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Autore: Niky_94    16/01/2022    1 recensioni
[I Fantastici Quattro]
[I Fantastici Quattro]Imparare ad usare i propri poteri non é una sfida facile per nessun supereroe in erba. E sulla figlia di Mr Fantastic e della Donna Invisibile, certo grava un’enorme pressione. Seguiamo la giovane Richards mentre muove i suoi primi passi verso la sua nuova vita, accompagnata, ovviamente, dalla sua Fantastica famiglia!
[ Fanfiction basata sul film “I Fantastici 4” (2005), e “I Fantastici 4 e Silver Surfer” (2007), che vedono come protagonisti Ioan Gruffudd (Reed Richards), Jessica Alba (Susan Storm), Chris Evans (Johnny Storm) e Michael Chiklis (Ben Grimm).
I fatti nella storia, il background, e il carattere dei personaggi é da leggere sulla base di questa interpretazione, benché in molti aspetti si discosti dalla LORE originale. Buona lettura!! ]
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niky Richards premette più volte il bottone dell’ascensore del Baxter Building, cercando di accelerare la chiusura delle porte e velocizzare la sua risalita verso l’ultimo piano. Fortunatamente, le modifiche apportate da suo padre, brillante scienziato, avevano reso la salita ancora più rapida, e in pochi secondi la ragazzina fece capolino all’ingresso del quartier generale dei Fantastici Quattro.

«Ehi, Scricciolo! » la salutò Ben Grimm, un caldo sorriso impresso sul volto di pietra «Come è andata oggi a scuola?»

«Ehm, bene» borbottò lei frettolosamente, sfrecciandogli accanto e superandolo in un secondo.

«Ehi, ma - Che ti prende? Come mai tanta fretta?» domandò la Cosa, confuso.

«Ho un sacco di compiti da fare!» rispose Niky spiccia, correndo su per le scale senza degnarlo di uno sguardo «Scusa zio Ben, ci vediamo dopo!»

Lui la fissò per un momento, sbattendo le palpebre. Poi scosse la testa «Ah, ragazzini…»

In quel momento, il telefono appeso alla parete iniziò a squillare. Ben sollevò la cornetta di metallo rinforzato, progettata per resistere alla forza della sua stretta, e la avvicinò all’orecchio. «Fantastici Quattro, parla Ben Grimm…» annunciò, cordiale. «Oh - Salve… Certo, mi ricordo di Lei, signorina Miller…»

«Una chiamata?» domandò Reed Richards, entrando nella stanza «Che succede? Qualcuno ha bisogno di aiuto?»

Ben scosse la testa «È la signorina Miller»

Lo scienziato aggrottò la fronte «L’insegnante di Niky?»

La Cosa annuì, e porse la cornetta all’amico. «Huh… Forse è meglio che tu ti sieda, Cervellone…»

Reed appoggiò il ricevitore all’orecchio e porse i suoi saluti alla donna. Dopo aver ascoltato in silenzio per alcuni minuti, sollevò lo sguardo verso il piano di sopra. «Nicole Evelyn Richards!» chiamò, contrariato «Vieni subito qui!»

 

Susan Storm guardò la figlia con gli occhi sgranati «Hai usato i tuoi poteri a scuola!»

La ragazzina, in piedi al centro della cucina di fronte ai genitori, si strinse nelle spalle «Sta’ tranquilla, mamma, non mi ha vista nessuno! … Beh, ehm, a parte la signorina Miller…»

Reed Richards posò una mano sulla spalla della moglie, cercando di calmarla, e si voltò verso la figlia. «Avanti, racconta: che cosa è successo?»

Niky sospirò «È iniziato tutto oggi, dopo la ricreazione… Alcuni miei compagni di classe stavano parlando di quando ieri avete salvato quell’autobus pieno di bambini che stava per cadere nel fiume…» spiegò, spostando lo sguardo da uno all’altra «Dicevano tutti quanto siete fantastici, ma poi Jackson ha iniziato a prendermi in giro. Diceva: “E dove sono i tuoi poteri, Nicole?”, e: “Come puoi essere parente dei Fantastici Quattro e non avere nemmeno un potere?”. Ho cercato di ignorarli e sono andata via… Ma Jessica e Sarah, e le altre ragazze mi hanno seguita, e hanno continuato a prendermi in giro, e - Beh, io.. Huh… Ho detto loro che avrei dimostrato di avere i poteri anche io…» concluse, con un filo di voce.

«Tu COSA?!» esclamarono i due scienziati, chiaramente arrabbiati.

