il mio cervello da nerd che almeno mi ha garantito questo lavoro come analista di Quirk. Non sono più niente Kacchan. Non servo a più a niente. Sono tornato a essere un inutile nerd senza Quirk...”

“Deku...”

Izuku lo fulminò con lo sguardo. La stanza era buia, ma lo sguardo furioso non sfuggì a Katsuki.

“Non pronunciare più quel nome. È storia vecchia, ero diventato un Deku che non si arrende, un Hero degno di aver ribaltato il significato di quella parola… Ora non sono più nemmeno quello.”

Izuku si sedette su una sedia, palesemente stremato ed esausto, fisicamente e psicologicamente. Aveva bevuto solo due sorsi di caffè.

“Posso aiutarti in qualche modo?”

Izuku sbuffò.

“A meno che tu non abbia voglia di svuotarmi la lavastoviglie, direi che sono a posto… Sto scherzando, Kacchan.”

“Hai cibo fresco? Frutta, verdure, proteine…?”

“Sì… te l’ho detto, quando esco per andare a lavoro va meglio. Le giornate passano, il tempo scorre.”

“Aspettare che le giornate passino non è esattamente un gran modo di vivere...”

“No… ma al momento non ne conosco altri.”

“E’ passato più di un anno De- Izuku.”

“Lo so bene quanto tempo è passato, ma questo non mi consola, sai? Ho perso tutto quel giorno Kcachan. Tutto. E sai perché è peggio di quando andavamo alle medie? Perché ai tempi mi rifugiavo nei sogni, mi nutrivo della speranza che prima o poi anch’io sarei potuto diventare un eroe. Adesso non ho nemmeno più la speranza, so cosa vuol dire essere un eroe. Lo sono stato e so che tante persone sono vive grazie a me” disse con fierezza “E che io sono vivo grazie a loro” aggiunse facendo un cenno del capo in direzione di Katsuki, memore delle cicatrici che più volte gli aveva visto portare con fierezza perché quello era stato il suo primo vero atto di eroismo, quello che aveva cancellato le sue colpe, perché non aveva pensato, il suo corpo si era mosso da solo, disposto a sacrificarsi per salvare l’amico.

“Hai salvato tutti noi...”

“E tu hai salvato me… Ma sono stato fortunato sai. Ho vissuto undici anni felice e, a differenza di quanto accaduto a All Might che ha dovuto lottare fino all’ultimo prima che il fuoco di One for All si spegnesse, a un certo punto l’interruttore si è spento. Non è stato doloroso. Non fisicamente almeno.”

Katsuki non ebbe la forza per dire nulla, rimase semplicemente fermo in silenzio sul divano a osservare l’amico che si passava le dita sulle cicatrici della mano destra, quelle cicatrici che aveva sempre utilizzato come monito di non esagerare, ora non facevano altro che ricordargli quello che era e che non sarebbe stato mai più. Nemmeno il Quirk di Eri aveva potuto aiutarlo perché lui era nato Quirkless e One for All era stato solo un prestito che alla fine aveva dovuto restituire.

“Sei più andato a trovarlo?” domandò Katsuki senza bisogno di specificare a chi si stesse riferendo.

“Dopo un anno e mezzo ho ricevuto una sua chiamata e sono andato l’altro ieri… questo è il risultato” disse il ragazzo alludendo alle bottiglie vuote e al suo stato pietoso di cui era fin troppo consapevole “Non è colpa sua, affatto, anzi… mi ha fatto piacere vederlo forse proprio perché lui è l’unico che capisce veramente cosa sto provando. Ma proprio per questo fa ancora più male. Lui si è aggrappato al suo lavoro alla UA e a me, è riuscito ad andare avanti e ritrovare un suo equilibrio, ma non è stato facile. Ora tocca a me capire cosa fare. Il lavoro è una distrazione, anche se si tratta di analizzare Quirk comunque è una cosa che ho sempre amato fare e riesco a farlo bene… ma poi i ricordi bussano. Ci sono giorni buoni e ci sono giorni meno buoni.”

Katsuki abbassò il capo. Non poteva capire, non poteva offrirgli il minimo conforto. Lui era nato con un Quirk potente che era sempre stato suo, per anni aveva odiato Izuku perché sapeva che pur essendo un Quirkless era comunque più forte di lui e con una forza di volontà capace di muovere mari e monti. L’aveva tormentato per anni, poi era maturato, aveva capito e gli aveva chiesto scusa, ma ora non poteva offrirgli nulla, perché lui rappresentava tutto ciò che Izuku amava a che non poteva più avere. Forse aveva sbagliato ad andare a trovarlo… le bottiglie sarebbero sicuramente aumentate quella sera.

E sarebbe stata colpa sua, ancora una volta.

Izuku fece un respiro profondo e sollevò un bracciò, annusandosi i vestiti.

Credo sia il caso di andare a farmi un bagno...” mormorò.

Si, potrebbe essere una buona idea” disse Kacchan alzandosi dal divano, comprendendo che l’amico gli stava gentilmente chiedendo di andarsene.

E’ stato bello rivederti Izuku...” disse poi allungando una mano che Izuku guardò con nostalgia prima di afferrarla e alzarsi dalla sedia per accompagnarlo alla porta.

Stammi bene Kacchan” disse Izuku aprendo la porta. Non un saluta tutti, a presto, ci vediamo… Solo un stammi bene.

Anche tu” rispose prima di uscire sul pianerottolo, investito da tutta la luce a cui non era stato concesso l’ingresso in casa dell’amico.

Katsuki sospirò prima di scendere le scale che lo avrebbero condotto fuori dall’edificio.

Aveva fallito.

Avrebbe voluto salvarlo, però di Deku non era rimasto altro che cenere.

Izuku era ancora vivo, ma a che prezzo.


Note dell’autrice:

Avevo scritto anni fa Alles Verloren, una long con un tema simile su Harry Potter… replicare con un’altra long mi sembrava assai poco originale, però ci tenevo a esplorare un frammento di questa possibile perdita dei poteri da parte di Izuku.

   
 
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