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Autore: MissSnape_00    02/02/2022    1 recensioni
One shot sulla coppia Hermione/Severus.
“Allora, Minerva? Il piano ha funzionato?”
“Albus, non credo. Forse a questo punto dovremmo rinunciare…”
“Sciocchezze, Minerva. Ho un’altra idea, ma ho bisogno che tu contatti Rita Skeeter”
“Rita Skeeter? Preferirei proprio non farlo”
“Fidati, Minerva, ci vuole solo un pizzico di gelosia…”
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il piano di Albus Silente
 

"Ministro Granger, lui è arrivato. È libera adesso?"
Hermione Granger, Ministro della Magia a soli 28 anni, fece un cenno di assenso senza alzare gli occhi dalle scartoffie che la tenevano occupata da quella mattina. La sua segretaria, ormai abituata, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Poco dopo, la porta si aprì nuovamente e lui entrò.
"Noto con piacere che non riesci a far passare due giorni senza contattarmi, Ministro" la voce dell'uomo risuonò nello studio. Con due falcate si avvicinò alla scrivania, occupata dalla donna, ancora intenta a scrivere. Terminò la frase con un punto deciso e alzò la testa verso l'uomo.
"Oh, Professore, sempre così disponibile" disse la donna, che nel frattempo stava mettendo in ordine i fogli sulla scrivania.
"Non usare questo tono ironico con me, Granger" rispose lui mellifluo.
"Ah, credevo che potessi farlo, ora che siamo amici" rispose lei tranquillamente, alzando gli occhi per incontrare quelli neri di lui.
L'uomo la scrutò per qualche istante. "Amici, Granger? Davvero?"
La donna sbuffò, alzandosi dalla sedia per recuperare la tazza di caffè fumante che la sua segretaria le aveva lasciato qualche minuto prima. "Non importa che tu lo riconosca, ma sì, lo siamo" concluse lei, rimettendosi a sedere. Prima che lui potesse rispondere, continuò "Ieri mi hai salvato dall'ennesimo pozionista incompetente, il minimo che potessi fare era convocarti per ringraziarti di persona".
"Oh, il Ministro della Magia ha sacrificato cinque minuti del suo prezioso tempo per ringraziare un umile pozionista? Sono onorato" rispose lui, accompagnando la frase con il suo solito ghigno.
"Che maleducata, desideri qualcosa? Caffè, tè?" rispose lei, ignorando completamente la battuta precedente.
"Al contrario di quanto tu creda, anche io ho un lavoro e più precisamente ho una pila di compiti di quelle teste di legno che mi aspetta sulla scrivania. Mi dispiace non poter godere della tua compagnia più a lungo" disse lui, alzandosi dalla sedia.
"Non sembra che ti dispiaccia così tanto, in effetti" rispose lei "Comunque non dovrai attendere molto per godere nuovamente della mia compagnia. Ci vediamo sabato prossimo" concluse la donna, aprendo la porta con un movimento veloce della bacchetta.
"Sabato prossimo?" chiese lui retoricamente.
"Sì, Minerva è stata così gentile da invitarmi al ballo per commemorare l'anniversario della battaglia. Scommetto che ti costringerà a partecipare" ghignò lei.
L'uomo si avviò verso la porta sbuffando. "Dannati Grifondoro. E dannato me che mi ritrovo sempre con voi intorno" disse tra sé e sé Severus.
"Ci vediamo sabato, Snape, buona giornata. E non essere troppo crudele con gli studenti" disse lei sorridendo.
L'uomo sbuffò ancora e si chiuse la porta alle spalle, senza salutare.
---
"Minerva!" urlò l'uomo, appena entrato in Sala Grande. La Preside alzò lo sguardo rapidamente e, vedendo Severus, sorrise brevemente. "Una parola, se non ti dispiace" terminò l'uomo, indicando l'uscita. I due camminarono fino a raggiungere lo studio della Preside.
"Caro Severus, che bello vederti" disse Albus, o meglio il ritratto di Albus. Severus rispose con un cenno veloce.
"A cosa devo tanta veemenza, mio caro?" chiese Minerva gentilmente.
