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Autore: Gatto1967    21/01/2022    2 recensioni
Un giorno Anthony Brown passeggiando nel giardino degli Andrew, vede una bambina che piange disperata vicino al cancello delle rose, quelle rose a lui tanto care.
Chi sarà mai?
Ovviamente noi sappiamo chi è quella bambina, e questa sembrerebbe essere la solita riedizione della storia di Candy. E in effetti lo è. Solo che stavolta c’è un elemento nuovo, un nuovo personaggio.
Chi è? Che ruolo avrà nella vita della protagonista?
Leggete e saprete…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni successivi la vita di Candy continuò secondo i soliti schemi: il duro lavoro in casa Legan, i dispetti e gli scherni degli odiosi Neal e Iriza, le ore passate a bighellonare qua e là con il suo Klin.
Un giorno conobbe Archibald Cornwell, detto Archie, un ragazzo che viveva nella villa degli Andrew e che le rivelò essere il cugino di quell’Anthony conosciuto al cancello delle rose. Quel ragazzo le era sembrato un po’ fanatico, fissato com’era con le sue camicie e i suoi lustrini, fanatico ma simpatico; sicuramente più simpatico di Neal e Iriza.

Qualche giorno dopo proprio i due fratelli serpenti le giocarono l’ennesimo brutto scherzo: dopo averla condotta con loro in città, la piantarono in asso lasciandola sola e a piedi parecchio lontana dalla loro villa.
In quell’occasione fece la conoscenza con Alistear Cornwell detto Stear, il fratello di Archie. Lui fu gentilissimo e si offrì di accompagnarla a casa con la sua automobile. Peccato che quella automobile, costruita dallo stesso Stear, andò a finire a mollo nel lago Michigan lasciandoli appiedati e bagnati come pulcini.

Il giorno successivo i signori Legan la convocarono nel loro salotto privato e le comunicarono di aver ricevuto ben tre inviti per lei al ricevimento che gli Andrew avrebbero tenuto di lì a breve nella loro villa, quella del cancello delle rose.
-Tre inviti…- farfugliò la bambina -Tre inviti per me?-
-Candy, tu conosci Anthony Brown, e i fratelli Cornwell?- le chiese il signor Legan con tono assolutamente neutro. Quell’uomo era sì l’unico di quella famiglia che sembrava volerla rispettare, ma non era certo come un padre per lei.
-Sì certo… li ho conosciuti per caso… passeggiando nei dintorni.-
-Gli inviti te li hanno mandati loro.- disse il signor Legan porgendole le buste con i tre inviti.
Leggendo le firme dei suoi nuovi amici su quei fogli, la piccola Candy si lasciò andare a una manifestazione di esuberanza infantile saltellando di gioia sotto gli occhi sconcertati della signora Legan e dei suoi odiosi figli.
-Bisognerà procurarle un vestito più adatto per l’occasione.- disse il signor Legan -Iriza perché non le impresti uno dei tuoi vestiti? Avrete più o meno la stessa taglia.-
Ovviamente Iriza le giocò l’ennesimo brutto scherzo facendole indossare un suo vestito di qualche anno prima, vestito che Candy ruppe senza volerlo, dal momento che le stava troppo piccolo.
Dopo l’ennesimo momento di sconforto, la piccola decise comunque di andare al ricevimento con il suo semplice vestitino di tutti i giorni.

La macchina dei Legan varcò il cancello delle rose, Candy sedeva davanti insieme all’autista, mentre i signori Legan con i figli sedevano dietro.
-Ascolta Candy.- le disse la signora -La zia Elroy dà molta importanza all’estrazione sociale delle persone, perciò faresti meglio a startene in disparte durante il ricevimento.-
-Va bene signora.- 
E lei intendeva davvero starsene in disparte, al limite insieme ai suoi amici Anthony, Archie e Stear. Non immaginava che la serata avrebbe preso una piega diversa.

