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Autore: Juliet8198    15/01/2022    0 recensioni
STORIA BREVE
Chi ha distrutto il giardino del Re di fiori?
Chi ha causato la morte della Regina di picche?
Chi ha rotto il fragile ordine del mondo, rischiando la vita di non uno, ma ben due sovrani?
In una situazione in cui ognuno potrebbe essere il colpevole, l'unico che potrebbe giudicare è troppo accecato dal dolore per essere razionale. La sola soluzione rimasta, allora, sembra invocare l'aiuto di un agente esterno. Qualcuno che possa determinare definitivamente il vero responsabile.
Storia parte del JU
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina seguente, l'umana fece il suo ingresso in quella corte che non aveva ancora esplorato. La sua struttura era simile a quelle che aveva già visitato, perciò non fu difficile per lei capire in che direzione si trovasse la sala del trono. Lui doveva aspettarla lì. Sapeva che avrebbe scoperto la verità e sarebbe venuta da lui. Infatti, quando fece il suo ingresso nell'ampio salone dorato decorato da motivi geometrici, lui era lì.

 

-Sei arrivata. 

 

La donna annuì anche se lui le dava le spalle. Sollevando lo sguardo, osservò la gigantesca bilancia d'oro lucente appesa al soffitto che calava dall'alto come una mastodontica istallazione artistica. I due enormi piatti erano connessi tramite delle catene a un braccio orizzontale, a sua volta fissato al soffitto in modo che fosse perfettamente bilanciato. Nonostante ciò, la giovane notò che i due piatti non erano in equilibrio. Uno calava verso il basso, come fosse stato appesantito da qualcosa, e l'altro era mezzo cadente a causa della rottura di una delle catene che lo sorreggeva. 

 

-È questo l'Asso di quadri?- chiese l'umana, cercando di ritardare la conversazione che sarebbe avvenuta da lì a poco. Il re dorato emise un sospiro, voltandosi e sollevando lo sguardo. 

 

-Lo è, anche se non si trova in forma smagliante. 

 

La giovane contrasse le labbra, abbassando lo sguardo sul sovrano con le mani giunte dietro la schiena. 

 

-Con tutto quello che è successo, non mi sorprende. 

 

Yoongi sollevò appena gli angoli della bocca mentre una traccia di amarezza gli attraversava il viso.

 

-Già. 

 

La giovane abbassò il capo, fissando il pavimento. 

 

-Perché lo avete fatto? 

 

Lui trasse un respiro profondo, mantenendo lo sguardo sulla gigantesca bilancia. Passò qualche momento di silenzio prima che aprisse la bocca. 

 

-I fiori del giardino di Seokjin erano stati infettati da una malattia. Probabilmente è a causa del modo in cui voi umani state maltrattando la vostra vegetazione. 

 

La giovane piegò il capo, sollevando un sopracciglio. 

 

-È possibile una cosa simile?

 

Il Re di quadri annuì, stringendo le labbra. 

 

-Come ti avevo detto in precedenza, i nostri mondi sono in qualche modo interconnessi, ma neppure noi sappiamo fino a che punto. È frequente che ciò che succede nel vostro pianeta Terra influenzi i nostri domini. Il mio Asso ha subito parecchi colpi in passato a causa delle varie ingiustizie che si sono susseguite nella vostra storia. Namjoon è diventato gradualmente più potente e più spietato con l'avanzare della vostra forza militare e Jimin è diventato... 

 

Il re si fermò, deglutendo una smorfia. 

 

-... insicuro. Con il raffreddamento dell'unità degli esseri umani, ha iniziato a temere a causa dell'allontanamento che stava avvenendo fra di noi. Aveva paura di essere rigettato, che la nostra amicizia si frantumasse. Perciò, per proteggersi ha creato una versione più sicura di sé, ma anche più emotivamente distaccata.

 

Yoongi fece una pausa, abbassando lo sguardo al pavimento a scacchi. 

 

-Quando mi accorsi di cosa stava succedendo al giardino di Seokjin, sapevo che avrei dovuto fare qualcosa. Si era diffusa troppo in fretta, talmente in fretta che ci mise solo un paio di giorni per contaminare tutto. Se non fossi intervenuto, nel giro di poche settimane avrebbe contagiato tutta la vegetazione del nostro mondo e Seokjin-hyung... sarebbe morto. 

 

L'umana contrasse le sopracciglia mentre un'espressione dispiaciuta prendeva possesso del suo viso. 

 

-Perché non ne avete parlato con lui o... non vi siete confrontato con gli altri? 

 

Il re strinse la mascella, indurendo il suo viso. 

