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Autore: 20maggio2013    11/01/2022    2 recensioni
[...] Nessuno dei due si accorse che l'attenzione di Kurt era rivolta a tutt'altro. Ma non alle sue riviste che lo aspettavo a casa, no. L'attenzione di Kurt fu attirata dal numero tre. E per numero tre si intendeva il ragazzo che si era appena tolto il caso e aveva passato una mano tra la folta chioma di ricci per ravvivarli dopo essere stati schiacciati dal casco per un'ora. L'osservò darsi una pacca con Sam esultando ancora per quella vittoria. Kurt era sicuro di non averlo mai visto prima, perché un ragazzo del genere sicuramente non sarebbe passato inosservato, non ai suoi occhi almeno. Lo osserverò in tutti i suoi movimenti. Osservò il suo modo di passarsi la mani tra i ricci, il modo in cui le sue labbra si curvavano in un sorriso, i suoi occhi. Dio i suoi occhi. Potevano essere così luminosi un paio di occhi? [...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'fearlessly and forever'
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Blaine non era più abituato a girare per i corridoi di una scuola pubblica. A metà del suo primo anno di liceo era stato quasi costretto a cambiare scuola a causa di alcuni episodi di bullismo che lo avevano addirittura fatto finire in ospedale. E forse era stato proprio quell'episodio a spingere i suoi genitori a convincerlo a cambiare scuola e trasferirsi in una scuola privata con zero tolleranza verso qualsiasi discriminazione. E da quando l'aveva fatto la sua vita era decisamente migliorata. Aveva iniziato a boxare per imparare a difendersi e aveva iniziato anche a giocare a football, sport che aveva sempre amato. E forse proprio per questo era stato difficile per lui dover cambiare scuola all'ultimo anno. Suo padre era stato trasferito a Lima per lavoro e tutta la famiglia lo aveva seguito. I suoi genitori gli avevano anche proposto di frequentare la Dalton, una scuola privata a circa un'oretta da Lima, ma Blaine aveva deciso di tornare alla scuola pubblica, anche perché sapeva che lì ci sarebbe stato un suo vecchio amico e che non sarebbe stato completamente solo. E poi al McKinley c'era una delle migliori squadre di football di tutto lo stato e c'erano grandissime possibilità che qualche talent scout sarebbe andato alle loro partite per proporre delle borse di studio per qualche college con importati squadre di football e Blaine aveva maggiori possibilità di farsi notare. Non che avesse bisogno di una borsa di studio per frequentare il college, la sua era una famiglia benestante, i soldi non erano mai mancati. Ma Blaine voleva dimostrare a sé stesso più che altro che non aveva bisogno dei soldi dei suoi genitori per farcela. Voleva meritarsi quello che otteneva, era sempre stato così. Non gli erano mai piaciute le cose facili.
«Anderson! -esclamò Finn raggiungendo il riccio e dandogli una pacca sulla spalla- Stasera che ne dici di pizza e film da me?» gli chiese il ragazzo alto e Blaine annuì. Finn era il più caro amico che avesse. Si conoscevano sin da bambini, le loro madri erano amiche d'infanzia e si erano spesso ritrovate a passare le vacanze estive insieme. Avevano legato sin da subito ed era stato proprio Finn il motivo per cui aveva deciso di frequentare il McKinley e non la Dalton. Era stato lui ad aiutarlo ad entrare in squadra nonostante le selezioni erano terminate un paio di giorni prima del suo arrivo. Era stato lui a farlo ambientare in quella scuola e Blaine doveva ammettere che alla fine non tutte le scuole pubbliche erano così male. Ma anche se Blaine era in quella scuola da ormai tre mesi, non conosceva ancora molte persone, aveva fatto amicizia solo con i suoi compagni di squadra e neanche tutti. Ma per il momento a Blaine stava bene così. Era già fin troppo impegnato tra allentamenti e studio e uscite con Finn e gli altri della squadra e uscite occasionali con i suoi vecchi amici per potersi permettere di più.
«Mi sembra perfetto» sorrise Blaine in risposta.

