Anime & Manga > Shaman King
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Autore: Every19    22/01/2022    0 recensioni
Hanna Kiyoyama è nata per essere una itako.
Tutta la sua esistenza si è basata finora sul diventare la migliore, degna moglie dello Shaman King.
Yoh Asakura deve diventare il re degli shamani, senza possibilità di scelta.
Il suo preciso dovere è quello di battere il fratello, Hao, per evitare l'estinzione della razza umana.
Hao Asakura è convinto che il mondo non abbia bisogno degli uomini ed è determinato a creare un pianeta di soli shamani.
Tutti obiettivi nobili e difficili da raggiungere.
Destini incrociati irrimediabilmente, sentimenti così forti da non poter essere ignorati e scelte che attendono di essere fatte.
Attraversando la gioventù, i personaggi più importanti di una saga millenaria, capiranno l'importanza del viaggio che stanno per intraprendere e ne rimarranno cambiati per sempre.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Se mettessi un briciolo di cervello nel migliorare le tecniche invece che mangiare- si lamentò Ren guardando Horo Horo addentare una braciola.
-Non è che non mangiando vada meglio…- borbottò a bocca piena lui.
 
Yoh se la rideva sotto i baffi, mentre Anna sbuffava, piuttosto seccata.
Doveva allenarsi se voleva raggiungere un livello ancora più alto di adesso, e circondarsi di perditempo non aiutava.
Lui era fatto così.
Preferiva le persone piacevoli alle preoccupazioni, e, anche se odiava ammetterlo, aveva trovato dei buoni amici.
I più spigliati e senza ritegno erano Ryu e Horo Horo, sempre a dire fesserie e scherzare.
Manta aveva i suoi momenti di serietà, ma risultava comunque il più ignorante in termini di magia e spiriti.
Ren era quello che lei apprezzava di più, soprattutto perché parlava poco, ma anche perché non sembrava essere soggetto all’idiozia degli altri.
Ma su una cosa non poteva dire nulla, avrebbero tutti dato la vita per Yoh, senza pensarci due volte.
E questo la confortava non poco.
Almeno non sarebbe stato solo durante il viaggio a Green Village e ovunque l’avessero mandato da lì in poi.
Sperava solo che avrebbero resistito tutti.
 
-Il controllo dello spirito è molto forte, la presa sull’arma è salda e non riuscirà mai a battere Ren senza che lo provochi. Quindi direi che abbiamo finito- commentò Ryu portandosi la spada di legno sulla spalla destra.
-E io ho finito le energie- venne fuori Tokaghiro.
-Direi che va bene per oggi, è inutile stancarsi adesso- aggiunse Yoh, alzandosi da sotto l’albero sotto cui si era accomodato e stendendo le braccia in alto.
-Abituatevi a non riposare, non so quanto ne avrete il tempo- intervenne lei, incrociando le braccia al petto.
-Per questo ci conviene farlo ora!- scherzò Yoh, avvolgendola con le sue.
Anna scosse la testa trattenendo un sorriso, anche se angosciato.
La sua tranquillità era irritante a volte.
Doveva combattere per la sua vita, per quella del mondo intero, e sventare la minaccia di suo… era davvero tanto da affrontare, e senza il giusto spirito aveva paura che potesse finire male.
Nonostante la sua forza.
 