"Mi stavo semplicemente chiedendo perché hai avuto bisogno di invitare persone esterne ad Hogwarts per l'evento di sabato prossimo" rispose lui, cercando di non lasciare intendere il vero motivo della sua irritazione. Ovviamente Minerva lo capì subito.
"Oh, hai visto Hermione? È stata molto carina a liberarsi per la serata" rispose la donna "Beh, Severus, non capisco il problema. Hermione è il Ministro della Magia, nonché eroina di guerra, chi meglio di lei per partecipare a un evento del genere?"
"Oh, certo, e scommetto che ci sarà anche il suo futuro marito Weasley e Potter? Che bella serata si prospetta" disse lui, allontanando lo sguardo da quello della donna.
"Sì, ovviamente ci saranno. Ho invitato tutti coloro che hanno partecipato alla battaglia" disse la donna.
"Fantastico" disse Severus, alzandosi dalla sedia.
"Aspetta, caro" disse la donna, facendo un cenno con la mano per bloccarlo "Futuro marito? A quanto ne sapevo io Ronald e Hermione non stanno più insieme da qualche mese ormai" terminò lei. Severus intanto si era riseduto. Alzò lo sguardo verso Minerva e si trovò senza parole, fortunatamente Albus intervenì.
"Oh, sei ben informata Minerva. A quanto pare Hermione ha lasciato il povero ragazzo...Ah, l'amore viene e l’amore va…" disse il vecchio mago.
Severus, momentaneamente scioccato, cercò di mascherare il tutto. "Scusate se non leggo gli articoli della Skeeter sulle vicende amorose del Ministro della Magia" disse sarcastico.
"Beh, la notizia è stata sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta per giorni" rispose la donna.
"Hermione Granger è sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta tutti i giorni, Minerva" rispose Severus, alzandosi dalla sedia per congedarsi.
"Ah, Seveurs, ecco perché ti sei abbonato alla Gazzetta! In effetti non eri mai stato interessato agli articoli della Skeeter..." disse Albus.
"Mi rifiuto di commentare" disse Severus, procedendo verso la porta e chiudendosela alle spalle con forza.
"Albus, non credo che Severus lo ammetterà mai" disse Minerva sconsolata.
"Oh, Minerva, vedrai che tutto andrà per il meglio..." replicò Albus.
"Me lo auguro...altrimenti dovremo cercare altre scuse per invitare il Ministro della Magia a Hogwarts!" disse la donna, accennando un sorriso.
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La Sala Grande era sfarzosa come sempre quando gli invitati fecero il loro ingresso. Minerva McGranitt aveva un debole per le feste e per la realizzazione di questa aveva veramente fatto del suo meglio. Infondo stavano celebrando il decimo anniversario della battaglia di Hogwarts, e quello era il suo modo per dedicare un pensiero a coloro che non ce l’avevano fatta.
Gli invitati erano quasi tutti arrivati e il cibo aveva già iniziato ad apparire sui tavoli della Sala Grande quando il Ministro della Magia fece il suo ingresso. Hermione Granger entrò a braccetto con Harry Potter, indossando un abito blu notte, che le cadeva morbido sui fianchi e che mostrava una leggera scollatura a cuore. Il suo ingresso fece partire un coro di brusii: non solo perché era il Ministro della Magia e non solo perché era entrata a braccetto con l’eroe del mondo magico, nonché star internazionale di Quidditch, ma perché quella sera era di una bellezza strepitosa. Entrò sorridendo e salutando i conoscenti, scambiando qualche parola con alcuni di loro, sempre con il sorriso sulle labbra.
