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Autore: Ily18    04/09/2009    5 recensioni
Questa è una rivisitazione dell'episodio 15 dell'ottava serie, per cui per chi non l'ha visto è spoiler. Tutto inizia esattamente come nell'episodio: Lois è appena tornata da Star City e Clark si è dimenticato di andare a prenderla. In seguito lei e il mondo sapranno il suo segreto, causandogli vari problemi e lui sarà costretto a riportare tutto alla normalità. Ma cosa sarebbe successo se si fosse dimostrato un po' più coraggioso e avesse detto a Lois anche l'altro grande segreto che si tiene dentro?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N: Eccomi, eccomi! Puntuale come un orologio svizzero, Venerdì è arrivato, insieme al nuovo capitolo della storia! :)
Come sempre, mi prendo qualche riguzza per rispondere ai vostri commenti! :D

@ Cosmo: Oddio, ma mi spii?!?! XD
Sei riuscita a trovare il nuovo capitolo anche se l'avevo postato un giorno prima! Lois sarebbe fiera delle tue doti investigative! *.*
Wow, addirittura l'ultimo capitolo era tra i tuoi preferiti? Bello, son contenta! :D
Speriamo che anche questo entri in top 10 ;)

@ Leti: Grazie, grazie, grazie! Come avrai scoperto, parlavo di venerdì oggi, non della settimana prossima XD
Ho bisogno di postare in fretta se voglio rispettare la mia scadenza ;) *si sente molto Lois alle prese con un articolo*  *.* XD
Ma O_o posti qui pure la TomErica?! O.o
Di sicuro mi leggerò con calma quella che ho appena visto che hai postato :D

E poi... visto che ho notato che la storia ha qualche fan XD vorrei ringraziare: AlterSiby, Enya, SARAHPOXY, ShikamaruxIno per aver messo la storia tra le loro preferite e aggiungo anche Akira_chan che ce l'ha tra le seguite! :D
Ovviamente spero che anche voi stia piacendo la storia! :)

Ok, basta cianciare XD ecco il capitolo!





Lois sedeva al tavolino del suo bar preferito, guardando Clark in piedi al bancone a pochi passi da lei che la raggiungeva con due tazze di caffè fumante.

Sapeva che non sarebbe potuta scappare a quell’invito che lei stessa aveva avuto la brillante idea di proporre.
La verità era che, ripensandoci, si era stancata di scappare.

Aveva un disperato bisogno di risposte, anche se queste l’avrebbero potuta distruggere in mille pezzi e se questo fosse successo, si sarebbe rifugiata in casa col suo adorato gelato Rocky Road, avrebbe pianto per una settimana massimo senza che nessuno ne sapesse nulla e poi avrebbe cercato di rimettere apposto i pezzi della sua vita ed andare avanti come se niente fosse successo. ‘Più facile a dirsi che a farsi.’ Pensò mentre osservava Clark sedersi di fronte a lei e poggiare sul tavolino le due tazze che teneva in mano.

Osservandolo, si rese conto che una domanda la annoiava senza sosta dal primo istante in cui le aveva detto la verità. ‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

“Doppio espresso, come piace a te.” Sorrise nel notare quanto Clark ormai la conoscesse così bene.

“Però Smallville, allora hai veramente imparato qualcosa in questi mesi al Planet!” Vide Clark sorridere a sua volta, prima di prendere un sorso del suo caffè.

Come Lois aveva immaginato, subito scese un silenzio imbarazzante tra loro e si ritrovò a fissare il fumo che usciva dalla sua tazza di caffè, sperando che uno dei due parlasse di qualcosa il più in fretta possibile.

Odiava i silenzi imbarazzanti.

In particolare questo, perché faceva sì che quella domanda che l’annoiava, si facesse prepotentemente spazio nella sua mente. ‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

Alzò lo sguardo leggermente, sperando che Clark non la notasse e fu sorpresa di vederlo fissare la sua tazza di caffè e corrugare la fronte, quasi si stesse sforzando di trovare un qualche modo per iniziare a parlare del vero motivo che li aveva portati a sedersi a quel tavolino.

