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Autore: LorasWeasley    27/01/2022    2 recensioni
future|fic [matsuhana]
"-Avere un bambino ti apre un mondo di privilegi.
Takahiro annuì serissimo –Quelli stronzi di Tooru e Hajime, in quattro anni, non ci hanno mai detto quanto la loro vita fosse migliorata.
-Dovremo adottare un bambino- concluse Issei.
L’altro annuì ancora serio –Assolutamente."
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Issei Matsukawa, Takehiro Hanamaki
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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n.a. Anche questa storia è per un compleanno: quello di Makki! Cronologicamente è ambientata prima di "La passione di Sho" che, se non avete letto, vi consiglio di recuperare dopo!
Sono molto soddisfatta del mondo che sto creando, quindi ringrazio tutti quelli che continuano a seguirmi!
Alla prossima!
Deh
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Privilegi
 
 
A poche settimane dalla partenza della famiglia Oikawa-Iwaizumi per andare in Francia a disputare le Olimpiadi di quell’anno, i due adulti avevano milioni di cose da organizzare e fare.
Fu per questo motivo che si ritrovarono a chiedere il favore a Matsukawa e Hanamaki di tenergli Haru per quella giornata.
Tooru li aveva pregati al telefono ed era riuscito a convincerli solo perché era diventato insopportabile. La coppia non era più abituata a quello dai tempi del liceo.
Così, all’orario di pranzo, i due adulti si trovavano fuori dall’asilo del bambino di quattro anni.
-Tu ti ricordi com’è fatto?- domandò Hanamaki al suo fidanzato.
Issei gli lanciò uno sguardo indecifrabile, poi rispose –I bambini non sono tutti uguali?
-Felice di sentire che pensiamo la stessa cosa. Allora direi di fare così, aspettiamo che tutti vadano dai loro genitori e poi prendiamo quello che rimane solo.
Mattsun annuì –Idea perfetta amore.
Fortunatamente, fu una delle donne che lavorava in quell’asilo di lusso ad avvicinarli e dirgli –Voi siete gli amici del signor Oikawa, giusto? Ci ha contatto per farci sapere che sareste venuti a prendere voi Haru. Dovete comunque lasciare una firma, la nostra politica è molto rigida.
I due uomini si lanciarono uno sguardo, poi Makki alzò le spalle e firmò, subito dopo Haru con il suo piccolo zainetto sulle spalle li raggiunse.
-Dov’è papà?- chiese accettando comunque la mano che Takahiro gli porse.
-I tuoi papà sono impegnati, quindi passeremo la giornata insieme.
Haru annuì tranquillo e i due adulti si prepararono mentalmente a quello che sarebbe venuto.
 
-Ma ti rendi conto?- Makki affermò quello con voce indignata e si sporse verso il proprio ragazzo per mostrargli il menù che teneva tra le mani.
Erano in uno dei loro ristoranti preferiti, andavano spesso in quel posto ma per ovvie ragioni non si erano mai soffermati a guardare i “menù famiglia”.
-Quello che prendiamo di solito noi due più il panino e le patatine per Haru costano di meno di quello che spendiamo in due!
Issei scrutò il menù con la fronte corrugata, poi si ritrovò a borbottare –E io che pensavo che avere un bambino fosse costoso. Questi sono dei privilegiati!
 
