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Autore: Gatto1967    29/01/2022    1 recensioni
Un giorno Anthony Brown passeggiando nel giardino degli Andrew, vede una bambina che piange disperata vicino al cancello delle rose, quelle rose a lui tanto care.
Chi sarà mai?
Ovviamente noi sappiamo chi è quella bambina, e questa sembrerebbe essere la solita riedizione della storia di Candy. E in effetti lo è. Solo che stavolta c’è un elemento nuovo, un nuovo personaggio.
Chi è? Che ruolo avrà nella vita della protagonista?
Leggete e saprete…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Candy ormai aveva paura anche della propria ombra: da quando aveva sentito quella storia dei rapitori di bambini, viveva nel terrore di essere rapita.

Dal Messico poteva sempre sperare di potere un giorno, tornare a casa, rivedere le persone amate, ma dall’Europa…

 

-Ormai non manca molto al confine con il Messico.- le disse Garcia mentre cenavano davanti al fuoco. -Entro domani sera dovremmo arrivarci, e al massimo fra tre giorni saremo alla fattoria.-

-Quale sarà il mio lavoro alla fattoria signor Garcia?-

-Ti metterò a lavorare in casa, dovrai aiutare a tenere pulita la casa e a cucinare. Ma all’occorrenza dovrai anche lavorare nei campi. Certo non ti metterò ad accudire il bestiame: non è lavoro da bambina quello.-

Candy adocchiò il ramo di un albero, poi salì sul carro e ne ridiscese portando una corda.

-Che diavolo vuoi fare con quella corda?-

-Rimanga lì signor Garcia.- disse lei con un sorriso sornione mentre annodava un cappio.

Poi fece roteare l’improvvisato “lazo” sopra la sua testa e lo lanciò in direzione del ramo adocchiato poc’anzi.

Il cappio si strinse intorno al ramo e Candy con uno strattone lo spezzò, era un ramo chiaramente secco.

-Che mi venga un colpo!- disse Garcia -Davvero un bel lancio!-

Un applauso lento e cadenzato risuonò alle spalle del corpulento fattore messicano, e questi si girò.

Tre uomini emersero dalla vegetazione davanti a lui, e altri due da dietro il carro alle spalle di Candy.

-Niente male davvero, piccola…- disse uno di quegli uomini 

-Chi siete? Cosa volete?-

-Vogliamo tutto quello che c’è nel carro, grassone.- rispose l’uomo estraendo una pistola dal fodero che portava alla vita.

-Ma… ma non c’è niente nel carro… la merce che trasportavo l’ho consegnata tutta a Lakewood…-

-È vero capo!- confermò uno dei due alle spalle di Candy -Qui c’è solo ciarpame.-

-Dannazione! Abbiamo perso tempo!-

-Aspetta capo! C’è la bambina…-

Quelle parole gettarono Candy nel panico. Che volevano farle quegli uomini?

-…hai sentito parlare di quella banda che vende i bambini?-

-Già, ho sentito che fanno un sacco di soldi…-

-No… no… vi prego… non fatemi del male…-

-Io… io me ne posso andare?- farfugliò il messicano.

-Sparisci!-

Lui non se lo fece ripetere due volte e se ne andò di corsa ignorando i disperati richiami di Candy.

-Signor Garcia! Signor Garcia la prego mi aiuti!-

-Legatela e imbavagliatela! Poi buttatela nel carro! Mi sta dando ai nervi!-

Candy fu così legata, imbavagliata e gettata dentro il carro, mentre i banditi si sedevano intorno al fuoco a mangiare e discutere sul da farsi.

-Capo, io forse so come contattare uno di quelli che rapiscono i bambini, potremmo vendere a loro la bambina.-

-Ma così ci guadagneremo molto di meno.-

-È vero, ma ce li faremo amici. Quella è gente con la quale è meglio andare d’accordo.-

-Già, ho sentito dire che sono tipi pericolosi, da prendere con le molle.-

-Inoltre se gli vendiamo la bambina potremmo entrare in affari con loro e fare un sacco di soldi.-

Da dentro il carro Candy sentiva ogni parola, e quelle parole la gettarono nella più cupa disperazione. Maledetti! Maledetti Legan!

 

Infine si addormentò, e il fedele Klin le rimase accanto, quei banditi non lo avevano notato.

Nel vedere le corde che stringevano i polsi della sua umana, il suo minuscolo cervello ebbe una reazione, e lui cominciò a rosicchiare quelle corde.