Kurt non faceva altro che fissare i due ragazzi con la giacca di football rossa con una grande M cucita sul petto a sinistra. O meglio fissava il ricciolino un po' troppo basso. Si era ripromesso di non pensare più al numero tre, a quel ragazzo con i capelli ricci e gli occhi di un color non ben definito. Ma in quei mesi non aveva potuto fare a meno di prendersi una lieve, forse neanche troppo, cotta per il ragazzo. Lo osserva sempre e da lontano. Sapeva fosse molto amico del fratello, spesso se lo ritrovava pure a casa sua, eppure non ci aveva mai parlato. Gli era sempre mancato il coraggio e numero tre non aveva mai dimostrato alcun interesse per lui. Certo sapeva della sua esistenza, sapeva chi fosse ma nulla di più. Kurt invece in quei mesi aveva scoperto diverse cose su numero tre. Prima di tutto aveva scoperto che si chiamava Blaine e non numero tre. Poi aveva scoperto che fosse gay e forse per questo motivo si era lasciato un po' andare e aveva iniziato a fantasticare su di lui, ma aveva cerato sempre di mantenere i piedi per terra, non voleva di certo illudersi. Il fatto che anche Blaine fosse gay questo non implicava che provasse automaticamente interesse per lui. E poi aveva scoperto che non fosse il solito bullo, stronzo e antipatico. Anzi era tutto il contrario. Blaine era dolce, gentile e premuroso. E dopo averlo osservato silenziosamente in quei mesi aveva capito perché Finn lo considerasse il suo migliore amico.
«Dovresti smettere di fissare numero tre e iniziare ad agire» Rachel gli si parò davanti coprendogli così la visuale su Blaine. Ovviamente Kurt non era riuscito a nascondere la sua recente cotta, non alla sua migliore amica. E anche se entrambi sapevano perfettamente il nome del riccio, continuavano a chiamarlo in quel modo, così se qualcuno avesse sentito le loro conversazioni non avrebbero capito a chi si riferivano.
«E invece non farò nulla -rispose Kurt spostandosi per poter continuare ad osservare il ragazzo alle spalle dell'amica. Ora stava ridendo a qualche battuta fatta probabilmente da Finn e Kurt si perse a fissare il modo in cui si portava la mano sullo stomaco per le risate, a come le sue labbra si curvavano all'insù e a come i ricci rimbalzavano sulla sua fronte. Almeno finché Rachel non si spostò di nuovo davanti a lui coprendogli ancora la visuale. Kurt sbuffò e chiuse l'anta del suo armadietto- Andiamo Rach.. lo hai visto? Perché mai si dovrebbe interessare ad uno come me?» domandò Kurt indicandosi.
«Perché non dovrebbe? So che non te lo dico spesso, ma sei fantastico Kurt» Kurt non rispose subito, non era abituata a sentire Rachel affermare certe cose. Si sapeva che gli voleva bene e che teneva a lui, ma non se lo dicevano facilmente.
«Perché non abbiamo nulla in comune.. lui è un giocatore di football e quando non gioca a football passa il suo tempo a fare boxe o parlare di macchine con Finn. -rispose Kurt sapendo come passava il suo tempo Blaine, l'aveva sentito più volte parlare con Finn di quelle cose- Io invece passo il mio tempo libero steso a letto a leggere riviste di moda»