La ragazzina si fece piccola piccola. «Sono stati loro, a cominciare!» si difese debolmente «Ho provato a diventare invisibile, o ad allungarmi, ma - non ci sono riuscita…» ammise «E loro hanno iniziato a ridere e sono corse a raccontarlo a tutti, io mi sono arrabbiata e, beh… ho creato un campo di forza, e loro sono finite a gambe all’aria sul pavimento»

«Hai usato i tuoi poteri contro delle ragazzine innocenti?» impallidì la Donna Invisibile, sconcertata.

«Non l’ho fatto apposta! Ero arrabbiata, non sono riuscita a fermarlo!» si affrettò a precisare Niky «E non erano poi così innocenti. Anzi, gli sta proprio bene, così imparano a fare le antipatiche!» aggiunse, incapace di celare un sorriso alquanto compiaciuto quando la scena si ripresentò alla sua mente.

I due scienziati le rivolsero un’occhiata severa.

«Non è affatto divertente, Niky» la ammonì suo padre, scuotendo la testa «Ti sei fatta scoprire!»

«Pensavo di no, insomma… Credevo non ci fosse nessun altro, e sono diventata invisibile subito dopo, non immaginavo che qualcuno mi avesse vista» ammise «Ma la signorina Miller doveva essere nei paraggi… Mi ha convocata nel suo studio dopo le lezioni, e le ho chiesto scusa, davvero! Ho promesso che non sarebbe più successo, ma lei ha detto che vi avrebbe chiamati e - beh…»

«Niky, questa è una cosa molto seria» disse il Dottor Richards in tono fermo. «Il campo di forza sarà anche stato un incidente, ma non puoi andare in giro a mostrare i tuoi poteri a tutti. Eravamo d’accordo: niente poteri, senza permesso»

La ragazzina scosse la testa «No, non eravamo d’accordo. Voi eravate d’accordo! Avete deciso che non sarei in grado di usare i miei poteri prima ancora che io potessi dimostrare il contrario!»

Mr Fantastic scosse il capo a sua volta «Stiamo solo cercando di proteggerti, piccola. Sai bene quanto sia importante mantenere segreti i propri poteri»

«COSA?!» boccheggiò Niky, esterrefatta «Proprio voi parlate di segretezza? Ogni uomo, donna o bambino di Manhattan vi conosce e sa dove abitiamo!» Scosse la testa in un moto di rabbia, e proseguì: «Come credete ci si senta, ad essere la “figlia senza poteri” della Donna Invisibile e di Mr Fantastic?» domandò, lanciando ai genitori un’occhiata accusatoria «Tutti mi considerano una nullità. Ma se vedessero di cosa sono capace, allora -»

«Ma tu non sei capace, Niky!» la interruppe Reed, facendo un passo avanti.

«Non sei ancora in grado di controllare i tuoi poteri» aggiunse la madre «Quello che è successo oggi ne è la conferma. Ti sei arrabbiata, e hai perso il controllo. Oggi è stato un campo di forza incontrollato che ha mandato a gambe all’aria alcuni tuoi compagni di scuola, ma domani potrebbe accadere qualcosa di molto peggio»

Niky fece un passo indietro «State dicendo che sono pericolosa?»

«No, certo che no» si affrettò ad assicurare Reed «Ma un potere come il tuo deve essere tenuto sotto controllo. E fin quando non avrai imparato a controllarti, rischierai solo di combinare guai e metterti in pericolo!» spiegò, cercando di farla ragionare.

«Potrei imparare a controllare i miei poteri, se solo mi lasciaste provare!» obbiettò nuovamente la ragazzina, testarda come non mai «E potrei aiutarvi a proteggere la città, Alicia, e tutti i nostri amici! È questo che fanno i supereroi, no?»

«Tu non sei un supereroe, Niky» la interruppe Mr Fantastic, spazientito, sollevando una mano subito dopo, mettendo prontamente a tacere ulteriori proteste da parte della figlia. «Non voglio più ripeterlo: fino a quando tua madre ed io non avremo deciso che sei pronta, niente più poteri!»

Niky sgranò gli occhi, sbigottita «Ma -!»

«Niente “ma”.» proseguì il Dottor Richards «Non intendo discuterne ancora. E ora va’ a fare i compiti» aggiunse, più dolcemente.

La ragazzina sbuffò. Girò sui tacchi, afferrò bruscamente lo zaino e salì le scale con passo pesante, facendo appositamente risuonare i suoi passi ad ogni gradino, accertandosi così di comunicare ai genitori la propria frustrazione.

