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Autore: cin75    12/01/2022    3 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Jensen, ti amo. Non penso di aver mai amato in questa maniera. Non penso di averti mai amato quanto ti sto amando in questo momento. Ti prego...ti prego, voglio che tu faccia l’amore con me.”
“Ti amo anche io….ti amo così tanto!” rispose Jensen , che lo stava guardando di nuovo. Lo stava adorando di nuovo.
“Per favore...allora...lascia che io faccia l’amore con te.”
Jensen allora si arrese.
Con movimenti lenti e gentili, fece allontanare Jared da lui, che si ritrovò seduto. Poi si alzò e guardando il compagno che guardava lui, potè scorgere nei suoi occhi una sorta di triste delusione.
“Dammi la mano!” disse Jensen, porgendo la propria al più giovane.
“Jensen...”
“Non qui...non così.” disse dolcemente. Strinse forte la mano che Jared gli aveva dato e lo invitò a seguirlo verso la camera da letto.
Entrarono.
Jensen si chiuse la porta alle spalle. Spense la luce , lasciando accesa solo l’ abat-jour posta sopra la cassettiera.
Si avvicinò a Jared che era rimasto fermo al centro della camera. Lo baciò piano, dolcemente, quasi una carezza tra le loro labbra. Gli lasciò una carezza altrettanto gentile sulla guancia. Poi lentamente prese a sbottonargli la camicia.
“Lascia che mi prenda cura di te!” chiese a bassa voce e Jared, ormai, conquistato e perso, in quello che stava accadendo, nel modo in cui Jensen lo stava facendo accadere, annuì soltanto.
Il biondo gli fece scivolare via dalle spalle con un gesto leggero, la camicia che andò ad afflosciarsi al pavimento.
Guardò Jared. Adorò Jared.
Ma quando il suo sguardo senza rendersene conto si ritrovò a fissare quella cicatrice sul torace che leggera scivolava fin sotto il pettorale in tensione, qualcosa scattò in lui. Sembrò congelarsi.
Jared capì immediatamente quando scorse cosa Jensen stesse fissando con tanta apprensione. Gli mise le mani intorno al viso così da costringerlo a guardare lui, i suoi occhi, il suo viso e niente altro.
“Guardami! Ti prego...guardami!” fece con un tono dolcissimo, quasi un sussurro. “Guardami, Jensen.”
Jensen che aveva socchiuso gli occhi quando il tocco di Jared gli aveva riscaldato il viso, li riaprì e si ritrovò immerso in un oceano di ambra e oro, ma soprattutto , di serenità. Jared era sereno.
“Perdonami!” sentì di dover dire.
“Jensen , sto bene. Davvero!! sto benissimo. E tu non devi chiedere perdono di niente.” lo rassicurò il più giovane, trasformando quel semplice tocco al viso in un abbraccio in cui Jensen prima si rifugiò e poi condivise con la stessa intensità. “Ti prego...ti prego. Fa’ l’amore con me.”
Jensen non rispose niente ma senza allontanarsi da quel contatto, piano, con attenzione , guidò entrambi verso il letto. Gli sbottonò i jeans e piano li fece cadere insieme all’intimo. Agì in modo che Jared si potesse sedere sul bordo del letto, mentre lui gli si inginocchiava davanti, poggiandogli le mani sulle cosce che scattarono in tensione a quel tocco così caldo e pressante.
Jared inspirò profondamente, portò le braccia all’indietro per sostenersi e .. “Jensen...” ansimò forse prevedendo quello che poteva star per succedere.
Jensen lo guardò. Sorrise sghembo!!
“Calma, Tigre!!” e così dicendo, gli sfilò del tutto i pantaloni. “Una cosa alla volta.” e poi si tirò su. Verso il viso del compagno. “Va’ al centro del letto!”
Jared obbedì mentre incapace di distogliere lo sguardo vide Jensen ergersi completamente e sfilarsi con un unico movimento la maglietta e poi lentamente sbottonarsi i pantaloni e toglierli. Anche lui poi si privò pure dell’intimo.
