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Autore: Farkas    27/01/2022    4 recensioni
Per salvare la vita di sua zia Peter non ha altra scelta che fare un patto col diavolo. Non deve vendere l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo che Mefisto possa cibarsi dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa MJ scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto. Ma Mefisto, vuole di più. E per ottenerlo fa leva su quello che è forse il sentimento più potente in grado di provare qualunque creatura senziente: l'amore.
Il demone dunque fa un'offerta ulteriore a Mary Jane: se entro un anno riuscirà a riconquistare Peter lui renderà loro il matrimonio, in caso contrario prenderà l'anima della rossa. Ma un uomo d'affari prudente sa che conviene diversificare gli investimenti e quindi Mefisto fa la stessa proposta anche a Felicia, permettendole di ricordare la vera identità di Peter ed eliminando tutti gli impedimenti a una sua storia con lui, garantendole una chance di successo.
Spinte dall'amore entrambe accettano. Chi vincerà questa diabolica scommessa?
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Curt Connors, Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Un nuovo giorno

 

Capitolo 7: Ritorni (parte II)

 
 
-Felicia?!-.
-Mi fa piacere scoprire che non ti sei dimenticato di me, Peter! -.
In genere chi entra in casa e ci trova una ladra, urla o cerca di fermarla, ma Peter era molto più preoccupato dal fatto che la sua ex lo avesse chiamato per nome (e a voler essere franchi, lui non aveva nulla che una come Felicia potesse voler rubare) che dal fatto che si fosse introdotta di nascosto in casa sua (anche perché per lei non era poi una novità).
-Aspetta, ti ricordi come mi chiamo? – chiese incredulo. Com’era possibile? E se qualcun altro avesse ricordato? Se Norman avesse ricordato? Se dopo un po’ tutti avessero ricordato?
-Allora è stata davvero opera tua! Nessuno ha più idea di chi tu sia e nessuno si chiede com’è possibile! – fece irata la gatta. Era rimasta per due giorni a chiedersi a cosa fosse dovuta quell’amnesia selettiva di massa, poi Richards l’aveva rivoltata come uno straccio vecchio per tutta la giornata precedente, infine quella mattina andata a chiedere notizie alla zia di Peter, aveva scoperto che si era trasferito proprio quel giorno e le era toccato rifare tutto il tragitto. Cosette che l’avevano un po’ innervosita.
-Be’… perché negarlo? Sì sono stato io. Con un bel po’ di aiuto –.
-Ottimo. Allora magari, mi potrai spiegare perché nessuno sa più chi sono. Cioè… ovviamente è sulla mia scheda, ma è classificata come informazione top secret. È sparita ogni traccia, non se lo ricorda più nessuno. Gli altri Eroi in Vendita, i miei vecchi complici, perfino mia madre! È convintissima che io lavori come perito d’arte per un museo governativo! -.
-Ah… be’ so come mai è successo a me, ma per te non ne ho idea. Comunque ora ti spiego…-.
 
