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Autore: Aagainst    20/01/2022    3 recensioni
“ Lexa se n’era andata senza nemmeno salutarla. L’aveva sedotta per poi abbandonarla, gettarla via come una scarpa vecchia. Le aveva preso tutto, il suo cuore, la sua anima, il suo amore e l’aveva resa un guscio vuoto, incapace di sentire qualsiasi cosa all’infuori di un insopportabile dolore. E, nella penombra della sua stanza, Clarke giunse alla più beffarda delle conclusioni. Non avrebbe mai smesso di amare Lexa Woods. Non ne sarebbe stata capace. Mai.”
Sono passati tre anni da quando Clarke si è risvegliata senza Lexa accanto, tre anni in cui, eccezion fatta che per qualche panel o intervista a cui entrambe hanno dovuto presenziare, le due attrici si sono a malapena rivolte la parola. Tre anni in cui Clarke non ha mai ricevuto risposte e in cui Lexa non ha fatto nient’altro che sfuggire qualsiasi domanda.
Eppure, il destino è dietro l’angolo
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Madi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

Melancholy kaleidoscope, it's high time
You shake things up and get the picture in your head right
(All Time Low-Melancholy Kaleidoscope)

 

 

“Lexa muoviti, siamo in ritardo!”

“Arrivo, Anya!” rispose Lexa, con aria infastidita. Si rigirò nel letto e sbuffò, seccata da quella situazione. Non aveva per niente voglia di andare a cena fuori. Accanto a lei, Costia la osservava sorridendo, in silenzio. 

“Saluta la tua ragazza e sbrigati, ti aspetto in macchina!” la esortò Anya, senza osare salire le scale ed entrare in camera. L’ultima cosa che avrebbe voluto era trovarsi davanti la sua migliore amica e la sua fidanzata a letto, aveva già avuto fin troppe esperienze traumatiche nella sua vita. Anya Green era un’attrice abbastanza celebre, conosciuta per lo più per aver interpretato la protagonista in una serie tv sportiva sulla pallavolo. Le due si erano conosciute poco dopo l’arrivo di Lexa a Los Angeles da Boston, ad un evento organizzato dalla Disney. In breve tempo erano diventate grandi amiche e la bionda era ormai un punto di riferimento fisso nella vita della giovane attrice del Massachusetts. 

“Lexa, sono seria! Ci stanno aspettando!” Anya chiamò nuovamente l’amica. Lexa alzò gli occhi al cielo e si mise a sedere sul letto. 

“Dai, lasciala perdere e passa la serata con me.” le propose Costia. Lexa scosse il capo.

“Vorrei, ma non posso.” rispose. “Roan e Luna ci tengono tantissimo a questa cena, è da due settimane che mi pregano di andare e di non inventarmi scuse.” spiegò, mentre si rivestiva. Costia sbuffò, ma decise di non insistere. Lexa si voltò e la guardò con tenerezza. 

“Cercherò di tornare presto. Mi dispiace che tu non venga, ma…”

“Non ti preoccupare, so benissimo che Luna in particolare non mi può soffrire. Non le do torto, in fin dei conti quello che ti ho fatto tre anni fa è stato disgustoso. Già non so come Anya mi tolleri.”

“Le ho spiegato che sei cambiata, Cos. E, comunque, sono io a decidere chi frequentare e chiunque abbia qualcosa in contrario alla nostra relazione, beh, o se la mette via o è libero di uscire dalla mia vita per sempre.” disse Lexa. Costia si sporse in avanti e la baciò, lentamente. 

“Però, un aut-aut. Non sarai un po’ esagerata?” chiese retoricamente, sorridendo sulle labbra della sua ragazza.

“In Arkadia non mi chiamavano Heda a caso, Cos.” le rispose Lexa, baciandola. Fece per approfondire quel contatto, quando il suono del clacson della macchina di Anya la costrinse a desistere dal suo intento.