In quel momento lo trovò adorabile e avrebbe tanto voluto allungare una mano per accarezzargli la guancia, dirgli che non c’era nessun problema tra loro, che se l’avessero voluto, le cose tra loro sarebbero andate alla grande.
Poi, ovviamente senza preavviso, tutti i pensieri negativi che aveva su un loro possibile futuro insieme, fecero a spallate per rovinare quel momento.

La domanda a cui stava sfuggendo, le ronzò nuovamente in testa. ‘Perché tra tutti, proprio Clark?’
Pensò di ignorarla ancora una volta.

Decidendo che quel silenzio imbarazzante era durato anche troppo e che le aveva causato anche fin troppi pensieri, pensò che fosse giunto il momento che uno dei due rompesse il ghiaccio e, ovviamente, quel qualcuno sarebbe stata lei. “Non riesco a credere che questo sarà l’ultimo caffè che riusciremo a prendere insieme.” Riprese a fissare il fumo che usciva lentamente dalla sua tazza, giocando a tracciare distrattamente i contorni del disegno che c’era sopra. “Mi mancherà.” Aggiunse, consapevole che le sarebbe mancato da morire.

“Neanche scritto l’articolo e già dimentichi i colleghi ai piani inferiori?” Sentì il suo tono leggero ed era sicura che avesse frainteso le sue parole. “Un po’ presuntuosa Lane, non trovi?” Aggiunse con quel suo sorriso che come sempre aveva lo strano potere di sciogliere ogni singola parte di lei.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

Alzò lo sguardo per incrociarlo con quei suoi occhi blu che sotto il cielo plumbeo sembravano ancora più luminosi. “Mi prendi in giro, Smallville?” Disse stupita di quanto una persona con tutti quei poteri, potesse essere così cieca da non capire quello che stava succedendo realmente o quello che lei intendesse dire. “Una volta che l’articolo sarà pubblicato, diventerai ufficialmente l’eroe di tutti.” Vide Clark corrugare nuovamente la fronte, confuso. Si trovò costretta a continuare la sua frase, mostrando una delle sue debolezze, una delle sue paure. Perderlo. “Sempre troppo impegnato a salvare il mondo per ricordarsi dei vecchi amici.” Sorrise cercando di non fargli capire quanto quella prospettiva la distruggesse. Abbassò nuovamente lo sguardo e prese a girare distrattamente il caffè col cucchiaino.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

Ovviamente quell’articolo avrebbe cambiato la vita ad entrambi. Sì, forse lei avrebbe guadagnato un ufficio ai piani alti di fianco a quello del direttore, ma che senso aveva realizzare il suo sogno se Clark Kent non ne avrebbe fatto più parte?

E lui… beh, lui sarebbe uscito allo scoperto ed era sicura che la cosa lo terrorizzasse.
Vivere per tutti quegli anni con quel segreto non era stata una cosa facile, ma uscire allo scoperto in quel modo, far sapere al mondo che c’è una vita al di fuori della Terra. Di sicuro non era facile, ‘soprattutto l’idea di essere visti come un ET formato gigante.’ Pensò tra sé.

“Lois,” alzò lo sguardo di scatto sentendosi chiamare per nome, “io per te ci sarò sempre.” E prima che potesse essere colpita da quelle parole, la sensazione che la mano di Clark sulla sua le fece provare, la spiazzò completamente, facendole dimenticare ogni singolo pensiero che stava avendo in quel momento.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’  Si chiese nuovamente, mentre tanti piccole scariche elettriche passavano dalla mano di Clark ad ogni singolo centimetro del suo corpo.

Si perse nuovamente in quegli occhi che non lasciavano mai il suo viso e non ci vide un minimo di esitazione, un minimo di paura mentre pronunciava quelle parole.
Non aveva mai visto Clark così sicuro di sé, soprattutto quando si parlava di sentimenti, ‘perché diciamocelo, sarà anche l’uomo più forte del mondo, ma quando si tratta di mettere in chiaro quello che si prova, tutti i suoi poteri sembrano inutili.’ Si disse tra sé.

In quel momento avrebbe voluto rispondergli qualcosa, dirgli che apprezzava le sue parole - che sapeva con certezza che lui ci sarebbe stato sempre per lei, cosi come lei ci sarebbe sempre stata per lui, ma il poco ossigeno che le arrivava al cervello in quel momento le impediva di mettere insieme una frase di senso compiuto.

