Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Fiorentinasara    23/01/2022    1 recensioni
Hilary una ragazza di 25 anni scrittrice eredita alla morte della nonna Camille la casa dove abitava a Wako in Texas. Lei non ci è più voluta tornare in Texas a Wako da quando era morta la nonna ma con le insistenze della madre decide di tornarci e lo farà a pochi giorni dal Natale perché aveva sempre amato Wako sotto le feste ed era un modo per sentire la nonna più vicina visto che adorava il Natale a Wako Hilary farà nuove amicizie tra cui conoscerà Zac un bel professore della Baylor univerity e suo figlio Tommy di quattro anni che si affezionerà a lei cosa accadrà tra i due se ve lo state chiedendo leggete questa storia
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Appena finito di parlare con lei, la madre di Hilary, Marilyn, uscì dalla libreria, chiuse e si diresse al ristoro di Sally a prendere la cena. Arrivata davanti al locale, aprì la porta facendo tintinnare la campanella. Sally, sentendo il suono si affacciò, sulla sala dalla cucina per vedere chi fosse entrato. Appena vide Marilyn, uscì dalla cucina le andò incontro con il sacchetto contenente la cena. 
"Marilyn, sediamoci un'attimo ti va?" Chiese alla sua amica. 
"Certo Sally." 
Si sedettero ad un tavolo appartato. 
"Marilyn stai bene? Ti vedo strana da quando è tornata tua figlia." Disse Sally preoccupata. 
"Sally sono solo un po' pensierosa. Sai che Hilary ha ereditato la casa di sua nonna a Wako, ma non ci vuole andare da quando è morta, e io sto pensando al modo per farla andare laggiù. Anche solo per vedere la casa e decidere il da farsi." Rispose Marilyn. 
"Non ti preoccupare Marilyn, tua figlia è adulta. Vedrai che prima o poi ci tornerà." La rassicurò Sally.
Marilyn guardò l'orologio appeso alla parete, e vedendo che era tardi, si alzò dal tavolo. Salutò Sally e uscì, incamminandosi verso casa. Sul tragitto rincominciò a nevicare, l'aria si era fatta più fredda e pungente. Marilyn tirò fuori dalla sua borsa sciarpa e guanti, li indossò e tirò fuori anche un ombrello per ripararsi dalla neve. Riprese a camminare continuando a pensare perché Hilary non volesse andare a Wako. Non si accorse di essere arrivata a casa, alzò la testa e salì i gradini della veranda chiuse l'ombrello e lo mise dentro il porta ombrelli vicino alla porta, ed entrò in casa scrollandosi la neve dalle scarpe.
"Sono a casa, c'è nessuno? Hilary ci sei?" Disse la madre non vedendo la figlia. 
"Sì, mamma sono in cucina." Rispose Hilary.
Marilyn si tolse il cappotto, i guanti e la sciarpa, appendendoli all'attaccapanni dietro la porta d'ingresso, e si diresse in cucina. 
"Brava Hilary, hai apparecchiato. Non ci resta che scaldare la cena e mangiare." Disse la madre appoggiando il sacchetto con il cibo sul tavolo. 
"Mamma, come mai arrivi ora? Sai che mi preoccupo quando fai tardi." Disse Hilary in tono preoccupato.
"Non ti devi preoccupare, lo sai che sono abituata a fare tardi. Poi sono passata da Sally a prendere la cena e abbiamo chiacchierato. Che vuoi che mi succeda in una piccola cittadina come Laurel dove ci conosciamo tutti." Disse la madre. 
"Questo non c'entra niente, è che mi preoccupo comunque." Rispose Hilary. 
Hilary si alzò dalla sedia, prese la cena che consisteva in due teglie di alluminio monoporzione di pasta al forno. A Hilary piaceva molto la pasta al forno di Sally, e andò a metterla nel forno e azionò il timer mentre la madre si sedette al tavolo. Hilary si voltò verso la madre, ed osservandola vide che era stanca. Si sedette anche lei al tavolo ad attendere che le lasagne fossero calde. Quando suonò il timer, Hilary le tolse dal forno e le portò in tavola, e iniziarono a mangiare. Appena finito Hilary aiutò la madre a sparecchiare, mettendo i piatti nella lavastoviglie, per andarsi poi a sedersi sul divano in soggiorno. 
"Hilar,y mi spieghi perché non vuoi più andare a Wako?"chiese la madre sperando che la figlia non si arrabbiasse.
"Mamma, se questo può far si che tu non insista più affinché io ci vada te lo dirò. Non vado più a Wako perché mi fa male. Lì tutto mi ricorda la nonna, e ancora non sono pronta. Mi manca. Mi manca soprattutto la sua allegria sotto le feste, lei adorava il Natale, come me. Una volta mi disse che non era Natale senza la neve, e aveva ragione. La neve conferisce una patina speciale al Natale." disse Hilary trattenendo le lacrime. 
"Oohh, piccola mia. Non sapevo che ti facesse questo effetto andare là. Vieni qua." Disse la madre ad Hilary aprendo le braccia. 
