Serie TV > Altro - Fiction italiane
Segui la storia  |       
Autore: marple92    17/01/2022    2 recensioni
[Imma Tataranni]
Una soffiata arrivata in procura cambierà la vita di Imma....e non solo la sua.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4 

Dal capitolo precedente: “Si insomma…che senso ha stare con qualcuno senza aver davvero voglia di starle accanto, di dormirci accanto, di sentire il suo respiro durante la notte e sentirsi nel posto giusto, senza essere geloso se qualcuno la guarda…”

***

Calogiuri si avvicina a lei lentamente e le accarezza una guancia. Il contatto con quelle dita le provoca l’ennesimo fremito di quella serata e prima che possa rendersi conto ha già chiuso gli occhi e piegato la guancia per godersi quella carezza.

“Imma..” Calogiuri pronuncia il suo nome a bassa voce, quasi timoroso di rovinare l’intimità che si è creata tra di loro e con il tono disperato che quasi la prega di aprire gli occhi e di allontanarsi perché lui non è nelle condizioni di farlo.

La donna percepisce quella preghiera e apre gli occhi, si scambiano un lungo sguardo e le loro dita si sfiorano.

“Calogiù…” sussurra la donna a sua volta, con l’espressione sofferente di chi vorrebbe tirarsi indietro ma senza riuscirci.

I loro volti si avvicinano piano, con la lentezza guardinga di chi si aspetta che l’altro si tirerà indietro da un momento all’altro. 

Ma non succede. 

Respirano a vicenda i loro profumi e gli occhi si chiudono di nuovo, questa volta contemporaneamente. Ippazio le mette una mano sul fianco e avvicina il suo corpo al suo. Imma schiude di poco le labbra, inumidendole con la lingua. 

Le loro labbra si sfiorano, pronte ad assaporarsi, ma prima che possano approfondire il bacio, un trillo fastidioso rompe quella magica bolla che si era appena creata. 

E’ il telefono di Calogiuri, che vibra sul tavolinetto davanti al divano. 

Fronte contro fronte si staccano, con il fiato corto per l’emozione di quel breve contatto condiviso.

Lei afferra il telefono e glielo passa. Calogiuri rimane immobile, con la fronte ancora piegata. Prende il telefono dalle sue mani e risponde “Pronto” con la voce che ancora trema. Vitali.

“Maresciallo. Ho chiamato per accertarmi che lei stia ancora bene! La Dottoressa Tataranni a lunghe dosi può essere micidiale anche per un santo come lei” esordisce Vitali al telefono mentre i loro sguardi si incontrano ancora.

“Si Procuratore. Tutto bene” risponde l’uomo con la voce ancora spezzata e la voglia di mandare a quel paese il procuratore che ha interrotto un momento che aspettava da secoli. Ma il procuratore ha ragione, la dottoressa Tataranni poteva essere micidiale, soprattutto per lui. E lo sapeva bene.

“ Tutto a meraviglia! Il maresciallo è ancora vivo, la mia pazienza per niente!” Aggiunge Imma rubandogli il telefono dalle mani

“Dottoressa la invito a mantenere la calma”

“ Calmissima! - esclama agitando la mano in aria- A che punto siamo con le indagini? Il pazzo criminale che vuole farmi fuori l’abbiamo preso o vado a cercarlo io?”

“Le indagini continuano Dottoressa, le pattuglie si muovono sul territorio…la invito a rimanere al sicuro per il momento e a non fare colpi di testa”

“Mio marito e mia figlia?”

“Stanno bene, non si preoccupi. Sono in stretto contatto con la cancelliera De Santis.”

“Quindi questa telefonata era per accertarsi che il Maresciallo Calogiuri fosse ancora vivo tra le grinfie della strega cattiva?” Ippazio la guarda con un sorrisetto divertito e ammirato.

“Lei non cambia mai dottoressa! Adesso la saluto e mi saluti il maresciallo. E cerchi di non far scappare almeno lui”.

“Arrivederci!” Imma chiude la conversazione e Calogiuri non perde tempo. La avvicina a sé delicatamente e prova di nuovo a baciarla. Questa volta è lei che, mettendogli le mani sul petto, lo blocca.

“Vitali non lo sa che qui quella in pericolo sono io” ironizza Imma vedendo l’espressione mortificata di Calogiuri, dispiaciuto per essere stato fermato.

“Ti sei pentita?”

“No Calogiù…- e prima che possa continuare lui la interrompe di nuovo cercando di catturare le sue labbra ma lei si stacca ancora, non facendo che aumentare la frustrazione dell’uomo- ma adesso è bene che ci separiamo un attimo e facciamo il punto della situazione”.

A malincuore si sposta. L’espressione delusa e gli occhi che, improvvisamente, diventano cupi e arrabbiati.

In silenzio aggiunge altra legna nel camino e si dirige verso la piccola cucina.

“Non credo ci sia molto di cui parlare, Dottoressa” le da le spalle e si appoggia con le mani sul lavandino.