-Sarà meglio andare, tuo nonno vorrà sapere com’è andata- si scostò, iniziando a camminare.
Le seccava essere così.
Aggressiva, puntigliosa.
Ma era più forte di lei.
Lo voleva al sicuro e l’unica cosa che poteva fare era essere intransigente durante gli allenamenti e fredda quando diceva cose del genere.
Sapeva che Yoh l’aveva notato, era sicura che gli altri non ci avessero dato peso.
Con loro era sempre così e in generale anche con lui, ma era convinta che sapesse distinguere tutto quanto.
La conosceva molto bene.
-È vero ragazzi, ci vediamo domani?- lo sentì chiedere retorico.
-Certo, stessa ora?- chiese Horo Horo raccogliendo le sue cose.
Forse Yoh fece un segno d’assenso e, quando la salutarono ormai lontana, Anna fece un gesto con la mano, simile ad un saluto.
La raggiunse quasi subito, facendola fermare in mezzo al giardino.
-Anna…-.
-Non ci riesco Yoh- lo anticipò abbassando lo sguardo e stringendo i pugni lungo i suoi fianchi
-non riesco a non pensare a cosa potrebbe succederti. Puoi chiedermi tutto, ma non di smettere di preoccuparmi per te- lo guardò negli occhi.
I suoi non erano agitati o in balia di qualsiasi altra emozione, in contrasto con quelli di lei.
Un mare in tempesta a confronto.
-Vorrei che pensassi che posso farcela- iniziò a rispondere, facendola stare ancora più sugli attenti.
-Sarà difficile e dura e… incredibilmente estenuante. Senza il tuo sostegno non durerò a lungo-
le disse serio.
Anna per un momento credette di sognare.
Come poteva dubitare di lei?
-Credo non ci sia persona più fiduciosa in te di quanto lo sia io Yoh. Ma come pretendi che mantenga i nervi saldi vedendoti scherzare e comportarti come se il mondo non dipendesse da te!?- alzò la voce, presa dall’impeto di rabbia -Perché tu riesci a dormire la notte mentre io mi crogiolo immaginando le cose più terribili?-.
-Sai che non so risponderti- la spiazzò.
 
Era vero.
Avevano affrontato l’argomento più volte nel corso degli anni.
Yoh non riusciva a farsi sopraffare dagli eventi.
Rimanere calmo era una delle sue più grandi doti e finora era andato tutto bene anche per questo.
Da quando aveva scoperto di Hao, però, era come se non potesse farne a meno.
Rilassarsi, meditare, fare lunghe passeggiate al tramonto, passare il tempo con lei non sarebbero dovute essere priorità, ma svaghi che non poteva più concedersi.
 
-So che farò del mio meglio Anna, questo te l’ho sempre promesso- continuò a voce bassa, non distogliendo lo sguardo -Io non ho molti motivi per preoccuparmi. Facciamo una bella vita e condividerla con te… è la cosa che mi fa stare bene. Saperti al sicuro adesso… mi fa stare più tranquillo. Capisco perché tu sia agitata… sul serio. Penso che impazzirei anch’io a parti inverse. 
Ma non posso tirarmi indietro e non posso diventare qualcun altro-.
 
Non seppe più cosa dire.
Aveva ragione, aveva sempre, fastidiosamente ragione.
Era forte, caparbio, i suoi valori e ideali rasentavano la perfezione.
Forse era questo che lei non voleva ammettere.
Che non sarebbe mai stata come lui.
Anna era caos in movimento, lei non riusciva a pensare lucidamente, con chiarezza.
La mente le si offuscava, la rabbia, il dolore, la paura, prendevano il sopravvento e non poteva fare altro che agire.
Aveva combinato non pochi guai prima di capire come governare i suoi poteri e le emozioni che li facevano scatenare.
Quando era arrivato Yoh era andato tutto meglio.
Per quello che diventavano insieme.
A questo pensiero, il corpo si rilassò pian piano, fino a distendersi completamente.
 
