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Autore: MIV93    10/01/2022    2 recensioni
La storia di "Our Hero Academia" narra di 3 nuove studentesse ritrovatesi, per i motivi più disparati, a frequentare la U.A. High School. L'arco narrativo segue quello della storia ufficiale e si intreccerà con la vita delle nuove tre studentesse con nuove e vecchie avventure.
[Raiting giallo: presenza di un linguaggio volgare] [Coppie HET] [OC] [OCC per togliere le paranoie] [Fanfiction scritta a più mani] [SPOILER dal capitolo 8]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 11
 
In this town we call home
Everyone hail to the pumpkin song
In this town, don't we love it now?
Everybody's waiting for the next surprise
Round that corner, man hiding in the trash can
Something′s waiting now to pounce, and how you′ll
Scream! This is Halloween
Red 'n′ black, and slimy green
[This Is Halloween - Nightmare Before Christmas]
 

 
“NO, NON è COSì, CAZZO! DEVI RIPORTARE QUESTO QUI E POI SOMMARE QUESTI DUE NUMERI QUA! DIO! COME CAZZO È POSSIBILE CHE TI ABBIANO AMMESSO ALL’UA, TESTA DI PIETRA!?”

Bakugou urlava ormai da buoni venti minuti contro Kirishima, che si stringeva a Katsuro in cerca di difesa. Il ragazzo, ormai all’ultimo anno di scuola, si era offerto di aiutare, su invito della sua ragazza, Kokoro, Atsuko, Reiko, Hino, Kirishima e Bakugou con gli studi per la parte teorica dell’esame e si era messo con dedizione a spiegare concetti a Kirishima… che però non sembrava davvero molto attento.

Katsuro, pur disperato dalla poca propensione a imparare del ragazzo, aveva tenuto duro e non si era permesso di urlargli contro, Bakugou invece, che aveva dimostrato di non aver alcun bisogno di studiare ulteriormente per essere pronto all’esame, si era dimostrato ben più spietato.

“Avanti, Bakugou-kun… prima o poi capirà come fare quest’equazione, no? Anche io ho difficoltà in matematica, ma piano piano ci si riesce!”

“PIANO PIANO UN CAZZO! SIAMO QUI DA QUATTRO ORE! E NON VOGLIO STARE ALTRE QUATTRO ORE RINCHIUSO NELLA STANZA DELLA RAGAZZA ANIMALE IN COMPAGNIA DELLA NANA ELETTRICA!”

“EHI! PENSA AGLI AFFARI TUOI E NON METTERMI IN MEZZO!” sbraitò di rimando Reiko, che con le altre ragazze stava finendo di risolvere gli esercizi. Atsuko, che si era dimostrata la più preparata, dava suggerimenti e consigli alle altre tre amiche, che pure, nonostante le difficoltà, non sembravano in crisi quanto il povero Kirishima.

In realtà, Atsuko non sapeva cosa pensare di quel pomeriggio così movimentato: non aveva fatto mai entrare così tanta gente in casa sua e nella sua camera e, anche se aveva nascosto tutti i documenti relativi alla tragica fine di suo padre e il resto delle attrezzature da detective che aveva recuperato dai vecchi oggetti del defunto genitore, era tanto felice di avere gli amici in casa sua quanto agitata nell’esporre così apertamente il suo privato.

Ma i suoi amici, specie i tre ragazzi unitisi al gruppo, sembravano troppo impegnati a sbraitare per badare al suo privato, o comunque non importava loro granché quale oscuro segreto potesse covare Atsuko. Erano tutti ben consapevoli di avere ognuno un suo passato problematico e un trascorso, anche molto recente, piuttosto burrascoso, quindi forse il passato di Atsuko non era così dissimile dalle vicissitudini di tutti gli altri compagni di scuola. E Atsuko trovava tutto questo molto più “rilassante”. Abbassare le difese della propria intimità si era rivelato meno problematico del previsto, escludendo che proprio nel momento in cui pensava a questo Bakugou e Reiko stavano bruciacchiando il pavimento della sua stanza a suon di scintille e piccoli scoppi.

“Ragazzi, potreste fare attenzione? Casa mia non è ignifuga…”

“Ehi! Ha scritto Momo-chan! Vuole che ci incontriamo il prossimo sabato per…” esordì Kokoro, ma Reiko urlò una serie di insulti così rumorosi verso il biondo che tutti gli altri suoni sembrarono come sparire.

“Ehm… - disse timidamente Hino mentre Katsuki e Reiko si fissavano malissimo ma in silenzio, sotto gli occhi esterrefatti di tutti – quindi ci dovremmo incontrare sabato con gli altri?”

“Si! Ecco, si! – disse tutta imbarazzata Kokoro, facendo vedere il suo cellulare – è per un allenamento fisico! Penso ci saranno quasi tutti… che facciamo? Ci andiamo?”

“Fate come cazzo volete, io sabato ho da fare e non ho voglia di studiare ancora con delle teste di rapa…”. Reiko, furibonda, cominciò a raccogliere le sue cose e si preparò a lasciare la stanza.

“Ma non è per lo studio, dovrebbe essere una sessione di…” cercò di dire Kokoro, ma Reiko, ancora fissando in cagnesco Bakugou, aprì la porta della stanza: “Non me ne frega niente!”

Kokoro sobbalzò e per un attimo rimase quasi offesa da quella reazione, quindi un po’ triste armeggiò col cellulare: “Vabbè, io ti inoltro il messaggio di Momo-chan, se vuoi raggiungerci trovi tutti i dettagli lì, penso ti potrebbe interessare… - Kokoro quindi, seppur con qualche indecisione, fece un timido sorriso – Io penso che ci andrò, potrebbe essere divertente!”

“Si, allenarci con gli altri potrebbe essere stimolante! Almeno faremo pratica con qualcuno con cui non siamo abituate ad avere a che fare” disse Hino, annuendo e sorridendo a Kokoro.

“Seh seh, come volete voi, mandatemi tutto e poi vi dico, ora devo proprio andarmene… ho la nausea…” disse sgarbatamente Reiko, rivolgendo però alle ragazze uno sguardo rammaricato, nonostante la rabbia che ancora provava per Bakugou in quel momento.