“Mi dispiace.” si scusò, ma Costia le fece segno di non preoccuparsi.

“Ci vediamo dopo, io ti aspetto.” la rassicurò. Lexa si affrettò a radunare le sue cose e si precipitò fuori dalla stanza. 

“Ti amo!” esclamò, scendendo le scale di corsa, noncurante del rischio di finire con l’osso del collo in frantumi. Arrivata alla porta l’aprì e uscì, ritrovandosi di fronte un’Anya piuttosto spazientita. 

“Scusami, non riuscivo a decidere quale vestito ind-…”

“Risparmiati queste scuse patetiche, ti prego.” la bloccò subito l’amica. “Lo sanno tutti che il vero problema era semmai la tua voglia di restare senza vestiti.” 

“Anya!” 

“Che c’è? Ho forse affermato il falso?”. Lexa non rispose. Alzò gli occhi al cielo e si sedette in macchina, aspettando che l’amica mettesse in moto.

“Senti, so che che Costia non è tra le tue persone preferite, ma devi per forza fare così ogni volta?” esordì infine, infastidita.

“Beh, diciamo che non capisco proprio come tu possa aver deciso di ritornare insieme a lei, ma in fin dei conti la vita è tua.” rispose Anya, senza distogliere gli occhi dalla strada. Lexa sbuffò, decisamente irritata. Decise di non replicare e accese la radio. Le note di un non meglio specificato pezzo jazz riempirono l’abitacolo, rendendo il clima tra le due più disteso. Arrivarono a destinazione in una trentina di minuti scarsi, nonostante il traffico. Non fecero in tempo a scendere dall’auto che una bambina dai folti capelli rossi corse loro incontro, seguita da un ragazzino biondo sui tredici anni. 

“Zia Lexa!” esclamò la bambina, entusiasta. L’attrice la prese in braccio e le schioccò un tenero bacio in fronte. 

“Ah, è così? Zia Lexa?” Anya si finse offesa. 

“Perdonala zia Anya, sai come è fatta Adria. Purtroppo sottovaluta le persone veramente importanti.”

“Aden, tu non fare il ruffiano.” ribatté la donna, scompigliandogli tutti i capelli biondi. 

“Aden, Adria! Andiamo, fatele almeno entrare in casa!” li rimproverò una donna dai capelli ricci, anch’essi rossi. Tra le sue braccia teneva un bambino di pochi mesi, biondissimo e dai grandi occhi color nocciola. Anya e Lexa la raggiunsero e la salutarono calorosamente, per poi passare a riempire di attenzioni il bimbo. 

“Non spupazzate troppo Ethan che me lo consumate.”. Lexa si voltò. A parlare era stato un uomo alto, dai lunghi capelli neri. Osservava quello strano capannello appoggiato alla porta, con aria serena. 

“Roan.” lo salutò Lexa, avanzando verso di lui. 

“Lexa.” ricambiò lui, stringendole la mano. “Sono felice di vederti.” disse, sorridendole. 

“Anche io.” dichiarò Lexa. 

“Bene ragazzi, la cena si fredda. Tutti a tavola!”.

 

________________

 

“Dici sul serio? Mi vuoi seriamente far credere che Finn Collins ha deciso di mollare la tua casa discografica? Ma è un pazzo.” 

