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Autore: Juliet8198    15/01/2022    0 recensioni
STORIA BREVE
Chi ha distrutto il giardino del Re di fiori?
Chi ha causato la morte della Regina di picche?
Chi ha rotto il fragile ordine del mondo, rischiando la vita di non uno, ma ben due sovrani?
In una situazione in cui ognuno potrebbe essere il colpevole, l'unico che potrebbe giudicare è troppo accecato dal dolore per essere razionale. La sola soluzione rimasta, allora, sembra invocare l'aiuto di un agente esterno. Qualcuno che possa determinare definitivamente il vero responsabile.
Storia parte del JU
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come la donna aveva previsto, la corte del Re di cuori era un tripudio di scarlatto. Le pareti delle sale del palazzo ne erano intrise, disturbate solo dai dettagli dorati che riportavano varianti dello stemma lungo tutta la loro ampiezza. Contrariamente alle sue aspettative, non attraversarono la sala del trono, ma entrarono in un quella che doveva essere la stanza privata del sovrano, arredata da un voluminoso letto a baldacchino rosso sangue e una distesa di specchi di varie dimensioni appesi lungo ogni centimetro dell'ambiente, a creare una bizzarra frammentazione ipnotica di rilessi.

 

Il sovrano, voltandosi per guardarla con un sorriso saccente, si avvicinò alla parete di fondo e spostò il tavolino che vi era appoggiato davanti, liberando la vista a uno specchio grande quanto una persona. Appoggiando la mano longilinea sulla cornica dorata, l'oggetto fece uno scatto prima di allontanarsi dalla parete, rivelando un'entrata che dava su un corridoio buio ma similmente arredato al resto delle stanze. Dopo aver acceso una torcia, il re invitò il suo Jack a fare lo stesso con le altre, conducendoli lungo il tappeto scarlatto che culminava in una sala circolare, al cui fondo era appesa una tenda lunga dal soffitto al pavimento. 

 

-Ecco a te, mia cara- annunciò suadente il sovrano, afferrando il lembo di stoffa e facendo scorrere la tenda fino a rivelare il grande specchio che vi era nascosto dietro. Le sue dimensioni non erano particolarmente impressionanti, ma la cornice dorata era molto più ricca di dettagli di tutti gli altri specchi del palazzo, e culminava in cima con un'ampia decorazione che andava a formare lo stemma reale. 

 

-Dunque, come ho detto, vorrei davvero aiutarti, ma l'Asso è un po' sulle sue di questi tempi. Sembra arrabbiato, non ne capisco il motivo, ma devi capire che gli specchi sono suscettibili e- 

 

-Basta giochi, Jimin- minacciò bassamente Namjoon, lanciando uno sguardo tagliente al re. 

 

-Fallo funzionare, ora. 

 

Il sovrano scarlatto sollevò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. 

 

-Ti ripeto, Namjoon, che non è così facile! 

 

L'umana non distolse lo sguardo dalla superficie vetrosa, percependo le voci in sottofondo scemare sempre di più dalla sua mente. C'era qualcosa nel suo riflesso. Vedeva sempre la stessa donna che era comparsa nello specchio della corte dei fiori, ma... era diverso. Come se qualcosa fosse sbagliato. E la leggera fluttuazione che iniziò a comparire sembrò confermarlo. 

 

-Jimin, per favore, collabora. 

 

-Ti ci metti anche tu, Yoongi? È la giornata in cui tutti sono contro Jimin? 

 

-Chiudi la bocca e mettiti al lavoro. 

 

-Ehm, non con quel tono, grazie! 

 

-Aspettate... guardate. 

 

La voce del sovrano dorato riuscì finalmente a far cessare l'aspro litigio fra i presenti, portando l'attenzione sullo specchio. In esso, il riflesso di una giovane donna guardava la stanza davanti a sé con un velo di tristezza e un sorriso nostalgico. I lunghi capelli abbracciavano il suo busto stretto in un corsetto di seta nera e decorato da intricati motivi argentati, che si disperdevano gentilmente nella gonna ampia dello stesso color carbone. Sulla sua testa, lucente come i suoi occhi, era posata una corona di metallo sormontata da simboli di picche argentati. 