Nel sentire la lingua di Klin che le raspava le mani, Candy si svegliò e si scoprì libera. Si tolse il bavaglio e sciolse le corde che le serravano le caviglie. Stava per uscire dal carro quando un’ombra le si parò davanti.

Lei ebbe un sussulto, ma quell’ombra le fece cenno di tacere.

-Signor Garcia… è lei.- disse sottovoce Candy

-Come diavolo hai fatto a liberarti? Credevo ti avessero legata!-

-È… è stato Klin.-

-Ok. Ora dobbiamo andare, i cavalli sono già attaccati.-

-Grazie signor Garcia… credevo mi avesse abbandonata… invece era solo una finzione…-

-Già… ora andiamo…-

In realtà il messicano non fingeva affatto: aveva veramente abbandonato Candy. Ma poi la coscienza gli si era risvegliata ed era tornato sui suoi passi per salvare la bambina.

Garcia salì a cassetta e spronò i cavalli così che il carro cominciò a muoversi.

Ovviamente i banditi si svegliarono e montarono sui loro cavalli per inseguire il carro, ma trovarono una brutta sorpresa: i sottopancia delle loro selle erano stati tagliati!

-Bravo signor Garcia! Ha tagliato i sottopancia delle selle! E anche le briglie dei cavalli!-

Infatti i cavalli dei banditi stavano scappando via.

-Sì, ma non ci metteranno molto a riprenderli, e i loro cavalli sono più veloci del nostro carro. Dobbiamo raggiungere il più vicino centro abitato e denunciare tutto allo sceriffo. Ci penseranno le autorità a loro!-

-Grazie ancora signor Garcia… Non so che ne sarebbe stato di me se lei…-

-Non ringraziarmi Candy! Non me lo merito!-

-Ma cosa dice? Se non fosse stato per lei io sarei stata venduta, e sarei finita chissà dove, forse addirittura in Europa! Le devo la vita…-

Garcia decise di non disilluderla, ci sarebbe stato tempo e modo di dirle la verità. Ora l’importante era portarla in salvo.

All’improvviso sentirono un rumore di zoccoli di un cavallo lanciato al galoppo.

-Maledizione!- imprecò Garcia dopo aver visto dietro di lui -Uno di quei dannati banditi ha recuperato il cavallo e ci sta raggiungendo!-

-Continui a correre signor Garcia!- disse Candy prima di rientrare nel carro.

Ne riuscì poco dopo con una corda in mano, una corda a cui aveva già stretto il cappio.

-Che vuoi fare con quella…- poi Garcia capì e si scostò per fare posto all’intraprendente bambina.

Lei si portò nel posto lasciato libero da Garcia, e come vide il bandito affiancarsi a loro con una pistola in pugno, fece rapidamente roteare il suo “lazo” e lo lanciò.

Il cappio si strinse proprio intorno al braccio che teneva la pistola, e con un deciso strattone Candy riuscì a sbilanciare l’uomo che cadde rovinosamente a terra.

-Mi venga un colpo doppio!- esclamò Garcia. -Credo proprio che ti metterò ad accudire il bestiame ragazza!-

Candy si sedette di nuovo vicino al rude signor Garcia e si mise a ridere.

 

-Ecco Candy, questo è l’ultimo centro abitato prima del confine con il Messico. Adesso andremo dallo sceriffo a raccontare quello che è successo. Poi ci riposeremo un po’ prima di proseguire il viaggio.-

 

Davanti all’ufficio dello sceriffo c’era parcheggiata una macchina, e Garcia fermò il carro proprio dietro a quella macchina.

Poi lui e Candy scesero dal carro e bussarono alla porta dello sceriffo.

Alla risposta di quest’ultimo entrarono nell’ufficio e Candy rimase senza fiato.

-Signora Rose! Signor William!-

-Candy!- gridò Rose correndo ad abbracciare quella bambina.

-È lei la bambina che cercate?-

-Sì sceriffo, è lei.- disse il signor William -È lei.-

 

Poco dopo Garcia e Candy avevano raccontato allo sceriffo la loro disavventura con i banditi.

-Sono questi gli uomini che avete visto?- chiese l’uomo estraendo dal cassetto della sua scrivania alcuni avvisi di taglia.

-Sì sono loro, riconosco in particolare quest’uomo che gli altri chiamavano “capo”.-

-Già, la banda di Billy Carter. Stavolta hanno osato troppo e li prenderemo statene certi. Hanno talmente tanti capi d’accusa sulle loro teste che non sarà necessaria la vostra testimonianza per schiaffarli in galera per il resto dei loro giorni.-

-Veniamo a noi Candy.- intervenne Rose.