Tutti i presenti, meno che Bakugou, la salutarono e il suo cellulare emise il suono di un messaggio arrivato, ma non ci badò e cancellò la notifica appena fu per strada.

“Ma chi me l’ha fatto fare… come mi è venuta l’idea di chiedere aiuto a quel bastardo?” ringhiò sottovoce Reiko, camminando solitaria per strada, ripensando a cosa era successo solo pochi giorni prima e a come aveva effettivamente preso già un impegno per il sabato successivo…
 
[...]


Inizio Flashback

“Hai tanto criticato il mio modo di combattere al festival - disse la rossa con una punta di irritazione nella voce - allora fammi vedere come posso migliorarmi, sempre se ne sei capace” concluse, incrociando le braccia al petto.

Le lezioni erano appena finite e Reiko si era ritrovata, dopo numerosi litigi interiori, a chiedere a Bakugou un favore.

“Ah? Aiutarti? Perché dovrei?” chiese con voce graffiante, mentre un ghigno divertito compariva sul suo volto.

“Perchè sei il più forte…Avrei detto, se fossi stata un’altra ragazza... - concluse infine facendogli un sorriso a dir poco falso - ma non lo sono, quindi ti chiedo un aiuto e basta”.

Non era stata diretta nel dirgli quelle cose, non era da Reiko farlo, ma Bakugou aveva capito.

“Sabato pomeriggio. Vedi di non farmi incazzare arrivando in ritardo” concluse il giovane, mentre Reiko lasciava la presa per lasciarlo andare via.

Fine flashback
 
E così Reiko si era ritrovata e chiedere una mano a Bakugou. La cosa era stata più semplice del previsto e il ragazzo non aveva dato grossi problemi con quella richiesta. Era davvero buffa quella situazione. Reiko aveva iniziato a frequentare la U.A. odiando fin dalle selezioni Katsuki, mentre ora, a nemmeno troppo tempo di distanza da quel giorno, si era ritrovata a chiedergli una mano. Gli screzi non erano proprio finiti, ma era indubbio che molte cose erano cambiate in poco tempo.
La giovane aveva prenotato la palestra, omettendo la presenza di Katsuki, per potersi allenare nei combattimenti corpo a corpo, dove appunto era carente. La zona di allenamento non era grandissima, ma era coperta e piena di finestre, abbastanza grandi da poter illuminare l’intero locale senza dover accendere le luci.

L’appuntamento, per l’allenamento, era stato fissato al sabato pomeriggio, giorno in cui non c’erano le lezioni.

“Muoviti, vieni qui” le ordinò lui posizionandosi al centro della stanza. Indossava dei pantaloni grigi che ricadevano morbidi e una canotta senza maniche color nero, abbastanza aderente da lasciar intravedere il fisico ben allenato del ragazzo.

Tra un’occhiataccia e la voglia repressa di mandarlo a quel paese, Reiko si portò di fronte a lui. L’abbigliamento della giovane non si distanziava troppo da quello del giovane: indossava un paio di pantaloni neri abbastanza aderenti e una canotta color pesca, mentre i capelli erano raccolti in una coda di cavallo per essere meno ingombranti.

“Attaccami” disse senza particolari emozioni nel tono della voce.

Reiko non se lo fece di certo ripetere due volte, scattò in avanti per attaccarlo con un pugno destro dritto in volto. Bakugou si spostò di lato, portandosi parallelamente al suo pugno, poi afferrò il braccio della ragazza per bloccarla e successivamente si portò alle spalle di lei, per spintonarla in avanti con l’altra mano libera.

“Che cazzo ti servono due braccia e due gambe se fai affidamento solo a una mano?” chiese a quel punto, notando fin da subito che la ragazza lo aveva attaccato con un solo braccio senza sfruttare poi i restanti arti per contrattaccare.

“Ma che dia..”

“Attaccami” proseguì lui senza lasciarla finire di parlare.

Reiko scattò verso la destra di Katsuki, per poi eseguire una finta all’ultimo secondo e scattare alla sua sinistra, ritrovandosi sul fianco sinistro del ragazzo. A quel punto mollò un calcio verso la schiena di Bakugou, ma quest’ultimo lo intercettò subito e lo parò con il braccio destro. Katsuki si portò affianco di Reiko per colpirla con un pugno, ma lei riuscì a parare il colpo portando entrambe gli avambracci di fronte al suo viso. Per sua sfortuna però, la strategia del giovane era un’altra: dopo aver distratto la rossa con quel pugno frontale, e facilmente intercettabile, portò la sua gamba dietro al ginocchio della giovane per farle cedere i legamenti con una leggera pressione e facendola cadere per terra.

“Cazzo, ma sei addormentata?” sbottò lui mentre la osservava dai suo 1.72m di altezza.

“Non sono consigli questi!” risposte lei stizzita.

“Devi cercare di prevedere cosa farà il tuo avversario, non devi semplicemente attaccare a caso. Colpisci i suoi punti deboli e devi allenarti ad essere molto più veloce senza il tuo quirk” concluse lui, facendole il gesto di riprovare ad attaccarlo.

“O… ok”

Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Non si sarebbe mai aspettata un Bakugou dannatamente tranquillo e paziente, senza contare che le stava dando veramente una mano.

Reiko scattò in avanti, per la terza volta, iniziando lo scontro con una raffica di pugni al limite della sua velocità. Bakugou si limitò a schivarli spostando rapidamente la testa da destra a sinistra, finchè non decise di contrattaccare con un pugno frontale, che lei riuscì ad evitare per un soffio. Reiko afferrò il braccio di Katsuki, ma quest’ultimo fu più veloce di lei e la trascinò con quello stesso braccio contro di lui, voltandole le spalle contro il suo petto e avvolgendole un braccio intorno al collo per immobilizzarla.

“M..mi fai male” ringhiò la Rossa mentre cercava di divincolarsi da quella presa.

Per tutta risposta Katsuki le afferrò l’altro braccio e glielo porto dietro alla sua schiena per bloccarglielo, lasciandole come spiraglio solo un altro braccio.