Hilary si tuffò in quelle braccia, che come quelle della nonna avevano un calorespeciale. Sapevano di casa ed erano rassicuranti. Tra le braccia della madre, finalmente Hilary lasciò andare le lacrime che aveva trattenuto.
Si staccò dall'bbraccio della madre. "Io vado a letto, sono stanchissima. Sennò domani mattina chi riuscirà a starti dietro, e sarebbe meglio che andassi pure tu." Disse Hilary alzandosi dal divano. 
"Certo Hilary, andiamo. Chissà che questa notte non ci porti consiglio." Disse la madre alzandosi anch'essa dal divano. Salirono le scale e ognuna si diresse nella propria stanza.
Hilary, vedendo ancora la valigia sul letto, pensò tra sé e sé: "La disfarrò doman,i ora sono troppo stanca solo per alzare un dito." 
Prese la valigia e la posò a terra e l'aprì, prese il pigiama comodo imbottito e si diresse in bagno per cambiarsi e lavarsi i denti. Non capiva perché sua madre insistesse così tanto perché lei tornasse a Wako. Quando si fu sistemata tornò in camera, si mise sotto le coperte e si addormentò.
Quella notte sognò sua nonna Camille. Fu un sogno stran, ma alla fine la donna le disse di tornare a Wako. Ma che avevano tutti col fatto che lei dovesse tornare a Wako proprio non se lo spiegava.
La mattina dopo fu svegliata dai raggi del sole che filtravano dalla finestra attraverso le tende bianche. Quella sera da quanto era stanca, Hilary si era dimenticata di chiudere le persiane. Aprì un occhio e poi anche l'altro, e si stiracchiò, non volendo proprio alzarsi. Ripensò al sogno che aveva fatto quella notte, dove l'unica cosa che ricordava era la nonna che le diceva di tornare a Wako. Frustrata, scostò il caldo piumone di lato e si alzò, rabbrividendo al contatto dei suoi piedi nudi sul parquet freddo di legno chiaro. Si alzò e cercò la sua calda vestaglia di ciniglia azzurra, e scese di sotto andando in cucina, dove vi trovò la madre di spalle intenta a preparare tonnellate di pancake, non sentendola arrivare. Hilary si sedette al tavolo, e vide che sopra c'era ogni ben di dio per farcire i pancakes. Dalle marmellate alla cioccolata, c'erano pure fragole e mirtilli freschi con la panna, non mancava proprio nulla.
Hilary si schiarì la voce: "Buongiorno mamma, vedo che sei molto mattiniera." Salutò Hilary. 
La madre, che non l'aveva sentita arrivare, sentendo la sua voce fece un sobbalzò, girandosi verso il tavolo dove era la figlia. 
"Buongiorno a te Hilary, non ti avevo sentita arrivare. Hai dormito bene?" Disse la madre portando in tavola su un grande vassoio i pancakes appena fatti, sedendosi anche lei al tavolo. 
"Sì, mamma. Ho dormito bene." Rispose Hilary, omettendo che avesse fatto un sogno sulla nonna e quello che le aveva detto. Non voleva che sua madre ripartisse in quarta con il fatto che dovesse andare a Wako.
Fecero colazione in silenzio, poi Hilary andò a vestirsi, così come sua madre. Entrata in camera aprì la valigia per vedere cosa indossare, ed optò per un paio di jeans blu chiaro a sigaretta e un caldo maglione bianco a collo alto, ed ai piedi i suoi immancabili stivaletti da neve. Una volta pronta scese in soggiorno, dove c'era la madre ad aspettarla. Mentre scendeva le scale, Hilary vide che anche sua madre aveva optato per un paio di jeans neri con sopra un maglioncino a righe blu e bianche con ai piedi anche lei aveva gli stivali da neve. 
"Finalmente sei pronta, Hilary. Andiamo che è già tardi." Disse la madre passando il cappotto alla figlia ed indossando il suo. 
Uscirono di casa, salirono sulla macchina che Hilary aveva preso a noleggio appena arrivata a Laurel, Mississippi, e si diressero alla libreria. 
"Tesoro, quando hai intenzione di promuovere il tuo romanzo in libreria?" Chiese la madre. 
A quelle parole, Hilary sobbalzò, e per poco non andò a finire in un fosso con la macchina. Non si aspettava che sua madre fosse così diretta, che le avrebbe lasciato dei giorni prima di andare all'attacco anche con la promozione del libro. 
" Non lo so quando ho intenzione di promuovere il libro. Ricordi che devo anche iniziare a scrivere quello nuovo? Quando avrò tempo lo farò." Le rispose Hilary.
Arrivate alla libreri,a Hilary parcheggiò davanti e scesero dall'auto. Lei prese la borsa col PC dentro, entrarono e si tolsero i cappotti per metterli sull'attaccapanni vicino alla porta. La prima cosa che Hilary fece fu annusare l'ambiente. Lei sosteneva che si sentisse nell'aria l'odore dei libri e questole piaceva molto. 