Sentire la sua mano sulla sua le aveva fatto scordare di respirare, troppo impegnata nell’avere miliardi di pensieri su di lui, su di loro, su quello che avrebbe dovuto dire o fare in quel momento.

‘Su Lane, non è difficile. Respira dal naso, espira dalla bocca.’ Si disse rassicurante, sperando che questo la aiutasse a calmare il tamburo che ormai da qualche secondo aveva preso a battere frenetico dentro di lei.
Tutto sembrava inutile però, perché le pulsazioni del suo cuore non accennavano a smettere ed avere quello sguardo da cucciolo che la fissava senza mai concentrarsi su nient’altro, non aiutava di certo.

Decise che negare l’evidenza avrebbe aiutato.
Iniziò a ripetersi che quelle parole erano quelle di un amico e che di sicuro le aveva ripetute ad ogni singola persona – ‘il che includeva una lista infinita.’ Pensò con una punta di gelosia ed irritazione – a cui aveva detto il suo segreto prima di lei.

Era ovvio che lui ci sarebbe stato sempre, era la Macchia ed era suo dovere aiutare gli altri. Fine della discussione, nessun secondo fine, nessun sentimento nascosto.

Certo, quello sguardo però sembrava quasi farle capire il contrario…

‘Oh, per l’amor del cielo, Lois!’ Si disse. ‘Il tempo delle favole è finito, siamo nel mondo reale!’ Si disse con quel tono autoritario che si era sentita rivolgere dal Generale più e più volte.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

“Lois.” La sua voce bassa e calda la riportò alla realtà, spazzando via nuovamente ogni suo pensiero.

Era stata davvero in silenzio per tutto questo tempo? ‘Chissà cosa avrà pensato, che idea si sarà fatto!’ In quel momento, se solo avesse potuto, si sarebbe auto schiaffeggiata per essere rimasta in silenzio. ‘Ottimo Lane, veramente perfetto!’ Deglutì, in attesa che Clark dicesse qualcosa, anche se sapeva che toccava a lei parlare.

Ma prima che potesse aprire bocca per dirgli qualcosa, qualunque cosa, Clark proseguì la sua frase. “Onestamente non so cosa tu abbia pensato di me dopo quel bacio, Lois.” Deglutì nel ricordare le sue braccia intorno alla sua vita e le sue labbra sulle sue, in quel bacio sotto la pioggia. “Ma sappi che è una cosa di cui non mi pentirò mai.” Vide nuovamente quel sorriso che solo lui riusciva a fare e sentì il battito del suo cuore accelerare un po’ di più il suo rimo. “E lo rifarei ogni singola volta, se solo si presentasse l’occasione.” Sentì la presa sulla sua mano farsi un po’ più forte e ringraziò la sedia su cui era seduta per evitarle di cadere, cosa che sarebbe successa se fosse stata in piedi in quel momento.

I suoi occhi verdi sembravano essere stati creati solo per perdersi in quelli blu che si trovava davanti, perché più cercava di guardare altrove, di cercare qualcosa di altrettanto interessante da osservare, e più si ritrovava immersa in quello sguardo che le sembrava sempre più magnetico.

Le aveva appena detto che l’avrebbe baciata nuovamente se solo avesse potuto.

Aveva mille domande in testa in quel momento – una delle quali era ‘da quando in qua Clark Kent è così sicuro di sé?’ – ma nessuna sembrava voler uscire dalla sua bocca.

E certo, non dimentichiamo la domanda che continuava ad ignorare e che puntualmente faceva a spallate con tutti i suoi pensieri, avendo la meglio.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

Scosse la testa, concentrandosi nuovamente sulla sicurezza del nuovo Clark Kent che si trovava davanti e su quello che le aveva appena detto..
Gli avrebbe voluto chiedere se questo significava che lui aveva ormai dimenticato una volta per tutte Lana, se questo voleva dire che finalmente lei e Clark potevano andare oltre l’essere semplici amici, se questo avrebbe cambiato le cose tra loro, se, se, se…

Il muro di cinta che l’aveva protetta fin da quando era bambina, sembrava ormai sgretolatosi sotto l’effetto del ciclone che era Clark Kent. Lois non riusciva a credere che non si rendesse conto dell’effetto devastante che riusciva ad avere su di lei.
Mai nessuno in passato era riuscito a colpirla tanto profondamente con un semplice gesto o con un paio di parole, eppure lui ogni volta sembrava colpire il centro del bersaglio senza alcuna fatica, toccare le giuste corde e stimolare in lei reazioni che mai avrebbe pensato di poter provare.