Severus Snape aveva un umore nero quella sera. E questo poteva essere anche prevedibile, considerando che il suo umore era tendenzialmente quello dall’età di 10 anni, ma quella sera…Oh, quella sera Severus Snape non sapeva se sarebbe riuscito a controllarsi. Non solo perché quella festa era ridicola ai suoi occhi e perché c’erano troppe persone che lo interpellavano in discorsi inutili per cui non aveva alcun interesse, ma perché tutti giravano intorno a lei. Vecchi funzionari del Ministero che le offrivano il braccio per ballare e che la coinvolgevano in discorsi sull’attuale quadro politico, alunni di Hogwarts che le chiedevano un autografo e che volevano una foto con lei e il mitico Harry Potter, gli altri insegnanti che non facevano altro che ricordarsi di quanto lei fosse brava e dotata in tutte le materie…Severus Snape era un uomo distrutto. Cercava in tutti i modi di non pensare a lei, di togliersi quel pensiero costante dalla testa e ogni giorno, per un motivo o per l’altro, o se la trovava difronte oppure trovava il suo viso sulla prima pagina del giornale. Ed era anche vero che per il primo anno nella sua miserabile vita si era abbonato alla Gazzetta del Profeta, dannato lui. Ovviamente diceva a tutti che si era abbonato per leggere la sezione dedicata alle nuove pozioni, ma era chiaro che il motivo era un altro. E in questo momento il motivo stava camminando verso di lui, con un sorriso a 32 denti e quel vestito…Severus Snape avrebbe voluto strozzare lo stilista che aveva creato quel vestito e avrebbe voluto strozzare lei per indossarlo così bene.
“Snape sto impazzendo” sussurrò la donna, affiancandosi a lui, mantenendo sempre quel sorriso.
“Ma come Ministro, non si sta godendo questa bellissima serata?” rispose l’uomo, il suo tono ricchissimo di sarcasmo.
La donna sbuffò leggermente. “Sto impazzendo” ripeté “queste persone continuano a seguirmi, parlarmi, mi chiedono autografi e foto-“
“Granger, ti stai lamentando della tua popolarità? Sei il Ministro della Magia, te ne rendi conto? E oltre a questo qui pensano che tu e i tuoi due amichetti siate i salvatori del mondo magico”
“Quanto vorrei andarmene in questo momento”
Snape si girò e la guardò torvo. “Non pu0i”
“Sei di aiuto come sempre, grazie Snape” rispose la donna. “Comunque adesso farò il discorso che Minerva mi ha chiesto di preparare e poi tenterò la fuga”
“Come farai con i tuoi fan? Sai quanti poveri bambini stanno aspettando un tuo autografo? Cosa dovrò dire loro domani quando verranno a lezione?”
Hermione si voltò verso di lui e sbuffò sonoramente. “Quanto ti odio”
“Hermione, sei pronta? Devi fare il discorso!” disse Minerva, arrivando da dietro e poggiando una mano sulla spalla della donna.
“Sì Minerva, arrivo. Snape è sempre un piacere parlare con te, alla prossima” disse Hermione, congedandosi.
Severus non rispose.
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Erano le una passate, la maggior parte degli invitati aveva abbandonato la Sala e di lei non c’era traccia. Dopo il discorso Severus l’aveva vista parlare con altri, poi aveva detto qualcosa nell’orecchio a Potter e se n’era andata. Ovviamente per il resto del tempo aveva sentito bisbigli del tipo “Dove è andato il Ministro?” oppure “Sai, sarà molto impegnata…O forse è successo qualcosa di grave, chissà”. Severus smise di contare le volte che aveva alzato gli occhi al cielo. Quella gente era odiosa.
Severus pensò che Hermione, evidentemente, fosse riuscita ad andarsene. Da una parte la invidiava, dall’altra il fatto che fosse andata via così presto aveva solo contribuito a peggiorare ulteriormente il suo umore, già nero. Quando Minerva sembrava essersi distratta un attimo, Severus cercò di svignarsela il più velocemente possibile. Uscì dalla Sala Grande e si diresse verso l’esterno, con l’intenzione di prendere un po’ d’aria.
E quando uscì vide la sagoma di una donna, seduta sulla sponda del lago. Sola. Ovviamente era lei, chi altro poteva essere? L’uomo sospirò, il suo cervello stava urlando “VATTENE VIA DA QUI”, ma non lo fece. Quasi come un automa camminò fino a raggiungerla. Lei sentì i suoi passi, si voltò e appena lo riconobbe sorrise.
“Mi hai trovata, 10 punti a Serpeverde”
Snape la fissò dall’alto verso il basso.
“Cosa diavolo stai facendo?” disse l’uomo, non appena notò che Hermione aveva in mano una bottiglia di whiskey incendiario.
Hermione dette un piccolo sorso prima di rispondere.
“Ho un estremo bisogno di distrarmi, e secondo me ce l’hai anche tu. Siediti” disse la donna, spostandosi un po’ come se volesse lasciargli spazio.