 

-Nari! 

 

Passò un battito di ciglia e Namjoon si trovava già davanti allo specchio, gli occhi spalancati in una smorfia disperata e le mani adese con forza al vetro. La donna spostò le pupille scure su di lui, sorridendo flebilmente. 

 

-Nari! Nari, sei qui? Mi senti? Amore, cosa ci-

 

La mano del riflesso si sollevò davanti al suo viso e si posò esattamente sul palmo di quella del re corvino. Questo, stringendo le labbra tremanti, deglutì mentre osservava la donna sorridergli ancora, con un'espressione sofferente dipinta sul viso. Schiuse le labbra rosse e fece per pronunciare delle parole. Ma nessun suono uscì. Nonostante ciò, la sua bocca si mosse in una frase semplice e chiara. 

 

"Ti amo." 

 

Il sovrano contrasse le sopracciglia, osservando la regina mentre distoglieva lo sguardo da lui e lo portava sull'umana ferma al suo fianco. L'umana che era l'esatta copia di lei. 

 

-Questo... non dovrebbe succedere. 

 

Il re scarlatto fissava il riflesso con un cipiglio confuso sulla fronte. Il tono della sua voce aveva abbandonato ogni giocosità e suonava semplicemente gravido di incertezza. 

 

-Non si è mai comportato così. Non dovrebbe funzionare con nessuno- continuò a mormorare, come se avesse improvvisamente dimenticato della presenza degli altri componenti del gruppo. 

 

La regina guardò l'umana sorridendo, mimando con le labbra una frase e piegando il capo in un cenno di ringraziamento. L'umana scosse la testa, cercando di indicarle che non aveva compreso, ma la regina sorrise di nuovo, prima di indicarsi il cuore e infine la fronte. 

 

"Tu lo sai." 

 

Questo lo aveva capito. Fu l'ultima cosa che disse il riflesso, prima di chiudere gli occhi ed essere dissolta dalle calme onde dello specchio. 

 

-No! Nari, aspetta! 

 

Il re corvino sbatté i pugni contro la superficie riflettente, cercando disperatamente dove prima vi era l'immagine della sua amata ma trovando solo l'umana. Serrando gli occhi, strinse i denti e appoggiò la fronte al vetro, facendo lunghi respiri tremanti. Una mano pallida comparì sulla sua spalla e strinse appena, cercando di trasmettere al giovane la sua presenza confortante. 

 

-Namjoon... vieni- lo invitò dolcemente il re dorato, applicando una leggera pressione affinché il sovrano si allontanasse. 

 

-Questo non ha senso- sussurrò ancora Jimin, fissando lo specchio con sguardo stralunato. 

 

-Nari aveva poteri che oltrepassavano anche la nostra comprensione. È possibile che una parte di essi sia rimasta intrappolata in questo mondo. Oppure...

 

Yoongi non terminò la sua frase, ma i suoi occhi caddero sull'umana ancora ferma davanti all'Asso, rigida come una statua. 

 

-... no, non ha importanza.

 

La donna rimase a contemplare il suo riflesso. Il suo, quello che conosceva da una vita. Traendo un respiro profondo, alzò gli occhi, forse a voler affrontare l'oggetto nella sua interezza. 

 

-Puoi mostrarmi dove si trovava il Re di cuori quel pomeriggio?

 

Davanti al silenzio assoluto dei presenti, la superficie riprese a incresparsi, trasmettendo piccole perturbazioni che si trasformarono lentamente nel riflesso del sovrano scarlatto seduto su un trono del medesimo colore, davanti al quale stava in piedi il suo Jack con un'espressione solenne. 