Appena la macchina si fermò Candy ne scese, e subito riconobbe i suoi amici: Archie e Stear stavano lì, davanti a lei, elegantissimi nei loro abiti scozzesi.
-Ciao Candy!-
-Ciao ragazzi! Siete elegantissimi, complimenti! Certo non come me.-
-Ha voluto venire a tutti i costi.- intervenne Iriza -Anche con quel misero vestito da cameriera!-
-Non è il vestito che conta.-
La voce era quella di Anthony, anche lui in elegantissimo abito scozzese che arrivava in quel momento.
-Benvenuta Candy!-
-Ciao Anthony. Anche tu sei elegantissimo con questo… kilt scozzese.-
-Ti ringrazio Candy. Lascia che ti presenti mia madre, Rose Brown. Mamma, questa è Candy, la bambina che ho conosciuto qualche giorno fa qui al cancello delle rose.-
La signora Brown, una elegante donna che dimostrava intorno ai trenta, trentacinque anni, si fece avanti sorridendo cordialmente.
-Ciao Candy. Benvenuta nella residenza degli Andrew. Mio figlio e i miei nipoti mi hanno parlato molto di te.-
-La ringrazio signora. Molto lieta di fare la sua conoscenza.- rispose la bambina accennando un inchino.
Un grugnito di Sarah Legan attirò l’attenzione dei presenti.
-Benvenuta anche a te Sarah. Ciao ragazzi, come state?-
Per Sarah Legan l’atteggiamento di sua cugina era inconcepibile: salutare una misera cameriera prima di lei e dei suoi figli!
-Benvenuto Raymond!-
-Bentrovata Rose. Non abbiamo molte occasioni di vederci io e te.-
La giovane donna si mise a ridere.
-Oh ci sono abituata con voi uomini del clan! Anche mio marito e mio fratello non li vedo quasi mai! Ma prego accomodatevi: la zia Elroy vi stava aspettando con ansia.-
Rose cercava così di “rimediare” a quella che Sarah Legan considerava una gaffe da parte sua.
I due figli dei Legan seguirono i genitori nell’interno della sontuosa villa degli Andrew e Candy rimase così sola con i tre ragazzi.

-Ci dispiace Candy.- disse Anthony poco dopo mentre sedevano ad un tavolo su una delle terrazze della villa.
-Se avessimo immaginato di provocarti dei problemi, non ti avremmo invitata qui.-
-Non preoccupatevi ragazzi, invito o non invito di problemi a casa Legan ne ho già abbastanza.-
-Lo immagino- disse Archie -Conosciamo bene i nostri parenti, e sappiamo bene che razza di vipere possano essere Neal e Iriza.-
In quel mentre sopraggiunse Rose Brown, che prese una sedia e si sedette accanto a suo figlio e davanti a Candy.
-Allora Candy: prima siamo state interrotte, ma adesso vorrei proprio fare la tua conoscenza.- 
La sua voce era cordiale, e il suo volto sorridente. Si capiva benissimo che non era fatta della stessa pasta dei suoi parenti Legan.
-Raccontami di te, cosa fai a casa dei Legan?-
Rinfrancata dall’atteggiamento cordiale e amichevole della donna, Candy si aprì.
-Beh, quando sono arrivata a casa Legan dovevo essere una specie di “dama di compagnia” per la signorina Iriza, ma poi… mi hanno messa a fare la cameriera. Probabilmente la signora non mi ha ritenuta all’altezza di sua figlia.-
Già, chi mai poteva essere “all’altezza” di quella vipera di Iriza?
-Lavori per aiutare i tuoi genitori Candy?-
-Oh no signora, io sono un’orfana. Non ho mai conosciuto i miei genitori. Sono cresciuta in un orfanotrofio “La Casa di Pony”, che si trova a La Porte, nello stato dell’Indiana.
Quando sono venuta dai Legan credevo che sarei stata adottata, e invece…-
Rose era senza fiato, e così anche i ragazzi. Non avrebbero mai immaginato una storia tanto toccante. 
Con fatica vinse il groppo che si sentiva in gola e riuscì di nuovo a parlare.
-Sai Candy… anch’io ho perso i genitori da piccola…-
-Davvero signora? Mi dispiace…-
Rose era a un passo dallo scoppiare a piangere: quella bambina si dispiaceva per lei? Incredibile che potessero esistere bambini come Candy e altri come quegli antipatici arroganti di Neal e Iriza!
-Ascolta Candy, vieni con me.- disse poi con un radioso sorriso rivolto alla bambina -Voglio farti provare qualcosa.-
-Con… lei signora?-
-Certo, con me.- ripetè Rose alzandosi in piedi e porgendo la mano alla bambina. 
-Voi ragazzi, andatevi pure a cambiare, non vorrete restare tutta la sera in kilt!-
-No mamma. Ci eravamo vestiti così solo per accogliere gli ospiti, ma ormai sono arrivati praticamente tutti, e possiamo andare a vestirci un po’ più comodi, ma… dove stai portando Candy?-
-Cose da donne ragazzo mio, cose da donne!-

Ciò detto Rose prese per mano Candy e la condusse con sé. 
   
 
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