Snape sapeva benissimo che non avrebbe dovuto sedersi, lo sapeva talmente bene che invece fece tutto il contrario e si accomodò a debita distanza.
Il fatto che lei fosse ubriaca e con quel vestito addosso imponeva che non potesse stare a meno di un metro da lui.
“È come se mi mancasse qualcosa…” iniziò lei. Snape non sapeva se stesse parlando con lui o con sé stessa.
“Che intendi?”
“Sono qui, a questa bellissima festa, con tutte queste persone che mi elogiano, con i miei amici più cari…Dovrei essere felice, eppure mi manca qualcosa”
“A tutti manca qualcosa”
“Lo so. Vorrei capire cosa, però”
“Non lo capirai mai. È così che funziona”
“Non deve essere per forza così”
Per la prima volta Snape la guardò e i loro occhi rimasero incastrati gli uni agli altri per alcuni secondi. L’uomo percepì l’intensità di quel momento come un macigno e abbassò lo sguardo.
“Vuoi da bere?” chiese lei, avvicinando la stessa bottiglia da cui un minuto prima aveva bevuto lei.
Snape la guardò inorridito e fece di no con il capo.
“Ti faccio così schifo, Snape?”
L’uomo la guardò di nuovo, preso alla sprovvista da quella domanda. Come poteva anche solo pensare di fargli schifo. Come poteva solo pensare che un essere umano avrebbe potuto schifarla.
“Granger, non pensavo fossi così insicura” rispose lui.
“Non lo sono infatti. Cioè solitamente non lo sono, ma con te a quanto pare…” non finì la frase.
“E perché mai dovresti esserlo?”
Hermione si morse il labbro inferiore. Snape percepì la tensione del momento, ma quella volta non voleva uscire dalla situazione. Voleva capire. Voleva capirla.
“Cosa ti piace in una donna, Snape?” rispose Hermione, cambiando discorso in maniera così tanto inaspettata che Severus si voltò confuso.
“Cosa mi piace in una donna?” ripeté lui. Lei annuì.
Snape avrebbe voluto rispondere che l’unica donna che gli piaceva stava seduta proprio accanto a lui. Ma, per ovvie ragioni, non lo fece.
“L’intelligenza, l’ironia e l’ambizione” rispose lui. “E a te, cosa piace in un uomo?”
Hermione sorrise, incrociando il suo sguardo.
“L’intelligenza, l’ironia e l’ambizione”
Questa volta Snape non tolse lo sguardo dagli occhi nocciola di lei. Poi successe tutto molto in fretta, lei si avvicinò, appoggiando una mano sulla sua coscia, e sussurrò a pochi centimetri dal suo orecchio “E no, non è un caso che tu sia intelligente, ironico e ambizioso”.
Severus sgranò gli occhi: quella donna era praticamente sopra di lui con quel vestito, poteva sentire il suo profumo, il battito del suo cuore, la sua mano sulla gamba…Questo era troppo per lui.
“Sei ubriaca” disse, ma la voce uscì molto più roca di quello che avrebbe voluto. Cosa diamine gli stava succedendo?
Hermione spostò il viso così da guardare in faccia Severus, con la mano ancora poggiata sulla sua coscia per tenersi in equilibrio. Si stavano fissando a pochi centimetri di distanza.
Severus avvertì il fiato di Hermione sulla sua bocca, l’aroma di whiskey unito al suo profumo dolce, al sapore fruttato. Tutto sembrava essersi fermato e Severus non sapeva cosa fare, doveva andarsene, alzarsi e tornare dentro, eppure non lo fece. Rimase lì mentre la donna percorse con la mano le linee del suo volto, scendendo fino a poggiare l’altra mano sulla sua clavicola.
“Non ti faccio schifo, allora” sussurrò lei, vicinissima.
“Sono umano, Granger” rispose lui.
Stronzo.
Hermione accennò un sorrisetto, senza spostarsi.
“Pensavo che il tuo auto controllo fosse assoluto”
“Lo è”
“Non sembra sai, forse dovresti impegnarti di più”
“Non sai cosa stai facendo”
“Ecco, Snape, su questo ti sbagli. So benissimo cosa sto facendo”
“Non giocare con me, Granger”
In quel momento Hermione si ritrasse, tolse la mano dalla sua coscia e si alzò di scatto. Bevve un altro sorso di whiskey e poi lasciò la bottiglia accanto a Severus.
