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Autore: Gaia Bessie    06/02/2022    1 recensioni
[Hogwarts!AU]
Quando Antonio, a cinque anni, comincia a manifestare segni di magia involontaria, Mirabel rimane sola a farsi smangiucchiare dall’invidia – non lo dice mai: che, forse, meritava anche lei un miracolo.
[Camilo/Isabela, Dolores/Mariano; Tutti i personaggi]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ispirato alla prima traccia del film.


Quando Antonio, a cinque anni, comincia a manifestare segni di magia involontaria, Mirabel rimane sola a farsi smangiucchiare dall’invidia – non lo dice mai: che, forse, meritava anche lei un miracolo.
 
Mostrami la via
 
Prologo: La famiglia Madrigal
 
Alma Madrigal era stata madre di tre maghi, lei, una Babbana cacciata in Inghilterra dalla Colombia, nel 1944, in seguito alle agitazioni della guerra Babbana sul nuovo continente: quando qualcuno lo domanda, Abuela Alma ha sempre gli occhi lucidi.
Racconta della paura, delle privazioni e di tutto quello che è stato subito dalla sua gente mentre l’Europa combatteva contro los malos che aveva infettato il cuore degli uomini – racconta di Abuelo Pedro, che si sacrificò durante la loro fuga dalla fame e dalla miseria, offrendosi alle SS in Francia. Fu in quel momento che Alma Madrigal iniziò a pregare per il proprio personalissimo miracolo.
Dovette aspettare qualche anno: quando i suoi tre figli compirono cinque anni, in loro si manifestò la magia e, allora, la futura Abuela comprese che il sacrificio di suo marito non era stato vano – Pedro era andato incontro ai soldati di Hitler, a mani alzate, mentre moglie e figli fuggivano verso il Canale della Manica. Solamente nel dopoguerra, Alma aveva compreso che non avrebbe rivisto suo marito mai più ma, dentro di sé, non s’era mai rassegnata – lo vedeva nei suoi nipoti, nel sorriso di Camilo, nello sguardo di Isabela, nei capelli di Luisa, nelle mani di Dolores e, più di tutti, in Mirabel.
Ma, adesso che Mirabel deve assistere al don del piccolo Antonio, è tutta dipinta in sorrisi crepati – si sono trasferiti nella Londra Magica perché era giusto così e Abuela, anno dopo anno, è diventata una figura di riferimento per tutti i Nati Babbani. Tutti i Madrigal sono andati a Hogwarts perché era giusto così – non tutti: Beauxbatons per l’elegante Isabela, Durmstrang per Luisa.
In tutti loro è cresciuto el milagro, permettendo a due generazioni di divenire i fiori più belli di tutto il Mondo Magico – ogni bambino della Londra Magica li prende come esempio e si domanda perché siano così rispettati.
«Mirabel?».
«Mirabel!».
E chiedono a lei.
«Spiegaci i loro talenti, parlaci di voi, rivelaci ogni vostro segreto!».
«Calmi, calmi» Mirabel sorride sempre, ma mai per davvero. «Venite con me, vi mostro una cosa».
Dentro casa Madrigal, la casita, è appeso un arazzo raffigurante la famiglia: Pedro e Alma che benedicono la propria progenie, due Babbani benedetti da un vero e proprio miracolo.
«La prima è mia Tia Pepa» spiega Mirabel, indicando una donna dai capelli rossi. «Lei è bravissima con gli incantesimi metereologici, può far piovere se è arrabbiata o splendere il sole se è felice».
I bambini la guardano, spalancando gli occhi grandi come scodelle, mentre indica una bruciatura al centro dell’arazzo.
«Poi, mio Tio Bruno».
«Non si nomina Bruno» sussurra una delle bambine, i capelli castani acconciati in due treccine. «Mio padre dice che non bisogna nominarlo mai».
«Si dice che fosse in grado di leggere il futuro» Mirabel scrolla le spalle. «Un giorno, poi, è andato via».
Non lo spiega – che Bruno è uno dei grandi misteri dei Madrigal, ciò che Abuela rimpiange di più: il figlio sparito in una nuvola di foglie da tè, questo sì, il figlio che non è tornato mai. Qualche volta, la madre di Mirabel se lo domanda: cos’aveva visto, Bruno, per fuggire via in quella maniera?
«E infine c’è mia mamma, Julieta» continua Mirabel, sorridendo leggermente. «Lei è imbattibile negli incantesimi domestici, fa la Guaritrice al San Mungo. Ha sposato mio padre, Augustin, e Tia Pepa ha sposato Felix».
«Io non capisco!» protesta un bambino dai capelli color carbone, indicando l’arazzo. «Chi è tua sorella e chi tua cugina? Siete veramente troppi!».
«Meno dei Weasley» risponde la giovane Madrigal, ridendo. «Okay, adesso statemi a sentire: c’è mia cugina Dolores, ha aiutato i gemelli Wesley a creare le Orecchie Oblunghe. Se hai un segreto da confessare, stai sicuro che lei lo sentirà».
Mirabel passa a indicare gli altri due figli di Pepa e Felix, sorridendo nostalgica – da quando Camilo è andato a Hogwarts, i rapporti con quello che era stato il suo migliore amico si sono incrinati inesorabilmente: suo cugino non ha mai compreso che significato avesse, dentro Mirabel, tutta quella inquietudine.
«Camilo è un Metamorfomagus, Antonio andrà a Hogwarts tra qualche anno» prosegue. «Poi ci sono le mie sorelle, Isabela e Luisa: entrambe sono ottime streghe. Isabela si sposerà a breve, Luisa studia per diventare Auror».
Ecco qui, suggerisce Mirabel, questi sono i Madrigal.
«E tu?» domanda un terzo bambino, spalancando gli occhioni azzurri. «Tu cosa sai fare?».
La fa sospirare – come ha sospirato quando suo cugino, l’ultimo rimasto a farle compagnia nella stanza dei bambini, ha infine manifestato i primi segni di magia involontaria.
«Non è una storia autobiografica» sorride, ma solo con la bocca. «Era la storia dei Madrigal, non di Mirabel».
I bambini protestano – lei è senza parole: sulla pelle, ancora duole il rifiuto, la delusione e gli occhi spalancati di Abuela mentre il Medimago da cui l’aveva portata diceva. Mi dispiace, signora, credo non ci sia niente da fare.
Ma aveva mostrato dei segni, nessuno nella nostra famiglia, noi…
Signora Madrigal, mi ascolti: in ogni famiglia capitano dei Maghinò. Ma so che amerete lo stesso vostra nipote, non è vero?
Non c’era stata risposta.
«Mirabel» Abuela Alma imbocca il salone della casita, un sorriso di ghiaccio che le crepa il volto. «Si può sapere cosa stai facendo?».
«Stava per raccontarci di quanto sia una strega formidabile!» strillano i bambini, in coro, indicandola.
«Oh» sussurra Dolores, spuntando dietro sua nonna, arrotolando un filo delle Orecchie Oblunghe. «Mirabel è una Maganò, non ve lo ha detto?».
No, pensa Mirabel socchiudendo gli occhi per evitare di mettersi a piangere davanti a tutti, certo che no.

 
Che dire?
Sto sbagliando a lanciarmi in questa long, ma chi mi ha fermata?
Vi ringrazio per avermi letta.
Gaia
   
 
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