Reed e Susan la seguirono con lo sguardo, abbandonandosi entrambi ad un sospiro quando la videro scomparire nella propria stanza.

«Non riesco a crederci!» sbottò Susan, sollevando entrambe le mani in un gesto di stizza «Non si rende conto dei rischi che corre? Se uno dei nostri nemici scoprisse che non sa usare bene i suoi poteri, diventerebbe immediatamente un bersaglio! Potrebbero farle del male, forse addirittura ucciderla -!» A quelle parole, entrambi avvertirono un brivido gelido lungo la schiena.

Sue appoggiò la schiena contro il piano della cucina e sollevò lo sguardo sul marito, chiaramente preoccupata. «La stiamo perdendo, Reed. Ormai non ci dà più ascolto…»

«Oh, Sue…! Tesoro…» disse lui dolcemente, prendendola tra le braccia «Non dire così. Niky sa che cerchiamo solo di proteggerla. È solo… una teenager» la rassicurò, regalandole un lieve sorriso «E sai quanto me che rispettare le regole non è mai stato il suo forte»

«Beh, quello è un vizio di famiglia» dichiarò una voce alle loro spalle.

La coppia si voltò, per trovarsi faccia a faccia con Johnny Storm, il fratello di Susan.

«Johnny!» esclamò la donna, sorpresa «Da quanto tempo sei qui?»

«Abbastanza da essere d’accordo con la mia nipotina preferita»

Reed sollevò gli occhi al cielo «Ricordi che Niky è la tua unica nipote, non è vero?» scherzò.

La Torcia Umana sghignazzò «Ciò non toglie che abbia ragione: vi preoccupate troppo!»

Sue sbatté le palpebre «Dovremmo lasciare che vada in giro a mostrare a tutti i suoi poteri?»

«Certo!» ribatté Johnny in tono convinto «Si divertirebbe un mondo. E diventerebbe la ragazza più popolare della scuola. Conoscerebbe un sacco di gente, verrebbe invitata a tutte le feste…»

«La popolarità non è tutto, Johnny» lo ammonì il Dottor Richards seriamente, mettendosi le mani sui fianchi.

La Torcia lo squadrò da testa a piedi. «Dio - sembri davvero un papà, quando fai così» commentò scherzosamente. Poi, scosse la testa «“La popolarità non è tutto”? Sei mai andato a scuola, Reed?»

«Certo, che ci sono stato…» borbottò lo scienziato.

«Allora dovresti sapere quanto i ragazzini sappiano essere crudeli. Pensateci un secondo: noi quattro siamo su tutti i giornali, presenziamo ad ogni evento importante, siamo sulla bocca di tutti. Niky invece è costretta a vivere quasi nell’ombra, a fingere di essere diversa da noi. Deve sentirsi terribilmente sola…»

«Sai bene che nessuno di noi cerca di escluderla» si intromise Susan.

Johnny scosse il capo «No, certo, non intenzionalmente…»  Si versò un bicchiere di succo d’arancia, e proseguì: «Il problema è che la trattate come se i suoi poteri fossero qualcosa di sbagliato, o da temere… Niky è speciale, tutti noi lo siamo. Non possiamo fare finta di essere “normali”, e non dovrebbe farlo nemmeno lei. I suoi poteri sono straordinari!»

«Certo, straordinariamente fuori controllo!» borbottò Susan, scuotendo la testa «Hai dimenticato quanti guai ci sono capitati, mentre imparavamo ad usare i nostri poteri? E le folle di giornalisti, pronti a filmare ogni nostro errore e a raccontarlo al mondo? So che pensi che darle più libertà sia la scelta giusta, Johnny, ma Niky è solo una ragazzina… Non vogliamo che abbia questo peso sulle spalle…»

La Torcia Umana bevve un lungo sorso, e abbassò lo sguardo sul proprio bicchiere, esaminando gli ultimi residui di succo rimasti. Dopo un momento di silenzio, annuì «Sì, forse avete ragione… Quando arriverà il momento, però, promettetemi che la lascerete divertire un po’. Ci penserò io, a tenerla al sicuro»

Reed annuì, dando al cognato una lieve pacca sulla spalla «Sappiamo che lo farai, Johnny» assicurò con un lieve sorriso.

Lui sorrise, e si congedò dalla coppia, lasciandoli soli nella spaziosa cucina vuota.

La Donna Invisibile lanciò un’occhiata in cima alle scale, verso la camera della figlia «C’è troppo silenzio…» commentò, pensierosa «Credi che ce l’abbia con noi?»