“Buonanotte, Snape”
Se ne andò così. Severus guardò la sagoma della donna scomparire verso il castello.
Il pensiero delle sue labbra così vicine a quelle di lei era ancora destabilizzante.
Così prese la bottiglia e bevve un sorso.
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“Allora, Minerva? Il piano ha funzionato?”
“Albus, non credo. Forse a questo punto dovremmo rinunciare…”
“Sciocchezze, Minerva. Ho un’altra idea, ma ho bisogno che tu contatti Rita Skeeter”
“Rita Skeeter? Preferirei proprio non farlo”
“Fidati, Minerva, ci vuole solo un pizzico di gelosia…”
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Era passata una settimana dalla festa di commemorazione e Severus Snape si stava dirigendo verso le Sala Grande per fare colazione. Il suo umore non era per niente migliorato, anche perché ogni santa notte, da sette giorni, sognava quella donna e la conversazione che avevano avuto quella sera. Probabilmente sarebbe impazzito da lì a poco. Ne era convinto. Soprattutto perché si era reso conto che quel dialogo era stato frutto del troppo whiskey bevuto da Hermione, che altrimenti non si sarebbe di certo comportata in quel modo. E infatti la lettera che aveva ricevuto il giorno successivo da parte della donna era una chiara conferma del fatto che lei non lo avrebbe mai visto come lui vedeva lei.
Caro Professor Snape,
Mi dispiace per il mio comportamento di ieri sera, mi scuso se ti ho messo a disagio. Non accadrà mai più. Spero tu possa perdonarmi.
Hermione Granger
.”
Non accadrà mai più.
Il pensiero che solo l’alcool l’avrebbe portata a volere quel tipo di vicinanza con lui lo fece sentire male. Ma evidentemente tutto era come doveva essere. Non ci sarebbe stata una sola ragione al mondo che potesse spiegare il fatto che una donna come Hermione Granger volesse ragionevolmente e consapevolmente stare con un uomo come lui. E andava bene così. In effetti la solitudine non lo aveva mai spaventato.
Ma sentirla così vicina, percepire per un attimo il fatto che lei potesse ricambiarlo…Era stato un colpo al cuore per lui. E non c’è cosa peggiore di vivere il momento più bello della tua vita sapendo benissimo che non accadrà mai più.
Snape arrivò al tavolo degli insegnati e si mise a sedere; nel frattempo il suo gufo arrivò, portando la nuova copia della Gazzetta del Profeta. Appena vide la faccia di lei spiattellata in prima pagina sospirò, poi vide il titolo e rimase di sasso: “RITORNO DI FIAMMA TRA IL MINISTRO DELLA MAGIA E RONALD WEASLEY? (pagina 3)”
Ovviamente Snape, cercando di passare inosservato, andò a pagina 3 e vide una foto di loro due che parlavano, pericolosamente vicini, e un’altra in cui lei gli dava un bacio sulla guancia. Un bacio sulla guancia. Snape voleva vomitare. Si alzò velocemente dal tavolo, lasciando il giornale lì e uscì come un fulmine dalla Sala.
Minerva lo guardò e sospirò: sperava veramente che questa volta il piano di Albus avrebbe funzionato.
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Severus Snape arrivò davanti alla porta del suo ufficio. Non sapeva neanche lui per quale assurda ragione si trovasse lì. Una volta uscito dalla Sala Grande sarebbe dovuto tornare nei sotterranei e avrebbe dovuto chiudersi nel suo laboratorio per il resto della giornata. Anzi per il resto della vita. E invece no, era uscito dal castello e si era smaterializzato davanti all’imponente edificio del Ministero della Magia. Poi era entrato, aveva percorso l’ampio corridoio, aveva preso l’ascensore fino ad arrivare al piano dove c’era il suo ufficio.
E ora stava lì, con le mani in mano, davanti alla porta, senza trovare il coraggio di bussare.
Severus si maledisse internamente, voleva scomparire in quel momento, e se ne sarebbe anche andato a gambe levate, se non fosse che la porta si aprì di colpo e apparse Ronald Weasley.
