Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    23/01/2022    4 recensioni
Mamoru le prime volte che vide Usagi, durante tutto l'arco della prima serie.
Non fu amore a prima vista.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le prime volte che ti vidi, eri...

  

17 - Triste

    

Non ti avevo mai vista così desolata

     

Si trovava in una delle sue fasi di stabilità. Qualche giorno prima aveva dormito per dodici ore a notte, ma ormai poteva dire di essersi quasi abituato.

Si stava rassegnando, per una ragione tanto assurda quanto semplice: stava accettando che le follie che viveva durante le ore notturne avessero un aggancio concreto con la realtà.

No, non era un super-eroe. Ma forse durante la notte se ne andava davvero in giro per le strade, mascherato, alla ricerca del cristallo d'argento che imperava nei suoi sogni da anni. Il suo cervello era giunto a un punto di rottura magari, e aveva deciso che non poteva restare più passivamente ad aspettare che succedesse qualcosa per porre fine a una striscia onirica che lo tormentava da metà della sua vita.

Era ora di fare qualcosa, si era detto il suo subconscio. E okay, non era stato il suo cervello a inventarsi Sailor Moon, ma quando ne aveva sentito parlare nei giornali probabilmente era andato a farsi coinvolgere negli scontri di quelle figure pseudo-sovrannaturali, per capire se loro avevano le risposte che lui cercava da sempre. Dopotutto i codini di Sailor Moon erano identici a quelli della sua principessa.  E il nome di lei, nonché i suoi attacchi, richiamavano la luna - un'entità che campeggiava da sempre nell'atmosfera fatata che caratterizzava i suoi sogni con quella sfuggente ragazza.

Arrossì lievemente mentre camminava per strada, di ritorno dall'università.

Era convinto di averla baciata. Sailor Moon, la principessa, o una ragazza che somigliava a entrambe. Lo vedeva in sogno - lo sentiva - in ricordi che sapevano di reale. Inoltre, quando aveva letto i resoconti della festa all'ambasciata, aveva riconosciuto i luoghi dalle foto. E aveva saputo del temporaneo furto del tesoro reale appena aveva letto nel titolo 'incidente'. 

Era stato lì, era l'unica conclusione possibile.

Come mai non stava dando di matto?

Be', perché era ancora se stesso. Era Mamoru Chiba, che si era interessato alla lezione di Istologia, che doveva andare a fare la spesa e si preoccupava di cosa cucinare per cena. Forse impazziva a tratti, ma per il resto... stava bene.

Soprattutto, aveva la sensazione di poter stare solo meglio. Se davvero stava commettendo pazzie durante episodi ripetuti di sonnambulismo, la cosa lo stava portando più vicino a una qualche sorta di verità fondamentale.

Inoltre... era sopravvissuto, no? Se davvero stava combattendo contro presunte forze del male come nei suoi sogni, non era ancora morto. Anzi, di volta in volta superava le avversità con grande coraggio e agilità. Non aveva nemmeno paura di individui come Nephrite. Cercava con lui uno scontro aperto, diretto.

Per finire, non era da solo. Lui interveniva, ma lo scontro era soprattutto delle guerriere Sailor. Erano loro che portavano a termine le battaglie.

L'ultima volta non era arrivato in tempo per scontrarsi col mostro del giorno, ma si era reso conto - da lontano - che non era più Nephrite a comandare le fila nemiche. C'era un nuovo tipo, abbigliato con la stessa uniforme, a dare ordini a una creatura informe. Nephrite quindi era stato sconfitto, proprio come quell'altro... Jadeite, giusto?

Erano state le guerriere Sailor. Lui le aiutava e a volte si metteva in pericolo, ma in fondo era al sicuro.

Una foglia ingiallita cadde da un albero, accanto al suo volto. La soffiò via con forza, approfittandone per sospirare.

Si rendeva conto di pensare come un pazzo. Di essere mezzo pazzo.

Aveva rivoltato casa due volte per trovare il maledetto smoking che credeva di indossare quando era Tuxedo Kamen. Se era Tuxedo Kamen.

Probabilmente si presentava con quel nome, ma lo smoking era solo nei suoi sogni. Probabile che andasse in giro vestito con ciò che indossava sul momento - quindi in pigiama, la maggior parte delle volte, come un evaso da un istituto di igiene mentale.

Cercò di scacciare il brivido di imbarazzo.

Aveva voglia di distrarsi e perciò fu opportuno - quasi provvidenziale - focalizzarsi sui due chignon biondi che spuntavano da dietro una siepe. La panchina su cui Usagi Odango era seduta dava su uno spiazzo giochi. Lei non era sola.

«Non so cosa consigliarti, Usagi» stava dicendo una ragazza dai capelli castani raccolti in una coda. Si alzò in piedi, rivelando di essere alta come un uomo. «Non conosco bene la tua amica. Penso che dovresti seguire il tuo istinto.»

«Hm» replicò Odango, insolitamente silenziosa.