Prima di incontrare lui, c’era stata solo una persona nella sua vita che era riuscita a decriptarla in quel modo così disarmante, a far crollare tutte le sue difese e a farla sentire così al sicuro con un semplice gesto, un semplice sguardo. Elle Lane, sua madre.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’ Si chiese nuovamente.

Sentendo l’urgente bisogno di fargli capire che ogni sua singola parola l’aveva colpita, cercò un modo semplice, che non includesse l’uso di frasi di senso compiuto che ancora non riusciva a formare.

Abbassò lo sguardo per la prima volta sulle loro mani, ancora l’una sull’altra.
Spostò la sua, portando il palmo della sua mano a toccare quello della mano di Clark, notando nuovamente come la sua presa si era fatta ancora una volta un po’ più intensa.

Alzò nuovamente lo sguardo per incrociarlo col suo, pronta a sorridergli, prima di notare che lui aveva a sua volta abbassato il suo.
Notò i suoi lineamenti leggermente induriti rispetto a qualche secondo prima e pensando che quel cambiamento fosse causato dal suo gesto, ritirò la mano, scappando alla presa di Clark che alzò immediatamente lo sguardo sorpreso e ferito da quel suo gesto.

“So che la situazione tra noi non è delle migliori, Lois.” Lo vide abbassare nuovamente lo sguardo prima di continuare. “Che abbiamo tante cose di cui parlare e da chiarire.” Lois deglutì a fatica, sempre immobile ad ascoltarlo senza riuscire a spiccicare parola. “So anche che la colpa è interamente mia.” Notò come la mascella di Clark prese a pulsare velocemente, come gli succedeva spesso quando era nervoso o quando si sentiva in colpa, e per quanto avesse voluto tranquillizzarlo, sapeva che in fondo la colpa di come erano andate le cose tra loro era sua.

Era lui che si era allontanato da lei a pochi centimetri da quel bacio; era lui che l’aveva ignorata non appena aveva visto Lana; era lui che aveva sempre deciso di ignorare, volutamente o no, ogni singolo messaggio che gli aveva lanciato.

Per quanto Lois odiasse vederlo prendersi le colpe di tutto, questa volta non avrebbe fatto nulla per impedirglielo.

‘Perché tra tutti, proprio Clark?’

“E per quanto possa suonare patetico, queste ultime settimane passate lontani…” Lo vide prendersi un ulteriore momento per pensare alle prossime parole che le avrebbe detto. “La verità è che mi sei mancata, Lois.” Lo vide sorridere nuovamente e scrollare le spalle, come se quelle sue parole e quel suo stato d’animo fossero state le cose più scontate del mondo.

‘Forse Oliver non aveva tutti i torti.’ Si disse, pensando alle parole che il suo ex ragazzo le aveva detto quando l’aveva trovata seduta sulla panca nel portico di casa Kent a piangersi addosso. ‘Forse Clark Kent ha veramente bisogno di me.’ E il solo pensiero le scaldò nuovamente il cuore, dandole nuova speranza.

“Hai bisogno di me.” Disse quasi in un sussurro, prima che potesse rendersi conto che le parole non le aveva solo pensate, ma dette a voce alta.
Lo guardò con occhi sgranati, rendendosi conto di quello che gli aveva appena detto.

Lo vide sorriderle e stringerle nuovamente la mano. “Non hai idea di quanto io abbia bisogno di te, Lois.”


‘Perché tra tutti, proprio Clark?’  Si ripeté nuovamente, quasi abbandonandosi a cercare una risposta a quella domanda che la stava perseguitando senza lasciarle scampo.
Perché tra tutti i ragazzi del mondo, anzi no dell’universo, proprio lui doveva essere il supereroe? Perché doveva essere come Oliver, come AC e lasciarla indietro per seguire il suo destino?

