La carotina e l'uso indiscriminato del bastone
Il
primo pensiero che Kakashi riesce a formulare, prima ancora che il
suo cervello diventi razionale e analizzi quello che ha intorno, è
che si è svegliato e quindi è vivo. Dentro di sé,
per un momento fugace, è tutto sottosopra.
L'ultima volta
che è stato sveglio era in uno stato mentale caotico di
rimpianti e dolore tale la cui assenza adesso gli sembra aliena.
È
stato catturato con un gas inodore. Non gli era ancora mai capitata,
una cosa simile.
Non c'è stato un interrogatorio, la
tortura era fine a se stessa poiché il nemico non voleva
informazioni ma solo vendetta. A quanto pare lui è stato
capace di uccidere tutta la squadra e persino il figlio del suo
torturatore. Kakashi non è mai stato contento di uccidere, in
alcuni casi lo ha trovato giusto, per vari motivi, perché è
così che funziona la loro società, ma non è mai
stato davvero soddisfatto di togliere una vita.
La morte di un
figlio immagina sia peggio di quella di un padre.
Si è
detto che erano in mezzo a una guerra, che persino i periodi di
tensione tra Nazioni prima e dopo una guerra, sono guerra. Si è
detto che tutto quello che sono, che sanno essere, è uno scudo
per il proprio villaggio e, pure se semplicistico, se Isoda avesse
voluto tenersi fuori dagli scontri avrebbe dovuto fare il fattore e
non lo shinobi.
Ma non c'è stato molto tempo per
elucubrazioni filosofiche, dopo la rivelazione.
Pensando che
avesse ancora lo sharingan, l'occhio sinistro gli è stato
strappato senza anestesia, dei senbon sono rimasti infilati sotto le
sue unghie per tutto il tempo, aveva un ginocchio distrutto a
martellate, due molari strappati, il diaframma lacerato, una spalla
lussata, le costole sono state tutte meticolosamente rotte, alcune in
più punti, e non si ricorda quante volte è morto
soffocato da uno straccio e dall'acqua prima di essere rianimato.
Poi, quando era così avulso dalla realtà da estraniarsi
pure dal dolore fisico, è iniziata la tortura psicologica.
Drogato, nudo, legato, le illusioni create hanno devastato la sua
mente senza trovare nessun ostacolo, nessuna difesa; Rin, Obito,
sensei, Kushina, suo padre, hanno usato anche Gai contro di lui.
Non
ha mai provato tanto dolore in vita sua, non in quei primi anni da
bambino soldato e non in tutti gli anni di servizio negli
ANBU.
Credeva che sarebbe morto, che quella fosse la fine. A un
certo punto, vergognosamente, ci ha pure
sperato.
“-sveglio...”
“Cosa! Davve-”
“Credo
che-”
“Sens- Sensei!”
“Smettila di
-lare, cretino!”
“Sakura chan...”
C'è
una mano nei suoi capelli e le voci sono così vicine. Il
calore intorno a lui, così come l'assenza di dolore e
sconforto, lo hanno spiazzato, ma la morbidezza delle nuove
sensazioni è così familiare che ancora non l'aveva
notata. Ci sono gli uccellini nelle vicinanze e il vento fa frusciare
le foglie, mentre il fuoco crepita accanto a lui.
Per un attimo
pensa ai suoi cani, i suoi bellissimi fedeli canidi sfacciati e
vezzosi che credeva non avrebbe più rivisto; a cui ha chiesto
scusa per non essere riuscito a sopravvivere a quella disastrosa
missione, prima di perdere conoscenza.
C'era però qualcun
altro che meritava le sue scuse...
“Sensei...”
È
un bisbiglio vicino al suo orecchio e Kakashi si ricorda
all'improvviso di capelli rosa, occhi neri e ramen. Si ricorda del
suo team, quello ancora in vita, ancora suo, il team sette che ha
cresciuto lui o forse che è cresciuto in sua presenza; e non
solo l'occhio è di nuovo nella sua testa, ma è anche
immerso nel calore di persone che hanno odore di casa.
“Sensei,”
mormora Naruto, “sei al sicuro, adesso.”
La mano del
jinchuuriki finisce sul suo petto e lui si rende conto finalmente di
non essere più nudo, di essere sopravvissuto al nemico. È
vivo e al sicuro, più al sicuro di come si è sentito in
tutta la sua vita. Kakashi si accorge che sta piangendo solo
quando Sakura emette un suono atto a placarlo e gli accarezza le
guance, asciugando le lacrime.
“Sensei,” bisbiglia lei, “per puro caso
Naruto si è dimenticato di portarti una maschera pulita,”
dice, con il tono di chi non è per niente dispiaciuto.
Lui
sputa un'improvvisa risata che finisce in un singhiozzo.
La sua
testa è stretta nelle braccia di Sakura che poggia le labbra
tra i suoi capelli, Naruto è sdraiato per metà su di
lui con la testa sul suo petto e Sasuke è sull'altro lato,
rannicchiato contro la sua coscia.
Non ha la maschera ma va tutto
bene, se lo sono meritato, o forse è arrivata l'ora di
smetterla di fare il difficile con quei ragazzini pestiferi e
complicati. Non ha neanche la giacca o la sacca dei kunai, ma ha una
divisa pulita della sua misura ed è sano e salvo, circondato
dal suo branco.
Kakashi schiude gli occhi e si trova davanti
soffici ciuffi rosa oltre i quali larghi e preoccupati occhi azzurri
lo scrutano con malcelata anticipazione. Dalla sua coscia invece,
spostando più lo sguardo che la testa, Sasuke lo osserva con
la profonda attenzione di un rapace.
Kakashi ingoia aria e apre
bocca solo per richiuderla subito dopo. Poi ci riprova e scopre che è
facile, che sa cosa vuole dire.
“Disgraziati,”
gracchia, strangolato dalla ferocia di quell'amore.
E loro ridono.
Quei disgraziati.
Ed
ecco che alla fine è successo, Nali: quel pirla di Kakashi
credeva che nessuno si sarebbe accorto della sua assenza e sarebbe
andato a salvargli le chiappe... *let's facepalm together
Chiede
scusa, lui.
Eh però, è evidente, è tutta
colpa sua che non sa rimanere vivo schioccando le dita, non sa
schivare le compagne di team suicide all'ultimo momento, non sa
sconfiggere potenti mostri di chakra vecchi di millenni da solo, non
sa fare il padre/babysitter/insegnante dopo dieci anni a sopprimere
le emozioni negli ANBU, non sa gestire traumi infantili, non associa
uno vestito da palombaro a un compagno morto sotto tonnellate di
roccia, insomma, pare incredibile che sia un genio! Oppure?
Oppure
Sarutobi ha preso delle decisioni decisamente discutibili per tutta
la durata del suo mandato. Diciamocelo, quella di dare a Danzo tanto
potere è stata un'idea poco lungimirante, come anche
dimenticarsi di spiegare ai civili la differenza tra un bambino e un
sigillo, ma la mia preferita è stata quella di lasciare che un
brillante esperto di kenjutsu e un temibile veterano pluridecorato si
suicidasse agli albori di un'altra guerra. Geniale.
Sorpresa delle sorprese, non c'è lucro. Zan zan zaaan