-Papà mi prende sempre i panini dolci lì quando andiamo al parco- disse Haru dopo essersi fermato davanti a un chiosco con almeno dieci persone in fila.
Takahiro sbuffò infastidito, Issei disse –C’è troppa fila.
-Ma io li voglio!- iniziò a fare i capricci il bambino.
Makki fissò la fila che non sembrava muoversi, poi Haru e infine il suo ragazzo sussurrando –Ho un’idea.
S’inginocchiò per essere alla stessa altezza del marmocchio e gli chiese –Sai piangere per finta?
-Certo!
-Bene, è arrivato il momento di farlo.
Fu facile come cliccare un interruttore, Haru iniziò a fingere di piangere disperato e Makki lo prese in braccio facendo finta di consolarlo.
Ai due uomini bastò scambiarsi uno sguardo e Issei capì subito cosa avrebbe dovuto fare.
Si mise in fila mentre gli altri due rimanevano in disparte nel continuare la loro scena, in molti avevano iniziato a fissarli e Mattsun continuò la sceneggiata mentre urlava –Tranquillo Haru, adesso papà ti porta i dolci che ti piacciono tanto e andrà tutto bene!
Come previsto, gli si avvicinò una signora che aveva una busta di dolci appena acquistati in mano, lanciò uno sguardo preoccupato al suo fidanzato e ad Haru per poi chiedere –Come mai suo figlio piange? Si è fatto male?
Issei si finse dispiaciuto e mortificato per tutto quel rumore, espresse le sue scuse per poi aggiungere –Non si è fatto nulla, per fortuna. Semplicemente dei bambini l’hanno preso in giro perché ha due papà e c’è rimasto molto male.
La signora indurì la sua espressione, si lamentò per qualche secondo con gli ipotetici genitori terribili di quei bimbi che il castano si era inventato e, infine, diede la busta dei suoi dolci a Issei.
-Oh no, non posso accettare!
-Insisto- la donna glieli mise in mano con forza –non lascerò quel bambino a piangere fino a quando arriverà il suo turno, vada a consolarlo!
E fu così che Matsukawa la ringraziò e si voltò per tornare dalla “sua famiglia”.
Quando furono lontani da orecchie indiscrete, mentre un Haru calmo e felice mangiava i suoi panini dolci, i due adulti iniziarono a conversare.
-In trenta secondi sono riuscito ad avere dei panini dolci gratis, c’era mai successo Hiro?
-Mai.
-Avere un bambino ti apre un mondo di privilegi.
Takahiro annuì serissimo –Quelli stronzi di Tooru e Hajime, in quattro anni, non ci hanno mai detto quanto la loro vita fosse migliorata.
-Dovremo adottare un bambino- concluse Issei.
L’altro annuì ancora serio –Assolutamente.
 
Alla fine di quella giornata, quando i genitori di Haru scoprirono, grazie alla parlantina del bambino, di tutte le cose “divertenti” che avevano fatto, gli impedirono di fare da babysitter in futuro.
Ma per i due uomini non fu un grande problema, non quando qualche mese dopo riuscirono ad adottare Sho.
Era sera e stavano vedendo un film sul divano, Takahiro non riusciva a concentrarsi bene poiché aveva la gola secca e il suo unico pensiero era rivolto alle bevande fresche che sapeva avessero nel loro frigo. Il problema stava nell’alzarsi, era talmente pigro che avrebbe preferito continuare a soffrire.
E poi arrivò il suo miracolo: Sho iniziò a piangere.
-Vai tu?- chiese subito al suo fidanzato prima che fosse l’altro a chiederglielo, inoltre si voltò verso di lui fissandolo con uno sguardo che sapeva portava sempre l’altro a dirgli di sì.
Questo, infatti, sospirò e annuì mentre iniziava ad alzarsi.
Makki gli lasciò un veloce bacio di ringraziamento, poi quando l’altro stava per lasciare la stanza aggiunse con leggerezza –Mentre torni mi porti una bevanda dal frigo?
Issei si bloccò di scatto, si voltò verso il suo ragazzo e chiese con uno sguardo accusatorio –Stai usando nostro figlio contro di me?
-Non lo farei mai!- si finse indignato l’altro –Solo contro le altre persone!
Probabilmente Matsukawa avrebbe avuto altro da ridire, ma Sho continuava a piangere e dovette raggiungerlo nella sua cameretta.
Pochi minuti dopo, un Takahiro soddisfatto e che non si era minimamente alzato dal divano, aveva la sua bibita fredda in una mano mentre con l’altra stringeva contro il suo petto Sho, il quale si era facilmente riaddormentato tra le sue braccia.
Fissò per qualche secondo di troppo la piccola creatura che gli dormiva contro e si rese conto che, per quanto l’avessero adottato solo per i privilegi che un bambino avrebbe portato nella loro famiglia, era stato così naturale iniziare ad amarlo che non avrebbero potuto fare altrimenti.
Issei gli circondò le spalle con il braccio e se lo spinse contro sistemandosi comodo, pensando esattamente le stesse cose.
Non espressero mai quei pensieri ad alta voce, ma non avevano bisogno di farlo. C’erano cose talmente evidenti che non avevano bisogno di una spiegazione.
 
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