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Autore: annapuff    06/02/2022    1 recensioni
Maybe it's a fate... ed ecco il secondo volume!
Avevamo lasciato Yoongi e Isabel separati, per via di un destino crudele!
Ed eccoli pronti a iniziare un 2016!
Se pensate che tutto sia stato tragico in passato... beh non avete ancora visto nulla!
altri quattro anni prima che si rincontrino nel 2020!
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 34 HER
7 GENNAIO 2017 CHICAGO
“Come iniziare il duemila e diciassette bene” disse Isabel sbuffando mentre stava lanciando vari abiti nella valigia
“Aigoo, che stai facendo a quei poveri vestiti!” urlò Win-hoo mentre passava dalla camera di Isabel per controllare a che punto stesse con i bagagli
“Io?” disse lei perplessa lanciando l’ennesimo vestito all’interno della valigia e dopo di che alzando lo sguardo su di Win-hoo che stava già scappando verso di lei
“Dovresti piegarli” disse lui sconvolto avvicinandosi alla valigia e strabuzzando gli occhi
“No! Sono arrabbiata! Non voglio tornare a Seul!” urlò lei prendendo un altro vestito e incominciando ad appallottolarlo molto irritata dalla situazione
“Aigoo, non tornare, ma non maltrattare i poveri vestiti” disse risentito il ragazzo strappandole il vestito dalle mani e guardando l’etichetta con la scritta Dior e rimanendo sconvolto
“Non posso non tornare” disse lei imbronciata con le braccia al petto, sbuffando su una ciocca di capelli che le era fuoriuscita dalla coda alta.
“Vai via, ti faccio io la valigia! Sembra sia scoppiata una bomba!” urlò Win-hoo spingendola via, mentre lei lo guardava torva
“Quanto la fai tragica, sono solo vestiti!” disse Isabel con una smorfia di disgusto verso i suoi abiti di marca appallottolati malamente nella valigia
“Isabel questo è un Dior appallottolato ti rendi conto?” disse con voce isterica e lei alzo gli occhi al cielo
“Ah si?? Aigoo che tragedia denunciami per maltrattamento di stoffa!” disse lei ironica
“Dashimeeeeeennnnnnn!!” urlò Win-hoo con tutta la voce che avesse in gola
“Che fai perché chiami lui?” chiese confusa scuotendo la testa
“Perché Dashimen ti porterà via da qui!” esclamò lui incominciando a piegare il vestito in modo nervoso
“Cosa succede ora?” disse Dashimen apparendo in un lampo vicino alla porta e ghignando
“Portala via, così posso aggiustare la valigia” disse con voce isterica
“Aigoo, quando la smetterai di far venire gli infarti a Win hoo?” chiese Dash avvicinandosi a lei ghignando e con le mani in tasca dandosi un tono.
“Non ho fatto nulla” disse lei con le mani sui suoi fianchi e lanciando un’occhiata di disgusto a Win-hoo che stava svuotando la valigia cercando di mettere in ordine maniacale il tutto facendo degli urletti isterici alla visione di ogni capo di marca stropicciato.
“Non direi dato il suo stato” disse Dashimen ridendo indicandolo
“Non è colpa mia se ha un disturbo ossessivo compulsivo” disse lei facendo spallucce e continuando a guardare Win-hoo in crisi
“No, sei tu che non sei per niente ordinata! Aigo questo è un dolce gabbana, guarda in che stato è! Ha anche una macchia! Hai macchiato un dolce!!!!!” urlò saltellando sul posto con il capo stretto in mano mostrando una macchia rossa in bella nostra sul tessuto giallo.
“Aigoo! Quello è il vestito con cui ho fatto un omicidio!” urlò lei recitando la parte della killer
“Cosa?” spalancò la bocca Win-hoo mentre Dashimen si lasciò andare alle risate “Smettila di traumatizzarlo!” disse tra una risata e l’altra tenendosi la pancia per il troppo ridere per via della faccia sconvolta di Win-hoo che impaurito faceva saettare lo sguardo prima su Isabel e poi su Dashimen, impaurito dalla situazione
“No-n ha- fat—to re-alm-ente un omi-cidi-o?” chiese tremante
“Se anche l’avessi fatto tu caro il mio assistente sei legato al segreto professionale” disse lei tranquilla mentre si guardava le unghie con disinvoltura recitando la sua parte
“Aish! Isabel smettila!” rise Dashimen “Non ha fatto nessun omicidio ha solo esagerato con il vino l’altra sera” disse scuotendo la testa
“Aigoo! Smettila di farmi gli scherzi!” urlò Win-hoo con il broncio
“Ehi volevate voi che tornavo quella di prima, lo sto facendo utilizzando gli scherzi!” disse lei ridacchiando e facendo l’occhiolino
“Io non ti ho mai vista fare scherzi” disse Dashimen
“Capitava in un'altra vita quando mi annoiavo, e in quest’ultima settimana mi sono annoiata mi hanno tolto tutto il mio lavoro dato che dobbiamo tornare a Seul, non avevo molto da fare” disse facendo spallucce
“Per questo hai deciso di metterci un serpente finto sul divano ieri sera?” chiese Win-hoo “Perché sei annoiata?” urlava isterico
“Aigoo, perché non potrò fare nulla di questo a Seul, tranquillo i miei momenti scherzosi sono ufficialmente finiti, e durati si e no due giorni” disse lei mettendo una mano sulla fronte con il fare drammatico
“Aigoo… meno male che sono durati solo due giorni, la tua personalità è strana, mi sorprendi sempre”  disse Dashimen scuotendo la testa con le braccia incrociate al petto.
