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Autore: eddiefrancesco    19/01/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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«Già... mia moglie...» Michael sospirò. «Mi ha escluso dalla sua vita.» «Vi siete esclusi a vicenda. Come se aveste paura di soffrire se solo osaste parlarvi davvero.» «Ma io...» «Se foste da solo, potreste pensare di abbandonarvi all'oblio e distruggervi con questi succedanei della realtà, ma non è così.» Lo guardò con severità. «Avete altre due figlie, e hanno bisogno di voi. Mi domando come avete potuto ridurvi in questo stato senza pensare a loro!» Michael si prese la testa tra le mani e iniziò a piangere. «All'inizio credevo che fosse un piacere innocuo... e che avrei potuto farne a meno quando avessi voluto. La fumeria era solo una scusa per uscire di casa ed evitare di pensare, dove andavo con... delle persone... degli amici.» Odyle trattenne il fiato. «E... Lord Brisbane... era uno di questi?» «Lord Brisbane?» Michael scruto' attentamente il viso della ragazza e vi lesse una strana apprensione. Era evidente che tra l'istitutrice e il suo vecchio amico era nata per lo meno una simpatia; ne aveva già avuto la prova quando lui si era presentato a casa sua per portarle un nuovo paio di occhiali. Si sentì pungere da uno strano risentimento. «Tristan? Mi ci ha portato lui la prima volta. Ci andava regolarmente... per via della moglie.» Notò che Odyle sgranava gli occhi, esterrefatta, ma decise di proposito di non darle alcuna spiegazione. «Mi disse che non c'era niente di meglio per dimenticare i dispiaceri e sentirsi bene, e io gli credetti.» Scosse il capo. «Non avrei dovuto dargli retta, lo so. Sono stato molto debole... e lui era così insistente... così deciso.» Odyle sospirò, e per un attimo chiuse gli occhi. «Ora però dovete sforzarvi di abbandonare questa pessima abitudine, milord. Dovete essere forte e riavvicinarvi alla vostra famiglia, e per farlo dovete prima di tutto rinunciare all'oppio e anche alla morfina, o vi distruggeranno.» «Non ce la faccio... Non ce la faccio proprio... È troppo forte. Mi sembra di impazzire se non la prendo!» Odyle tornò a inginocchiarsi accanto al letto e gli fece una carezza sulla guancia. «Vi aiuterò io. Ditemi dove tenete la morfina.» Aveva aspettato che Lord Michael si fosse calmato ed era tornata in camera sua, dove si era infilata sotto le coperte, tirandosele fin sopra la testa. Doveva pensare. Doveva riflettere, ma non ci riusciva. Quello che Lord Michael le aveva rivelato l'aveva sconvolta e ferita. Era stato Tristan Brisbane a trascinare la famiglia Moran in quella situazione disperata. Si era aggrappato al suo amico trascinandolo a fondo con sé, senza minimamente curarsi delle conseguenze. E c'era di peggio! Dietro indicazioni di Lord Michael aveva frugato in un cassetto del guardaroba, dove aveva trovato delle piccole fiale di vetro che contenevano la morfina e un astuccio di legno intarsiato che conteneva una siringa. Anche se il disegno sull'astuccio era diverso, la forma e la grandezza lo rendevano praticamente identico a quello che aveva visto quella mattina in mano a Lord Brisbane. Evidentemente anche lui era schiavo di quella droga! E aveva una moglie! Perché quella scoperta le faceva tanto male? Si sentiva tradita perché non le aveva detto nulla di quella parte così importante della sua vita. Ed era piena di rabbia. Ma qual era il vero motivo? Lord Brisbane era una persona simpatica, tuttavia non poteva provare niente di più nei suoi confronti. Appartenevano a due mondi diversi e difficilmente conciliabili... Oh, che cosa stava pensando? Si coprì la testa con il cuscino, come se questo potesse escludere i suoi pensieri. Era delusa, si disse, ecco la verità. Lord Brisbane aveva fatto di tutto per apparirle una persona diversa... un uomo timido e impacciato, un po' chiuso in se stesso, ma al tempo stesso curioso delle novità del mondo e interessato alle altre persone. Ma ora lei non riusciva a vedere altro che il suo egoismo e la sua debolezza. Emma si era rigirata nel letto per