“Cerca di liberarti - gli rispose lui facendo ancora più pressione sul collo e sul braccio - Se usi il tuo fottuto quirk te lo spezzo il braccio” sbottò poi, non appena vide una scintilla rossa comparire in una delle due piccole antenne poste sulla testa di Reiko.

Per complicare ancora di più le cose, Bakugou le bloccò le gambe con le sue, per evitare che potesse utilizzarle per colpirlo.

“Non ho bisogno del mio quirk” soffiò lei mentre la morsa di Katsuki le stringeva sempre di più la gola.

A quel punto Reiko tirò una gomitata, con l’unico arto ancora libero, facendo piegare Katsuki leggermente di lato, alla fine con un colpo di reni portò tutto il suo peso in avanti per spingere l’avversario a cadere per terra assieme a lei.

“Saresti già morta in un combattimento vero” soffiò lui inviperito che, nonostante la caduta, non aveva lasciato la presa sul collo.

“Lasciami” piagnucolò Reiko tra l’irato e il divertito dimenandosi come un’anguilla con le gambe, ormai libere, e con il resto del corpo, mentre un leggero rossore sembrava colorarle il viso.

Improvvisamente la porta della palestra si aprì e la restante classe della 1-A entrò dentro. A quanto pareva quella scena aveva lasciato allibiti in molti, anche se per lo più aleggiava un clima divertito.  Non era certo cosa di tutti i giorni trovarsi proprio Bakugou, steso per terra, mentre cercava di strangolare, anche se non sembrava esattamente così, la giovane Reiko.

“Non hai risposto al nostro invito per vederti con…LUI? - chiese Kokoro mentre sgomitava sulle costole dell’amica Atsuko con tanto di sguardo da “te lo avevo detto”.

“Non ho proprio guardato il telefono..” si giustificò lei paonazza, divincolandosi un’ultima volta dalla stretta del biondo prima che quest’ultimo si decise ad allentare la presa.

L’allenamento sembrava essere finito per quei due e Reiko si trovò a fissare un paio di occhi cremisi che la stavano scrutando dubbiosi: Bakugou non sarebbe mai aspettato che la rossa potesse scegliere proprio lui al posto delle sue amiche. Kirishima gli aveva ricordato più volte di quell’incontro organizzato da Yaoyorozu, avendo capito che la litigata con Reiko l’aveva distratto non poco. Gli aveva ripetuto più volte che quel pomeriggio tutta la classe si sarebbe incontrata per una sessione di allenamento pratico, proprio in vista degli esami, ma il biondo aveva rifiutato categoricamente; non gli piacevano quelle cose di gruppo.

“Ah no? Visto quello che è successo l’ultima volta, ieri ti ho ripetuto che ci saremmo trovati con tutta la classe in palestra alle 16 per allenarci insieme” insistette Kokoro, decisamente divertita da quella situazione.

“T..ti ho detto che non l’ho letto” sbottò Reiko diventando improvvisamente rossa in viso.

“Gli allenamenti di gruppo servono a rafforzare l’intensa della classe a migliorarci a vicenda” si intromise Iida mentre si sistemava gli occhiali da vista per scrutare meglio i “due traditori”. Non era di certo un rimprovero, ma sicuramente le sue parole nascondevano del vero.

“Muori - ringhiò Katstuki mentre se ne usciva senza troppi complimenti dalla palestra – l’allenamento finisce qui, lavora sulle cose che ti ho detto” concluse poi voltandosi verso Reiko e poi andandosene del tutto dalla palestra.

Reiko lo guardò allontanarsi, dispiaciuta per il poco tempo passato ad allenarsi e, soprattutto, per non averlo ancora ringraziato per il tempo che aveva speso per lei. Lo aveva tanto criticato per il suo carattere, gli aveva chiesto di aiutarla in maniera scortese e senza nemmeno un grazie ma, nonostante tutto e nonostante la furibonda litigata di qualche pomeriggio prima, il ragazzo si era reso disponibile.

“Allora rimani qui ad allenarti anche con noi?” chiese Kokoro una volta avvicinatasi alla giovane.

“No” disse Reiko senza troppi giri di parole.

“Ehhh? Con Bakugou sì e con noi no?” continuò Kokoro fingendosi offesa.

“Lo sai che andrà avanti finché non accetterai” si intromise Atsuko, palesandole, come al solito, la tremenda verità.

“Oh no, continuerò finché non mi dici cosa c’è sotto” precisò Kokoro.

“SMETTILA. Rimango, basta che la smetti” urlò esasperata Reiko.

“Ottimo - trillò Kokoro - Per oggi non ti assillerò” concluse gongolante, mentre si allontanava da Reiko per dirigersi negli spogliatoi.

“Per oggi???” urlò Reiko rincorrendola.

“Bene, tutti a cambiarsi, ci aspetta un pomeriggio intenso” disse Iida mentre cercava di coordinare tutta la classe per rendere quel pomeriggio utile a tutti.
 
[…]
 
Quei giorni di studio e allentamento, singolo e di gruppo, furono pesanti ed estenuanti, ma i tre giorni di esami teorici si rivelarono molto più stressanti. Le prove furono dure e gli enigmi davvero impegnativi, tanto che pochissimi dei componenti della classe riuscirono a svolgere quei compiti senza difficoltà.
Di tutta la classe, oltre gli ovvi Todoroki e Yaoyorozu, solo Bakugou e Atsuko non ebbero problemi a svolgere quegli esercizi, anzi il biondo sembrava aver affrontato quella prova con la sua consueta e quasi consolante sufficienza.
Le altre ragazze passarono dei momenti difficili, e sicuramente qualcosa era sbagliato nei loro esercizi, ma alla fine Reiko, Hino e Kokoro finirono le loro tre giornate di esame senza troppi grattacapi, al contrario di alcuni altri compagni di classe, come lo stesso Kirishima e Kaminari, che sembravano shockati da quello che avevano vissuto.
Eppure, gli esami non erano ancora finiti: la prova più attesa da tutti stava finalmente per arrivare, ma presto tutti i ragazzi sarebbero rimasti molto sorpresi da quello che aspettava loro. Riuniti davanti ai campi per le esercitazioni, gli studenti della 1-A si ritrovarono di fronte tutto il corpo insegnanti, eccezion fatta per il preside e All Might.

