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Autore: marple92    10/01/2022    2 recensioni
[Imma Tataranni]
Una soffiata arrivata in procura cambierà la vita di Imma....e non solo la sua.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3 
 

Era uscita dal bagno come una furia con la schiuma ancora su tutto il corpo e una tovaglia a coprirla poco o niente.

Aveva spalancato la porta del bagno e se lo era ritrovato lì, preoccupato che le fosse successo qualcosa e subito dopo imbarazzato e imbambolato a vederla mezza svestita.

Anche Imma, dal canto suo, si blocca un attimo a guardarlo e tiene le mani strette sul nodo della tovaglia che le avvolge il corpo dal seno alle ginocchia. Si fissano un attimo di troppo che porta Calogiuri ad avvicinarsi impercettibilmente verso di lei. Lo sa che senza il suo consenso non si azzarderebbe a tentare alcun approccio ma per qualche strano motivo si è convinta che, se decidesse di toccarla, non riuscirebbe a fermarlo. Anzi, prima di peggiorare ulteriormente le cose e lanciarsi in qualche gesto disperato, tipo trascinarlo sotto la doccia, si decide a giocare l’unica carta vincente: la fuga.

“Vado…vado a vestirmi” sibila infatti scappando dallo sguardo di Calgiuri, rimasto ancora impettito davanti alla porta del bagno con una mano protesa verso di lei.

“Io .. io … controllo l’acqua” sussurra l’uomo con un tono di voce così basso da non essere udibile dalla donna che si rifugia nella sua camera. Imma, dopo aver chiuso la porta dietro le sue spalle, appoggia la schiena contro il legno freddo e respira profondamente, sentendo il suo cuore martellare dentro il petto come se avesse appena finito di correre una maratona.

Sente ancora il calore degli occhi di Calogiuri su tutto il suo corpo e immagina le mani dell’uomo accarezzarle le spalle per toglierle i residui di sapone con la delicatezza di cui solo lui sarebbe capace. Eppure, ad occhi chiusi, sente quelle dita cosi delicate farsi incandescenti sul suo corpo e farla tremare con il loro passaggio. 

Le sembra di sentire addosso gli occhi di Calogiuri che cercano il contatto con i suoi per mostrarle tutto il desiderio provato e immagina il suo corpo avvicinarsi ed imprigionarla tra il legno freddo della porta e i suoi addominali caldi. Desidera le sue labbra e le sue mani su ogni piccolo parte di pelle. Immagina la sua bocca posarsi sul collo nudo, ancora rosso dall’acqua calda della doccia e ustionato dal passaggio delle sue mani. 

Riesce a sentire il suo tocco delicato che le solletica una spalla e scende ad accarezzarle il braccio destro facendola tremare e si immagina perdere il controllo definitivamente e lasciarsi andare tra quelle braccia con le gambe pronte a cedere come ricotta fresca.

Istintivamente reclina la testa all’indietro appoggiandola contro la porta, per lasciare a quelle labbra libero accesso al suo collo, un sospiro le sfugge traditore e quelle mani, sicure, scivolano lungo i fianchi, facendole cadere la tovaglia ai piedi. Il freddo della stanza, che giunge contro il suo corpo, la ridesta da quel pensiero peccaminoso. 

Era tutto il frutto della sua immaginazione. 

Ancora accaldata per quei pensieri peccaminosi si risistema la tovaglia intorno al corpo e respira a pieni polmoni, rendendosi conto ancora una volta che quell’uomo, cosi giovane, è capace di farle perdere la testa con un solo sguardo. Le balena in mente la voglia di scoprire cosa Calogiuri sia davvero in grado di provocarle se quei pensieri spudorati e i sogni delle ultime notti non rimanessero solo brevi vagheggi ma diventassero realtà.

“Se non m’ammazza il cecchino m’ammazzerà sta convivenza” si rimprovera.

La consapevolezza di quel desiderio, sempre sopito, che inizia a venir fuori la porta a sperare che Vitali riesca a chiudere quanto prima le indagini sul cecchino che sta minacciando la sua vita perché quella convivenza potrebbe mettere in serio pericolo il suo matrimonio.

Le torna in mente, prepotente, sempre la stessa frase: “Hai mai pensato di cambiar vita?”. 