Ma soprattutto, perché non le importava che lui avesse questo destino così grande? Perché non provava lo stesso terrore che aveva provato in passato, quello di essere lasciata indietro? Perché nonostante fosse consapevole che per Clark venisse prima la salvaguardia del mondo rispetto a lei, si sentiva così sicura che questa volta non ci sarebbe stata nessuna inversione ad U da parte sua?

Tutte quelle domande avevano una risposta e Lois la conosceva bene.

Tutte quelle domande la portarono a capire una cosa semplicissima: il danno era fatto.
Le sue difese nei confronti dell’uomo che si trovava di fronte erano state distrutte per sempre ed ora era completamente vulnerabile nei suoi confronti.
Sapeva che da quel momento in poi, gli avrebbe donata tutta sé stessa senza mai risparmiarsi, senza mai fargli pensare, anche solo per un secondo, che lei non fosse perdutamente ed irreparabilmente pazza di lui.

Era consapevole che c’erano ancora centinaia di cose da discutere tra loro, milioni di problemi da risolvere, miliardi di domande che esigevano una risposta, ma la verità era che in quel momento a Lois interessava solo ripetersi tra sé quelle parole che aveva appena sentito da Clark.

‘Non hai idea di quanto io abbia bisogno di te, Lois.’

Era la prima volta che qualcuno glielo aveva detto.

‘Non hai idea di quanto io abbia bisogno di te, Lois.’

Ed era contenta che quel qualcuno fosse stato proprio Clark Kent.

“Clark,” disse finalmente, non avendo la minima idea di come avrebbe continuato quella frase. Aveva bisogno di dirgli qualcosa, di fargli capire come si sentiva in quel momento, dopo quelle parole che le aveva appena detto, ma la verità era che nessuna parola sarebbe riuscita a spiegare alla perfezione come si sentiva in quel momento.

Amata. Desiderata. Importante. Fondamentale. Speciale.

La lista sarebbe andata avanti per ore, ma la verità era che quelle parole esprimevano a malapena la metà di come si sentiva in quel momento.

Quasi avesse capito quanto le riusciva difficile in quel momento mettere insieme anche solo due parole, Clark la interruppe, portando la mano sinistra ad accarezzare la guancia destra di Lois.

Flashback dell’ultima volta che l’aveva sfiorata in quel modo esasperatamente dolce le ritornarono alla mente, facendole rivivere momenti della mattina precedente; il modo in cui l’aveva stretta a sé nella corsia del Met Gen quando gli aveva detto che sarebbe andata a Star City con Jimmy; quando l’aveva consolato dopo l’addio di Lana; quando era stata consolata dopo l’addio di Oliver.

Tutti quei ricordi dolce-amari non l’aiutavano a calmarsi e si ritrovò a deglutire a fatica il nodo che le si era formato in gola, impedendole nuovamente di dire qualcosa.

“So che probabilmente non sono la persona in cima alla lista dei tuoi preferiti.” Lo vide sorridere, questa volta un sorriso di circostanza sulle sue labbra, invece del suo tipico sorriso a 32 denti che le causava sempre una stretta allo stomaco.

Avrebbe voluto alzarsi e schiaffeggiarlo per avere anche solo pensato una cosa del genere. Per quanto l’avesse ferita, non avrebbe mai potuto odiarlo, nemmeno se l’avesse voluto.
Sul serio non si rendeva conto di quanto dannatamente importante lui fosse per lei? Di come ormai lui fosse diventato la sua roccia, l’appiglio al quale si aggrappava sempre quando le cose andavano male? Era veramente all’oscuro di quanto fondamentale fosse la sua presenza per lei?

Si ritrovò a scuotere la testa, come a fargli capire che le sue parole non avessero alcun senso, ed esattamente come qualche istante prima, senza rendersene conto pronunciò le parole che ancora le ronzavano in testa. “Non hai idea di quanto io abbia bisogno di te,” sollevò lo sguardo per incrociarlo col suo, prima di continuare, “Clark.”

Lo vide sorridere e arrossire nel sentirle ripetere le parole che lui stesso aveva pronunciato solo qualche istante prima. Sentì il suo pollice accarezzarle dolcemente la guancia, pronto ad asciugare una lacrima che non si era neanche accorta di aver pianto.