 

-È stato fatto?- chiese il re, con il mento appoggiato sul palmo della mano e il volto chiuso in una smorfia seria, così dissonante con la frivola maliziosità a cui la donna era abituata. 

 

-Sì, mio signore- rispose Taehyung, piegando il capo in un inchino. Jimin annuì, abbassando gli occhi al pavimento e tirando la bocca in una piega amara.

 

-Bene, ottimo lavoro. 

 

Il riflesso, a quel punto, tornò a incresparsi, riportando lo specchio al suo normale aspetto e mostrando il viso funereo del re corvino che era alle spalle della donna. 

 

-Lo sapevo...- mormorò il sovrano tra sé e sé mentre digrignava i denti in un ringhio silenzioso. 

 

-Maledetto bastardo!

 

Namjoon estrasse la spada dal fodero legato alla sua cintura, rivelando una lama nera come l'onice ma dal colore cangiante in un argento vivo sotto al riflesso delle torce. Sollevando l'arma in aria, il re emise un grido rabbioso. 

 

-Perché? 

 

La spada stretta nelle mani del Re di picche perse consistenza, trasformandosi in un liquido simile al petrolio ma che rimase sospeso per aria come se la gravità non lo influenzasse. Esso, infatti, prese a modellarsi e allungarsi fino a replicare la forma di una grande ascia dalla lama ampia e piatta, solidificandosi nuovamente fino a ritornare all'aspetto del metallo. 

 

-Namjoon, aspetta...

 

Il re dorato fece per avvicinarsi al sovrano corvino, ma il giovane emise un altro grido gutturale scagliandosi contro il Re di cuori e mancando la sua testa per un soffio. 

 

-Perché lo hai fatto?- ripetè con voce roca, mentre fissava rabbiosamente il sovrano scarlatto. Quest'ultimo, dopo aver osservato per qualche istante la lama che si ritrovava a centimetri dal suo viso, si aprì in un sorriso. Il sorriso, in breve, si trasformò in una risata. 

 

-Perché, Namjoon? Mi chiedi perché?- domandò Jimin con gli occhi socchiusi in due mezzelune, mentre piegava il capo come se avesse voluto flirtare con il re corvino. 

 

-Perché tu puoi avere una regina e io no? Perché Seokjin deve sempre dare ragione a te? Perché, Namjoon?- ripetè maniacalmente il re, ridendo ancora più fragorosamente mentre afferrava il manico dell'ascia e vi appoggiava il viso sopra come fosse stato il petto di un'amante. 

 

-Sì, sono stato io! Uccidimi, Namjoon, cosa aspetti? Non volevi altro, non è vero? Da quanto tempo immaginavi di impugnare l'Asso e tagliarmi la gola fino a farmi dissolvere in cenere? Oh, Namjoon, quanta soddisfazione ho provato! Lo sai cosa ha detto lei mentre veniva bruciata viva dalle fiamme e urlava agonizzante senza che nessuno la aiutasse? 

 

Il re corvino ringhiò ancora più rabbiosamente, spingendo l'arma fino a che il filo non raggiunse la pelle della spalla del giovane e non fece comparire un rivolo rosso. 

 

-Ha chiamato il tuo nome- bisbigliò Jimin con il più ampio dei sorrisi, spalancando gli occhi in modo da mettere in mostra le pupille dilatate. 

 

-Dovevi sentire che suono sublime, Namjoon!

 

Il Re di picche strinse gli occhi in due fessure, emettendo un urlo mentre allontanava l'arma dalla presa del re scarlatto per prepararsi a farla calare con maggiore veemenza. E per non mancare il bersaglio. 

 

-Lurido pezzo di-

 

-Fermatevi! 

 

L'arma era già in discesa sul suo obiettivo, la lama intenta a tagliare l'aria con il suo sibilo minaccioso. Prima di raggiungere la testa del Re di cuori, però, tornò alla sua consistenza liquida, cadendo sul pavimento senza perforare pelle e ossa, ma radunandosi a terra fino a riprendere la sua forma originale. Il sovrano corvino fissò la chiazza scura ai suoi piedi con occhi spalancati. 