“Mio Dio!! sei magnifico!” non potè che sussurrare Jared di fronte all’innegabile bellezza di Jensen.
“Credimi, amore mio. Per te non ci sono parole.” lo adulò , sorridendo del rossore che comunque vide affiorare sul volto del compagno.
Dopo di che , Jensen raggiunse Jared al centro del letto. Lo sovrastò e più si imponeva su di lui, più le sue mani riuscivano a carezzarlo ovunque. Le gambe, i fianchi, il torace e poi di nuovo verso il basso, verso il ventre in tensione , verso la sua intimità pulsante di eccitante aspettativa e carezzava, carezzava con movimenti lenti, sicuri, su e giù, su e giù. Il giusto per portare ad una magnifica confusione. E Jared gemeva e si beava di ogni tocco, ad ogni sospiro che Jensen lasciava sulla sua pelle che sentiva via via andare a fuoco.
Quando Jensen , oramai, gli era sopra, sostenendosi con un braccio per non pressarlo troppo con il suo corpo, una gamba di Jared andò a circondargli il fianco scoperto.
Jensen sospirò a quel contatto.
“Voglio sentirti vicino..il più possibile. Non voglio lasciarti andare!” gli sussurrò a fior di labbra accanto all’orecchio Jared, rinsaldando la sua posizione.
“Mai più lontani. Mai più!” gli fece eco Jensen, mentre una sua mano sensualmente, lentamente scendeva di nuovo verso il ventre del più giovane. Prima carezzò ancora voluttuosamente la fremente turgidezza della sua intimità, poi la strinse, muovendo piano. Con gesti ritmici.
Il corpo di Jared scattò, si inarcò come attraversato da una tanto violenta quanto piacevole scarica elettrica. Le braccia del più giovane scattarono verso la schiena del biondo. Lo strinsero, quasi lo artigliarono per impedirgli di muoversi, di allontanarsi.
Mentre la voce, resa sottile dal piacere provò a scivolare via dalla gola.
“Ti prego...mi sei mancato così tanto. Ti prego...ho bisogno che tu...ho bisogno di essere tuo. Di sentirmi di nuovo completamente tuo. Solo tuo.” fu l’ansimata preghiera.
“Non hai mai smesso di essere mio, Jared. Come io non ho mai smesso di essere tuo, amore mio!” e dicendo queste parole d’amore , le sue dita attente e premurose, invasero con cautela l’intimità più segreta del giovane compagno, che si ritrovò ad allargare le gambe, per dare più spazio al suo amante e ai suoi tocchi d’amore.
Jensen lavorò piano, si mosse sapientemente in quel lembo di carne sensibile e cocente. Sincronizzò il suo massaggio preparatorio agli ansimi di soddisfazione del compagno, ai suoi lamenti così eccitanti, al punto che avevano decisamente iniziato a fare effetto anche sulla sua eccitazione che fremeva per trovare soddisfazione.
“Jared...Jared io...”
“Sono pronto...ti prego...ti voglio...ti desidero...” lo rassicurò Jared.
“Anche io...anche io!” e in quella semplice risposta, Jensen lo invase, piano. Entrando piano. Avanzando lentamente, fin quando non avesse visto sul volto di Jared solo piacere.
Spinse appena. Conquistò di più. Si annullò ancora un po’ nel corpo del suo splendido amante che rispondeva magnificamente ad ogni suo tocco, ad ogni suo , almeno per il momento, accennato affondo.
“Dio!!!” si ritrovò ad esalare Jensen, nascondendo il viso nella calda piega del collo di Jared che approfittando di quella dolcissima debolezza, lo abbracciò forte, e lo legò a lui con entrambe le gambe. Incrociandole alle caviglie.
“Non mi scappi più!” scherzò, anche se affannato, quando Jensen alzò il viso sudato e in tensione. Una più che piacevole tensione.