 

-Seokjin-hyung è una persona fantastica, ma a volte si rifiuta di guardare in faccia il lato più oscuro della realtà. Pensa che tutto andrà bene, sempre. La sua visione eccessivamente positiva lo aveva portato a non vedere neppure ciò che stava succedendo al suo stesso dominio. E non potevo dire agli altri quello che avevo intenzione di fare. Avrebbero cercato di fermarmi o si sarebbero offerti al posto mio, ma il risultato sarebbe stato lo stesso. 

 

L'umana deglutì nervosamente. 

 

-E la regina? 

 

Il sovrano si morse violentemente il labbro inferiore, incassando il collo nelle spalle e abbassando il mento fino al petto.

 

-Nari non doveva essere lì quel giorno. 

 

L'uomo emise un respiro tremante. 

 

-Penso che avesse capito anche lei cosa stava succedendo al giardino di Seokjin e che volesse avvertirlo. Io... non sapevo che lei sarebbe stata lì. 

 

Yoongi prese a scuotere il capo, mentre l'umana vide il suo mento iniziare a tremare. 

 

-Avevo invitato hyung alla mia corte quel pomeriggio appositamente per evitare incidenti. Non doveva esserci nessuno. 

 

Il giovane emise un altro respiro incerto, prima di sollevare gli occhi lucidi al soffitto dorato. 

 

-Quando... sono andato lì, non l'avevo vista. Non so dove fosse, forse stava cercando Seokjin-hyung nelle altre stanze del palazzo mentre io... iniziavo l'incendio. Me ne andai subito dopo per non essere scoperto e non la vidi entrare nel giardino per vedere cosa stava succedendo. 

 

Yoongi strinse le labbra, ingoiando quello che doveva essere un nodo alla gola di rimorso e senso di colpa. 

 

-Non volevo farle del male. Lei era una persona fantastica. Non avrei mai fatto una cosa del genere a Namjoon. Lui viveva per lei. 

 

L'umana sentì un lieve bruciore umettarle le ciglia, perciò prese a sbattere freneticamente le palpebre. 

 

-E per quanto riguarda il Re di cuori? Perché avete lasciato che si assumesse la responsabilità al posto vostro e non avete ammesso subito la vostra colpevolezza? 

 

Il sovrano emise un lungo, esasperato sospiro, serrando gli occhi. 

 

-Perché lui aveva scoperto che cosa avevo intenzione di fare e si era impuntato con l'idea di sacrificarsi al posto mio. Quello stupido, ostinato moccioso...- mormorò il giovane, scuotendo il capo. 

 

-Anche se appare frivolo e superficiale, non c'è nessuno come lui che dia più valore alla nostra amicizia. Sin da quando era un poppante, avrebbe dato la vita per quelli che amava. Così, non fece altro che aizzare Namjoon dal funerale di lei. Fece di tutto per attirare la sua attenzione su di sé, per irritarlo e spingerlo a credere che lui fosse il colpevole. Se io fossi intervenuto allora per ammettere la mia colpevolezza, Namjoon avrebbe creduto che come al solito stavo cercando di coprire Jimin. Tutti pensano che ho sempre avuto un debole per lui perché cercavo di difenderlo dai loro giudizi. 

 

Il re dorato, finalmente, puntò gli occhi in quelli della donna con un'espressione rilassata sul viso. 

 

-Ecco perché tu sei stata portata qui. Speravo che fossi in grado di scoprire tutta la verità in modo che Namjoon la potesse finalmente accettare. 

 

L'umana sollevò le sopracciglia. 

 

-È stata una vostra idea? 

 

Yoongi scosse il capo, sorridendo debolmente. 

 

-No, è stata di Taehyung, che probabilmente sperava di scagionare Jimin. Io allora dissi a Hoseok di aiutarlo e il mio Jack credette che fosse un'idea per incastrare definitivamente il Re di cuori. Jungkook era l'unico povero ignaro- concluse il re, sogghignando appena.

 

L'umana lo osservò in silenzio con un senso di impotenza nel cuore. Era giusto? Era davvero giusto quello che sarebbe successo? 

 

-Non penso che voi meritiate una condanna a morte per quello che avete fatto. 

 

Il sovrano la guardò, mentre una nota di serena accettazione andava a dipingersi sul suo viso pallido. 

 

-Non ha importanza ormai. 

 

La donna corrugò la fronte. 