Reed si strinse nelle spalle «Non ne ho idea» ammise «Ma a chi piace essere rimproverato, dopo tutto?»

«Sì, hai ragione…»

Lo scienziato le posò delicatamente un bacio sulla tempia «Andrò a parlarle più tardi. Andrà tutto bene, Sue» promise dolcemente.

Lei sorrise, grata «Grazie… È davvero dura litigare con lei. È così testarda…» sospirò, scuotendo il capo.

«Già… Ha preso tutto da te» sogghignò Reed, rivolgendo alla moglie un tenero sorriso.

«Che stupido che sei» ribatté Susan con una risata, e baciò la guancia di lui.

 

Niky scosse la testa, ed accartocciò l’ennesimo foglio di carta, lanciandolo nel cestino dall’altra parte della stanza, mancando il canestro per pochi centimetri. «Ah, cavolo…» borbottò tra sé e sé. Fece per allungare il braccio attraverso la stanza per raccogliere la pallina ma si fermò all’istante, sentendo i passi di qualcuno che si avvicinava. Un secondo più tardi, suo padre bussò alla porta.

«Niky? Posso entrare?»

“Cavolo, appena in tempo!” pensò la ragazzina. Non sarebbe stato piacevole essere colta con le mani nel sacco a sfoggiare le sue doti elastiche dopo essere stata rimproverata per aver usato i propri poteri senza permesso. «Huh, sì, certo, entra pure»

Reed aprì la porta ed entrò «Hey, piccola… Come va, con i compiti?» domandò con un sorriso gentile.

«Ehm, sto cercando di scrivere la ricerca di Scienze…» Lanciò un’occhiata al cestino pieno di cartacce e sospirò «Non sta andando molto bene. Non riesco a concentrarmi»

«Forse ci riusciresti, se ti calmassi un po’…» suggerì tranquillamente Richards.

«Lo fai sembrare tanto facile…» borbottò lei, distogliendo lo sguardo.

«Andiamo, sai bene che se tua madre ed io ti rimproveriamo, è solo perché ti vogliamo molto bene» affermò lo scienziato, cercando di farsi ascoltare «Un giorno sarai abbastanza brava ed avrai esperienza sufficiente per seguirci in missione, e potrai usare i tuoi poteri come vorrai. Ma per il momento è troppo pericoloso»

Niky sbuffò. «Questo lo dici tu. Abbiamo gli stessi poteri. Se ce la fate voi, perché per me dovrebbe essere diverso?» Si sedette sul letto, abbracciandosi un ginocchio, e rivolse al padre un’espressione carica di cipiglio.

L’uomo scosse la testa. «Non sei ancora pronta, Niky. Non hai abbastanza esperienza, come -»

« - Supereroe?» domandò lei, inarcando un sopracciglio.

Reed esitò: non amava essere considerato un supereroe, e tantomeno definirsi tale. Lui era uno scienziato, non un eroe uscito da qualche fumetto. Scosse la testa. «Sai che non è quello che siamo»

«Lo zio Johnny pensa di sì»

«Ed ecco perché lo zio Johnny non è a capo della squadra. È una brava persona, ma ha decisamente la testa troppo calda, per gestire il nostro stile di vita. E tu sei troppo giovane ed inesperta, per permetterti di esporti in questo modo» Notando l’espressione contrariata della figlia, Mr Fantastic sospirò. «Io e tua madre cerchiamo solo di proteggerti. Non ce lo perdoneremmo mai, se ti accadesse qualcosa…»

La ragazzina distolse lo sguardo. «Sì, lo so…»

Lui sorrise dolcemente. «D’accordo. Niente più poteri in pubblico, d’ora in avanti. Almeno fino a quando non sarai in grado di controllarli in modo efficace. Siamo intesi?»

Niky fece spallucce, evitando il suo sguardo.

«Niky…?»

Lei sospirò «E va bene, lo prometto…» si arrese.

«Grazie. Bene, si sta facendo tardi…» disse Reed, lanciando un’occhiata al proprio orologio da polso «Sarà meglio mettersi in viaggio»

La ragazzina sobbalzò. «Posso venire?» domandò, balzando in piedi come una molla «Per favore?»

Lo scienziato scosse la testa «Credevo avessi ascoltato quello che ho detto finora…» ribatté, corrugando la fronte.

Lei annuì «Certo che ho ascoltato, papà, ma stavolta non si tratta di usare i miei poteri - voglio solo venire con voi, e vedervi in azione!»