“Si tratta di affari, Anya. Purtroppo il mondo funziona così.” spiegò Roan. “Non che ci abbia poi perso così tanto. Sì, è molto famoso, ma è completamente ingestibile, una vera testa calda.”. Roan Winter era uno dei più influenti discografici del Paese. Nato a Los Angeles, era cresciuto nei pressi di Compton, non vivendo esattamente quella che si può definire una vita agiata. La sua famiglia era invischiata in giri non poco raccomandabili e così a diciassette anni aveva deciso di andarsene di casa e tentare la fortuna con la musica. Tramite la sua casa discografica, l’Azgeda Records, aveva lanciato artisti come Jasper, Hope Diyoza e, appunto, Finn Collins. A differenza di Roan, invece, Luna proveniva da una ricca famiglia di Beverly Hills. Suo padre era stato un importante cineasta, mentre sua madre aveva lavorato per anni nel settore della moda. Erano morti entrambi ormai da qualche anno, a seguito di un brutto incidente stradale. Roan e Luna avevano conosciuto Anya e Lexa diversi anni prima, quando quest’ultima era stata scritturata per recitare nel videoclip di uno dei gruppi sotto contratto con l’Azgeda Records. In poco tempo i due coniugi avevano preso le due attrici sotto la loro ala, in particolare la più giovane. Sia Roan, che Luna erano molto affezionati a Lexa e, pur non condividendo molte delle scelte prese da lei negli ultimi tempi, in particolare la decisione di ricominciare una relazione con Costia, non avevano mai smesso di starle accanto e di volerle bene.

“Tra l’altro, Finn Collins non doveva sposarsi?” 

“Sì, con Clarke Griff-…” rispose Anya, rendendosi conto fin troppo tardi di quali parole si era lasciata sfuggire. Accanto a lei Lexa fece finta di ignorare il tutto, mordendosi forte il labbro.

“Beh, comunque poco importa, è stato mollato all’altare.” cercò di chiudere il discorso Roan, ottenendo però l’effetto opposto.

“All’altare?” domandò Anya, incredula. 

“Sì, di punto in bianco. Assurdo, vero?”. Lexa non resistette oltre. Si sentiva soffocare.

“Scusate, devo andare in bagno.” si alzò, con una scusa. Si precipitò fuori dalla sala da pranzo, ritrovandosi in un lungo corridoio. Lo percorse tutto, per poi salire una rampa di scale in legno. Il piano di sopra presentava un’enorme vetrata che dava sull’ampio giardino sottostante e da cui era possibile ammirare l’oceano che si stagliava all’orizzonte. Lexa amava passare il tempo lì, perdersi nel guardare fuori. La rilassava, l’aiutava a spegnere il cervello. Improvvisamente, un vagito attirò la sua attenzione. Lexa continuò la perlustrazione del piano, fino a ritrovarsi in camera di Ethan. Il bambino si era svegliato e stava piagnucolando, probabilmente in cerca della mamma. Lexa lo prese in braccio e si sedette sulla poltrona accanto alla culla, per poi cominciare a cullarlo dolcemente. 

“Shh, tranquillo. Ci sono qui io.” sussurrò, per rassicurarlo. In poco tempo il bambino parve tranquillizzarsi e il pianto lasciò ben presto spazio a degli incomprensibili gorgoglii e a bolle di saliva. 

“Così, bravo.” Lexa disse, carezzandogli con tenerezza le guance e il naso.

“Però, ci sai fare.”. L’attrice si voltò. Luna era sulla soglia che la guardava, il sorriso dipinto sul viso. 

“Ne dubito, è lui che è un bravo bambino.” ribatté Lexa, continuando a cullare il piccolo. Ethan allungò la manina e si avvinghiò al colletto della sua maglia, per poi mettersi a fissarla con i suoi occhioni scuri. Luna non poté trattenersi dal ridacchiare, intenerita da quella scena. Prese una sedia e si sedette di fronte all’amica, per poi posare una mano sulla sua gamba.

“Mi dispiace se sono scappata così, è che…”

“Lexa, non devi darci spiegazioni. Non volevamo riportare alla tua mente ricordi dolorosi.”. Lexa scosse il capo e alzò lo sguardo. I suoi occhi si scontrarono con quelli dell’amica, carichi di affetto. Sospirò, continuando a cullare Ethan. 

“È che… Non posso tornare indietro, Luna.” disse.

“Lo so.”

“A volte mi chiedo come sarebbe stato se… Vorrei solo dimenticare, capisci?”. Luna annuì e invitò l’attrice a posare la testa sulla sua spalla. Ethan emise un gorgoglio divertito e il suo sorriso privo di denti intenerì ulteriormente Lexa. Gli carezzò il naso e poi il pancino. 