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-Però. La tua capacità di metterti nei casini e quella di risolverli, non cesseranno mai di sorprendermi- commentò Felicia alla fine del racconto. – E come mai tutti hanno dimenticato anche chi sono io? -.
-Come ti ho già detto, non ne ho idea. Chiederò a Strange appena lo vedo… anche l’altra volta che ho usato la magia, ne eri stata affetta senza che lo volessi*-.
-Anche io dovevo dimenticare tutto in teoria? - chiese in tono tagliente l’unigenita di Lydia.
-Be’ ecco… sì- ammise Peter.
Un lampo di dolore passò negli occhi verdi di Felicia. Fu subito sostituito dall’irritazione, ma Peter aveva comunque fatto in tempo a vederlo.
-Poi te l’avrei ridetto, se tu avessi voluto- fece subito il castano. – Senti, non avevo problemi a far sì che tu lo sapessi… non ne ho mai avuti, ma con tutto il mondo era diverso. Mia zia ha rischiato di morire… dovevo aggiustare le cose. Sono stato stupido a dare retta a Tony… avevo la responsabilità di rimediare-.
L’albina avrebbe voluto rimanere arrabbiata, ma era un po’ difficile di fronte a quello sguardo da cucciolo abbandonato. Aveva perso anche lei un genitore, e avrebbe fatto di tutto per tutelare la vita dell’altro…
-Almeno piantala di giocare a Harry Potter o avvertimi la prossima volta, visto che ogni volta che tu e il tuo amico vi mettete a fare incantesimi ci vado di mezzo io- borbottò più per tenere il punto che per altro.
Calò un silenzio imbarazzato, che alla fine Felicia ruppe dicendo: -Carino il nuovo appartamento. Apprezzo soprattutto che manchi la vista muro*-.
Peter non riuscì a non fare una smorfia. Erano passati anni, ma la reazione dell’albina nello scoprire che era un tipo qualunque all’epoca gli aveva fatto parecchio male e non gli piaceva ripensarci.
-Per curiosità dov’è MJ? – domandò poi Felicia cercando di mantenere un tono casuale. Aspettando il ritorno di Peter, aveva dato un’occhiata in giro e aveva capito che in quella casa abitassero due persone, ma anche che fossero entrambi uomini.
Le donne lasciano tracce del loro passaggio, marcano il territorio. Una confezione di assorbenti, una spazzola, un flacone di balsamo e così via. E non c’era roba del genere in quell’appartamento.
-Ci siamo lasciati. Non riusciva più a sostenere il… be’ l’hai capito-.
Felicia sentì un largo sorriso giungerle sulle labbra, ma si sforzò di contenerlo.
-Oh. Be’ … se non hai altro da fare, vogliamo andarci ora da Strange? -.
-Veramente dovevo ancora disfare i bagagli…-.
-E che ci vuole? Ti aiuto io-.
 
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-Buone notizie: Jonah è definitivamente fuori pericolo. Marla mi ha appena chiamato- annunciò Robbie. - È ancora sotto anestesia, però. Deve evitare ogni stress-.
-Dubito che Bennett la troverà una buona notizia. Meglio non nominare Jonah, qui. Sappiamo tutti che la prima cosa che farà appena lo dimetteranno, sarà riprendersi il giornale.
Katie che pur non era una colonna portante del Bugle come quei due, era perfettamente d’accordo con loro.
“La macchina fotografica di Peter. Me l’avrà lasciata perché vuole che controlli le sue foto” si disse notando l’oggetto sulla sua scrivania.
 
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Era strano trovarsi a fare una cosa normale, come disfare delle valigie proprio con Felicia. L’aiuto dell’albina era abituato ad averlo quando faceva a botte con degli psicopatici o investigava su di essi. C’era un che di innaturale, nel vederla sistemare delle camicie in un cassetto o mettere dei libri su uno scaffale.
Un attimo dopo il senso di ragno di Peter formicolò e lui fece appena in tempo a schivare un cappello che gli era stato tirato dietro.
-Sempre in forma, eh? - rise la sua ex, prima di venire bersagliata da una sciarpa appallottolata, che evitò con un agile saltello a sinistra.
-Mancata. E io non ho un sesto senso che mi avverte dei pericoli- commentò Felicia, prima di lanciare di nuovo la sciarpa.
La cosa procedette per qualche minuto, poi tornarono a fare i seri.
 
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Albert Matthews non era stato ricco, ma agiato sì. Possedeva un negozio d’abbigliamento che funzionava abbastanza bene… fino a che non aveva fatto il passo più lungo della gamba, ordinando troppa merce costosa, certo di poterla vendere in fretta a causa di un periodo favorevole. Così non era stato, aveva dovuto chiudere e si era ritrovato a dover vivere a sbafo a casa del consuocero. L’unico posto che era riuscito a rimediare era stato quello di tuttofare in un cinema.
A cinquant’anni a stracciare biglietti, pulire pavimenti e se gli andava bene vendere popcorn e coca-cola! Si sentiva stringere lo stomaco ogni volta che ci ripensava.
-Signore gradisce un caffè omaggio? Per pubblicizzare un nuovo bar- gli disse una sorridente ragazza bionda, porgendogli un bicchiere di plastica.
L’uomo annuì e ringraziò. Mai rifiutare qualcosa di gratis… specie ora che era costretto a tenersi cari anche i centesimi.
Il sorriso della ragazza si allargò. Quella città era il terreno di caccia perfetto.
 