“Bene, diamo il via all’esame pratico – esordì il professor Aizawa, fissandoli con una certa malizia nello sguardo - Ovviamente è anche possibile fallire questa prova. Se volete andare al ritiro nei boschi, vedete di non commettere errori stupidi”

“Quanti insegnanti…” disse sottovoce Jiro.

“Immagino che abbiate raccolto in anticipo informazioni su questo esame e abbiate una vaga idea del suo contenuto” continuò il professore e Kokoro arrossì, sentendosi quasi colpevole di aver chiesto informazioni a Katsuro per quell’esame

“Affronteremo dei robot come all’esame di ingresso, no?” esclamò all’improvviso Kaminari. “Fuochi d’artificio! Curry! Prove di coraggio!” urlò Mina
“Che peccato! Per determinati motivi, l’esame da quest’anno sarà un po’ diverso!”

La voce che parlò all’improvviso era quella del preside Nezu, spuntato come se nulla fosse dalle pieghe della sciarpa di Eraserhead.

“Il preside?!” esclamarono Sero, Jiro e Ojiro, ma Momo, rimasta quasi impassibile di fronte a quell’apparizione improvvisa, chiese: “Diverso?”

“Se facciamo un'altra prova teorica, giuro che me ne vado… non ne posso più di esami…” disse Hino, con Kokoro accanto a lei che sembrava d’accordo con quel pensiero.

“Vogliamo concentrarci sul combattimento e sulle operazioni effettive – aggiunse il preside – e insegnarvi qualcosa che sia il più vicino possibile al vostro futuro lavoro! Il che significa che ora verrete divisi in gruppi di due e che poi affronterete uno dei professori qui presenti!”

Lo stupore generale fu enorme e i commenti si sprecarono, così come le paure che cominciarono ad attanagliare tutti i presenti.

“Affrontare un professore?” quasi balbettò Ochaco.

“Affrontare dei pro hero… Forse era meglio l’esame, eh?” disse ridacchiando Kokoro.

“Ma che dici! È fantastico! – Reiko sorrise selvaggia, alzando il braccio – Finalmente si tira qualche pugno! E poi noi abbiamo combattuto con…”

“Reiko-chan, non dire nulla… sai, noi abbiamo avuto un normalissimo tirocinio, ricordi?!”. Atsuko era corsa a tappare la bocca a Reiko in un insolito impeto di familiarità, ma la motivazione era ovvia: avevano il categorico divieto di fare parola di quanto accaduto con il fratello di Kokoro.

“Ora – riprese il professor Aizawa – le coppie e i professori con cui vi batterete sono già stati decisi. Siete stati divisi sulla base di svariati fattori, che includono lo stile di combattimento, i voti e le vostre relazioni interpersonali…”

“Bene, è il momento di annunciare le coppie e i rispettivi avversari!” concluse quindi preside, illustrando finalmente tutte le coppie di alunni e i loro rispettivi avversari.

Sato e Kirishima avrebbero combattuto con Cementoss; Tsuyu e Tokoyami con Ectoplasm; Ojiro e Iida con Power Loader; Shoto e Momo con il professor Aizawa; Aoyama e Ochaco contro Tredici; Kaminari e Mina addirittura contro il Preside; Jiro e Koda con Present Mic; Shoji e Hagakure con Snipe; Sero e Mineta con Midnight; e, infine, Midoriya e Bakugou avrebbero affrontato niente meno che All Might.

Fu solo in quel momento che altri due professori emersero da dietro il corpo docenti della 1-A e che il preside riprese a parlare: “Visto inoltre il numero piuttosto alto di studenti in questa classe, ho dovuto chiedere aiuto ad altri due importanti pro hero e professori della UA: Vlad King, che affronterà la coppia composta da da Kobayashi-chan e Bakuhatsu-chan, e Hound Dog, che affronterà la coppia composta da Kyoriido-chan e Katsuo-chan!”

Le quattro ragazze, rimaste per ultime, deglutirono quasi all’unisono a veder arrivare i due giganteschi professori pronti ad affrontarle.

“Eh certo, chi altro volevate inviarci contro? Gang Orca o Endeavor!?” ringhiò Reiko.

“Ci abbiamo provato – disse candidamente il preside – Ma Endeavor ha già fatto da tutor a Kyoriido-chan e Gang Orca era impegnato altrove!”

“Ma… io scherzavo… insomma… oh, lasciamo perdere!” bofonchiò la rossa, emanando due scintille e arrossendo. I due professori ridacchiarono con ferocia, fissando le quattro ragazze quasi fossero prede facili. Kokoro tossicchiò un po’, quindi strinse i pugni e si fece avanti, senza dire niente: come aveva ricordato Reiko, avevano affrontato una minaccia forse più grande di un esame contro i propri professori. Non era quindi il momento di esitare. Atsuko e Hino sorrisero appena e imitarono l’amica, facendosi avanti. Reiko sbuffò: “Ma si, che venga pure All Might e tutta la top 10!” e scrocchiò le dita delle mani, sorridendo selvaggiamente.

Hound Dog fece un ringhio soddisfatto e anche Vlad sembrò rallegrarsi da quella reazione delle ragazze. Ma le spiegazioni non erano ancora finite e il professor Aizawa riprese la parola: “Il tempo limite per l’esame è di 30 minuti! Il vostro obiettivo sarà mettere queste manette al professore – e l’eroe Eraserhead mostrò un curioso paio di manette imbottite color oro – o far sì che uno di voi o entrambi fuggano dal campo di battaglia”

“Però sarà molto diverso dalle normali esercitazioni! I vostri avversari saranno mooooolto superiori a voi!” ululò Present Mic, per poi distrarsi nel rimproverare Jiro che aveva cominciato a dubitare delle sue abilità da eroe.

“Questa volta, l’esame sarò quanto più simile a una vera battaglia. Pensate a noi come a dei veri e propri criminali” aggiunse Tredici.

“Se vi trovate a fronteggiare un nemico e pensate di poter vincere, va bene così. Tuttavia…” continuò Snipe, con tono minaccioso.