“Comunque devo andare da una parte, mi accompagni?” chiese Isabel sorridendo
“Io devo sistemare la valigia” disse Win-hoo imbronciato mentre continuava a piegare indumenti senza degnarla di uno sguardo
“Dicevo a Dashimen…” disse lei storcendo il naso
“Ah, si ti accompagno” disse lui facendo spallucce “Buon lavoro amico, se hai tempo fai anche la mia è nello stesso medesimo stato di quella di Isabel” incominciò a ridere Dashimen mentre Win-hoo alzava lo sguardo su il ragazzo con un’aria omicida negli occhi
“Aigoo, scappa o ti ammazza” rise Isabel guardando Win-hoo con stima e trattenendo una risata
“Andate viaaaaaa! Distruttori di vestiti!” urlò il ragazzo e i due incominciarono a correre via ridendo lasciando solo l’assistente in piena crisi di nervi.
 
9 GENNAIO 2017 SEUL
Isabel si ritrovò a varcare la porta di casa, con Win-hoo alle sue spalle che l’aiutava a posare i bagagli.
“Visto Nabi siamo tornate a casa” disse lei alla sua cucciola che teneva stretta fra le braccia
“Mi mancava la Corea!” Esclamò Win-hoo felice
“A me per niente” disse lei scuotendo la testa “Perché ti mancava?” chiese lei con un cipiglio alzato
“Beh è casa mia!” disse lui felice mentre si toglieva li cappotto pesante
“Mmmh non ti trovi più libero in America?” chiese lei incuriosita lanciando le scarpe per aria
“Oh, si molto più libero, ma l’America mi fa paura troppa gente strana” disse per poi guardare le scarpe di Isabel atterrare malamente sul pavimento e andarle a recuperare
“Comprendo… Win-hoo penso tu possa andare, ci vediamo fra due giorni in ufficio” disse lei annuendo concisa “Lascia le mie scarpe lì” disse scuotendo la testa
“Aigoo, sai veramente essere molto disordinata, Perché non ci vediamo domani?” chiese lui mentre sistemava il tutto
“No, prenditi un giorno libero hai lavorato parecchio” disse lei annuendo “Ti meriti del riposo, e svago non so, esci, vai a trovare la tua famiglia”
“Al dire il vero lavoro di più qui in Corea, in America lei mi lasciava sempre il weekend libero”  disse pensieroso
“Win-hoo… quando siamo soli evita il linguaggio informale, lo sai” sbuffò lei incominciando a girarsi intorno alla stanza scalza
“Si, ma mi confondo poi in pubblico, ho paura di fare figuracce, mi devo riabituare” disse dispiaciuto
“Si, hai ragione… Win-hoo non devo ricordarti che tutto quello che mi riguarda è top secret vero?” chiese lei tornando a guardarlo
“Lo so Isabel, anche se non c’è molto che potrei dire” disse lui
“Mmh giusto, comunque sia, penso che poiché io sia tornata dovrei ricominciare con i vari social, tu che ne pensi?” chiese lei scettica
“Penso che me ne occuperò io! E ne sono felicissimo!” disse allegro saltellando
“Ottimo, almeno qualcuno è felice in questo mondo” disse lei con una smorfia
“Ceniamo insieme?” chiese lui sorridendo “Ho un paio di idea da proporti”
“Si direi di si” disse annuendo “Ordina qualcosa” sorrise lei per via della felicità del ragazzo
“Ah finalmente mangiamo Coreano che felicità” esclamò su di giri il ragazzo mentre prendeva il telefono cercando un posto dove ordinare
“Come fai a essere felice per ogni cosa è un mistero per me” ridacchiò lei scuotendo la testa
“Penso io faccia lo stesso che fai tu, solo che tu sei irritata da ogni cosa” annuì lui convinto di ciò che avesse appena detto
“Ottimo pensiero… ordina da mangiare, io faccio una chiamata” disse lei
“Chiami Dashimen?”
“Si, ma non posso invitarlo qui, Win-hoo ricorda io e lui non siamo amici e non ci conosciamo, lui non è neanche socio dell’Hotel dato che quella è una cosa anonima, e non abbiamo mai passato tutto il periodo in America insieme nella stessa casa” le ricordò lei leggermente impaurita che potesse scappare qualcosa a qualcuno, era tornata a Seul doveva essere super attenti tutti quanti.