Imma si alza e lo raggiunge “Calogiuri, per favore. La situazione è già abbastanza complicata cosi. Un pazzo vuole farmi fuori, con le indagini siamo ad un punto morto e io sono costretta in questa specie di arresti domiciliari” sbraita.

“E pensare che io firmerei per questi arresti domiciliari, come li chiami tu, visto che ci sei tu con me” il tono deluso e amareggiato di Calogiuri la spinge ad abbracciarlo da dietro e a posare un bacio sulla sua schiena.

“L’unica cosa che non mi porta a dare di matto è che ci sei tu- confessa la donna- ma conosci la mia situazione. Non posso pensare che fuori da questa casa non ci siano mio marito, mia figlia e il nostro lavoro. Finirei per farti ancora più male”.

Calogiuri si irrigidisce e si stacca da lei.

“Io non ho più fame. Vado a dormire.”

La lascia da sola e si rifugia nella sua camera. Imma torna sul divano, si avvolge nella coperta e si perde a guardare il camino. Vede le due bottiglie di birra sul tavolo e afferra la sua, bevendone un lungo sorso, mischiato al suo sapore.

Mangia qualcosa dal tagliere e poi prende il cellulare per sentire Pietro e Valentina.

Calogiuri, dalla sua stanza, la sente parlare al telefono e si stende sul letto a braccia incrociate, maledicendo Vitali e la sua telefonata. Rimane con le orecchie ben tese per cercare di carpire qualcosa su quella conversazione telefonica che, però, finisce quasi subito. 

***

E’ notte fonda. Imma dorme tranquilla, Calogiuri no. Sente strani rumori e salta dal letto, preoccupato. Superata la delusioni iniziale per essere stato allontanato, si ricorda che non è il momento di lasciare spazio ai problemi personali e che il suo compito è solo quello di proteggerla.

Infila le ciabatte e si avvicina alla finestra per accertarsi che non ci sia nessun pericolo. Vede due gatti litigare e rincorrersi tra di loro e si tranquillizza, poi si dirige verso la camera di Imma. Apre leggermente la porta e la vede dormire. Vorrebbe accarezzarla, stringerla, dormire con lei ed essere sicuro che niente di male le possa succedere. Alla fine fa l’unica cosa possibile. Si siede a terra, accanto all’armadio, con la pistola accanto e chiude gli occhi. Il respiro sereno della donna che dorme a pochi passi da lui, lo porta finalmente ad addormentarsi.

Quando Imma si sveglia, qualche ora dopo, Calogiuri dorme con la testa appoggiata all’armadio e le gambe stese.

Apre gli occhi e li stropiccia per essere sicura di aver visto bene. Le viene da ridere per quella posizione scomoda in cui lo becca addormentato. Ne approfitta per guardarlo e per ricordare gli avvenimenti della sera precedente. Lo avrebbe baciato se Vitali non avesse chiamato e forse sarebbe finita a fare altro- tanto altro- su quello stesso divano. Ma recuperata la lucidità si era fermata. Le si era stretto il cuore a vederlo arrabbiato ma doveva proteggerlo da lei con la stessa attenzione che lui usava per proteggerla dai pericoli.

Vederlo, però, addormentato in quella posizione scomoda, per essere sicuro che non le potesse accadere nulla durante la notte, le fa venire l’ennesima tuffo al cuore.

Si alza piano e si inginocchia accanto a lui. Gli accarezza i capelli e lo chiama a bassa voce “Calogiù”. E’ un sussurro tenero, seguito da lievi carezze, in un modo cosi dolce che non credeva potesse appartenerle.

“Calogiù…” sussurra ancora con un tono un pò più alto.

Finalmente apre gli occhi e fa per scattare in piedi, ma la posizione scomoda in cui ha dormito lo porta ad emettere un gemito di dolore “Ahia!”

Imma ride e incrocia le braccia “Perché hai dormito a terra?”

“Ho sentito un rumore fuori, erano due gatti ma mi sono preoccupato e ho preferito rimanere qui per essere sicuro che non ti succedesse nulla” il tono di voce ancora sostenuto ed arrabbiato.

“Vado a fare il caffè o vogliamo tornare a dormire? E’ presto ancora”

“Tu torna a dormire” la invita Calogiuri indicando il letto.

“E tu?”

“Io faccio quello per cui sono qui: ti proteggo.”

Imma prova a prendergli la mano ma lui si stacca.

“Calogiù…” è un sospiro di preghiera.

L’uomo rimane immobile, con la faccia stanca e un accenno di barba che lei prova ad accarezzare con le dita. Lui le ferma la mano, stringendole il polso, e la allontana. 

Scuote la testa, per fermarla, e poi si allontana da lei.

“Perché?” Chiede Imma

“Perché sono stanco di essere il tuo cagnolino. Non sono più come fartelo capire che per me sei importante e che ogni rifiuto è come se si portasse un pezzo di me. E nonostante quello che pensi tu, sono un uomo e sono stanco di essere rifiutato”

“Calogiuri …io…”

“Si lo so. La tua famiglia, il tuo lavoro, Romaniello, le udienze, la procura e tutto quello che vuoi…- sbotta- fai pace col cervello però perché sono stanco di essere solo un momento di debolezza”.