“… se la disparità di livello fra voi fosse eccessiva – concluse Aizawa, con uno sguardo ormai al limite della minaccia di morte - fuggire e chiamare aiuto è la scelta più saggia. Todoroki, Iida, Midoriya, Kyoriido, Katsuo, Kobayashi… credo che voi sappiate bene di che parlo”

I sei ragazzi sobbalzarono all’improvviso e si misero sull’attenti, capendo che la storia dei loro piccoli atti eroici non solo non era passata inosservata all’interezza del corpo docenti, ma che sarebbe stata punita proprio con quella prova difficilissima.

“Esatto! Metteremo alla prova le vostre capacità di giudizio! – disse con la sua voce potente l’eroe numero uno – Però, considerando le regole, immagino che fuggire vi sembrerà l’unica soluzione. Ecco perché ci siamo fatti preparare una cosuccia dalla sezione di supporto! Dei pesi super compressi! Ne indosseremo per metà del nostro peso corporeo, così da darci un handicap! È vecchio stile ma rende difficili i movimenti e fiacca la resistenza! Mannaggia, sono più pesanti del previsto… Peraltro, il design scelto è stato quello della giovane Hatsume!”

“Lo fate per abbassarvi al nostro livello? Non sottovalutatemi” ringhiò Bakugou, guardando il suo idolo nonché suo futuro avversario con astio.

“Già! Prima ci dite che volete sottoporci ad una vera sfida e poi vi limitate!? Non siamo mica così debolucci!” lo seguì a ruota Reiko, ma furono entrambi fulminati da uno sguardo pieno di minacce sottintese dello stesso All Might: “Beh, lo vedremo…”

“Bene, ogni squadra svolgerà l’esame pratico nell’ordine comunicato e nel luogo prescelto. Satou, Kirishima, tenetevi pronti – concluse infine Eraserhead, avviandosi verso i campi di allenamento alle sue spalle assieme a tutti gli altri professori e mettendo in allerta i due ragazzi primi della lista – Chi aspetta il proprio turno può guardare gli esami altrui o elaborare strategie, a sua discrezione. È tutto!”

Fu così che finalmente ebbe inizio la prova pratica degli esami prima della pausa estiva, ma nessuna delle quattro ragazze decise di seguire gli esami degli altri: insieme si misero a discutere delle eventuali strategie da usare in battaglia, ma le loro furono tutto sommato chiacchiere fini a loro stesse. La tensione era alta e volevano dare tutte il loro massimo, soprattutto Hino che in poco tempo avrebbe dovuto dimostrare di essere al pari di tutti gli altri.
Attese per tanto tempo, ma alla fine anche i nomi di Kokoro e Atsuko furono chiamati e le due si prepararono ad affrontare uno dei pro hero più imprevedibili che avessero mai visto…
 

 
[…]
 

“Anf… anf… che dici? Pensi che l’abbiamo seminato?” chiese Kokoro, affannata, balzando giù dal ramo di un albero per piombare accanto ad Atsuko, trasformata nella sua versione per metà felina.

“Io…” cercò di dire la ragazza animale, ma un latrato canino eruppe alle loro spalle e Hound Dog, sbavando quasi come un cane, abbatté un paio di alberi con una “zampata” violentissima e ululò: “DIREI DI NO! FUGGITE, RAGAZZINE!”.

Atsuko spiccò un alto balzo, soffiando come una gatta, seguita a ruota da Kokoro che, ancora col fiatone, riprese a correre per fuggire dalle grinfie del professore, saltando con l’aiuto costante della telecinesi di ramo in ramo.

L’esame delle due ragazze era già iniziato da più di dieci minuti e di certo non erano state sottoposte ad una prova facile: il campo di addestramento dove stavano tenendo quella prova era la ricostruzione di un bosco di montagna e se in un primo momento avevano trovato interessante la possibilità di nascondersi tra le fratte per tendere imboscate al professore oppure approfittarne per fuggire dalla zona usando un approccio stealth.

Avevano però sottovalutato un solo fattore: quel campo di addestramento rappresentava alla perfezione il genere di luoghi in cui Hound Dog poteva dare il meglio di sé. Il possente pro hero dal quirk canino aveva da subito cominciato a rincorrerle come un lupo che braccava le proprie prede, inesorabile e inarrestabile grazie ad una agilità innaturale e ad una forza sovraumana. Sradicava cespugli e alberi con facilità e, cosa più sorprendente, per quanto potessero correre veloci e lontano le ragazze, lui riusciva sempre a rintracciarle e raggiungerle.

Atsuko e Kokoro avevano persino provato, in un tentativo disperato, a correre dritte verso l’uscita dall’area dell’esame, ma Hound Dog era letteralmente piombato su di loro e per poco non le aveva afferrate. Sarebbero state catturate se non fosse stato per l’estemporanea bolla telecinetica generata da Kokoro e per la prontezza di riflessi di Atsuko che, prendendo di forza la compagna sopraffatta dallo sforzo, aveva condotto entrambe in salvo.

E proprio dopo quella rocambolesca fuga, le ragazze avevano provato a nascondersi, inutilmente, un’ultima volta prima di ritrovarsi di nuovo a scappare via dalle grinfie dell’eroe canide. Scapparono con quanta forza avevano ancora tra le gambe e, per massima derisione, sentirono Hound Dog alle loro spalle fermarsi e ululare minaccioso, quasi troppo sicuro della sua imminente vittoria.

Con un moto di stizza, Kokoro strinse un pugno, rinchiuse lei e Atsuko in una bolla e si spinse via con forza inaudita, sollevando il terreno sotto il peso di quella spinta e alzando allo stesso tempo un gran polverone. Hound Dog ringhiò fortissimo e poi prese a tossire e starnutire. Atsuko, voltandosi verso il loro avversario, notò come stesse girando convulsamente la testa e si toccasse il naso mentre sembrava le avesse perse di vista.

Fu a quel punto, proprio mentre atterravano a diverse decine di metri di distanza, che Atsuko capì, fece vibrare i baffi da gatto e il naso felino e inspirò: “L’odore! Abbiamo dimenticato di considerare il suo naso!”