“E chi scappa!!” replicò ironico.
Dopo di che, la danza prese inizio. Dolce, cadenzata, con un ritmo tutto suo. Guidata dalle loro voci, dai loro ansimi, dalle mani che si aggrappavano ai corpi nudi per suggerire più pressione o più gentilezza. Dai corpi stessi che si avvicinavano o si allontanavano per accelerare il piacere o cercare sadicamente di ritardarlo. Era talmente bello e profondo quello che stavano vivendo, di nuovo, dopo tanto tempo, dopo tutto quello che li aveva tenuti separati, che avrebbero sopportato anche una certa dose di sadismo, pur di provare quell’estasi il più a lungo possibile.
Ma poi, quando Jensen colpì , solleticando quel punto interno che fece quasi gridare Jared,e lo colpì ancora e ancora, il giovane si arrese e iniziò a pregarlo di continuare, di fare di più, dare di più. E a quelle suppliche unì l’agire del suo corpo che andava incontro alle spinte potenti e decise di Jensen che ormai perso nell’eccitazione, completamente sopraffatto dall’adrenalina e dall’euforia del piacere, si strinse le braccia di Jared al collo, infilò le proprie sotto la schiena dell’altro arrivando fino alle scapole e approfittando del fatto che Jared aveva ancora le gambe allacciate a lui, con un potente colpo di reni, lo tirò a sè e in un attimo si ritrovarono seduti al centro del letto. Jared in quella posizione così improvvisa, lasciò che la forza di gravità avesse la meglio su di lui e si lasciò scivolare completamente sulla virilità di Jensen e si abbandonò a quell’unione incredibilmente profonda.
Un sospiro di pieno appagamento che trovò la sua fine sulla bocca di Jensen. In un bacio languido, lascivo, pregno della più profonda passione.
A Jensen, di suo, bastò appena sistemarsi contro quel corpo magnifico. Rispose con entusiasmo al bacio. Una mano ferma al centro della schiena del compagno, l’altra prigioniera tra i capelli di Jared.
Solo la necessità d’aria , li costrinse ad allontanarsi, ma rimasero così, fronte contro fronte, perché ormai, entrambi sapevano di essere al limite. Bastò che Jensen spingesse appena verso l’alto e Jared gli andasse incontro che tutto esplose.
Le bocche aperte in cerca di aria come se fossero appena usciti da una lunga apnea.
Un grido muto li costrinse a stringersi l’uno contro l’altro. A tenersi stretti come se si stessero sostenere per con cadere. Fermi, statici in quel momento. Incapaci di muoversi. Non volendo muoversi.
Dopo tanta distanza, stare così vicini era l’unica cosa che volevano.

Poi , piano lentamente Jared si lasciò cadere verso il materasso, senza permettere però a Jensen di allontanarsi da lui, così da farlo rimanere steso sul proprio corpo.

Il fiato che lentamente ritrovava il suo ritmo. Il cuore che soddisfatto dell’amore ricevuto e donato ritrovava la sua pace. Gli occhi chiusi come a non voler perdere tutte quelle meravigliose sensazioni divenute reali in quel loro amarsi. I corpi ancora vicini. Abbracciati. Incapaci di trovare quella volontà per allontanarsi.
Jared carezzava, ancora, pigramente la schiena di Jensen, che steso su di lui, ma comunque poggiato su un fianco del compagno per non gravare troppo sul torace segnato, lasciava baci leggeri tra la spalla e il collo e il petto di Jared. Sorrisi flebili. Sorrisi appagati.
Poi, ad un tratto, Jared , si rese conto che Jensen si era fermato da quelle sue attenzioni così dolci.
Aprì gli occhi e si ritrovò il verde, ancora liquido ma comunque bellissimo, degli occhi di Jensen , a fissarlo.
“Che c’è, amore!?” sussurrò dolcemente.