 

Il suo Asso lo aveva tradito. 

 

Sollevando il capo, puntò lo sguardo sulla donna in piedi a qualche passo da lui. 

 

-Non mi impedirai di avere la mia vendetta- sputò lui, stringendo la mandibola. 

 

-I patti erano che avreste ucciso la persona che io avrei appuntato come colpevole. 

 

L'umana lo guardò con il mento sollevato e un'espressione irremovibile sul viso. Namjoon sollevò le braccia con un'espressione incredula. 

 

-Di quali altre prove hai bisogno? Lo ha ammesso lui stesso! 

 

La donna spostò gli occhi tenaci sul re scarlatto, che la guardava come fosse stata un cucciolo stupido e tenero.

 

-La conversazione che abbiamo visto dimostra semplicemente una cosa: che il Re di cuori e il suo Jack erano al corrente di qualcosa e che si trovavano entrambi alla loro corte. La mia teoria è che conoscano l'identità del vero colpevole e stiano cercando di coprirlo. 

 

Jimin gettò la testa all'indietro, scoppiando in un'altra fragorosa risata. Piegando il capo verso di lei, si posò una mano sul cuore. 

 

-Oh, piccola innocente creatura! Pensavo fossi più furba di così! Davvero credi che rischierei il mio collo per qualcun altro? 

 

L'umana contemplò il modo altezzoso in cui il re caracollò verso di lei, avvicinandosi fino a sfiorarle la guancia con le dita. 

 

-Oppure sei già impazzita per me? Ti sei già innamorata, piccolo petalo di fiore? Non temere, le mie attenzioni sono molto generose... 

 

La giovane rimase immobile e in silenzio, pur mantenendo gli occhi attenti sul viso sempre più vicino del re. 

 

-Allora, se vogliamo metterla in questo modo, il vostro Jack verrà decapitato insieme a voi. 

 

Jimin si bloccò, fermo a pochi centimetri da lei, l'espressione seducente congelata sui suoi lineamenti mentre gli occhi andavano piano piano a spalancarsi.

 

-Cosa? 

 

L'umana sollevò un sopracciglio, sfidando con lo sguardo il sovrano. 

 

-Se dobbiamo credere alla vostra confessione, in base a quello che abbiamo visto avete ordinato al vostro Jack di commettere il crimine per voi. Ergo, lui ha fisicamente commesso l'omicidio e verrà giustiziato insieme a voi. 

 

Dall'angolo della sua visuale, l'umana intravide Taehyung deglutire vistosamente prima di abbassare il capo. 

 

-Il mio signore non sapeva quello che avrei fatto. È stata una mia iniziativa, che poi gli ho riferito per metterlo al corrente. Ma lui non- 

 

-No! 

 

Il Re di cuori spalancò le palpebre scuotendo vigorosamente la testa. 

 

-Sta mentendo per coprirmi, non ascoltatelo! 

 

L'umana riportò lo sguardo di sfida su di lui, facendo un passo avanti. 

 

-Rimane il fatto che è vostro complice e che sarà giustiziato insieme a voi. 

 

-No! Lui non c'entra nulla, ho fatto tutto da solo!- gridò il sovrano, stringendo i pugni mentre sul suo viso si dipingeva una smorfia disperata. 

 

-Non concorda con quello che abbiamo visto.

 

-Non... non ha rilevanza! Quella conversazione era relativa a un ordine che avevo emesso riguardo a un aumento delle tassazioni nel mio regno! Non ha alcuna connessione con il crimine! Io l'ho fatto! Sono stato io, io solo!- ripetè il re convulsamente mentre si indicava il petto. L'umana, però, incrociò le braccia al petto. 

 

-E lo avreste fatto perché eravate geloso dei vostri compagni? 

 

Il re annuì violentemente. 

 

-Esatto, è così! 