Prese tra le sue mani quella di Clark che copriva ancora la sua, intrecciando le sue dita con quelle della sua grande mano, prima di sentirlo nuovamente parlare. “Ora avrai sicuramente un milione di cose da fare, visto che sei appena tornata in città.” Le spostò leggermente il ciuffo dagli occhi, sorridendole dolcemente prima di continuare. “Per non parlare del tuo grande articolo che aspetta solo di essere scritto!” Sentì le sue labbra curvarsi in un sorriso che imitava alla perfezione quello di Clark.

“Nostro.” Lo corresse, prima che se ne potesse rendere conto. Notò un’espressione confusa nel viso di Clark e abbassando lo sguardo imbarazzata proseguì. “Il nostro articolo.” Fissò la sua mano tra le sue, prima di alzare nuovamente lo sguardo e ritrovarsi nuovamente quello splendido sorriso che era solo per lei.

Tutto sembrava così perfetto ora; la sensazione della sua mano sul suo viso; quei movimenti impercettibili del suo pollice sulla sua guancia che spedivano brividi in ogni direzione del suo corpo; la sua mano tra le sue e il calore che riusciva ad emanare; il suo sorriso che le faceva contorcere lo stomaco; il suo sguardo che riusciva a farla arrossire dalla punta dei capelli a quelle dei piedi.
Aveva quasi paura che nel giro di qualche secondo si sarebbe svegliata e avrebbe scoperto che tutto era stato solo un bellissimo sogno

“Non pretendo una risposta subito, Lois.” La sua voce la riportò alla realtà, liberandola dall’idea che tutto questo fosse un sogno, ma lasciandola confusa sul vero significato delle sue parole. “Su di noi.” Aggiunse subito e Lois capì che Clark aveva visto in lei uno sguardo confuso. “Però promettimi che ci penserai.”

Quasi in contemporanea, entrambi abbassarono lo sguardo sulle loro mani ancora l’una nell’altra e sorrisero.

“Tra un paragrafo e l’altro dell’articolo, ovviamente.” Le sorrise e ancora una volta sentì il suo cuore dimenticarsi di battere per qualche secondo.
Sul serio pensava che sarebbe riuscita a scrivere l’articolo dopo quello che si erano appena detti?!

Prima che se ne rendesse conto, sentì la mano di Clark sfilare via dalla sua presa e lo vide alzarsi e infilarsi il cappotto. “E’ meglio che ti lasci lavorare a quell’articolo.” Le disse, ma Lois sapeva benissimo che le stava lasciando spazio e tempo per pensare a quello che si erano appena detti. ‘Come se tu avessi parlato.’ Si disse, ricordandosi che in fondo era Clark quello che aveva portato a galla domande e risposte.

Lo seguì con lo sguardo mentre si abbottonava alcuni bottoni del cappotto e si metteva apposto il colletto. “Il caffè lo offro io.” Le sorrise e con un timido gesto della mano, la salutò.

Con pochi passi, lo vide aggirare il tavolino e camminarle vicino.
Il suo tipico profumo e l’odore di caffè che sembrava seguirlo ovunque andasse - e che non aveva mai scordato, nemmeno dopo quelle 4 settimane di lontananza - le inebriarono la mente, facendole già sentire la sua mancanza.
In un gesto impulsivo, si alzò e allungando il braccio destro, gli prese la mano, impedendogli di allontanarsi da lei, costringendolo a girarsi e a guardarla nuovamente in faccia.

Era quasi ironico come le parti si fossero invertite a distanza di sole 24 ore.

Notò gli occhi di Clark muoversi freneticamente prima ad incrociare quelli castani di Lois, poi sulle sue labbra, per poi scendere fino a dove la mano di lei riposava sulla sua.
Lo vide deglutire a fatica e avvicinarsi a lei con pochi passi impercettibili, ritrovandoselo ormai a pochi centimetri di distanza.

“Lo farò.” Gli disse quasi in un sussurro. “Ci penserò.” Sentì il dovere di specificare, nel caso che Clark fraintendesse come solo lui riusciva a fare.