Jensen deglutì. Per la felicità di sentirsi chiamare così e per l’imbarazzo di voler fare una domanda, che sentiva di dover fare.
“Io...cioè..”
“Jensen, che c’è?” lo incoraggiò Jared, senza mettergli ansia.
Jensen sospirò.
“Come stai? Sì..insomma...sono stato troppo… cioè..” e abbassò lo sguardo improvvisamente imbarazzato. “Forse tu non avresti dovuto...e io...io non ho saputo….sì, insomma...magari...”
Dio!! come si sentiva stupido a non riuscire a dire quello che voleva.
Jared sorrise colpito da quella situazione così paradossalmente innocente. Infondo, lui e Jensen, da quando stavano insieme, avevano esplorato ogni aspetto di quella loro meravigliosa relazione. Soprattutto quell’aspetto fisico che riusciva ad infuocarli e farli sentire uno parte dell’altro in maniera incredibile.
“Jensen...”
“Scusa ...scusa...io...”
“E’ stato bellissimo. Magnificamente intenso. Io sto benissimo. Tu sei stato meraviglioso e mi hai dato te stesso in un modo altrettanto meraviglioso. Forse...”
“Forse?!” si fece avanti Jensen, preoccupato.
“Forse sono io che dovrei chiederti scusa se non sono riuscito ad amarti come...” ma Jared non riuscì a dire altro perché Jensen gli chiuse le labbra con un dito, zittendolo.
“Non farlo. Non provarci nemmeno a dire una cosa del genere. Jared tu mi ami come devo essere amato anche solo guardandomi. Mi ami come merito anche solo con una carezza. Anche solo con il semplice bacio della buonanotte o del buongiorno. Mi ami quando mi porti il caffè o quando mi perdoni perché mi trattengo troppo al bar per lavoro. Mi ami quando sopporti Rich e le sue battute inopportune. Mi ami quando sorridi quando ti dico “Ti amo!”.” disse baciandogli le labbra piegate in un dolcissimo sorriso.
“Quindi….”
“Quindi….Ti amo, Jared.”
Jared sorrise. “Ti amo , Jensen!” disse solo, perché non c’era bisogno di dire altro. Non c’era bisogno di altro se non restare così, abbracciato a Jensen, sentire il suo respiro sincrono con il suo. Restare, in pace, sul suo petto e lasciarsi cullare dal suo calore e il suo profumo avvolgente.

“Sai a cosa stavo pensando?!” fece poco dopo Jared.
“Scordati un secondo round!” scherzò Jensen.
“Ma come sei scemo!!” rispose ridendo insieme al compagno. E poi: “Pensavo alla nostra futura casa!”
“Di già!?” replicò Jensen , sorpreso.
“Sì, avrei un’idea...sempre se a te sta bene!” azzardò, con un tocco di timore. Timore che Jensen scorse semplicemente nel tono di voce.
“Sarebbe?” chiese curioso.
“La casa al lago.” rispose secco.
“Quella dei tuoi genitori?!” e ora c’era sorpresa nel tono di voce di Jensen.
“L’unica e sola.”
Con movimenti pacati, Jensen si tirò su seduto, poggiandosi alla testiera del letto e invitò il giovane compagno a sedersi accanto a lui. Invece , Jared, si sedette, sì, ma non al suo fianco bensì di fronte a lui.
“Sei serio!” convenne Jensen, notando sul volto del ragazzo una sorta di pacata risolutezza.
“Assolutamente.”
“Jared tu sai quanto io adori quella casa e il posto in cui si trova. Ma quella casa è tua. È parte di quello che i tuoi genitori ti hanno lasciato e non mi sembra giusto che io….”
“Cosa? Che tu renda quel posto che per me è il passato, qualcosa che mi mostri il futuro? Un meraviglioso futuro!!?” ironizzò Jared.
“Jared, io...”