-Mi dispiace io…- tentò di giustificarsi ancora, ma venne fermata dalle sue braccia che l’avvolsero e la strinsero al suo petto.
Il cuore cominciò a battere contemporaneamente a quello di Yoh, mentre il suo respiro le si infrangeva sul collo, provocandole brividi ovunque.
-Non dispiacerti mai per quello che sei, non con me- le sussurrò all’orecchio, stringendola più forte.
-Vorrei essere più forte e aiutarti più di ora- rispose sincera.
-Anna non devi sentirti…-.
-Inferiore?- chiese retorica, distaccandosi ma rimanendogli vicino, guardandolo negli occhi -da quando ci siamo conosciuti, non hai fatto altro che salvarmi Yoh-.
-Tu sei sopravvissuta a tutto quanto da sola. Tutto questo è merito tuo- le sfiorò la guancia con una mano -mi hai salvato anche tu. E per quanto può valere, continui a farlo ogni giorno in cui rimani con me- sorrise, poggiando la fronte contro la sua.
Anna inspirò profondamente.
Quella risposta, stranamente, non la fece sentire bene come aveva sempre fatto, ma non lo disse ad alta voce.
Lasciò quel momento com’era, godendosi le loro mani che s’intrecciavano e le loro labbra unirsi lentamente.
Doveva prendere ogni istante così come arrivava.
Non aveva scelta per non impazzire.
 
-Io non ti capisco Yoh, sarebbe tanto facile partire insieme a lei- osservò Manta ad alta voce.
L’acqua calda delle terme era davvero un tocca sana a fine giornata.
 
Specialmente per Yoh.
Gli allenamenti stavano diventando sempre più estenuanti.
Suo nonno era un vero despota quando si trattava di tecniche combattive, non era mai abbastanza quello che faceva.
Capiva il motivo, perfettamente, ma avrebbe preferito stare con Anna e i suoi amici.
Godersi gli ultimi momenti di svago e tranquillità.
Anche se forse non avrebbe fatto altro che innervosirli tutti.
Purtroppo non conosceva altro modo per affrontare l’intera faccenda, sapeva perfettamente che cedendo alle emozioni sarebbe stato tutto più difficile.
Le situazioni erano tante.
Suo fratello che minacciava l’umanità intera, il libro dello sciamano che attendeva di essere studiato, i ragazzi che non sapevano nulla a riguardo, il torneo degli sciamani e il titolo di Shaman King da conquistare.
E poi c’era Anna.
 
La ragazza era tutto quello che avrebbe mai voluto nella vita.
Era bella, intelligente, astuta, forte e coraggiosa.
Chissà come, il destino li aveva fatti incontrare e lei era voluta rimanere.
Lei era convinta di essere un peso, di essere una creatura bisognosa di protezione.
La verità era che aveva bisogno di lei più di quanto credesse.
Anna non sapeva come tenere sotto controllo la sua potenza quando si erano conosciuti, perciò non aveva nessuno intorno.
Ma Yoh aveva capito che ne valeva la pena.
E finora non si era sbagliato.
Ci era voluto un po' perché capissero come far quadrare le cose, vivere con un’altra itako in casa non era stato esattamente facile.
Ma non avrebbe mai rinunciato a lei senza lottare con tutte le sue forze.
Era troppo importante.
Quando avevano saputo del torneo, oltre alla profezia della famiglia Asakura, le cose erano cambiate.
Si capiva che era preoccupata, ma anche piuttosto delusa.
Sarebbe voluta andare con lui, ma glielo aveva categoricamente vietato.
Non poteva rischiare che le capitasse qualcosa.
Sarebbe stata la cosa più spaventosa in tutta questa faccenda.
Gli venivano i brividi solo al pensiero.
 
-Non potrei mai concentrarmi se venisse con me Manta- sospirò.
-Capisco, ma… è talmente ovvio che entrambi state soffrendo, e il viaggio sarà lungo- osservò l’amico, guardandolo dal basso.
Yoh chiuse gli occhi.
Quando se ne ricordava, il cuore gli si stringeva e il petto faceva male.
-Lo so. Credimi. Ma non posso, davvero. Farei qualunque cosa se solo… avessi la certezza di poterla tenere al sicuro e al mio fianco. Al momento però, non sono più sicuro di nulla- portò la testa all’indietro.
-Ce la farai Yoh, ne sono convinto- lo incoraggiò l’amico -So che non sarà lo stesso, ma mi prenderò cura io di Anna-.
-Grazie amico-.
Era bello sentire che le persone della sua vita credevano davvero in lui.
Sperava che sarebbe bastato.
  
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