Calogiuri, dal canto suo, dopo aver trattenuto il respiro per minuti che gli sono sembrati interminabili, entra finalmente in bagno. Il vapore acqueo della doccia appena fatta da Imma sta ancora appannando il piccolo specchio sopra il lavandino e tutto l’ambiente è pieno del profumo del suo bagnoschiuma. Lo respira a pieni polmoni lasciandosene inebriare e lasciandosi stordire fino quasi a perdere la cognizione spazio-temporale.

Si toglie la maglietta e i pantaloni e si volta per appoggiarli sul gabinetto chiuso e diventa subito paonazzo. La visione del reggiseno di pizzo nero di Imma, dimenticato a causa della repentina fuga dal bagno, provoca una immediata reazione del suo corpo e lo porta a sbattersi una mano sulla nuca.

“E’ una congiura - esclama tra sé e sè - diventerò pazzo”. Rimane a fissarlo e a lottare contro la tentazione di afferrarlo e respirarne il profumo, ma si rende conto che nulla sarebbe bello quanto poterlo respirare direttamente dalla sua pelle. 

Nitida davanti agli occhi gli appare la visione di Imma con indosso quel reggiseno di pizzo nero e scuote due o tre volte la testa per tornare alla realtà.

Apre l’acqua della doccia e dopo aver lanciato i suoi boxer a terra si immerge sotto il getto d’acqua fredda per cercare di trovare un pò di pace. 

L’acqua che scorre sul suo corpo gli dona un immediato sollievo, apre leggermente il rubinetto verso il lato caldo per regolare la temperatura dell’acqua e si versa un pò di bagnoschiuma sulla mano, gli occhi chiusi di chi sta finalmente iniziando a rilassarsi e ad estraniarsi dalla realtà. 

Le ante della doccia si aprono e due braccia gli circondano il corpo, solleticandogli gli addominali.  

“Sono venuta a sciacquarmi, non ti dispiace vero?” La donna spavalda  si toglie lo stesso reggiseno di pizzo nero e lo fa cadere a terra davanti ai suoi piedi mentre riccioli rossi fanno capolino da dietro la sua schiena.

“Questo non mi serve adesso” gli sussurra all’orecchio che prende a mordicchiare in un modo sensuale mentre la visione del reggiseno ormai caduto ai suoi pieni non fa che incrementare la reazione del suo corpo.

Sente il fiato della donna sul collo e le sue labbra che tormentano il suo orecchio. Anche l’ultimo barlume di lucidità viene meno e si trova a spingerla contro le mattonelle fredde, appoggiando egli stesso le mani sulle piastrelle accanto al suo viso, mentre la donna, imprigionata tra lui e il muro, circonda il suo bacino con le gambe e lo provoca con un “Veloce Calogiù”. 

Il contatto tra le sue mani e il freddo delle mattonelle lo riporta alla realtà e lo costringe ad aprire gli occhi, rendendosi conto di essere solo con i suoi pensieri e che l’immaginazione gli ha giocato l’ennesimo brutto scherzo.

Non è la prima volta che sogna di averla con lui ma se le altre volte poteva uscire di casa e dedicarsi ad una corsetta rigeneratrice, questa volta la donna delle sue fantasie è nella stanza accanto e vederla, senza prima essere tornato alla realtà, lo potrebbe portare a perdere definitivamente il controllo.

L’acqua continua a scorrere in quella doccia che è tornata improvvisamente fredda ma non abbastanza da placare la sua evidente eccitazione che non accenna a placarsi.

Accertatosi di aver chiuso del tutto il rubinetto dell’acqua calda e aver aperto al massimo quello dell’acqua fredda torna ad immergersi sotto il getto e si strofina i capelli velocemente, respirando profondamente con il naso e la bocca per cercare di placare i battiti accelerati del suo cuore e la reazione evidente del suo corpo. 

“Resisti Ippazio,Resisti. Tieni duro” si ripete mentre l’acqua gli scorre addosso.

Dopo aver passato una buona mezz’ora sotto la doccia a calmare i ruggiti del suo corpo Calogiuri esce dal bagno per raggiungere Imma. 

“Dottoressa” la chiama leggermente

“Sono in salone, Calogiù” risponde la donna come se non fosse successo nulla, ma appena lui la raggiunge e i loro sguardi si incrociano cala l’imbarazzo per quella situazione intima che si sono trovati a vivere.