Reed fece nuovamente segno di no con il capo. «Non se ne parla. Non c’è modo di sapere quali pericoli potremmo dover affrontare, e dovremmo anche pensare a tenerti al sicuro. Correremmo tutti dei rischi inutili»

«Ma papà -!»

«Niente “ma”. Coraggio, va’ di sotto. Tua madre, Johnny e Ben vorranno di certo salutarti»

Niky sbuffò, capendo che si trattava di una battaglia persa. Era raro che suo padre si dimostrasse severo, soprattutto con lei, ma la ragazza sapeva bene che quando si metteva in testa una cosa, era irremovibile. E se Reed Richards aveva deciso che sua figlia non avrebbe preso parte alla spedizione, non ci sarebbero state proteste, suppliche o occhi dolci che sarebbero riusciti a smuoverlo. Niky aveva svolto abbastanza esperimenti con ognuna di queste tattiche, per sapere che qualunque tentativo, a quel punto, si sarebbe rivelato solo una perdita di tempo. Con un sospiro, seguì il padre fino alle scalette che conducevano al tetto, arrampicandosi agilmente dietro di lui.

Due imponenti elicotteri occupavano il centro della pista di atterraggio che i quattro supereroi avevano fatto edificare per poter ospitare veicoli più agili, in grado di percorrere lunghe distanze in breve tempo e di raggiungere facilmente i luoghi più remoti e inaccessibili ai mezzi di terra o acqua. La vernice blu riluceva al sole, e la luce si rifletteva sulle pale delle eliche argentee, diffondendo un bagliore abbacinante. Una piccola folla di tecnici stava effettuando gli ultimi controlli sui mezzi di trasporto, e tre uomini si stavano occupando di sistemare l’attrezzatura scientifica di Reed nella piccola stiva di carico agganciata a uno dei due elicotteri.

«Ah, guardate un po’ chi ha deciso di venire a salutarci!» annunciò Johnny, alla vista della nipote. Si avvicinò e le scompigliò i capelli «Brutta avventura oggi, eh?»

Lei sospirò «Non me ne parlare…»

«Beh, dovrai essere molto responsabile in questi giorni» si intromise Ben, con un sorriso «Resterai a casa da sola almeno per due giorni…»

«Ricorda: hai promesso di non usare i tuoi poteri» la ammonì Reed, prima che il pensiero di approfittare della loro assenza per esercitarsi potesse anche solo sfiorarle la mente.

Niky avvampò «Aww, non è giusto, papà!»

Lui ridacchiò, e si abbassò per guardarla in viso «Comportati bene, d’accordo? Niente gesti avventati»

«Se venissi con voi, potreste tenermi d’occhio e sapere per certo che non combinerò guai…» tentò di convincerlo un’ultima volta la ragazzina.

«Bel tentativo. Ci vediamo tra due giorni, resta alla base» si raccomandò Susan, allacciandosi la cintura di sicurezza.

Niky fece per protestare, ma Ben chiuse il portellone dell’elicottero, interrompendo la sua protesta sul nascere.

I quattro supereroi la salutarono con la mano, e le pale dell’elicottero presero a girare con forza, generando una corrente d’aria che la costrinse ad allontanarsi. In pochi minuti, i Fantastici Quattro avevano lasciato il Baxter Building.

Niky lanciò un’occhiata alla stiva di cargo. Il portellone era rimasto aperto, e gli uomini addetti al carico delle attrezzature erano raccolti attorno all’elenco che il Dottor Richards aveva lasciato loro, intenti a controllare di non aver dimenticato nulla. Una tentazione troppo ghiotta, per resistervi. In un secondo, Niky recuperò una delle tute che Reed aveva iniziato a studiare per lei, e la indossò. Si guardò allo specchio della camera e sogghignò, nel vedere il suo corpo sparire completamente. “Beh, se non altro ora so cosa mi ha tradita oggi a scuola” realizzò, ricordando solo in quel momento che la sua uniforme scolastica non possedeva le stesse abilità camaleontiche di quella progettata da suo padre. Era stata colta di sorpresa al punto da aver dimenticato una cosa tanto elementare. Si domandò per un momento se i suoi genitori avessero ragione. “Forse non sono pronta ad usare i miei poteri… Non sono abbastanza riflessiva, e -”

In quel momento, una voce dal tetto annunciò: «Chiusura cargo! Decollo tra due minuti!»

«No, non sono affatto un tipo riflessivo» decise Niky ad alta voce e, diventata nuovamente invisibile, raggiunse il tetto, scivolò nella stiva e si nascose in un angolo, sedendosi su una delle pesanti casse di legno. «Beh… e ora godiamoci il viaggio…»

   
 
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