“Ah. Ecco Snape” disse soltanto, guardandolo leggermente divertito.
Severus si chiese cosa diavolo avesse da ridere, ma non fece in tempo a darsi una risposta perché davanti a lui apparve anche Hermione.
Snape si rese conto che ormai era in trappola e che avrebbe dovuto usare tutte le sue abilità da spia, maturate in anni e anni di esperienza, per uscire con un minimo di dignità da quella situazione.
“Snape?” disse Hermione, evidentemente e giustamente stupita dalla sua presenza.
Ron fece con cenno con la testa ad Hermione, le toccò leggermente il braccio in segno di saluto e se ne andò.
Severus ed Hermione si guardarono, l’imbarazzo e la tensione era palpabili.
“Entri?” chiese lei, facendo un gesto ad indicare l’interno del suo ufficio.
Ovviamente lui entrò, perché cosa diavolo avrebbe dovuto fare? Fortunatamente Hermione non gli chiese il motivo per cui era appostato fuori dalla porta del suo ufficio in modo così inquietante.
“Allora…” iniziò lei, e Snape si rese conto che era arrivato il momento di dire qualcosa. La sua dignità era già a un livello estremamente basso.
“Devo parlarti” esordì lui.
“Anche io”
Severus la guardò sorpreso. Cosa doveva dirgli dopo quella lettera?
“Io…Non avrei dovuto mandarti quella lettera”
“No…?”
“No. L’ho scritta di getto…ero molto imbarazzata”
“Non devi esserlo. Ho capito la situazione”
Hermione lo guardò per un attimo, sembrava imbarazzata. “L’hai capito allora?”
“Sì…”
“E…?”
“Cosa devo dirti? È la tua vita”
Hermione lo guardò confusa. “Beh, in questo caso è anche un po’ la tua vita”
“E perché mai dovrebbe interessarmi?”
“Ah…okay, avrei dovuto aspettarmelo in effetti” rispose lei, evidentemente ferita.
Snape la guardò confuso. Cosa si aspettava che le dicesse? La situazione era ovvia a quel punto: lei si era ubriacata perché era triste a causa della situazione con il suo ormai non più ex marito e ora che erano tornati insieme era imbarazzata per essergli praticamente saltata addosso. Era logico.
“Ho una riunione, devo andare…” disse Hermione, guardando in basso.
Snape si alzò, la situazione gli stava sfuggendo di mano. Perché sembrava così triste? Gli faceva tenerezza? Forse pena? Sentì salire la rabbia e uscì di fretta dall’ufficio. La situazione era surreale, la conversazione che avevano avuto e che lui stava ripercorrendo nella sua mente non sembrava avere senso.
In questo caso è anche un po’ la tua vita? Snape era confuso. Uscì dall’ufficio e si incamminò verso l’ascensore, appena le porte si aprirono vide che era occupato…da Ronald Weasley.
“Allora? Gliel’ha detto?” disse lui, sempre con quel mezzo sorrisetto.
Maledetto, odioso, strafottente, pensò Snape. Stava per prendere la bacchetta per schiantarlo, poi si rese conto che si trovava dentro il Ministero della Magia e se lo avesse fatto si sarebbe trovato ad Azkaban dopo neanche due minuti. Respirò profondamente.
“Weasley, se credi che io abbia un qualche interesse nel sapere che siete di nuovo una coppia, ti sbagli di grosso” rispose lui, entrando nell’ascensore, che iniziò di nuovo la discesa.
“Una coppia?” rispose Ron, iniziando a ridere di gusto.
Snape lo guardò confuso. La prospettiva di andare ad Azkaban non era mai stata così allettante.
“No Snape, non è così. Non siamo più una coppia da molto tempo e non c’è nessun ritorno di fiamma, al contrario di quello che dicono i giornali. In realtà non so neanche come quelle foto siano finite lì, dato che risalgono a più di un anno fa…”
“Ti ripeto: non mi interessa”
“E cosa ci faceva fuori dalla porta del suo ufficio prima?”
“Io…stavo…dovevo parlare con il Ministro di affari di Hogwarts”
Affari di Hogwarts…va bene, Snape, va bene” rispose Ron, sempre un po’ divertito.