Kokoro si guardò alle spalle e, col fiatone, annuì: “Giusto… ecco… come… ci trova…”

“Con queste tue barriere telecinetiche non puoi schermare i nostri odori?” chiese Atsuko, tornando faticosamente umana prima che la mutazione fosse troppo dolorosa da annullare.

“Penso che se ci provassi, dovrei non far passare aria all’interno della barriera. Sarebbe molto difficile e…”

“Moriremmo soffocate in poco tempo… Insomma, potremmo pensare di ricoprirci di fango e diminuire il nostro odore, magari muovendoci in modo che il vento non trasporti le nostre tracce e…”

Atsuko continuò a parlare, definendo varie opzioni e nel mentre Kokoro si sistemava il cappuccio del suo costume da eroe, notando che un pezzo si era strappato in un punto, forse a causa di qualche ramo appuntito. Lo fissò come inebetita per un qualche secondo mentre la strategia per la vittoria le si formava in testa quasi automaticamente.

“ATSUKO! STRAPPATI IL COSTUME!”

La ragazza animale fissò l’amica, sbalordita: “Kokoro… ehm…”, ma nel frattempo la telecineta aveva preso il suo mantello e ne aveva strappato una buona metà del tessuto, cominciando a ridurlo in piccoli straccetti che cominciarono a galleggiare per aria.

Ad Atsuko ci vollero alcuni istanti per riuscire a capire cosa significasse quel comportamento, quindi sorrise: “Perché limitare gli odori…”

“…Quando possiamo farli diffondere per tutta la zona e confondere il prof!?” disse con un sorriso smagliante Kokoro.

“Kokoro-chan, sei stata geniale!” disse Atsuko, strappandosi la parte più bassa dei pantaloni del suo costume e cominciando a farli a brandelli.

La telecineta arrossì: “Ma no… mi è venuta solo un’idea a caso, speriamo possa aiutarci. Ma non potrò muovermi troppo mentre faccio volare tutte queste cose in direzioni diverse…”

Atsuko gonfiò i muscoli, assumendo di nuovo la forma felina, ma con evidenti striature da tigre che si formavano sul manto arancione che cominciava a ricoprirle la pelle: “Tranquilla, tu pensa a disorientarlo… all’attacco diretto ci penso io!”

Le ragazze si scambiarono un’occhiata di intesa, quindi Kokoro chiuse gli occhi e tutti i frammenti presero a galleggiare, dividersi in una decina di gruppi e volare via in direzioni diverse. Atsuko partì poco dopo, nascondendosi nel fogliame per quanto possibile e tenendo le orecchie feline bene attente. In poco, sentì Hound Dog fare avanti e indietro per la foresta, inseguendo gli odori lasciati dai pezzi di tessuto che Kokoro, con enorme sforzo, stava facendo volare costantemente in giro per la zona della prova.

Il professore ringhiava per la frustrazione mentre sentiva quegli odori muoversi velocemente e, preso dal nervosismo, aveva preso a farfugliare ed abbaiare come un cane vero e proprio, sbattendo i pugni sul terreno. Atsuko, dal ramo di un albero, vide infine il professore spiccare un alto balzo e finalmente afferrare due straccetti viola che volavano sulla sua testa: finalmente Hound Dog aveva capito il trucchetto.

“RRRRAAAAAAAAAAGH!” ruggì l’eroe, volendo dire qualcosa come “Piccole impudenti” se solo qualcuno capace di comprendere il suo linguaggio bestiale fosse stato lì per sentirlo, ma ad Atsuko fu sufficiente capire che era il momento per fare la mossa finale. Come una vera tigre, balzò da un ramo proprio sopra la testa di Hound Dog e, ruggendo anche lei, gli saltò al collo, stringendolo forte con le braccia e arrivando anche a morderlo molto vicino alla giugulare, come fanno i felini.

Il professore prese a ululare e dibattersi, ma Atsuko, resistendo agli spintoni, smise di morderlo e, con forza, cerco di spingerlo verso il basso con le braccia per puntare i piedi e sottoporre il pro hero ad una vera e propria presa di sottomissione. Per qualche istante la ragazza sembrò prevalere, ma le braccia del professore erano libere e disperatamente cercavano di liberarsi dalla morsa della ragazza tigre, graffiandoli e colpendoli. Ma anche quello faceva parte del piano, perché non era Atsuko ad avere con sé le manette speciali…

“KOKORO! ORAAAAAAAAA!” ululò Atsuko e un baleno viola colorò il cielo sopra di loro: Kokoro, madida di sudore e avvolta in un’aura violacea, al limite dello stato di furia, volò su di loro e quindi caricò il pugno.

“PRENDI QUESTOOOOOOOOOOO!” ululò la telecineta, cadendo come un meteorite sul professore e assestandogli un pugno fortissimo sul muso. Hound Dog rimase fermo per qualche istante, disorientato dal colpo fortissimo della ragazza, e quei secondi furono sufficienti per permettere a Kokoro, ormai allo stremo, di passare le manette ad Atsuko che, con rapidità quasi professionale, immobilizzò i polsi del professore.

“Signor Hound Dog… la… dichiaro… in arresto…” disse Atsuko, sorridendo mentre, non senza difficoltà, tornava alla forma umana. Kokoro cadde in ginocchio e rise di soddisfazione mentre cercava di riprendere fiato, ma alla fine anche Hound Dog prese a ridacchiare: “Complimenti ragazzine… siete promosse!”

L’esultanza delle due ragazze si sentì fin dalla sala di controllo, in cui Reiko e Hino erano finalmente entrate per assistere alla prova delle loro amiche.

“Sono state incredibili!” esultò Hino, felice per le sue compagne. Reiko era impressionata e fiera, ma non disse una parola: in un monitor della sala di controllo, alla destra di Recovery Girl, si vedeva già l’enorme figura di Vlad The King, a braccia incrociate di fronte la porta di uscita della zona urbana che aveva eletto come campo di battaglia, che le attendeva con tutta l’intenzione di non andarci piano con le ultime due alunne rimaste della 1-A.
 