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Finito il lavoro, Peter e Felicia uscirono dalla finestra nei rispettivi costumi.
-Dai facciamo a chi arriva prima! - propose la ragazza.
Fu una gara serrata che alla fine Peter vinse per poco.
-A sapere che c’erano lavori in corso sulla quindicesima avrei preso un'altra strada- borbottò la figlia di Lydia.
-Be’ se vuoi al ritorno ti do la rivincita- rispose l’eroe suonando il campanello della casa più celebre del Greenwich Village.
Un attimo dopo la porta si aprì: - Ehi, Wong, io e la mia amica avremmo bisogno di parlare col dottore-.
-Il maestro al momento si sta occupando di un problema in un monastero tibetano, vi posso far richiamare quando…- cominciò l’asiatico per poi essere interrotto da un’esplosione tremenda. Il calvo si precipitò all’interno tallonato dai due visitatori che con loro immenso stupore, videro degli strani animali che sembravano pecore fatte d’erba, scappare da una creatura che aveva testa di leone, corpo da capra e coda da drago.
-Oh, maledizione! – imprecò Wong.-Sapevo che si sarebbe voluto un incanto più potente per trattenere una chimera… per favore aiutatemi, da quegli agnelli nascono moltissime erbe per pozioni magiche…-.
In quel preciso istante, un sacchetto cadde da uno scaffale urtato dal mostro, liberando un ammasso di polvere luminosa che finì in faccia a Felicia.  Quest’ultima strabuzzò gli occhi, poi agitò una mano, salutando allegramente la chimera
-Ehilà! - fece. - Adoro gattini, arcobaleni, unicorni e lecca-lecca! A te piacciono gattini, arcobaleni, unicorni e lecca-lecca? -.
La chimera la fissò perplessa per qualche istante, per poi fare ammollarle un colpo di coda. Per fortuna, Spidey riuscì a spingerla fuori tiro.
-Vuoi giocare ad acchiapparello? - chiese l’ex detective in tono allegro.
-Capita con la polvere di fata- chiarì Wong, prima che Peter facesse domande. - Ti rende infantile ed allegro… questa poi era stata trattata da una strega di San Diego per essere usata come allucinogeno. Comunque ne ha respirata pochissima, ritornerà normale tra pochi minuti-.
-E io che credevo facesse solo volare- borbottò Spidey, ricordando per un attimo la favola con quell’altro Peter.
 
La chimera intanto fissava i tre umani, probabilmente chiedendosi quale fosse il più saporito. Parve decidere per Wong e si lanciò contro di lui, ma Spider-Man si rialzò e la centrò con un calcio volante a una spalla.
Immediatamente il mostro si girò verso di lui, lanciandogli contro una fiammata che il nipote di Ben, schivò saltando sul soffitto, gemendo: -Sputa pure fuoco-.
-Bello, bello! Ancora, ancora! - esultò Felicia battendo le mani.
-Wong tu tienila al sicuro, fino a che non le passa. Del bestione me ne occupo io! -.
L’uomo annuì e un attimo dopo trascinò via la gatta, mentre il ragno si lanciava all’attacco.
 
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Mary Jane si stava godendo la piscina riscaldata, quando sentì un urlo. Memore dell’esperienza del giorno precedente si tirò su allarmata, ma si trattava solo di Brett che stringeva in pugno un giornale.
-MJ è un disastro! Guarda il Bugle di oggi! - urlò Brett portandole il giornale. In prima pagina svettava il titolo: “SVELATA LA NUOVA PRESENTATRICE DI CUCITO SU MISURA: È MARY JANE WATSON!”.
Ma a sconvolgere la nipote di Anna, non fu il fatto che la grande trovata pubblicitaria della rete televisiva fosse fallita: fu che sotto la sua immagine, c’era la scritta “Foto di Peter Parker”
“Come può avermi fatto una cosa del genere?” si chiese sconcertata la rossa.
 
