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Autore: Dian87    22/05/2005    0 recensioni
Ayla e Giondalar hanno una figlioletta, ma, come sempre, nulla potrà andare per il verso giusto.
Basato sulla saga "I Figli Della Terra", è stato scritto prima di leggere l'ultimo pubblicato
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1- ADDIO AI LUOGHI DI NASCITA
- Mamma, cosa stai cercando?- chiese una bambina alla madre, la quale era intenta a cercare delle piante.
- Oh, niente d’importante, solo una radice di cren.- rispose la donna.
La piccola fece una smorfia di quasi disgusto, ricordandosi il gusto della radice, dopo tornò attenta.
- Quella non serve a curare la tosse?- chiese.
- Sì, brava.-
La bimba sorrise. Voleva imparare ciò che sapeva la madre per aiutare gli altri perché, anche se era molto piccola, aveva già un buon carattere.
- Mamma, non l’hai presa da lì, l’estate scorsa?- chiese la bambina, puntando il dito verso un albero basso.
- Brava, io e tuo padre non riusciamo a capire come tu possa comprendere così in fretta.-
La piccola alzò le spalle. Nemmeno lei riusciva a comprendere quella sua innata capacità.
- Papà, quando tornerà?- chiese la bambina, mentre la madre cominciava a estrarre la radice di cren.
- È partito tre giorni fa per il campo di Dalanar per fare alcuni scambi, tornerà domani o, al massimo, dopodomani. Che pianta è quella?-
- È farfara, può essere usata per insaporire i cibi.- rispose, dopo aver pensato un po’.
- Bene, Aylin.-
- Nonna Iza conosceva tantissime piante, vero?-
- Sì, ma lei aveva con sé le memorie, che le suggerivano le piante e le utilità.-
- AYLA! AYLIN! È TORNATO GIONDALAR!- urlò uno della Nona Caverna, vedendo l’uomo a cavallo.
Madre e figlia tornarono indietro, Aylin teneva una cesta, nella quale c’erano diverse cose che le due avevano raccolto, in equilibrio sulla testa, tenendolo con una mano sola. Giondalar vide la sua compagna e la figlia del suo focolare tornare alla caverna, ma non sembrava molto contento, a quanto poté dedurre Ayla dal suo comportamento. Tutti si affrettarono a entrare e Giondalar spiegò la situazione.
- Dalanar ha detto di aver visto degli stranieri scendere verso la nostra caverna, con intenzioni belliche.- spiegò, in una volta sola.
Aylin si strinse alla madre. Più volte aveva sentito delle scorrerie di alcuni nei territori degli altri, ma non poteva immaginare cosa volessero questi stranieri da loro.
- Per sicurezza manderemo i nostri figli presso i parenti che si trovano più lontani da noi e qualche adulto li accompagnerà.- decise il capotribù Gioarran, il fratello di Giondalar.
Ad Ayla non sembrava vero e Giondalar non sapeva cosa fare per poter salvare la pace, dopo l’uomo prese da parte la sua famiglia.
- Ayla, pensavo che Aylin potesse raggiungere i Mamutoi, sono i parenti più distanti da qui che abbiamo.-
- Va bene, anche se non vorrei lasciare andare Aylin così piccola attraverso tutta quella terra attraverso la quale anche noi abbiamo avuto difficoltà.- rispose la donna, stringendo la figlia.
- Partirai domani mattina, Aylin, sulla tua cavallina.- decise Giondalar.- Ti aspetta un viaggio lungo più di un anno verso l’Alba.-
La bimba abbracciò i suoi genitori, mentre le lacrime le scorrevano silenziose lungo il viso: non c’era altro modo per tornare dai suoi genitori e il Campo del Leone l’avrebbe tenuta con sé finché non sarebbe arrivato un messaggero a dirle che poteva tornare.
 
Il giorno dopo Aylin caricò i panieri sulla sua cavalla di cinque anni. Sapeva che sarebbe stata sola per tutto il lungo viaggio e per questo doveva fare tutto da sola. Ayla aveva già pensato a prepararli mentre la bambina dormiva e Giondalar le aveva costruito qualche attrezzo di selce, che le sarebbe stato utile durante il viaggio.
- Stanno scendendo dal Freddo, Aylin, sta’ molto attenta.- le raccomandò Giondalar.
- Sì, papà.- rispose la piccola, abbracciando un’ultima volta lui e Ayla.
Aylin partì in direzione del Caldo. Avevano deciso che sarebbe stato più sicuro per lei passare per la penisola che si trovava verso il Caldo che per i ghiacciai verso l’Alba per dopo raggiungere il percorso del Donau e da lì i Mamutoi. Tutti i punti erano facili da tenere a mente: scendere dritta verso il Caldo fino a quando non avesse incontrato il grande mare, proseguire verso l’Alba fino al grande fiume della Grande Madre Terra e, una volta giunta alla foce, risalire verso il Freddo. Quando Aylin sarebbe giunta al campo mamutoi avrebbe già compiuto i sei anni di vita. Aylin si voltò verso la caverna un’ultima volta, giunta sulla collina, salutò la mamma e il papà con il braccio un’ultima volta e salì sulla cavalla, partendo al galoppo verso il Caldo. Nessuno aveva mai seguito tutto quel percorso e Aylin avrebbe dovuto farlo con l’unica compagnia della cavalla, con nessuno che le spiegasse i rischi che avrebbe dovuto affrontare. Tutto quello che sapeva era ciò che le era stato insegnato da genitori, parenti e amici, soprattutto dalla madre che, come lei, era rimasta sola per molto tempo. Aylin spronò la cavalla come le aveva detto suo padre: prima sarebbe arrivata alla penisola, prima sarebbe stata a distanza di sicurezza dagli uomini che stavano calando dal Freddo. Anche se piccola, Aylin non aveva paura delle bestie feroci, quelle poteva abbatterle tranquillamente o distanziarle nella corsa, ciò che la impauriva di più erano gli uomini venuti dal Freddo, non riusciva proprio a capire cosa volessero quegli uomini da loro e perché volessero combatterli. Certo, la Nona Caverna era tra le più famose degli Zelandoni, ma non avevano mai fatto male a nessuno, mai un’offesa agli altri. Aylin non avrebbe potuto contare sull’aiuto di nessuna delle popolazioni che avevano aiutato i suoi genitori quando suo padre tornò alla Nona Caverna portando con sé sua madre. Aylin scosse la testa e spinse al galoppo la cavalla che stava rallentando. Non doveva pensare a ciò che si stava lasciando alle spalle, altrimenti il viaggio sarebbe stato molto più duro, questo le aveva detto suo padre e, con la sola gioia che una bambina senza limitazioni può avere, galoppò giorno e notte fino a quando raggiunse la grande distesa d’acqua e lì fece la sua prima sosta fuori dalla caverna. Aylin osservò estasiata la grande distesa d’acqua che le si parava davanti, ma con l’occhio colse un movimento sulla destra e, usando la sua fionda, abbatté il coniglio che stava saltellando in mezzo all’erba: era estate e Aylin non voleva usare le riserve di carne secca che sua madre le aveva dato e quella era la prima volta in sette giorni che mangiava carne, essendosi sostentata solo di vegetali che crescevano lungo il sentiero.
  
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