«Scusa se ti lascio. Devo andare a prepararmi il pranzo per domani. Porterò un bento anche per te, va bene?»

«Certo. Grazie, Mako-chan!»

«Ci vediamo a scuola.»

«A domani.»

La ragazza corse via. Odango si era fatta una nuova amica. A giudicare dall'uniforme, la ragazza non frequentava nemmeno la sua stessa scuola. Usagi Odango collezionava amici come pupazzetti della sala giochi. Questo, tuttavia, non le impediva di sentirsi abbattuta.

Lui le passò accanto, alle spalle, senza fare il giro della siepe.

«'sera, Odango.»

«'sera» rispose di riflesso lei, mogia, poi si inalberò e si voltò, issandosi con le ginocchia sulla panchina. «Ma sei tu!»

«Mi hai salutato lo stesso» le fece notare lui. «Sei stata educata.»

Lei aveva recuperato il proprio spirito. «Potresti imparare tu l'educazione, chiamandomi col mio nome!»

«Infatti.  È Odango.»

Le uscì un ringhio.

«Ecco. Meglio arrabbiata che triste.»

«Eh?» fece lei.

Eh? pensò lui. In un momento di panico, sparò la prima cosa che gli venne in mente. «Problemi con quell'amica di cui parlavi la volta scorsa?»

Lei non gli rinfacciò di aver origliato. Perse la voglia di litigare, sul suo volto tornò un broncio preoccupato. «Sta male.»

«Cos'è successo?»

«Lei... il brutto tipo di cui si era innamorata alla fine non era così cattivo. Ma se n'è andato per sempre e questo sta facendo soffrire moltissimo Naru.»

«Ah.»

«Lei si sente come... Come si dice quando uno soffre perché una persona che ama è morta?»

Addirittura? «Si sente in lutto.»

«. Sono cinque giorni che Naru-chan non viene a scuola. Oggi sono passata da casa sua, ma sua madre ha detto che stava dormendo. Non so se magari Naru l'ha fatto dire perché non aveva voglia di vedermi.»

Forse l'amica stava esagerando, ma la preoccupazione di Usagi Odango per lei era era reale. «Quando si è molto addolorati» le spiegò, «non è strano essere stanchi. Il corpo si spegne. È un modo per affrontare il trauma.»

Lei lo guardò con un interesse misto a dubbio, come se si fosse accorta solo in quel momento di chi aveva scelto per confidarsi.

Quando si trattava di problemi reali, a lui non dispiaceva dare una mano. «Va' a trovarla anche domani. Magari vorrà ancora isolarsi, ma alla fine fa bene sapere che là fuori c'è qualcuno che tiene a noi. E spesso la prima cura per il dolore è un po' di distrazione.»

«Hm. Speriamo che hai ragione.»

«Che tu abbia ragione. E sì, ce l'ho sempre.»

Lei strinse gli occhi. «Tu credi di avere sempre ragione. E perché insisti per sembrare per forza antipatico, quando sai essere normale?»

La domanda lo mise in crisi. Anzi, lo infastidì, perché gli richiedeva di aprirsi e buttare una maschera di cui non aveva intenzione di disfarsi. «Solo perché ti ho aiutato una volta non iniziare a prenderti delle confidenze!»

Lei e tornò a sedersi, impettita. «Puah, lo sapevo! Addio!»

«Addio!» le fece eco lui, riprendendo la propria strada.

Per diversi minuti si sentì idiota, in collera e al contempo turbato.

Non ci riflettè sopra, lasciò correre. Quando si trattava di Odango, era sempre meglio lasciar perdere.

 

 

17 - Triste - FINE

   


   

NdA: Che felicità, ce l'ho fatta a scrivere il nuovo capitolo di questa raccolta! Sono arrivata all'episodio 26, dopo l'arrivo di Makoto e poco prima della scena in cui Mamoru scoprirà - finalmente - di essere proprio Tuxedo Kamen. Succederà quando prenderà in mano il cristallo dell'arcobaleno - e volevo far capire come ci fosse quasi arrivato da solo a comprendere che era tutto vero, nonostante lo scetticismo degli scorsi capitoli.

Nel prossimo capitolo parlerò della liberazione che sentirà innanzitutto nel capire che non è pazzo, poi all'idea che forse sta arrivando vicino a risolvere il mistero della sua vita. In un certo senso sarà un nuovo Mamoru, perché la consapevolezza di essere Tuxedo Kamen avrà aperto i suoi orizzonti - liberando lati di lui (come per esempio l'impulsività nell'intervenire in una battaglia) che fino a quel momento questo ragazzo aveva controllato.

Parlando di come ha parlato ad Usagi, ovviamente mi sono completamente inventata questo scambio. Ma ci sta, mi sembra così da loro, così IC :)

Ditemi che ne pensate! 

Elle


Su FB: Verso l'alba e oltre (dove trovate anticipazioni e miei pensieri)

Su Youtube: mio canale a tema Sailor

Su Patreon: Pagina per sostenermi come scrittrice.


 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre