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Autore: Danny Fan    23/01/2022    0 recensioni
[Choices - The Royal Romance]
Una cameriera di New York. Un principe di sangue reale. Un regno europeo dalle bizzarre tradizioni. E un plebeo che odia la nobiltà. Raily Naville si troverò a dover scegliere se essere regina o puntare tutto su un futuro incerto ed avventuroso. Il re del suo cuore è il bellissimo principe Ruark o lo scostante quanto attraente Drake?
Genere: Commedia, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 – Cordonia
 
 
Raily aveva fatto le valigie in fretta e furia e si era lasciata alle spalle il suo piccolo appartamento di New York senza troppi rimpianti. Lei e Maxwell si erano catapultati in aeroporto e avevano preso un mezzo speciale che li aveva portati alla pista, dove un elegante jet privato li aspettava, pronto al decollo.
Raily percorse la scaletta dietro al giovane nobile, ma si rese presto conto che all’interno della lussuosa cabina non sarebbero stati soli.
“Dove ti eri cacciato?”, Drake si sporse in avanti sul sedile appena entrarono.
Maxwell non gli badò, ma Raily notò la sua espressione sconcertata quando la vide.
“Dì addio a New York e sto arrivando a Cordonia!”, gioì il nobile.
“Maxwell...”.
Questi sorrise all’amico, “Hai visto chi c’è?”.
Drake lo squadrò con eloquenza, “Sarebbe difficile non vederla! Che cosa stai tramando?”.
Maxwell rise mentre si mettevano seduti e allacciavano le cinture, “Non ne avevamo discusso, ieri? Quanto Ruark fosse preso da lei? Gliel’ho portata, così potrà competere per il mio casato”.
Gli occhi di Drake passarono da Maxwell a lei, ed egli emise un sonoro sospiro di incredulità, “Non posso credere alle idee che ti balzano in quella testa”.
“Andrà bene!”.
Drake scosse il capo e poi tacque, concentrandosi sulla vista fuori dall’oblò, e comportandosi come se lei non fosse lì per tutta la durata del volo.
Raily cercò di non badare a lui e di non sentirsi a disagio. D’altra parte, Maxwell la intrattenne più che a dovere, parlandole di musica e di arte. Ogni tanto, specie durante il pranzo più gustoso che lei avesse mai assaggiato trovandosi sopra un aereo, lo sguardo le guizzava dalla parte di lui. Aveva addosso una maglietta sgualcita grigio scuro e i capelli spettinati, ma per assurdo quell’aria trasandata gli donava, in un certo senso. A Raily parve più carino della sera prima, ma attribuì la cosa alla luce del giorno.
Per una parte del volo, rimase chino sul cellulare, poi si posò all’indietro sul sedile e chiuse gli occhi, come se volesse dormire, sebbene Raily si accorse che non stava dormendo davvero.
Qualsiasi cosa facesse, però, aveva sempre una sorta di cipiglio sul volto, come se fosse sempre corrucciato.
“Stiamo arrivando”, disse, dopo svariate ore e un’occhiata all’oblò.
Maxwell le rivolse un grande sorriso.
“Non riesco a credere che stia succedendo davvero!”, commentò Raily, cercando di vedere a sua volta fuori.
Drake la squadrò con freddezza.
Raily indossava ancora la sua uniforme da lavoro, non avendo avuto il tempo di cambiarsi, e si sentì alquanto inadeguata sotto quello sguardo tagliente. Quando però egli parlò, la sua voce suonò pacata, come se si fosse rassegnato all’idea che lei sarebbe stata in giro per Cordonia.
“Credici. Atterreremo presto, che tu sia pronta o no. E se non lo sarai, quelle nobildonne a corte ti mangeranno viva”.
“Zitto, non spaventarla, Drake”, intervenne Maxwell, imbronciato, quindi si rivolse a lei, “Tutto bene, Raily?”.
“Sinceramente?”, rispose, stringendosi nelle spalle. Tutta quell’evventura era iniziata in modo frenetico, e lei non aveva avuto molto tempo per abituarsi al cambiamento. Perciò disse, “Sono un po’ nervosa”.
Maxwell stava per dire qualcosa di rassicurante, ma Drake lo precedette, “Lo sapevo”, sbottò aspramente, “Non durerà una settimana. È stata una perdita di tempo portarla qui”.
Raily si sentì ferita nell’orgoglio, e ribattè, piccata, “Non capisco perchè sei così contrario al fatto che io sia venuta con voi”.
Drake sospirò, parlando di nuovo in tono conciliante, “Ascolta, non offenderti, ma ho visto ragazze come te arrivare e andar via. Non finisce mai bene. Nè per te, nè per Ruark, nè per la famiglia reale”.