L’ascensore si fermò e le porta si aprirono. Prima che Severus potesse ansarsene, Ron lo fermò e lo guardò seriamente, per la prima volta.
“Ad Hermione piaci. E anche molto. Non so perché, ci ho messo un po’ anche solo a metabolizzarlo, ma è così. Faccia ciò che vuole con questa informazione, ma vi prego smettetela con questo rincorrervi ogni volta!”
E se ne andò, lasciando Severus fermo immobile in mezzo all’ascensore.
---
Cosa gli passava per la testa? Come aveva fatto a non capire le parole di Hermione? C’era voluto Ronald Weasley per fargli collegare tutti i puntini e per fargli capire che il suo sentimento era ricambiato. Severus Snape si stava dando dell’idiota, ancora in piedi in quell’ascensore, senza sapere cosa fare. O meglio, lo sapeva benissimo cosa fare ma non trovava il coraggio di farlo.
L’ascensore ricominciò a salire e in men che non si dica si ritrovò, per l’ennesima volta, davanti a quella porta. Bussò ma non rispose nessuno. Bussò ancora. Evidentemente Hermione aveva davvero una riunione e quella riunione non era nel suo ufficio.
“Professor Snape? Le serve qualcosa?” chiese una donna, che Severus riconobbe come la segretaria di Hermione.
“Devo parlare con il Ministro” rispose lui con tono serio.
“Il Ministro è a Hogwarts, aveva una riunione con la Preside McGranitt”
Snape alzò gli occhi al cielo, esasperato. “Come se non fosse già tutto abbastanza complicato”
“Scusi?”
“No, niente. Grazie per l’informazione”
Severus riprese l’ascensore: c’era un solo posto dove andare ora.
---
Erano le sei e un quarto di pomeriggio quando Severus Snape si smaterializzò davanti ad Hogwarts. Non avrebbe aspettato un secondo in più; dopo quel pomeriggio infernale l’unico desiderio era vedere Hermione ed avere la conferma di ciò che aveva detto Ronald Weasley. Severus corse dentro al castello e, sempre a passo svelto, salì le scale che lo condussero difronte all’imponente porta dell’ufficio di Minerva. Senza neanche bussare, disse la parola d’ordine ed entrò.
Hermione era lì.
Severus aveva il fiatone, fece due passi per raggiungerla e si fermò. La donna si voltò e per un attimo la sua espressione fu di pura sorpresa.
“Ciao…io…sto aspettando Minerva. Avevo una riunione con lei, ma è in ritardo” disse semplicemente la donna.
Snape pensò che Minerva non fosse mai in ritardo e stava iniziando a preoccuparsi, fino a che non vide l’espressione di Silente. O per meglio dire, del quadro di Silente. Sorrideva, il vecchio preside. Ma non un sorriso normale, no, Severus conosceva bene il sorriso che aveva Albus quando architettava un piano. E aveva l’impressione che quel piano riguardasse proprio lui e la donna che aveva difronte.
Snape si rese conto di non aver risposto. Così fece un respiro profondo e cercò di trovare le parole giusto per evitare di risultare un completo idiota.
“Io penso che tu sia intelligente” esordì.
Hermione lo guardò stranita. “Grazie…?”
“No, aspetta: penso che tu sia intelligente, ironica e ambiziosa. A dire il vero sei estremamente intelligente, ironica e ambiziosa. Non ho mai conosciuto una persona più intelligente, ironica e ambiziosa di te, Hermione” disse solo queste parole, sperando che lei capisse, e ovviamente capì, perché era intelligente, e quando alzò lo sguardo vide il sorriso più bello che gli fosse mai stato rivolto.
“Posso baciarti, Severus?”
L’uomo non rispose, si avvicinò e con estrema delicatezza prese il viso della donna tra le mani. Lei poggiò le mani sulle sue spalle, si alzò sulle punte dei piedi per colmare la differenza di altezza, e con estrema naturalezza si dettero il loro primo bacio.
A quanto pare il piano geniale di Albus Silente aveva funzionato veramente.
 
Ciao a tutti! Altra one shot su questa coppia da cui torno sempre nonostante i mille impegni <3 Spero che la storia vi piaccia. Le recensioni sono sempre gradite <3
   
 
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