“Scusa per prima è finita l’acqua e sono uscita dal bagno senza riflettere”

“E’ colpa mia! Ho aperto l’acqua in cucina e…. L’impianto idrico è vecchio e …” confessa Calogiuri ma Imma lo interrompe

“Non fa niente- poi si interrompe e decide di cambiare argomento per superare l’imbarazzo creatosi tra di loro - Accidenti! E’ quasi già ora di cena. Potresti finalmente prepararmi il famoso spaghetto dell’appuntato.”.

“Che nel frattempo è diventato Maresciallo” replica Calogiuri, sollevato per aver cambiato argomento

“Agli ordini Dottoressa. Mettiti comoda sul divano”

“Ma sei la mia scorta, non il mio cuoco… non dovresti cucinare per me!”

“Eh va beh, che fa…” le rispondo con uno sguardo talmente dolce da farla sciogliere.

Imma si accomoda sul divano, prende una delle coperte già preparate da Calogiuri e se la butta addosso. 

L’uomo, al contrario, si sposta verso la cucina - ben visibile dal salone- e inizia ad armeggiare con la spesa per preparare qualcosa da stuzzicare in attesa della cena.

Imma si sofferma a guardarlo. Ha un paio di pantaloni di tuta e una felpa dell’arma. Si muove sicuro in quello spazio ridotto e quell’abbigliamento domestico non fa che accentuare il suo fisico atletico.

Sentendosi osservato alza lo sguardo incrociando quello della donna

“Tutto bene?” Chiede 

“Si… non ti facevo così sistemato Calogiù”

“Abitando da solo mi sono abituato Dottoressa”

Armeggia con un coltello e con delle ciotole che riempie con delle olive e con dei pomodorini sott’olio, sistema degli stuzzicadenti a giro e poi taglia dei pezzi di formaggio e apre delle mozzarelline. Sistema tutto in un vecchio tagliere un pò rovinato dal passare del tempo e si dirige verso di lei.

“Prendo due birre- le dice dopo aver posato gli stuzzichini sul tavolinetto davanti il fuoco - le birre ci stanno sempre!” aggiunge.

Torna poco dopo da Imma e le passa una bottiglia, sedendosi al suo fianco ma a distanza di sicurezza. 

“Ero affamata” lo informa la donna mentre beve un sorso di birra e afferra un’olivetta con uno stuzzicadenti e la avvicina alla bocca, facendola sparire tra le sue labbra.

Calogiuri si perde per un attimo a guardarla, rendendosi conto di quanto per lui sia sensuale anche mentre mangia una semplice oliva e per distogliere lo sguardo si alza dal divano con la scusa di sistemare un altro pezzo di legno nel camino. Poi afferra un pezzo di formaggio e anche lui lo porta alle labbra.

“Come dite voi giovani? Apericena - dice divertita - io sono troppo vecchia per queste cose. Io al massimo faccio le cenette con quelle quattro svampite dell’età mia ”

“Ma quale vecchia! Ti basterebbe uscire con gente più giovane. Potresti unirti a noi della pg.”

L’espressione di Imma assume un’espressione schifata al pensiero di uscire con la Matarazzo e la Bartolini.

“La Matarazzo non ne sarebbe contenta”

“E noi non glielo diciamo” sfugge a Calogiuri

“Perché vi siete presi una pausa? Spero non c’entri la scorta”

“No Dottoressa - le dice usando il suo titolo come d’abitudine - è un pò di tempo che le cose non vanno bene tra di noi. E a volte ci vuole il coraggio di ammettere che abbiamo voglia di cambiare le cose che non ci rendono più felici”

Imma afferra la bottiglia di birra e ne beve un lungo sorso, mentre torna ancora una volta prepotente la domanda: “hai mai pensato di cambiar vita?” 

E prima che lei possa darsi sempre la stessa risposta, Calogiuri continua a parlare: “Si insomma…che senso ha stare con qualcuno senza aver davvero voglia di starle accanto, di dormirci accanto, di sentire il suo respiro durante la notte e sentirsi nel posto giusto, senza essere geloso se qualcuno la guarda…”

Un brivido corre lungo la schiena di Imma al solo sentire quelle parole pronunciate con quello sguardo illegale.

Quelle parole le ha già sentite.

E ricorda perfettamente com’è già andata a finire. 

Si stringe nella coperta come se improvvisamente si sentisse davvero in balia di una forza che la spinge verso di lui, mentre l’uomo seduto accanto a lei si avvicina impercettibilmente.



ANGOLETTO:
Inizia ad essere difficile... molto molto difficile! Riusciranno a resistere?
Mi piacerebbe sapere che ne pensate ... :) 
A presto!

  
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