Kurt era appena tornato da un intenso pomeriggio passato al centro commerciale con Rachel e non vedeva l'ora di buttarsi sotto la doccia e poi stendersi a letto per riposarsi. Era appena sceso dalla sua auto quando vide Blaine fuori casa sua, ma era diverso dal solito ragazzo spensierato che osservava ogni girono. Quello era un ragazzo un po' scosso e turbato. Solo dopo Kurt si accorse che stava parlando al telefono, probabilmente litigando con il suo interlocutore.
«Tutto bene?» domandò dopo che lo vide chiudere la telefonata con uno sbuffo. Kurt non sapeva come avesse trovato il coraggio di parlargli. Forse spinto dalla conversazione avuta con Rachel quel pomeriggio. La ragazza aveva provato a convincerlo a parlargli, anche solo per dirgli un semplice "Ciao", infondo cosa c'era di male con tutte le volte che Blaine era a casa sua? E poi gli aveva fatto notare che all'inizio anche con Finn era stato convinto che non sarebbero mai andati d'accordo, che non avevano nulla in comune. Invece con il tempo aveva imparato a conoscerlo e ora erano come due fratelli, anche se non c'era nessun legame di sangue ad unirli, ma quello poco importava ai due ragazzi. 
O forse aveva trovato il coraggio solo perché per la prima volta lo aveva trovato turbato e non con il suo solito sorriso. 
Fatto sta che per la prima volta gli aveva rivolto la parola e ora Kurt sperava di non essere sembrato inopportuno con quella domanda.
Blaine quasi sobbalzò quando sentì la voce di Kurt. Non si era accorto che fosse arrivato.
«Sisi -annuì passandosi una mano tra i ricci, gesto che a Kurt non sfuggì, adorava il modo in cui si passava una mano tra i capelli e li spostava indietro- Ho solo litigato con il mio ragazzo, ma va tutto bene» gli sorrise e Kurt in un altro contesto era sicuro che sarebbe potuto morire per il sorriso che gli aveva rivolo, ma non riuscì a godersi a pieno quel sorriso dopo aver sentito le parole "il mio ragazzo". Ma infondo perché un ragazzo bello e affettuoso come Blaine non avrebbe dovuto averne uno? Si leccò le labbra e prese un sospiro, cercando di non mostrare la sua improvvisa delusione per quello.
«Oh.. mi dispiace -mormorò dispiaciuto avvicinandosi alla porta- Se non sono troppo invadente, posso chiederti come mai?» gli chiese quando lo vide sedersi con aria un po' delusa sugli scalini del pianerottolo. Blaine accennò un altro piccolo sorriso, per fargli capire che non aveva problemi a parlare e Kurt si chiese se quel ragazzo sorridesse sempre. Infondo aveva appena litigato con il suo ragazzo eppure stava sorridendo a lui, proprio a lui. 
«Jeremiah non vive qui a Lima, quando io mi sono trasferito qui, lui si è trasferito a Columbus per il college -raccontò Blaine mentre Kurt lo osservava in silenzio- e praticamente non ci siamo mai visti da quando ci siamo entrambi trasferiti. Ogni settimana mi promette di venire per il weekend o per le partite e puntualmente all'ultimo cancella tutto e dice che non può più venire. Sarebbe dovuto venire domani mattina ma mi ha appena chiamato per dirmi che non verrà -sbuffò passandosi di nuovo una mano tra i capelli e Kurt lo guardò un po' dispiaciuto. Se fosse stato lui il suo ragazzo avrebbe fatto di tutto per passare del tempo con lui- E questa volta non ha neanche provato ad inventarsi una scusa. Ha semplicemente detto che non veniva» aggiunse Blaine stringendo il cellulare con l'altra mano. Kurt vide le sue nocche diventare bianche per la forza con cui stava stringendo il suo telefono. Avrebbe voluto posare una mano su essa e tranquillizzarlo, calmarlo. Ma non lo fece, infondo lui non era nessuno per farlo. Si limitò a sedersi al suo fianco.
«E non puoi andare tu da lui? -gli domandò poi- Infondo Columbus è solo ad un paio di ore di macchina. Potresti andare tu da lui, no?» gli fece notare e Blaine annuì in risposta. Non aveva mai pensato a quell'opzione, aveva sempre dato per scontato che dovesse essere Jeremiah quello a doverlo raggiungere, ma Kurt aveva ragione. Poteva essere lui quello che andava a trovarlo. Non fece in tempo a rispondere che Finn uscì sul pianerottolo in cerca del suo amico. Kurt si alzò subito in piedi sentendo la porta aprirsi, ma non si mosse.
«Ah eccoti, credevo ti avessero rapito gli alieni» esclamò Finn quando vide Blaine, erano ormai diversi minuti che era uscito per parlare al telefono, salutò Kurt quando si accorse della sua presenza e poi tornò dentro casa lasciando la porta aperta e dicendo a Blaine che lo avrebbe aspettato in camera. Blaine annuì e si alzò per poi seguirlo.
«Grazie del consiglio Kurt» disse prima di entrare definitivamente in casa. Kurt gli sorrise e adorò il modo di Blaine di pronunciare il suo nome. Poi rientrò in casa anche lui. Non si parlarono più per il resto della serata, ma Kurt ogni tanto, quando usciva dalla sua camera per andare in bagno o in cucina o da suo padre, lanciava qualche sguardo a Blaine notando che non fosse il solito ragazzo allegro per cui si era preso una cotta. 

Blaine aveva seguito il consiglio di Kurt e il giorno dopo era partito per Columbus per andare a trovare il suo ragazzo. Jeremiah era stato sorpreso e felice quando l'aveva visto. Gli aveva fatto visitare il college, gli aveva presentato i suoi amici, avevano fatto un giro per la città e poi quella sera, una volta che furono finalmente da soli, Jeremiah aveva dimostrato a Blaine quanto fosse stato felice di quella sorpresa. E quando lunedì mattina Blaine girava di nuovo per i corridoi della scuola aveva di nuovo il suo solito sorriso sulle labbra. E Kurt lo aveva notato, aveva notato che non era più afflitto per quella litigata come quando lo aveva trovato venerdì sera. E provò un senso di gelosia sapendo che era tornato allegro e spensierato dopo un weekend passato con il suo ragazzo. Aveva saputo che Blaine fosse andato a Columbus tramite Finn e anche se il fratello non gli aveva detto il motivo di quel suo viaggio, era più che evidente. Ma doveva pur aspettarselo, infondo era stato lui quello a suggerire di andare. Quello che però non si aspettava era che Blaine gli sorridesse e lo salutasse quando si accorse di lui. Kurt fece appena in tempo a ricambiare il saluto che Blaine fu richiamato dai suoi compagni di squadra e sparì dalla sua vista.

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eccomi tornata con un nuovo capitolo.. è passato qualche mese dalla prima volta che Kurt ha visto numero tre e per quanto nel prologo sembrasse deciso a non voler sapere nulla di lui, in questo primo capitolo vediamo che in realtà ha scoperto diverse cose su di lui. E scopriamo anche che, attenzione.. Blaine ha un ragazzo..lato positivo di questo capitolo? Kurt parla a Blaine per la prima volta. Cosa ne pensate? Come andranno avanti ora le cose?

Lasciatemi qualche parere, a martedì prossimo

  
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