Sbatte la porta ed esce dalla camera, lasciandola senza parole.

Le prime luci dell’alba filtrano dalla finestra e Calogiuri sta ravvivando di nuovo il camino per rendere l’ambiente più caldo.

Imma lo raggiunge e lui la guarda senza parlare.

“Hai intenzione di tenermi il broncio come fanno i bambini?” Lo provoca

Lui sbuffa e si volta a guardarla “qui l’unica bambina sei tu…”.

Con due ampie falcate la raggiunge, faccia a faccia.

“Dimmi che non mi vuoi” la provoca avvicinando il viso al suo pericolosamente

“Dimmi che non mi vorresti baciare” continua mentre vede le sue guance diventare rosse.

“Dimmi che non stai impazzendo come sto impazzendo io” le prende il volto tra le mani e trattiene il respiro

“Sta zitto Calogiù, sta zitto” sussurra Imma con gli occhi lucidi e non saprebbe dire chi dei due si è per primo lanciato sulle labbra dell’altro.

Indietreggiano verso il divano dove si lasciano cadere ormai privi di freni. Le loro labbra si cercano senza riuscire a staccarsi e le loro mani si accarezzano da sopra i vestiti. 

Non perdono tempo e mentre Imma gli tira via dalla testa la maglietta che lui ha usato come pigiama, lui ne approfitta per accarezzarla una gamba lasciata nuda dalla camicia da notte fino a salire sotto il tessuto felpato. La sente rabbrividire al contatto tra le sue mani fredde e l’interno delle sue ginocchia, ancora caldo.  La mano sale ancora provocando l’immediata salita dell’indumento. Imma, con i brividi lungo la spina dorsale non perde tempo e fa scivolare via i suoi pantaloni.

Sta per tentare la stessa mossa anche con gli slip ma lui le afferra le mani e la blocca.

“Sei ancora troppo vestita Dottoressa per togliere anche questi, prima tocca a te” la prende in giro lui e le sfila la camicia da notte, ammirandola sotto di lui con i soli slip.

Le accarezza il ventre con la punta delle dita, cercando di imprimere nella mente ogni singolo frammento del suo corpo. Si piega a baciarle i fianchi e poi la pancia, fino a salire più su con i baci fino a sentirla tremare sotto di lui.

E’ lui stesso a sfilarsi gli slip e a fare lo stesso con quelli di lei.

“Imma…” sussurra mentre lei se lo tira addosso per far scontrare i loro petti e alza il bacino per invogliarlo ad unirsi a lei

Occhi negli occhi, mentre si lasciano andare alle sensazioni del loro primo vero contatto. Dita che si stringono, labbra che si sfiorano e sussurri leggeri. Continuano a chiamarsi per nome mentre i due corpi diventano solo uno.

E con somma sorpresa pensano entrambi che è meglio di qualsiasi sogno, di qualsiasi fantasia e si chiedono se possa mai esistere un incastro più perfetto di questo. 

Imma reclina la testa all’indietro, regalandogli la visione del suo collo dove subito lui posa le sue labbra e lo abbraccia stretto, circolando il suo bacino con le gambe e graffiandogli la schiena quando le spinte dell’uomo si fanno più decise e coinvolgenti.

I corpi uniti fino a non far passare per niente l’aria. E alla chimica subentra il gioco, ancora attorcigliati si ritrovano capovolti, con lui steso sul divano e lei su di lui, intenta a mostrargli quanto comandare non le piaccia solo sul lavoro. Le mani di entrambi che si posano birichine in zone considerate, fino a quel momento, fortezze. Si esplorano, si accarezzano, si tengono stretti. 

Un ultimo grido li trova avvinghiati, sempre su quel divano. Calogiuri butta la coperta su di loro e la stringe forte al suo petto. Le bacia la testa e poi le labbra. I corpi che ancora tremano quelle emozioni che hanno provato.

Sta per aggiungere altro, forse una dichiarazione d’amore delle sue, ma lei lo blocca posando la mano sulle sue labbra, timorosa che qualsiasi parola possa rovinare quel momento perfetto che hanno condiviso.

“Shhh” è la sua preghiera mentre appoggia la testa nell’incavo del collo di Calogiuri e alterna lo sguardo tra il camino e la finestra dove l’alba è evidente.

Lui non parla ma la accarezza lungo tutto il corpo, senza timore di vederla andar vita. Le dita di lei si posano sul suo avambraccio e lo solleticano, salvo poi incrociarsi con quelle di lui e stringersi forte.

Si guardano, di nuovo, e si sorridono.

Una richiesta tacita cui segue una conferma e mentre la legna arde nel camino i loro corpi si uniscono ancora una volta su quel divano.

E mentre le luci dell’alba entrano prepotenti dalla finestra, una nuova alba esplode in quella casa.




Angoletto. 
L'unico modo di combattere le tentazioni è cedervi. 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro - Fiction italiane / Vai alla pagina dell'autore: marple92