“Raily non è una cacciatrice di dote”, intervenne Maxwell, deciso.
“E che cosa ne sai? La conosci, forse?”.
Maxwell fece per replicare, ma Raily lo bloccò con un gesto della mano. Era in grado di difendersi da sola.
“Drake, io sono diversa da quelle ragazze. Il fatto che Ruark sia un principe non mi interessa affatto”.
“Questo è esattamente il tipo di pensiero da ingenuotta che ti metterà nei guai”.
Raily avrebbe voluto ribattere, ma la voce del pilota che annunciava l’atterraggio imminente la dissuase. Rimase a fissare Drake in cagnesco, mentre lui la ricambiava allo stesso modo, prima di distogliere lo sguardo.
“Ehi! Guarda!”, la distrasse Maxwell, toccandole il braccio, “Puoi vedere Cordonia dall’oblò adesso! Non te la vorrai perdere?”.
Raily guardò, e scoprì una costa verdeggiante, sulla cui cresta collinosa erano adagiati edifici dai tetti rossi e ocra. E sulla collina, il palazzo reale scintillava dei suoi ori.
“Questa è Cordonia? Sembra uscita da una favola! L’oceano brillante, gli alberi rigogliosi...”.
“Se ora ti metti anche a cantare, salto giù dall’aereo”, disse Drake.
Raily gli scoccò una smorfia, in fondo divertita dal suo sarcasmo, “Sto solo dicendo che è molto bello”.
“Vero?”, la appoggiò Maxwell, “Ti senti pronta?”.
Raily annuì, sorridendo, “Adesso sì”.
 
 
Un’auto lussuosa li portò su per la collina, fino dentro i cancelli cesellati del palazzo reale. Numerosi domestici si affaccendarono loro attorno, liberando Maxwell dei suoi bagagli più pensanti, mentre Drake si gettava sulla spalla il suo piccolo borsone da palestra, prendendolo egli stesso dal bagagliaio.
“Questa sarà la tua casa per i prossimi mesi”, disse Maxwell a Raily, distraendola dalla contemplazione di tutte le meraviglie attorno. La fontana gigantesca al centro del parco coi suoi zampilli, le siepi ben curate, i fiori nelle aiuole, e le decorazioni minuziose della facciata bianca e oro.
“Starò a vivere qui? Non avevo immaginato che sarei stata al palazzo!”.
“La maggior parte dei nobili vive qui mentre è in corso la stagione sociale”, le spiegò Maxwell, “Incluse tutte le nobildonne che parteciperanno alla gara per la mano di Ruark”.
“Già, vivere tutti sotto lo stesso tetto rende più facile partecipare alla cerimonia della deflorazione che avrà luogo dopo”.
Raily guardò Drake con tanto d’occhi, quindi si volse verso Maxwell.
“Drake sta scherzando... almeno per quanto riguarda la deflorazione”.
Raily tirò un sospiro di sollievo. Drake era suonato così naturale nel fare quella battuta che per un attimo lei aveva creduto potesse esistere davvero una cerimonia simile. Una volta era stata in un palazzo antico e la guida le aveva raccontato di come il re era costretto alle private effusioni con la moglie davanti alla corte, perchè fossero sicuri che l’eventuale erede fosse davvero di sangue reale. Fortunatamente, almeno in questo paese e in tempi moderni, non esistevano più cose del genere. Almeno lo sperava, se non altro perchè la sua verginità era andata da un pezzo!
Comunque”, Maxwell calcò sulla parola, attraversando i grandi portoni e fermandosi nel monumentale ingresso, ai piedi di una sontuosa scalinata coperta di tappeti rossi. Dopo aver lanciato uno sguardo ammonitore all’amico, si rivolse di nuovo a lei, “Ti faccio vedere la tua stanza, Raily”.
“Allora io me ne vado”, annunciò Drake, con un sorrisetto antipatico, “Ci vediamo in giro... se sei fortunata”.
Raily lo salutò con uno sguardo torvo, e lo guardò sparire sopra le scale.
Maxwell le fece cenno perchè lo seguisse.
“Quindi... che cavolo ha Drake?”, gli chiese, approfittando del silenzio, mentre portavano su le loro valigie, “Perchè è sempre così... cinico?”.
“Oh, lascialo perdere”, minimizzò Maxwell, “Drake non si è mai... ambientato”.
“Non è abituato alla vita di corte?”.
Maxwell sorrise fra sè, come se lei avesse detto qualcosa di simpatico, “Proprio no”.