tutta la notte, pensando e ripensando a Michael. Non avevano più parlato della possibilità che Odyle diventasse la sua dama di compagnia, ma non aveva perso del tutto le speranze. Era passata quasi una settimana dalla loro discussione. Possibile che suo marito non capisse quanto Odyle fosse diventata importante per lei? Perché voleva negarle un'amica con cui confidarsi e sentirsi a proprio agio? Lasciò che Lucy le pettinasse i lunghi capelli castani e si osservò allo specchio senza dire una parola. La giovane cameriera era abituata ai suoi silenzi e le girava attorno con aria assente, immersa, probabilmente, nei suoi pensieri. «Come sta tua sorella, Lucy?» le chiese a un tratto. La ragazza trasali' e per poco non lasciò cadere la spazzola. «Milady?» «Perdonami, ti domandavo di Kate. Come sta? Ha avuto il bambino?» La sorella di Lucy aveva servito la famiglia Moran per un breve periodo, poi, dopo sposata, aveva preferito lavorare con il marito in un piccolo negozio alla periferia di Londra. «Oh, sta benissimo, milady. Il bambino si chiama John ed è sano e forte. Le somiglia molto» raccontò Lucy, stupida da quell'improvviso interesse. «Lucy, vorrei che mi pettinassi in modo diverso, oggi... Non ti sembra che la mia solita acconciatura sia troppo severa? Vorrei qualcosa di più morbido, che mi addolcisse i tratti del viso.» «Davvero, milady?» Lucy le sciolse i capelli e glieli lasciò liberi sulle spalle. «Volete che vi mostri qualche possibilità?» Poco dopo scese in sala da pranzo animata di nuova energia. Si sentiva stranamente bella e sicura di sé con quella pettinatura che le lasciava ricadere alcuni boccoli ramati sulle spalle e la schiena. Michael era già seduto a tavola e l'aspettava con il Daily Telegraph tra le mani e l'aria assente. Emma notò che era molto pallido e aveva un'aria... stropicciata. Si domando' se per caso non avesse faticato anche lui a prendere sonno ripensando alla discussione che avevano avuto. Tuttavia giudico' meglio non chiedergli niente. «Buon giorno, Emma.» «Buon giorno, Michael» rispose asciutta lei sedendosi, improvvisamente a disagio. Il marito non l'aveva degnata più che di uno sguardo prima di tornare a seppellirsi dietro il suo quotidiano. Emma si servì una tazza di tè, cercando di raccogliere le forze per affrontare il marito. Pochi istanti dopo Westley comparve sulla soglia. «Miss Chagny, milord» annuncio' compito. Per un attimo lo sguardo di Michael le parve smarrito, come quello di un bambino. «Ah... si... prego, Westley, falla accomodare.» Si schiari' la gola. «Ho fatto chiamare io Miss Odyle» spiegò alla moglie. Non appena l'istitutrice apparve sulla soglia, un vago sorriso incurvo' le labbra di Michael. Pura cordialità? «Prego, Odyle, sedetevi» disse alzandosi e scostando per lei una delle sedie. «Grazie, milord» gli rispose la ragazza. «Bene.» Michael tornò al proprio posto, avvicinando quasi impercettibilmente la propria sedia a quella della nuova arrivata. «Mia moglie mi ha detto che desidererebbe promuovervi al ruolo di sua dama di compagnia, sempre che questo non distolga troppo la vostra attenzione dall'educazione delle bambine.» Le versò del tè. «Che ne dite?» Titubante, Odyle accettò la tazza che le veniva offerta, poi spostò lo sguardo su Emma che osservava la scena con la fronte aggrottata. «Ehm... ne sarei lieta...» «Benissimo, allora. Questo pomeriggio potremo ridiscutere il vostro onorario... venite nel mio studio» aggiunse Michael appoggiando la mano su quella di lei per un breve istante. Emma osservò Odyle, che aveva abbassato gli occhi ed era arrossita. Il gesto confidenziale del marito l'aveva lasciata perplessa. Era felice che lui avesse cambiato idea, ma non se ne spiegava il perché. Lei e Odyle avrebbero goduto di più della reciproca compagnia, sarebbero potute uscire insieme, e probabilmente sarebbe anche riuscita a portarla a qualche ricevimento mondano, se l'avesse voluto. Eppure c'era qualcosa che non la convinceva nel quadro che le si profilava dinanzi. Spostò lo sguardo da Michael a Odyle, preoccupata.
   
 
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