 

La giovane lanciò un'occhiata di lato. 

 

-Allora non vi dispiacerà mostrarci quello che si nasconde lì - disse piegando il capo alla sua sinistra, indicando la tenda che si trovava al fianco dell'Asso e che assomigliava a quella che lo ricopriva. Il Re di cuori si congelò dopo aver poggiato lo sguardo sull'oggetto di interesse. 

 

-Oh... e perché mai, mia cara?- chiese la voce troppo acuta per risultare naturale, mentre cercava di forzare il suo corpo in quei frivoli manierismi che lo avevano animato in precedenza. 

 

-Petalo di fiore, non penso che possa essere di tuo interesse scoprire la mia collezione privata. 

 

In un qualche modo, Jimin era riuscito a tornare alla posa spontaneamente civettuola che aveva indossato nel momento in cui lo aveva visto per la prima volta, aprendosi in un sorriso malizioso ma evidentemente teso. 

 

-Vedi, amo tenere bloccati negli specchi i momenti migliori con alcune delle mie amanti, trovo che sia una sublime forma di intrattenimento! Non sempre loro ne sono al corrente ma dove sarebbe il divertimento altrimenti? Così ho qualcosa che mi stuzzichi quando sono... aspetta! 

 

L'umana, ignorando la fluida parlantina del sovrano, si era avvicinata alla tenda, scostando la stoffa fino a rivelare la parete dietro di essa. Erano specchi. Decine di specchi di media grandezza appesi fino a raggiungere il soffitto e contenenti immagini ferme in momenti diversi. Una sorta di fotografie, convenne la giovane. Ma invece che mostrare donne in pose liceziose, contenevano i volti degli uomini presenti nella stanza. In alcune, sembravano particolarmente giovani, dati i tratti acerbi e i corpi in via di sviluppo. In diverse, erano tutti insieme e guardavano direttamente lo specchio con smorfie buffe. In altre erano in gruppi da due o tre e parevano essere stati ripresi in momenti spontanei, come durante una conversazione o nel bel mezzo di una risata. Altre ancora li ritraevano singolarmente, seduti sui loro troni assorti in una posa meditabonda o in procinto di salutare lo specchio, come se avessero saputo che qualcuno li avrebbe catturati in quel momento. A livello dei suoi occhi appena sulla destra, poi, ne vide una ritrarre una coppia. La donna del riflesso che indossava lo stesso regale vestito nero intenta a dire qualcosa verso lo specchio con un sorriso allegro, mentre a circondare il suo fianco si trovava il Re di picche, con lo sguardo pieno di affetto concentrato sul viso di lei.

 

Voltandosi verso il Re di cuori, che aveva abbassato il capo come se non avesse voluto vedere, l'umana incrociò le braccia al petto. 

 

-Queste non mi sembrano immagini delle vostre amanti, vostra maestà. 

 

Il sovrano scarlatto, il cui volto si era indurito in un'espressione fredda e distaccata, strinse la mandibola. 

 

-Sono vecchi cimeli. Roba di cui avevo dimenticato l'esistenza che ho sepolto qui secoli fa. Non hanno alcun valore. 

 

La donna piegò il capo, facendo un passo verso di lui. 

 

-Sapete, vostra maestà, se fossi entrata nella casa di un altro umano e avessi trovato una collezione di immagini come queste avrei pensato che quell'umano sia molto legato a quelle persone. Avrei perfino pensato che tenga molto a loro- disse, scrutando con insistenza crescente il giovane. Egli, però, voltò il capo di lato per fuggire dal suo sguardo. 

 

-Idiozie. Un tempo, forse, era così. Quando eravamo dei marmocchi e non avevamo ancora iniziato a preoccuparci solo ed esclusivamente di noi stessi. 

 

Un silenzio tombale seguì le parole sputate con disprezzo dal Re di cuori, che aveva catturato l'attenzione di ogni presente. Perfino il Re di picche, pur mantenendo una postura rigida, lo fissava con una luce sorpresa negli occhi, come se vedesse per la prima volta il giovane uomo in tutta la sua interezza. Alla fine, Taehyung iniziò a scuotere il capo con sempre più veemenza prima di prendere la parola. 