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Nella mitologia greca Bellerofonte aveva abbattuto la chimera in sella a Pegaso. Peter non disponendo di cavalli alati (magari Strange aveva anche qualcuno di essi in casa, ma comunque lui non sapeva cavalcare), perciò fu costretto a una serie di attacchi mordi e fuggi. Purtroppo dove non arrivavano le fiamme, arrivava la coda.
La sua ragnatela non bruciava facilmente, ma come sfruttarla in quella situazione? Afferrare una moltitudine di oggetti e scaricarli sul mostro, sarebbe stata un’idea… ma dopo quello che era successo a Felicia temeva che se avesse toccato qualcosa si sarebbe trasformato in un coniglio o chissà che altro.
Doveva bloccare la coda decise, ma prima che potesse agire un rampino artigliò la schiena dell’ibrido. La Gatta Nera era tornata in azione.
-Ehi, ragno tutto a posto? -.
-Meglio di prima ora che ti vedo in forma-.
Il getto di fuoco della chimera, impedì a Felicia di chiedere delucidazioni in merito. Per lei gli ultimi minuti erano una macchia confusa, in cui tutto appariva rosa glitter.
-Wong? - s’informò poi Peter.
-È andato a prendere non so quali corde mistiche. Idee? –.
-Sì. Cerca di bloccare questa maledetta coda e tento di tenergli chiusa la bocca, in modo che non ci faccia arrosto-.
Immediatamente la gatta afferrò l’appendice draconica del mostro, mentre Peter gli saltò in groppa e prese a stringergli la gola. Sfortunatamente la chimera capì in fretta che sgroppare non serviva e pertanto si mise a correre alla cieca, finendo per sfondare un armadietto, seminando per terra numerosi barattoli, per poi cominciare a sbattere contro il muro nel tentativo di liberarsi.
Peter non mollò la presa (in vita sua ne aveva passate di peggio che sbattere contro un muro), ma quella stramaledettissima coda, oltre a essere piena di spine era sgusciante come un’anguilla e pertanto lo fece Felicia. Avvertito dal senso di ragno, Peter fu costretto a gettarsi giù dalla schiena della chimera e stavolta fu l’ex-fidanzata a scostarlo dal getto di fuoco, proveniente dalla bocca dell’inusuale nemico. Un attimo dopo, Spidey, saltò sul soffitto portando con sé la sua alleata per prendersi un momento di respiro. I due si trovarono con le facce vicinissime e per un lunghissimo istante, l’unica cosa a cui riuscì a pensare il castano, fu a quanto l’albina fosse meravigliosa. Il violento ruggito della chimera però, lo riportò subito alla realtà.
-Tentiamo di nuovo la manovra di prima… e speriamo che Wong si sbrighi! -.
L’albina annuì e i due si tuffarono verso il suolo. In quel momento, il ragno vide cosa era caduto dal mobile di prima: confezioni di gelato con su scritto “Follia Stark al cioccolato”. Il solo leggere quel nome fu sufficiente a far salire la bile al nipote di Ben che d’istinto afferrò la confezione e la tirò sul muso della chimera, con tanta forza da farla scoppiare.
Il bestione perplesso si leccò la strana sostanza che gli imbrattava il muso e ne rimase deliziato. Aguzzando il naso sentì varie fonti dello stesso odore e si precipitò a divorale, incarto compreso, di fronte allo sguardo sbigottito dei due umani.
 
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“Maledizione, perché il maestro lascia sempre tutto in disordine?” pensò disperato Wong, prima di urlare: - Resistete ho trovato le corde fabbricate dai nani! -.
L’uomo si affrettò temendo di trovare due persone morte o gravemente ferite nel salone… e invece si ritrovò di fronte a un uomo e una donna che osservavano a braccia conserte una chimera tutta sporca di gelato, intrappolata in un bozzolo di ragnatela.
Le pregiatissime corde, intessute con ingredienti paradossali e pregne di magia ricaddero sul pavimento, mentre colui che le portava fissava la scena a bocca aperta, con le braccia a penzoloni.
 