“Jensen..” fece comprensivo, mettendo le proprie mani su quelle del compagno. Stringendole dolcemente. “Vieni a vivere con me in quella casa che è stata nostra dal momento in cui ci abbiamo messo piede la prima volta insieme.” fece sorridendogli e sorridendo all’emozione che vide disegnarsi sul volto del biondo. “Quello che abbiamo vissuto in quella casa ha segnato l’inizio della nostra storia e non c’è posto al mondo in cui vorrei stare per continuare questo nostro sogno.”
“Ne sei sicuro? Convinto sul serio?” chiese ancora e sentendosi incapace di negare una simile richiesta fatta in quel modo così dolce.
“Ma stato così sicuro.” lo rassicurò , sporgendosi verso di lui e baciandolo piano sulle labbra che ancora sorridevano. “Allora?” sussurrò poi.
“A quanto pare abbiamo trovato casa!”
“Sììì!” esclamò entusiasta Jared.
“Ma..”
“Ma?!” si chetò immediatamente.
“Sai che ho imparato a volergli bene e mi piace averlo intorno ma...”
Jared lo fissò un attimo confuso. “Non capisco di chi tu stia parlando!” fece.
“Jay!” disse Jensen.
Jared rise di cuore. “Jay??”
“Cavolo, Jared...l’ultima volta che siamo andati alla casa al lago, quando mi sono svegliato c’era la sua faccia sul tuo cuscino invece che la tua! Non sono schizzinoso, ma la mattina vorrei avere un bacio da te e non da lui!!” fece scherzosamente seccato.
Jared rise, immaginandosi la scena e anche perché una mattina ne era stato perfino testimone.
“Oh andiamo!!...ma se ti ho visto addirittura rinunciare a mezzo hamburger pur di darlo a lui. Tu adori Jay!” fece Jared.
“Certo che lo adoro, chi non adorerebbe quella faccia da delinquente che si ritrova, ma ...”
“Ma se è solo una questione di baci...” replicò Jared , improvvisamente più languido, sistemandosi, velocemente a cavalcioni del compagno, sorprendendolo.
“Woo!!!” esclamò Jensen, che comunque non esitò a mettergli le mani sui fianchi per poterselo attirare vicino. “Te l’ho detto: niente secondo round, cowboy!!” scherzò il biondo.
“ E io ti ho detto che sto bene perciò se è solo per qualche bacio mattiniero...possiamo trovare una soluzione.” suggerì malizioso , mentre si sporgeva per baciarlo sul collo, per poi salire verso l’orecchio, la guancia, l’angolo della bocca già in attesa.
“ Questo è….sleale!” sussurrò Jensen, mentre lasciava comunque che Jared proseguisse quel suo eccitante tragitto. Ma quando Jared si appropriò della sua bocca, ogni tentativo di resistergli, fallì miseramente.
Jared lo baciava, lo assaggiava, gli mordeva le labbra sensualmente solo per il gusto di sentirlo gemere e tremare contro la sua di bocca.
“Il tuo sapore mi ha sempre fatto impazzire!” mormorò baciandogli ancora gli angoli della bocca ormai rossa e umida.
“E questa cosa deve dispiacermi o rendermi orgoglioso?!” ironizzò malizioso Jensen, mentre le sue mani andavano a stringersi sui fianchi ben torniti del compagno seduto su di lui. Strinse con forza , ma senza esagerare, spingendosi contro il bacino di Jared che assecondò quel movimento, ma quando il biondo cercò di portare avanti quella lussuriosa intenzione, il più giovane lo bloccò mettendogli una mano sul petto già ansante.
I loro sguardi si scontrarono, già pieni di voglia e desiderio.
“Jared...io...”
“No, amore mio. Ora sarò io far impazzire te!” lo anticipò Jared.

E i corpi scattarono di nuovo. Le voci chiamarono di nuovo i loro nomi e il loro piacere e la pace dei sensi li avvolse di nuovo, lasciandoli pacificamente addormentati l’uno tra le braccia dell’altro.

 

   
 
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