Salirono un altro paio di gradini, quindi Maxwell riprese, “È un plebeo. Lui... è sempre stato un outsider qui. Anche se è il migliore amico di Ruark”.
In cima alle scale, Maxwell girò per un enorme corridoio, “La tua stanza è qui, nell’ala ovest. In caso ti serva qualcosa, io e mio fratello siamo là, un paio di porte più avanti”.
“Non sapevo che avessi un fratello”.
“Sì, un fratello maggiore”, sorrise Maxwell, “È il Duca Bertrand Beaumont. Come figlio primogenito, è lui l’erede, io sono il cadetto. Lo conoscerai stasera. Sarà contento di incontrarti”, si fermò davanti ad una porta, “Eccola. La tua stanza”.
Raily entrò nella camera più magnificente che avesse mai visto. C’erano dipinti che coprivano le intere pareti, soffitti stuccati, uno specchio arzigogolato e un gigantesco letto colmo di morbidi cuscini e lenzuola di seta.
“Wow...”.
“Sei un’ospite della monarchia. Non si risparmia in lusso”.
“Quindi posso anche svuotare il mini bar senza nessuna conseguenza?”.
Maxwell rise, come se lei avesse fatto una battuta, “Non c’è il mini bar. Però lo staff ti porterà tutto quello che desideri”.
“Bello!!”.
Maxwell si diresse alla porta, “Ti lascio sistemare, prima del tuo debutto di stasera”.
“Il mio cosa?”.
“Scusami”, tornò sui suoi passi, “Continuo a dimenticarmi che non sei abituata a tutto questo. Il primo evento della stagione sociale è stanotte. Il ballo in maschera”.
“Oh”.
“È il ballo durante il quale tutte le candidate verranno presentate al principe e al re. Non tutti indossano la maschera, ma puoi star certa che le nobildonne che partecipano per la mano di Ruark saranno in piena agitazione”.
Raily lo vide occhieggiare con sguardo dubbioso la sua piccola valigia. 
“Mi chiedevo... è troppo pensare che tu possa avere un abito da ballo là dentro, vero?”.
“Ho un vestito elegante...”, rispose Raily, incerta.
“Beh, non ero sicuro, quindi ho preso un appuntamento per te al guardaroba del palazzo. Forse potresti trovare qualcosa che ti piace laggiù”.
“Darò un’occhiata”, annuì Raily.
“Ricorda. Stanotte è molto importante. È la tua occasione per fare buona impressione su tutte le persone influenti a corte e per distinguerti da tutte le altre”.
Raily annuì ancora, decisa, “Non ti preoccupare, ce la farò”.
Dopotutto si trattava solo di una festa. Cosa mai poteva andar male?
 
 
Un paio di minuti più tardi, Raily entrò nella sala adibita a guardaroba del palazzo.
Un “oh!” d’allarme la inchiodò sui suoi passi, mentre una ragazza filiforme e con lunghi capelli castani cercava di coprirsi alla bell’e meglio con l’abito che evidentemente stava per indossare sopra la biancheria intima.
“Ops, scusa! Non mi sono resa conto che c’era già qualcuno”.
La ragazza sorrise, adesso rassicurata. Aveva occhi a mandorla color nocciola e una pelle ambrata da fare invidia.
“Nessun problema. Ad essere sincera, non avevo un appuntamento. Mi chiamo Hana”.
Raily si presentò a sua volta.
“Suppongo che anche tu sia qui per prepararti al ballo di stasera. Visto che ancora non sei vestita, credo che tu sia nella mia stessa situazione... alla disperata ricerca di qualcosa da indossare”.
“Più o meno”, disse Raily, indecisa. Non le sembrava ancora verosimile che quegli abiti che vedeva attorno potessero essere a sua disposizione.
“La guardarobiera è in ritardo, pare, ma posso mostrarti io. Questo posto ha i più bei vestiti del regno. Aspetta, lasciami infilare questo”.
Raily guardò Hana scivolare dentro l’abito da sera, e trafficare senza successo con la zip sulla schiena.
“Una mano?”, si offrì.
“Sarebbe fantastico”.
La zip venne su e Hana si volse, provandosi la maschera in coordinato al vestito rosa scintillante che aveva scelto.
Raily rispose al suo sorriso, annuendo.
“Grazie. Non molte ragazze sono come te qui”.
“Di aiuto?”.
“Gentili”.
Raily le sorrise ancora. Non si era aspettata di trovare qualcuno come lei, altrettanto gentile e amichevole, fra le candidate alla mano del principe.
“Questo vestito mi piace molto”, riprese Hana, girando su se stessa per provare l’effetto dell’abito, “E tu? Devi avere una maschera per un ballo in maschera”.