“Lo invidio un po’.” dichiarò. 

“Anche io, ti dirò.” confessò Luna. “Insomma, il signorino è servito e riverito in tutto. Mangia, dorme e si fa i fatti suoi, una vita perfetta.”

“Ma?” chiese Lexa, intuendo che Luna volesse dirle altro.

“Ma noi abbiamo l’esperienza. Non temere la tua memoria, Lexa. Non è un nemico, ma un prezioso alleato. Ci aiuta più di quel che pensi.”. Lexa sospirò. Depose docilmente il bambino nella sua culla e lo guardò, mentre gli massaggiava la pancia.  Si voltò verso Luna. 

“So che Costia non piace né a te, né a Roan. So che come Anya sperate entrambi che torni da lei, ma io ho fatto la mia scelta e lo sai. Io amo Costia, è la mia ragazza e sono felice con lei.”

“Ti ha tradita, Lexa. E nel peggiore dei modi. Vogliamo solo che tu non stia male di nuovo.”

“Le persone cambiano, Lu.” replicò l’attrice. Desiderava solo che quella conversazione finisse al più presto, si sentiva enormemente a disagio.

“Spero sia vero anche per Costia.” Luna mormorò, alzandosi in piedi. Porse la mano a Lexa e l’aiutò a fare lo stesso. La strinse a sé, con affetto sincero. 

“Vali tantissimo, Lex. Molto più di quanto immagini.” le sussurrò. Si scostò e le carezzò la guancia, asciugandole le lacrime che la giovane attrice non era riuscita a trattenere. 

“Grazie.” mormorò Lexa. “Ti devo tutto, davvero.”

“Beh, a proposito, un modo per sdebitarti ci sarebbe.”. Lexa inarcò il sopracciglio, sorpresa da quella dichiarazione. 

“Cioè?” domandò, in allarme. Luna le fece segno di rilassarsi, rassicurandola sul fatto che non si trattava di nulla di grave.

“Roan deve partire per Miami fra due giorni e mi ha proposto di andare con lui. Deve visionare un nuovo artista e mi ha chiesto di aiutarlo a capire se scritturarlo ha senso oppure no. So che Ethan è molto piccolo e sarebbe meglio non lasciarlo, ma è davvero importante per noi e per questo ragazzo.”

“Luna, cosa stai cercando di chiedermi?”. La donna si morse il labbro, in lieve imbarazzo.

“Si tratta solo di un paio di giorni. Aden e Adria si trovano bene con te e con Ethan ci sai fare. Mi scoccerebbe doverli affidare per l’ennesima volta a una tata, non… Non è lo stesso e preferirei che stessero con una persona che vuole loro bene e che ama stare con loro.”. Lexa era paralizzata. Una richiesta del genere era l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettata. 

“I-io…” balbettò, senza sapere cosa effettivamente dire. 

“Sentiti libera, Lexa. Forse ho pensato ad una sciocchezza.” mormorò Luna, avviandosi verso la porta.

“No, aspetta!” la fermò l’attrice. Luna si voltò. Lexa la fissava con i suoi occhi verdi, lo sguardo deciso. 

“Va bene.” asserì. Luna l’abbracciò, le lacrime agli occhi.

“Grazie.” sussurrò. “Non sai quanto significhi per me.”. Lexa si sciolse in quell’abbraccio. Ne aveva bisogno, nemmeno lei sapeva il perché. Si scostò appena, abbastanza per poter guardare l’amica negli occhi. 

“Solo, non so cambiare i pannolini.”.




Angolo dell'autrice

Eccomi qua con il primo vero capitolo, anche se ancora molto introduttivo. Il prossimo sarà dedicato a Clarke e vedremo come in questi tre anni ha vissuto l'abbandono di Lexa.
Spero vi piaccia, grazie per leggere!
Alla prossima!

   
 
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