LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO
*
Marinette non riusciva ad
accettare il fatto che Adrien l’avesse protetta, e che a causa di quel gesto
lui aveva fatto un bel volo giù dalle scale della scuola battendo la testa sul
pavimento.
Non solo Chat Noir le faceva continuamente scudo con il suo corpo per proteggerla
dagli attacchi dei super cattivi, ora anche Adrien ci stava mettendo del suo
facendola sentire una buona a nulla.
Marinette deglutì un po' di
saliva mista a polvere e si asciugò le calde lacrime che sgorgavano con
insistenza dai suoi occhi con il dorso della mano trascinando il mascara e la
matita nera lungo le guance arrossate mentre era al suo capezzale e continuava
a guardarlo senza poter far nulla per aiutarlo.
Da brava rappresentante di classe aveva deciso di seguire tutta la faccenda
in prima linea visto che sapeva alla perfezione com’erano andate effettivamente
le cose, sotto suggerimento di Alya ovviamente, perché se fosse stata per lei
ora si ritroverebbe a piangere disperata in un angolo accucciata e con la testa
tra le gambe.
Prese un fazzoletto e uno specchio dalla borsetta per darsi una sistemata
come riusciva, perché non poteva farsi vedere dall’infermiera della scuola in
quello stato pietoso e nemmeno dal signor Agreste che probabilmente era
arrivato a controllare di persona le condizioni di salute del figlio.
Sentiva il vociare insistente proveniente dal corridoio di tre adulti, e le
lacrime continuarono a scendere ancora più forti perché sicuramente avrebbe
dato l’ordine di trasportarlo in una clinica privata per ricevere le cure adeguate
e lei era certa che non lo avrebbe più rivisto dopo quell’incidente.
Gabriel non avrebbe mai più dato il permesso ad Adrien di frequentare
quella scuola, trovandola inesorabilmente pericolosa, quindi ogni secondo
passato al suo fianco si sarebbe rivelato prezioso.
Gli sfiorò la mano e si soffermò sull’anello di platino che portava
sull’anulare sinistro quando luccicò facendole vibrare senza alcun senso
apparente, il cuore.
Adrien non sembrava avere qualche problema grave, anzi, il suo petto si
alzava ed abbassava ad andatura più che regolare, l’unica pecca era che non si
era ancora svegliato, forse aveva battuto la testa talmente forte da
costringerlo a rimanere senza sensi per più tempo del previsto, e questo stava
mandando Marinette fuori di sé dalla rabbia.
Era passata ormai mezz’ora da quando un pezzo del tetto dell’istituto aveva
ceduto e stava per travolgere la stessa Marinette,
se solo Adrien non l’avesse gettata addosso alla parete e lui non avesse fatto
un balzo all’indietro per evitare di essere investito, peccato che il biondo si
trovasse in prossimità della scalinata.
Finalmente la corvina era riuscita a prendere coraggio e a trascinare il
ragazzo che amava in un angolo appartato per dichiarargli finalmente i suoi
sentimenti, quello che si dice trovarsi nel posto sbagliato al momento
sbagliato.
E Marinette dopo quello strano scherzo
del destino aveva pensato che forse per lei era giunto il momento di lasciarsi
alle spalle il ragazzo dei suoi sogni per evitare di arrecargli dei seri danni.
Nessun Lucky charm e nessun Miraculos Lady
bug era pronto ad aiutarla e a portare tutto alla normalità come faceva di
solito, questa volta Falena Oscura non c’entrava un bel niente.
“Sei ancora qui?” Chiese apprensiva l’infermiera seguita a ruota da
Nathalie la quale teneva in mano il tablet spento, con molta probabilità la
terza voce che aveva udito era proprio Gabriel in video chiamata.
“Me ne vado subito.” Marinette titubante
si alzò e con coraggio stampò sulla fronte fasciata del biondo un bacio
innocente prima di accarezzargli anche il volto caldo con la mano.
Aveva una pelle morbida e profumata.
Non voleva andarsene, non prima di sincerarsi che stesse bene, ma doveva
farlo, o Nathalie l’avrebbe buttata fuori a calci, con garbo, s’intende.