Raily seguì Hana che le indicava una stampella colma di vestiti fantastici.
“Li posso davvero indossare?”.
“Certo!”.
Raily si affrettò a scegliere, ma era davvero difficile. Infine, optò per un lungo vestito azzurro, a campana, morbido e ventoso, che le lasciava le spalle scoperte. Non c’era una maschera da abbinare, e Raily sperò non fosse un problema. Si mise davanti allo specchio per truccarsi, e si sentì una principessa.
Una volta pronta, salutò Hana e si incontrò con Maxwell ai piedi della grande scalinata.
“Non stai indossando la maschera?”, fu la prima cosa che le disse lui.
Raily scese gli ultimi gradini, “Non pensavo mi servisse. Inoltre, voglio che Ruark sappia che sono qui”, lo guardò con occhio scherzoso, “E anche tu non stai indossando una vera e propria maschera”.
Il volto di Maxwell era infatti celato solo per metà.
“Io non devo impressionare nessuno, ci vengo solo per lo champagne”, le rispose, ironico, “E per aiutarti”, aggiunse poi.
Raily si lasciò guidare da lui oltre le porte del grande salone, e poi in cima ad una scalinata larga e coperta di marmi che introduceva alla sala da ballo vera e propria. Tutto quell’ambiente era altamente frastornante.
“Un’altra cosa. Quando saremo sulle scale, dirai all’araldo il tuo nome e titolo, in modo che ti possa annunciare”.
“Il mio titolo?”, chiese dubbiosa Raily.
“Sì, non ne hai veramente uno, ma visto che la mia famiglia ti sta patrocinando, puoi essere considerata una lady. Mi sono scordato di chiedertelo, qual è il tuo cognome?”.
“Naville”.
“Be’, non suona così classico, ma andrà bene”, giudicò Maxwell, portandola verso l’uomo in livrea.
L’araldo lo annunciò come Lord Maxwell Beaumont, poi si volse dalla parte di Raily, che gli sussurrò, “Lady Raily Naville”.
L’annuncio del suo nome mandò un brivido di agitazione e imbarazzo lungo la schiena di Raily, ma i piedi la spinsero comunque avanti, dentro l’opulenta sala da ballo.
“Vado a parlare con Bertrand un momento”, le disse Maxwell, “Starai bene da sola, sì? Mescolati agli altri, fai conoscenza”.
Raily annuì, e lo guardò per pochi secondi sparire fra la folla di sconosciuti. Aveva giusto cominciato a sentirsi un pesce fuor d’acqua, quando fra tutta quella gente, nobili abbigliati riccamente e gonne voluminose, riconobbe Drake da solo in un angolo. Era vestito più o meno come quella mattina, jeans chiari, una camicia azzurra aperta per metà, e sotto una tshirt bianca dal collo a V.
Sembrava assolutamente incurante della propria inadeguatezza, e gli altri ospiti parevano altrettanto indifferenti.
Raily fece due passi verso di lui, non tanto perchè ci tenesse ad essere vessata in un momento di nervosismo come quello, ma perchè dopotutto era un viso familiare fra tutti quegli sconosciuti.
Lui la riconobbe subito e si avvicinò in fretta. I suoi occhi la percorsero velocemente dalla testa ai piedi, “Quindi, alla fine sei venuta”. Lo disse con una sorta di pungente rammarico.
Raily si sentì in qualche modo sbagliata, “Sei incantevole come sempre”, ironizzò, cercando di ignorare quella brutta sensazione di inadeguatezza che aveva provato raramente in vita sua.
Lui soffiò una risatina, “A confronto della maggior parte dei nobili qui, io sono il tuo migliore amico”.
“Veramente, qui tutti sono stati molto gentili”.
Drake inarcò un poco le sopracciglia, “Sicuro. Di facciata. Non vorresti sapere quello che probabilmente stanno dicendo dietro le tue spalle”.
“Scusa, come puoi dire così? Questi nobili non sono anche amici tuoi?”.
“Io sono amico del principe Ruark”, le rispose con fermezza, “Non sono qui per nessun altro di loro”.
“E Maxwell? Credevo foste...”, ma non riuscì a finire la frase, perchè Drake parve perdere la pazienza e la interruppe.
“Senti, non lo conosci come lo conosco io. Nessuno di loro”.
Il risentimento nella sua voce fu talmente chiaro che Raily non si arrischiò a ribattere, e preferì lasciar morire il discorso.
Dopo quella frase dura, Drake sembrò rientrare nei ranghi e le disse, in tono freddo e spazientito, quasi che lei fosse lì a fargli perdere tempo, “Comunque, se vuoi scusarmi, vado a farmi un altro bicchiere di champagne. Buona fortuna, Lady Raily”.
Raily si girò piena di irritazione, e marciò nella direzione opposta a quella di lui.
Alcuni invitati si scostarono e lei riuscì a riconoscere Hana che discorreva assieme ad un gruppo di altre ragazze. Decise di andare a parlare con lei, per conoscerla meglio. Almeno lei, sembrò felice di rivederla.
“Allora, cosa ne pensi del ballo in maschera?”, le domandò quando furono da sole.
“Lo trovo un po’ stordente”, rispose Raily, con sincerità. Fra il chiacchiericcio, tutti quei volti anonimi e l’astio di Drake, la sua mente era già esausta.
“Ti capisco”, disse Hana, “È da quando ero piccola che partecipo a questi eventi”.
“Quindi non diventa mai più facile?”.
“Ad essere sincera, le cose si complicano. Almeno, da bambina, potevo correre fra i tavoli e divertirmi un po’”.
Raily sorrise, “Chi dice che non possiamo farlo anche ora?”.
Hana rise, “Credimi, causerebbe un bello scandalo!”.
D’improvviso, una strana donna mascherata si frappose fra loro e prese Raily per un braccio, “Scusami, ma te la rubo solo per un attimo”.
“Ehi!”, protestò lei.
“Perdonami, ma non ti ho mai vista da queste parti. E riconosco sempre quando un araldo annuncia un nome nuovo. Per me è essenziale conoscere tutte le donne della corte. Io sono lady Olivia Vanderwall Nevrakis, Duchessa di Lythikos”.
Raily si prese un momento per digerire quel lunghissimo nome.
“Lady Raily Naville... Non posso dire che conosco il tuo casato. Deve essere nuovo. Beh, visto che sei una novellina della corte, lascia che ti dia un consiglio. Quando verrai presentata al re, devi baciargli le scarpe quando ti inchini a lui”.
Raily impallidì, “Davvero?”.
“È un’usanza di Cordonia, per mostrare profondo rispetto e reverenza alla monarchia. Sei fortunata che io fossi qui per metterti in guardia! Altrimenti, risulteresti completamente ridicola”.
“Beh, grazie”, Raily si divincolò con gentilezza.
Ne aveva conosciute a bizzeffe di furbe come quella duchessa. Se sperava che sarebbe cascata nel suo giochetto, era un’illusa.
Maxwell tornò in fretta da lei, “Il principe Ruark è qui. Pronta per rivederlo?”.
Raily gioì della splendida notizia, nonostante la cosa la rendesse un poco nervosa. Cosa avrebbe pensato Ruark nel vederla lì? Sarebbe stato contento, oppure l’avrebbe trovata una mossa poco saggia da parte dell’amico? Lei, dopotutto, era solo una cameriera...
Maxwell le indicò poco lontano e Raily lo vide.
Ruark indossava un abito scuro, opulento, e una maschera argentata che brillava come una corona.
Raily sentì le gambe tremare...
 
 
Drake si riappoggiò al muro, sorseggiando il suo champagne, gli occhi fissi su quella sciocca.
Era lì per mettersi nei guai e basta.
Innanzitutto, il vestito che aveva scelto sarebbe andato bene per un normale ricevimento, ma non era adatto al ballo in maschera. Non aveva nemmeno la cavolo di maschera! Se l’avesse avuta, forse gli avrebbe dato meno sui nervi vedere quella sua faccia da ingenua. Rideva con una delle nuove candidate, ogni tanto gli occhi fuggivano, a mostrare la sua incertezza e il suo disagio. Non ce l’avrebbe mai fatta, proveniva da un ambiente troppo diverso, diceva le cose che le saltavano in mente, era troppo schietta, troppo vera per quel posto.
Si raddrizzò, allontanando il calice dalle labbra.
Olivia stava già partendo all’attacco. Tempo venti secondi, e la cerbiatta sarebbe corsa via piangendo, ne era sicuro. Doveva fare qualcosa? Metterla in guardia?
Ah, che si arrangi! È voluta venire lei in questa tana di serpi.
Drake si mosse a passo lento fra i dignitari e i nobili che socializzavano, di modo da non perderla di vista mentre piccoli grupetti gli oscuravano la visuale. La vide divincolarsi dal braccio della duchessa, e sospirare di irritazione, di nuovo sola in mezzo alla sala. Fece un mezzo passo incerto verso di lei, ma in quella Maxwell la raggiunse, e lei ritrovò il sorriso.
Sollevato e sommamente irritato al tempo stesso, Drake diede loro le spalle e fece marcia indietro, confondendosi fra la folla.
  
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