La libreria non era tanto grande era. Un unico ambiente con al centro il bancone con alcuni libri in esposizione e la cassa, e sparsi qua e là dei tavolini rotondi per chi voleva leggere in libreria, ed in fondo alla sala un sacco di scaffali stipati con moltissimi libri, tutti suddivisi per autore e categoria.
Sua madre ci teneva che tutto fosse in ordine e ben curato ed Hilary si stupí molto. Non era cambiato niente dall'ultima volta che vi aveva messo piede, ed era passato davvero tanto tanto tempo, da quando era ancora vivo suo padre. Ma non solo la libreria, in quella citadina non era cambiato assolutamente nulla dalla sua adolescenza. Era come se il tempo si fosse fermato agli anni cinquanta.
Si mise a sedere ad un tavolino, tirò fuori il suo PC portatile per mettersi a scrivere, non riuscendo a digitare mezza parola perché sempre distratta dalle persone che entravano in libreria per salutarla o parlare con la madre ma Hilary pensò: "Non mi devo arrabbiare, dopotutto è solo il primo giorno. Andrà meglio domani." 
Hilary non fece in tempo a pensare questo, che il suo cellulare cominciò a suonare, vide che era Angie la sua menager, rispose: "Ciao Hilary. Scusa se ti disturbo ma qua siamo ai ferri corti. La casa editrice è impaziente di sapere se hai già iniziato a scrivere il primo capitolo del tuo secondo romanzo." Disse Angie. 
"Angie ancora non sono riuscita a scrivere manco una parola. Mi sono messa davanti al PC, ma non ho fatto in tempo ad iniziare che in libreria sono entrate un sacco di persone per salutarmi o solo per parlare con mia madre, e mi sono distratta. Scusa, andrà meglio domani." Rispose Hilary. 
In poco tempo si fece l'ora di pranzo, e madre e figlia chiusero la libreria, dirigendosi al ristoro di Sally per mangiare. Arrivate, Hilary incontrò Tanya, una sua vecchia amica fin dalle superiori. Era da quando avevano finito la scuola che non si vedevano più. Tanya appena la vide non credette hai suoi occhi, e le andò incontro per salutarla. 
"Ciao Hilary, quanto tempo. Mi avevano detto che eri tornata, ma io non ci volevo credere." Disse Tanya contenta di rivederla dopo anni. 
"Ciao Tanya." Rispose Hilary.
Si sedettero tutte e tre ad un tavolino, aspettando la cameriera per ordinare, es i misero a parlare.
"Hilary, cosa hai fatto in tutto questo tempo? So solo che hai pubblicato un romanzo." Chiese Tanya. 
"Non ho fatto granché, oltre a pubblicare il mio romanzo e andare in giro per il mondo a pubblicizzarlo. Piuttosto, raccontami di te." Rispose Hilary. 
"Io ho sempre vissuto qui a Laurel. Dopo la morte di mia madre l'anno scorso, ho preso in mano il negozio di alimentari dei miei genitori. Mio padre non ci mette quasi più piede, dice che quel posto gli ricorda la mamma. Se ne sta tutto il giorno in casa a letto, e io mi devo prendere cura anche di lui." Rispose Tanya tristemente. 
"Tanya, mi dispiace tanto per tua madre, era una donna molto gentile. Mi ricordo che aveva sempre una parola buona ogni volta che venivo da te. Mi ricordo che eri fidanzata con Tom il figlio del sindaco, come è andata?." Disse Hilary. 
"Con Tom dopo vari tira e molla ci siamo lasciati. Lui mi ha tradita con Melody, te la ricordi? Quella bionda ossigenata molto popolare quando andavamo alle superiori. Ora sto da qualche anno con Marcus, il meccanico. Lui è molto dolce con me. Non come Tom che nell'ultimo periodo era diventato molto arrogante." Rispose Tanya. 
Arrivò la cameriera per le ordinazioni. Hilary prese un cheeseburger con patatine fritte e tanto, tanto ketchup, con una coca cola. La madre ordinò un insalata di pollo con una bottiglietta d'acqua, e Tanya ordinò lo stesso di Hilary. La cameriera segnò tutto sul suo taccuino.
"Tra un momento arriveranno le vostre ordinazioni." Disse la cameriera rivolta alle tre, e se ne andò. 
"Mi dispiace Tanya. E sì, purtroppo mi ricordo di Melody. Arrogante, viziata, altezzosa e snob. Ma comunque Tom non faceva per te, se alla prima occasione ti ha tradito." rispose Hilary.
Arrivarono le loro ordinazioni, e mangiarono in silenzio. Poi Hilary e sua madre tornarono alla libreria, non prima di aver salutato Tanya. 
"Quasi mi dimenticavo, signora Word. Mio padre la ringrazia per il brodo di pollo che ci ha mandato." disse Tanya. 
Ritornarono alla libreria ed Hilary provò a scrivere qualcosa, ma quella non era proprio giornata.
 
AUTRICE
ringrazio la mia beta per la pazienza nel revisionare i capitoli SUMMERLOVER
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Fiorentinasara