 
[…]
 

“Voglio che sappiate una cosa prima di iniziare – disse seriamente Vlad mentre le alunne che avrebbe affrontato gli si avvicinavano, Hino confusa e Reiko irritata – Pur avendo accettato questa modalità di esame, non ne sono assolutamente soddisfatto. Mettervi contro un por hero è inutilmente pericoloso e ritengo che sarebbe meglio semplicemente farvi affrontare robot più forti di quelli del test di ingresso!”

“Eh quindi che dobbiamo fare? Ci fai passare dal cancello e ci promuovete a tavolino?!” disse scocciata Reiko, facendo qualche passo avanti, ma Vlad sbatté l’enorme piede sul suolo, facendo sobbalzare entrambe le ragazze.

“Tuttavia, sono un professore di questa scuola e devo portare a termine ogni incarico, quindi io non vi farò passare e non vi attaccherò, ma se voi mi attaccherete, dovrò difendermi e impedirvi di andare via!”

“Professore… quindi…” balbettò Hino, ma Reiko sbuffò: “Ma questo è deficiente?! Prima dice che non vuole combattere e poi ci tira fuori la balla del rispondere per autodifesa?! EHI! – urlò la rossa verso una delle telecamere – DATECI UN ALTRO PROFESSORE, UNO MENO IPOCRITA! MI STA BENE ANCHE ALL MIGHT!”

Vlad ringhiò: “Lo faccio per il vostro bene, non voglio che soffriate inutilmente. Se riuscirete a oltrepassarmi, allora vorrà dire che ero in errore, ma se aspettate che sia io a fare la prima mossa per approfittare di un’apertura e passare l’esame, allora non siete pronte per passarlo!”

Il pro hero sbuffò dal naso come un toro, si rimise a braccia incrociate e attese, fermo come una statua di qualche dio greco oltremodo muscoloso. Hino e Reiko non sapevano davvero che pesci prendere.

“Reiko-chan… magari se io lo distraessi e provassi a…” provò ad esordire Hino, mettendosi un attimo in guardia, ma Reiko tese il braccio destro: “Oh, ma fanculo!” e una decina di scariche elettriche volarono a velocità inaudita contro Vlad King. In una frazione di secondo il sangue schizzò dal guanto del costume dell’eroe professionista e formò una barriera solida color cremisi che parò l’attacco dalla distanza senza difficoltà.

“Un attacco così debole e dalla distanza non ti servirà a nulla, Kobayashi!” disse quasi con solennità il professore. Reiko divenne totalmente rossa e in testa le riapparve la figura altezzosa di Bakugou che la rimproverava di fare troppo affidamento agli attacchi dalla distanza e al suo quirk.

“RAAAAAAAAGH, FIGLIO DI PUTTANAAAAAAA!” ululò la ragazza, ricoprendosi di elettricità e caricando verso il suo bersaglio, incurante della abissale differenza di statura e prestanza fisica. L’aura elettrica con cui si era ricoperta era decisamente troppa, uno spreco, ma nel suo malumore a Reiko non sembrava importare.

“Aspetta Reiko-chan” urlò Hino che, capendo come fosse ormai impossibile fermare la sua amica, decise in qualche modo di aiutarla, nonostante Reiko stesse facendo completamente di testa sua e non avesse voluto, nelle ore precedenti, formulare chissà quale strategia per superare il test.

Hino quindi tese le mani, rimanendo a distanza, e aprì tre pozzi proprio attorno al prof, eruttando tre getti continui di fiamme contro di lui. Vlad, senza scomporsi, agitò entrambe le mani e con due grossi getti di sangue prima soffocò le fiammate e poi creò delle piccole cupole di sangue solidificato che andarono a coprire e soffocare i tre pozzi.

In quello stesso istante Reiko piombò su di lui, spiccando un balzo e partendo in uno scenografico drop kick carico di elettricità rosso vermiglia, ma il professore, sempre senza mostrare alcuna difficoltà, saltò molto in alto, proprio sopra Reiko, e si apprestò a scendere per colpire la ragazza con entrambi i piedi.

“No!” ululò Hino, generando, in preda al panico, un pozzo di fuoco a pochi centimetri dalla sua amica, appena atterrata piuttosto rovinosamente a terra; il torrente di fiamme che ne seguì era sì diretto verso il professore, ma investì il braccio di Reiko, la quale non riportò gravi danni se non qualche bruciacchiatura al costume solo ed esclusivamente grazie alla prontezza di riflessi.

Vlad invece fu preso in pieno dalle fiamme, ma aveva avuto la prontezza di generare l’ennesimo scudo sanguigno davanti a lui prima di lanciare l’ammasso di sangue cristallizzato contro il pozzo.

“EHI, MA CHE CAZZO FAI?!” urlò Reiko all’amica, balzando di nuovo contro Vlad nel tentativo di assestarli un pugno dritto in faccia.

“S… scusami Reiko…” le rispose Hino, atterrita, poco prima che Reiko le si precipitasse letteralmente addosso: Vlad aveva infatti afferrato il polso della ragazza con notevole scioltezza nonostante l’elettricità che le scorreva attorno al corpo e, con una proiezione da manuale, l’aveva lanciata indietro sfruttando la foga della stessa Reiko.

La ragazza travolse Hino e, con notevole furia, quasi scalciò su di lei mentre ci si ritrovò stesa sopra per rialzarsi e caricare di nuovo contro il professore, incurante di qualsiasi strategia e logica e preda solo del risentimento e di un inaspettato senso di inferiorità: in quel professore nerboruto vedeva lo sguardo inclemente di Bakugou, ma anche i progressi fatti dalle sue amiche, quasi che lei stessa non ne avesse compiuti, e gli sguardi severi dei compagni di classe, del professor Aizawa, persino del resto del corpo docenti della UA. Doveva essere migliore, doveva essere la più forte e diventare un’eroina e redimere il suo nome dalla lunga ombra paterna.

Tutti quei pensieri, ingiustificati, senza una base logica fondata, le annullarono la capacità di giudizio e, cominciando seriamente a rimpicciolirsi, ingaggiò il professore in un combattimento corpo a corpo. Hino assistette per alcuni, interminabili istanti a quella sfuriata di colpi della sua amica e alla serie incredibile di schivate eccezionalmente agili di Vlad, il quale non si sforzava neanche di usare le mani per parare o assorbire i furibondi pugni elettrici della studentessa davanti a lui.