Nathalie alzò il labbro sorridendo, quella scenetta le aveva suscitato
tanta tenerezza ed era contenta che Adrien avesse una persona speciale accanto
a lui.
“Starà bene, vedrai!” Le rivolse uno sguardo malinconico intuendo che cosa
rappresentasse Adrien per lei.
“E’-è forte.” Balbettò stringendo i pugni,
poi digrignò i denti “…anche se dovevo esserci io al suo posto, ma quello
stupido ha deciso di mettersi in mezzo!” Calde lacrime ripresero a scendere dai
suoi occhi blu ormai provati per quella situazione.
Nathalie fece per aprire bocca, ma venne interrotta da una Marinette che aveva bisogno di buttare fuori quello
che non era riuscita a dire ad Adrien qualche attimo prima, non poteva più
tenere tutto dentro, e anche se sapeva benissimo che quella signora non era la
persona adatta, la sua bocca si mosse da sola come se fosse manovrata da
qualcuno.
“…è tutta colpa mia…se solo gli avessi detto prima quello che provo per
lui, ora non starebbe su quel lettino svenuto, magari ha un ematoma nel
cervello e bisognerà operarlo…”
“Signorina…”
“…e se poi non sopravvive?” Marinette spalancò
la bocca dopo aver ipotizzato quella fine tragica “…sarà tutta colpa mia! Non
posso vivere così…senza di lui, la mia vita non avrebbe senso.” Singhiozzò
portandosi le mani sulla faccia.
“Signorina… si …”
Marinette prese
involontariamente la segretaria del signor Agreste per la giacca blu
scuotendola leggermente “…IO LO AMO!!! Capisce??? E lui morirà per colpa
mia!!!” Si portò nuovamente le mani a coprirsi totalmente il volto per
schermare la disperazione che traspirava dalle sue parole e dal tono con cui le
stava dicendo.
“Signorina…” Insistette lei volgendole uno sguardo austero e senza
scomporsi minimamente venendo questa volta ascoltata “…prego, si giri.” Le
indicò un punto dietro di lei con la mano.
Marinette tirò su con il
naso e si voltò lentamente verso la lettiga, dove Adrien la stava guardando con
uno sguardo languido e le sorrideva amorevolmente.
Spalancò la bocca mentre il sangue le si raggelava nelle vene e il cuore
smetteva di batterle nel petto lasciandola senza fiato.
Non perché Adrien si era finalmente svegliato appurando che stava bene, sì
un po' anche per quello, ma perché si era appena resa conto che lo stesso
ragazzo aveva ascoltato il suo monologo disperato.
Non era così che doveva andare, non era così che glielo doveva dire, ma
ormai la frittata era fatta e l’unica cosa che le restava da fare era
raccogliere la sua delusione.
“Marinette…vieni qui.” Le sussurrò Adrien
picchiettando il bordo del letto. “Puoi lasciarci soli, Nathalie?” Aggiunse poi
e la segretaria non se lo fece ripetere due volte.
Lei deglutì il nulla sentendo la gola ruvida e dolorante, le mani sudaticce
tremavano e le frizionò lungo la giacca per cercare di calmarsi un po’.
Lo guardò con occhi disperati e lui le rivolse il più bel sorriso del
mondo.
“Parliamo un po'! Ti va? Abbiamo tante cose da dirci.”
*
FINE
*
Note: Ciao a tutti, non so bene che cosa sia questo racconto, ma spero vi
abbia strappato un sorriso.
A dir la verità avevo pensato anche ad un’altra versione, un po' più
romantica rispetto a questa, ma oggi mi andava di pubblicarla così e non
escludo che prossimamente ve la svelerò.
Spero vi sia piaciuta e come sempre attendo le vostre impressioni in
merito.
Un abbraccio, Erika
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P.s. vi lascio il link
del gruppo telegram a tema Miraculous se volete sclerare con
noi sulle ultime novità a riguardo della serie, ma anche per parlare di altro. https://t.me/joinchat/I3Kvz8x75yVmMDRk
Vi aspettiamo *_*