Sentì le sue braccia avvolgerla in vita, tirandola vicino a sé, portando i loro corpi a contatto diretto, facendole realizzare quanto il bisogno di sentirlo così vicino avesse ormai raggiunto un livello ormai insopportabile.
Lois lo strinse a sua volta, poggiando la testa sul suo petto e notando come il suo battito fosse accelerato quasi quanto il suo.

Mosse leggermente il viso per poterlo guardare in faccia e notò che Clark la osservava dall’alto, con quel suo sorriso che riusciva a farla sciogliere come neve al sole.
Come aveva fatto a rimanere lontana da quel sorriso, da lui anche solo per un giorno?
Aveva bisogno di lui come dell’aria e dell’acqua e solo ora che era sicura di essere corrisposta, ne era pianamente consapevole.

Sentì una delle sue mani lasciare la sua vita, per salire sul suo viso e spostarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Allontanò la testa dal suo petto, per poterlo vedere meglio in faccia e prima che se ne potesse rendere conto, notò come il viso di Clark si stesse avvicinando lentamente al suo.

Il pensiero del loro prossimo bacio aveva iniziato ad annebbiarle la mente nello stesso istante in cui aveva interrotto controvoglia quello che si erano scambiati sotto la pioggia.
Ed ora, senza che nemmeno se ne fossa resa conto, quel momento a cui aveva tanto pensato era arrivato.

Preparò le sue labbra ad assaggiare nuovamente quelle di Clark, ma con sua grande sorpresa, invece di baciarla sulle labbra, le posò un dolce bacio sulla fronte.

Sorrise, sempre più colpita dalle sue buone maniere. ‘Il solito Boy Scout.’ Penso tra sé, ipnotizzata ancora una volta dal suo sorriso.

“Non pensare troppo, Lane.” Le disse toccandole dolcemente la punta del naso con l’indice, prima di rompere il loro abbraccio e salutarla nuovamente.

Lo guardò girarsi un’ultima volta verso di lei, prima di girare l’angolo e sparire dalla sua vista.

‘Non hai idea di quanto io abbia bisogno di te, Lois.’

Come se avesse veramente bisogno di pensarci.

Quelle parole erano tutto quello di cui aveva bisogno.





A/N: Bene, bene, anche questa scena è andata!
Ci terrei a sottolineare, visto che penso che non sia molto chiaro XD, che la domanda che Lois si ripete è quella che poi dice a Clark durante il loro discorsetto nel fienile prima che lui riavvolga il tempo.
Visto che rileggendo il capitolo prima di postarlo mi è sembrato che la cosa fosse un po' incasinata, ho pensato di farvelo sapere qui nelle note :D

Oh, e il gelato Rocky Road è introvabile qui in Italia, a quanto pare... XD
Dovrebbe essere una roba tipo gelato al cioccolato con pezzi di nocciola e in Smallville si è visto nell'eppo in cui Lois piange Oliver e Clark la consola *.*
Cmq, non sapendo come diavolo tradurlo, ho pensato bene di lasciarlo com'era, rifiutandomi categoricamente di sapere come l'avevano storpiato nel doppiaggio. XD

Ovviamente 100 punti a chi aveva colto la citazione XD e altri 100 a chi aveva capito la roba del gelato. XD

Spero che le "scene tagliate" che sto aggiungendo vi piacciano quanto la puntata ad alto tasso Clois a cui sto cercando di rendere giustizia! XD
Tra l'altro... Sapevate che in origine in questa puntata ci sarebbe dovuto essere veramente un bacio Clois?!?!
Ma alla fine non se n'è fatto niente perché Erica Durance si è opposta, dicendo che Clark non si meritava nessun bacio perché aveva la testa occupata da altri pensieri e non era ancora pienamente consapevole di quello che provava per Lois.
Da una parte dico: Grande Erica! Ti adoro per essere così coinvolta e per adorare così tanto il tuo personaggio!!!
Dall'altra penso: Ma io il bacio lo volevo :( XD

Eh vabeh, prendiamo quello che arriva... XD

Ad ogni modo, ci si vede domenica, sperando di avere un secondo libero per postare, visto che sono di Battesimo XD
Al massimo se mi rendo conto di non riuscire a postare Domenica, troverete una sorpresina Sabato :D

Baci, al prossimo capitolo! ;)
   
 
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