-Già, che cosa fate qui signora Rose?-

-Siamo venuti per riportarti a casa Candy.-

-Ma… io… non posso…-

-E perché mai? Non vuoi ritornare a casa? Rivedere i tuoi amici?-

-Sì che lo vorrei ma…- si mise a piangere

-Che c’è Candy?- le chiese Rose poggiandole una mano sulla spalla.

-La signora Legan… dice che se non vado in Messico… lei farà circolare brutte voci sui bambini della Casa di Pony… e nessuno vorrà più adottarne uno…-

Il volto di Rose si contrasse per l’indignazione.

-Quella lurida…-

-Calmati Rose…- le disse il fratello

-Già, arrabbiarmi non mi fa bene…-

-Ascoltami Candy, la signora Legan non ha nessuna autorità su di te. Penseremo noi a lei sta tranquilla, nessuno parlerà male dei bambini della Casa di Pony. Piuttosto guarda questo.- disse poi porgendo a Candy un foglio.

Candy lo lesse e il cuore le balzò in gola: quello era un certificato d’adozione!

-Signora Rose… lei… lei mi ha… adottata!-

-Sì Candy, ti ho adottata. Vuoi venire con me? Vuoi essere mia figlia?-

Candy non riusciva più a spiccicare parola e riuscì faticosamente a farfugliare il sì più importante della sua vita, prima di abbracciare Rose Andrew: sua madre!

 

-La ringrazio signor Garcia, di quello che ha fatto per me.- disse Candy al corpulento fattore dei Legan.

-Addio Candy. Non pensare più al passato e vivi felice.-

Candy lo abbracciò

-Le voglio bene signor Garcia, e non  la dimenticherò mai.-

Garcia non ebbe cuore di dirle la verità sulle sue intenzioni di qualche giorno addietro, si sarebbe tenuto quel segreto per sé.

-Anch’io Candy non ti dimenticherò, ma adesso devo proprio andare.-

Ciò detto il signor Garcia salì sul carro e riprese la strada di casa sua.

 

-Bene Candy.- disse Rose -Adesso andiamo in albergo. Lì potrai farti un bel bagno, cambiarti d’abito e riposarti. Domani ripartiremo e sarà un lungo viaggio.-

-Posso chiedervi come facevate a sapere dove trovarmi?-

-Semplice.- le disse William -Questo è l’ultimo paese prima della frontiera con il Messico. Non potevamo sapere che percorso avrebbe seguito il signor Garcia, ma se voleva recarsi alla fattoria dei Legan, questo paese era una tappa obbligata. E se non ti avessimo trovata qui saremmo andati direttamente alla fattoria. Io so dov’è.-

-Piuttosto ragazza: Io e te dobbiamo chiarire una questione.-

-E sarebbe?-

-Finora mi hai sempre chiamata “Signora Brown”, “Signora Andrew” o “Signora Rose”.-

-E come devo…-

Lei le si inginocchiò davanti e la prese per le spalle.

-Mamma. Semplicemente mamma.-

Candy perse di nuovo una lacrima.

-Io… io… non ho mai avuto una mamma…-

-Adesso ce l’hai.-

La bambina abbracciò la donna chiamandola semplicemente:

-Mamma!-

 

Dopo che Candy si fu lavata e cambiata nella stanza d’albergo che divideva con sua madre, proprio quest’ultima la chiamò a sé e la fece sedere davanti a lei, vicino al semplice tavolo della stanza.

Le prese le mani e le sorrise.

-Sai bambina mia? Hai delle mani bellissime…-

-Ma cosa dici mamma? Guarda come sono segnate…-

-Sono belle proprio per questo sai? Sono mani di una bambina buona, una bambina che ha sempre fatto cose buone e che ne farà ancora. Mani che… adesso faremo diventare ancora più belle!-

Ciò detto prelevò con le dita la crema contenuta in un vasetto aperto sul tavolo e cominciò a spalmare le mani di Candy.

-Che cos’è mamma?-

-È una crema che farà tornare le tue mani belle e lisce.-

-Mamma io… non voglio dimenticare…-

-Non devi dimenticare piccola mia! Quello che hai passato, quello che sei stata, farà sempre parte di te, ma adesso la vita ti sta dando qualcosa di meglio… accettalo con gioia…-

Candy non poté trattenere le lacrime mentre sua madre continuava a spalmarle quella crema bianca sulle mani…

   
 
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