 

-Ora basta. 

 

-Taehyung, non ti azzardare a dire una parola- minacciò con tono così insolitamente basso il sovrano scarlatto, lanciando un'occhiata furente al suo Jack. 

 

-No! Sono stanco di questa farsa! E lo siete anche voi, se solo riusciste ad ammetterlo! 

 

-Taehyung. 

 

La parola fu pronunciata con una pericolosa calma, che portò il re scarlatto a marciare fino a raggiungere il soldato e afferrargli il mento in una morsa ferrea. 

 

-Non un'altra parola. 

 

Il Jack riuscì a sorridere amaramente nonostante la mano che gli stringeva la mandibola. 

 

-Altrimenti? Cosa mi farete? 

 

Jimin espose i denti in un ringhio minaccioso mentre sollevava la mano che non stringeva il mento del giovane, pronta a colpire. Taehyung, però, non distolse lo sguardo dal suo viso. 

 

-Tutti pensano che il dominio del Re di cuori siano gli specchi a causa della sua vanità e superbia. 

 

-Taehyung.

 

Il re strinse ancora di più la morsa sul suo mento, avvicinando il viso a quello del giovane. 

 

-Ma è una bugia. 

 

-Taehyung!

 

Il Jack, imperterrito, continuò a parlare con una luce ostinata negli occhi. 

 

-Il suo dominio sono gli specchi perché i sentimenti del Re di cuori sono puri e limpidi. Sono sinceri, immutabili e fedeli fino alla fine dei tempi. Questo è il suo dominio- concluse il giovane, sorridendo in segno di sfida al suo sovrano dall'aria furibonda. 

 

-Colpitemi, avanti, se ne avete la forza. 

 

Il re scarlatto strinse le labbra carnose e gli occhi brillanti come braci ardenti mentre la sua mano rimaneva sospesa per aria, pronta a rilasciare il colpo. Alla fine, però, la abbassò, mollando la presa sul mento del Jack e allontanandosi da lui prima di girarsi verso il Re di picche. 

 

-Non ascoltare nulla di quello che dicono. Sono stato io. Adesso, uccidimi- disse con voce atona, avvicinandosi al sovrano e fissandolo negli occhi con un'espressione grave. Lui, però, osservò Jimin per qualche istante. Poi, si voltò verso l'umana. 

 

-Confermi le tue parole? 

 

La donna passò lo sguardo dal Re di picche al Re di cuori, che la fissava con la mandibola tesa e uno sguardo gelido negli occhi. 

 

-Sì. Non è lui il colpevole. Se desiderate, potete tenerlo nelle segrete per questa notte mentre io scopro chi sia il vero responsabile. 

 

Il sovrano scarlatto abbandonò il capo in avanti, rilasciando un lungo sospiro. 

 

-A meno che voi non vogliate dirmi il nome della persona che state coprendo- aggiunse allora la giovane, avvicinandosi al re. Questo, però, sollevando gli occhi lucidi, deglutì. 

 

-Sono stato io- ripetè con tono non più rabbioso, ma addolcito da una docile rassegnazione. L'umana, allora, annuì. 

 

-Come pensavo. Mi prenderò fino a domattina per confrontare con l'Asso dove si trovava ognuno di voi quel pomeriggio. Potete tornare nelle vostre corti a riposare. 

 

I presenti si guardarono a vicenda con circospezione prima di riportare lo sguardo su di lei e annuire lentamente, girandosi poi per dirigersi verso l'uscita. Il Re di picche fu l'ultimo a rimanere indietro lasciando gli occhi ancora incollati su di lei. 

 

-Buona fortuna- disse semplicemente con tono mite, lanciandole un ultimo sguardo prima di voltarsi e andarsene.

   
 
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