Alla fine, però, un pugno di Reiko riuscì a raggiungere la guancia destra del professore, ma a quel punto Vlad fu costretto a rispondere al colpo: le afferrò il polso con la mano destra e le assestò un pugno con il sinistro, un montante dritto nello stomaco che per poco non la fece vomitare. Hino in lontananza urlò e due pozzi apparvero ai lati di Vlad, eruttando fiamme e creando una croce di fuoco. Tuttavia, andò a colpire la gamba destra di Reiko, che barcollava all’indietro mentre cercava di recuperare il fiato perso: la rossa urlò ed eruttò una fortissima scarica elettrica tutta attorno a sé in preda al dolore.

Vlad, dopo aver schivato la croce fiammeggiante, investì di sangue i due pozzi di fuoco per estinguere le fiamme che essi generavano, ma d’improvviso anche Vlad sembrò mugugnare: il sangue, che ancora veniva emesso in getti dagli apparecchi sui suoi guanti, era venuto a contatto con le folgori prodotti dalla dolorante Reiko.

Quest’ultima, nonostante il dolore, vide il professore digrignare i denti per il dolore e percepì qualcosa: capì che il sangue del professore era venuto in contatto con le sue scariche e che…

“… il sangue conduce l’elettricità…” mormorò Reiko mentre Hino le si avvicinava di corsa.

“Scusami Reiko-chan, non volevo! Non volevo!” disse Hino, osservando la coscia dell’amica la cui pelle, esposta dopo che la fiammata aveva bruciato buona parte della gamba del pantalone, era di un rosso vivido, quasi umido.

Il dolore che Reiko provava era immenso, tanto quanto l’imbarazzo e il dispiacere di Hino, ma non sembrava fosse sufficiente per sedare l’entusiasmo ritrovato.

“Hino… rifacciamolo…” ringhiò tra i denti Reiko, alzandosi a fatica in piedi.

“Cosa?!”

“Ho bisogno che lui usi il sangue liquido per spegnere le tue fiamme – le rispose Reiko, sottovoce, mentre assorbiva dal terreno una misera quantità di elettricità dai sistemi elettrici, un po’ troppo distanti, che alimentavano le telecamere lì attorno. Avrebbe preferito un cavo scoperto, ma non aveva il tempo di fare la schizzinosa anche perché non sapeva quanto tempo avrebbe resistito in piedi – Io ora lo carico di nuovo, tu attaccaci mentre siamo insieme…”

“Ma non posso! Se ti…”

“Sai chiudere i pozzi appena dopo che li hai aperti, vero?!” sbuffò Reiko, spazientita e dolorante.

“Si, certo… Aspetta, vuoi che…”

Reiko sorrise e di rimando anche Hino: “Creami la trappola e fallo giocare al pompiere… al resto ci penso io!”

Hino si rimise in piedi ed annuì mentre Reiko, caricandosi di nuovo di elettricità, si diede una spinta con la gamba sana e prese a correre, zoppicando vistosamente, dritta verso il suo avversario.

“Non imparate mai, vero?! Non siete capaci di coordinarvi né tantomeno di sconfiggermi!” urlò Vlad, ma Reiko, stringendo i denti, gli fu di nuovo addosso a tempestarlo di colpi. Vlad riprese di nuovo a schivare senza difficoltà, anche perché i colpi di Reiko erano decisamente meno pericolosi e precisi di prima. Tuttavia, appena Vlad stava per afferrare di nuovo il braccio destro della ragazza, teso per il diritto appena scagliato, nel tentativo di replicare la proiezione di poco prima, tre pozzi di fiamme ardenti si aprirono attorno ai due combattenti: due di nuovo ai loro lati, uno direttamente sotto il piede di Vlad.

Le fiamme cominciarono ad eruttare dai pozzi, dritte contro Reiko e Vlad, ma quest’ultimo, visibilmente preoccupato per la salute dell’alunna, cominciò ad emettere sangue da entrambi i guanti in modo da estinguere le fiamme. Non si preoccupò minimamente di solidificarlo o di interrompere il getto e Reiko, sorridendo selvaggiamente, capì che era il momento giusto.

“Crepa… BASTARDOOOOOOOOOOOO!” urlò la ragazza, esplodendo di folgori e saette senza preavviso e senza che Vlad potesse fare nulla per evitare la scarica ad area: il suo sangue, intento a spegnere il fuoco generato dai pozzi di Hino, assorbì in pieno la scarica cremisi di Reiko e la trasportò dritta nel corpaccione dell’eroe professionista, che crollò in ginocchio in preda a violenti spasmi.

Reiko, senza fiato e quasi completamente scarica, lo imitò, ma lo fissò sorridendo di pura gioia mentre Hino, corse da loro, sistemava le manette ai polsi del professore.

“Abbiamo vinto Reiko-chan! Abbiamo vinto!” festeggiò Hino, abbracciando Reiko e strappandole un versetto di dolore. Vlad, ancora letteralmente scosso, prese a guardarle con orgoglio e sorridendo come un padre che vedeva suo figlio muovere i primi passi.

“Team Bakuhatsu/Kobayashi, prova superata! – esclamò una voce in tutta l’arena – Questo conclude la parte pratica degli esami di fine trimestre della 1-A!”

Atsuko e Kokoro festeggiarono insieme agli altri membri della classe ancora abbastanza in salute da poter assistere agli esami dalla sala di controllo e quindi si affrettarono a raggiungere le ragazze in infermeria, dove Recovery Girl impiegò solo pochi secondi per curare dalle ustioni Reiko. Ritrovarsi tutte insieme fu comunque la migliore delle cure per tutte: avevano superato un enorme scoglio quel giorno, combattendo con due formidabili pro hero, e in tutta onestà non avrebbero potuto pensare ad un modo migliore per terminare quel trimestre e dare inizio, molto probabilmente, all’avventura che le attendeva quell’estate… anche se di certo, in quel momento, non potevano assolutamente immaginare quanto il campo estivo avrebbe influenzato e cambiato le loro vite e non solo…


 
   
 
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