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Strange tornò poco dopo (la consulenza si era risolta molto velocemente: il drago che aveva cercato di radere al suolo il monastero tibetano era stato sistemato da un mezzodemone di passaggio, proprio quando Strange aveva concluso un complicatissimo incantesimo di tracciamento per trovarlo e ne aveva usato un altro ancora più complicato per preparare tutti gli artefatti necessari a sfidare il lucertolone).
Scoperto il motivo della visita, il signore delle arti mistiche aveva fatto a indossare a Felicia alcuni bracciali d’oro e aveva cominciato ad agitarle attorno una bacchetta.
-Mica male questi bracciali. Certo avrei preferito qualche decorazione più elaborata, ma…-.
-Tenga le mani a posto signorina- sbuffò lo stregone, mentre dei nastri si avvolgevano attorno a Peter. - Nastri e bracciali, servono a proteggervi dagli influssi magici e a misurare il vostro ki. Se li toglieste prima che abbia finito potrebbero esserci conseguenze estremamente sgradevoli. Detto ciò, l’uomo passò a esaminare il nipote di May.
-Mmm… che strano... ma che cosa davvero strana...-.
L’ex-medico rimise la bacchetta in una scatola e continuò a borbottare: -Ma che strano... davvero strano-.
-Che c’è di strano? - domandò ansioso Peter, mentre i nastri si slegavano da soli.
-Be’ parrebbe che ci sia una connessione mistica tra voi due… può capitare tra le persone che hanno un forte legame. Così quando ho lanciato l’incantesimo, che ha reso segreta la tua identità, l’effetto si è ripercosso anche sulla Gatta Nera. Sempre a causa di ciò entrambi ricordate chi sia l’altro… potrebbero aver influito anche i residui mistici dell’incantesimo che usai per liberarti dalla scalogna… però eventi del genere sono rarissimi… studierò ancora la questione-.
-E quindi non posso sapere se c’è pericolo che venga completamente cancellata dalla mente di tutti quelli che mi conoscono, o che perda la memoria? - sbottò Felicia.
-Nessun pericolo del genere. Ci sono tracce di magia su entrambi ma nulla di attivo- chiarì Stephen. - I bracciali, grazie- aggiunse tendendo la mano.
-Sto solo guardando… davvero pregevole… settimo secolo avanti Cristo? – chiese Felicia esponendone uno alla luce per studiarlo meglio.
 
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-Ho vinto io stavolta. Se Strange scopre qualcosa facciamo la bella? - propose l’albina dopo aver riaccompagnato Peter a casa.
Peter annuì, incerto su cosa dire. Avrebbe dovuto invitarla a entrare? Voleva solo scambiare quattro chiacchiere, certo, ma Vin a quell’ora era tornato di sicuro… e poi…
Ci pensò la figlia di Walter a toglierlo dall’imbarazzo: -Be’ meglio che vada. Domani devo sorvegliare un comizio politico, casomai quel pazzo Minaccia si faccia vivo-.
-Ah. Ok. Sto indagando anch’io su di lui… sai com’è gli pseudo-Goblin non mi piacciono. Se scopro qualcosa ti farò sapere-.
-Farò lo stesso. Ci si vede-.
Appena fu certa di non poter più essere a portata d’orecchio Felicia Hardy ridacchiò. L’istinto diceva che sarebbe tornata nella nuova casa di Peter molto presto.
Doveva solo stare attenta a non sembrare troppo invadente… e a prendere la strada che passava di fronte al supermercato vicino a casa sua. Le era venuta una strana voglia di caramelle.
 
 
 
 
 
  • Felicia si fece fare un intervento per ottenere poteri e supportare il ragno nei combattimenti. Alcuni scienziati pagati segretamente da Kingpin, quindi fecero esperimenti su di lei facendole ottenere il potere di portare iella agli altri. Il problema fu che a causa del frequente contatto con lei anche Spider-Man cominciò a essere perseguitato dalla mala sorte (più del solito cioè), proprio come voleva Kingpin. Quando l’eroe si fece fare un incantesimo dal Dottor Strange per liberarsi della iettatura, Felicia ne venne influenzata e perse le sue abilità Tiocinetiche per acquisirne di feline (visione notturna, agilità, ecc.) anche se la cosa non era voluta.
  • Per parecchio tempo, compreso il periodo in cui usciva con Felicia, Peter abitò in un piccolo appartamento con vista muro. Felicia quando ce la portò la prima volta non ne rimase esattamente entusiasta, visto che si era immaginata una ragno-caverna o una fortezza del ragno (e chi si aspettava che fosse appassionata di fumetti DC?).
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE


Avrei voluto aggiornare prima, ma tra le feste e vari impegni mi è stato impossibile. Inoltre avendo in corso una long a cui ormai mancava solo l’ultimo capitolo, ho preferito dare la precedenza a quello.
Felicia ha avuto il suo tempo con Peter e pare che eserciti ancora un certo fascino sul nostro eroe… ma MJ deve ancora dire la sua. Peter non ha idea che sia di nuovo in città, ma ora che è uscito quell’articolo la rossa non mancherà di fargli una visitina…
Ringrazio qui, DSegno92, Eideard_madadhallaidh88 e LadyTsuky che seguono questa storia, Deidara7 che la preferisce, e naturalmente fenris, Andrea Micky e di nuovo Eideard_madadhallaidh88 che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie anche a voi lettori silenziosi, spero sempre che usciate dall’anonimato.
A presto!
  
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