 

-Perché? Penso che il Re di picche sarà indulgente con voi una volta scoperta- 

 

La giovane si bloccò al gesto sbrigativo del re. Questo, infine, portò le mani davanti a sé, sfilandosi i guanti scuri che la donna non aveva neppure notato ma che erano stati indosso all'uomo per tutto il tempo. Quando la stoffa lasciò spazio alla pelle, però, i suoi occhi non videro il pallore che avrebbe dovuto dipingerla.

 

-È troppo tardi. Ho distrutto io stesso l'ordine del nostro mondo, danneggiando il dominio di un altro re, causando la morte di una regina e... facendo venire qui un'umana.

 

Gli occhi spalancati della giovane non lasciarono per un istante le mani cineree e disgustosamente ricoperte di profonde crepe, divorate da quello stesso infido sfregio che aveva deturpato il viso del Re di fiori. La donna schiuse la bocca, ma nessun suono uscì. 

 

-Questo è quello che succede ai nostri corpi quando i nostri domini vengono rovinati. La malattia si è estesa fino alle gambe, perciò... mi resta poco.

 

L'umana continuò a scrutare gli arti rinsecchiti del re mentre sentiva le lacrime salirle sempre più prepotentemente agli occhi. Non era giusto. Era davvero così che andava a finire? Non poteva essere. A che scopo scoprire la verità se non aveva il potere di impedire altra sofferenza?

 

-Non... non c'è un modo per...- balbettò lei, stringendo le labbra per trattenere il tremore. Yoongi, però, scosse il capo. 

 

-Non c'è. Ed è giusto così. Mi prenderò la responsabilità per le mie azioni, come avrei dovuto fare dall'inizio. 

 

-Vi sbagliate. 

 

I due presenti si girarono verso la nuova voce che era comparsa improvvisamente nell'ambiente. Alle spalle del re dorato, infatti, si trovava il Jack di quadri con un'espressione dura sul viso. 

 

-Hoseok... lo so che non sei d'accordo ma non possiamo cambiare le cose. Anche se non fossi morto per la malattia, Namjoon avrebbe dovuto compiere la sua giustizia. Le cose stanno così ed è solo colpa mia- disse il re, sospirando davanti alla freddezza nel volto del suo braccio destro.

 

-Pensate davvero che vi lascerò morire così?- pronunciò con tono basso quest'ultimo, avvicinandosi con larghe falcate al sovrano.

 

-Cosa pensi di fare, Hoseok? Non possiamo cambiare la realtà. 

 

Il re, con una calma assoluta e un'espressione placida sul viso, si avvicinò a sua volta al soldato, posandogli una mano gentile sulla spalla ricoperta dall'armatura. 

 

-Mi dispiace che sia andata in questo modo. Non ti meriti questo. Quando non ci sarò più, per favore, stai al fianco di Seokjin-hyung e aiutalo a riprendersi. Fallo per me. 

 

L'umana sentì una lacrima silenziosa rigarle il viso mentre scrutava i due uomini. Quella storia l'aveva investita più di quanto poteva aspettarsi. Era passato solo un giorno da che aveva messo piede in quel mondo sconosciuto, eppure per qualche motivo le importava già così profondamente per quelle persone che le faceva male il pensiero che quel viaggio si sarebbe concluso così, con una tale amarezza. 

 

La donna fu improvvisamente riportata alla realtà dall'inconsueto ghigno che aveva preso possesso del volto del Jack. 

 

-Credete davvero che starò qui a guardare mentre morite?- chiese lui, mentre un tono minacciosamente giocoso usciva dalle sue labbra. Il Re di quadri corrugò le sopracciglia. 

 

-Hoseok, cosa... 

 

-È passato così tanto tempo che avete dimenticato. Tutti hanno dimenticato- esclamò il Jack, allontanandosi dall'uomo e allargando le braccia con un sorriso sempre più ampio. 

 

-Hoseok, di cosa stai parlando? 

 

Il soldato inclinò il capo con una piega divertita sulla bocca. 

 

-È passato parecchio dall'ultima volta che ho usato i miei poteri, ma questo non cambia la realtà. 

 

Gli occhi del re, in quel momento, si spalancarono, mentre la sorpresa e la realizzazione ne illuminavano i lineamenti. Hoseok, nel mentre, aveva sollevato la mano in aria, unendo medio e pollice insieme. 

 

-Anche se ho assunto il ruolo di Jack per voi, in realtà...

 

-No! Hoseok, non ti azzardare a farlo!

 

Il diretto interessato sorrise semplicemente, mettendo in evidenza le labbra sottili ma eleganti. E schioccò le dita, diffondendo nell'ambiente un rombo fragoroso ed echeggiante che riempì le orecchie della giovane. 

 

-... io sono il Joker.

   
 
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