“Certo! Lo so!” esclamò
“Perfetto… lo chiamo per sapere se è tutto okay” disse andando con la valigia verso la sua camera da letto.

Arrivò in camera posò la valigia e chiuse la porta della sua stanza per un attimo, si appoggiò con il corpo alla porta chiudendo gli occhi per un attimo.
Era a Seul, tutto sarebbe diventato difficile, non poteva più permettersi di stare male non poteva tentennare e doveva stare più attenta a suo padre per avere meno ripercussioni, senza Do-yoon  a proteggerla rischiava di più, e sapeva anche che il suo dire tutto quello che le passasse per la testa, il suo essere spavalda e una testa calda non  avrebbe aiutato.
Avrebbe dovuto ricominciare ad avere contatti con l’elitè e rafforzare le amicizie che aveva fatto tramite Do-yoon, doveva aumentare la sua cerchia e doveva aumentare i suoi fan.  Tutto doveva essere studiato prima, i suoi comportamenti, il suo modo di essere, la sua personalità.
Si staccò dalla porta e si avviò per la camera, odiava quella stanza, non era la sua, la sua vera casa era l’altro appartamento.
Incominciò a girarsi intorno, cercando di abituarsi di nuovo a quell’ambiente che sentiva estraneo a lei, si voltò lentamente verso la specchiera e si avvicinò al suo riflesso passo una mano sui suoi capelli, tagliati alla perfezione, toccò le corte ciocche del suo caschetto altezza sopra la spalla, scosse leggermente la testa per smuoverlo un po’.
Non aveva mai tagliato i capelli così corti, le erano sempre piaciuti lunghi. Passò una mano tra di loro continuando ad osservarli, prima o poi si sarebbe abituata, così come si fosse abituata all’assenza di colori.
Era il momento di combattere, di mandare via le paure e di essere una nuova Isabel. Non ci sarebbe stata tristezza, non ci sarebbe stata depressione. Solo spavalderia, orgoglio e forza.
Era il momento di farsi valere e incominciare seriamente la lotta contro suo padre.
 
12 GENNAIO 2017
Isabel aveva appena varcando le porte dell’entrata alla Big-hit, cercando di farsi notare il meno possibile, aveva mostrato il suo tesserino e si era diretta accompagnata da una guardia verso l’ufficio del Pd-nim.
“Salve, Isabel Kim” disse alla segretaria
“Oh, è lei!” disse la segretaria sorridendo ampliamente
“Ehm si… sono venuta ad incontrare Pd-nim” disse confusa da quella esuberanza strizzando gli occhi nervosa
“Oh certo, la trovo bene signorina Kim!”
“Grazie mille” disse lei confusa e a disagio da quel comportamento esuberante
“L’ultima volta stava male” disse la segretaria facendo il broncio
“Ah giusto ero caduta, avevo la gamba fasciata, beh sono del tutto guarita in questi. mesi!” disse cordiale lei, stupendosi che la segretaria si ricordasse così bene di lei
“Mi fa piacere saperlo! Vado ad avvisare il pd-nim” disse inchinandosi e sgambettando via verso l’ufficio del presidente.
“Grazie” sorrise tiratamente Isabel per poi guardarla andare via e pensare che quella segretaria fosse strana, ma anche molto sexy per essere una segretaria, fece spallucce e si andò a sedere.
Non le piaceva molto trovarsi in quel posto ma era urgente e quindi aveva deciso di recarsi di mattina presto all’agenzia, sperando con tutta se stessa che Yoongi e il resto della combriccola fosse ancora a letto.
Dopo pochi secondi fu ricevuta dal Pd-nim e si addentro nell’ufficio.
 
Dopo alcuni convenevoli finalmente si ritrovarono a parlare dell’urgenza del perché lei si trovasse lì.
“La compagnia di suo zio ha deciso di rivederci le quote che avevano comprato due anni fa” disse un modo serioso Hitman
“Vuole chiedermi di fare lo stesso?” chiese lei sorseggiando il suo caffè  impassibile
“No, volevo solo avvisarla di questo” disse lui tranquillo
“Lo sa che non le conviene che io venda le mie, rischiereste di perdere troppo” disse lei con noncuranza, malgrado non trasparisse nessuna emozione, in cuor suo aveva paura che il pd-nim le avrebbe chiesto di riprendersi l’investimento. E lei non voleva, era il suo unico modo per continuare a incoraggiare Yoongi anche se in segreto.
“Si lo so, al dire il vero volevo chiederle se potesse investire altro.” Chiese lui tastandosi il mento leggermente in imbarazzo per quella richiesta, fare affari con quella ragazzina lo metteva sempre a disagio, primo per il suo passato con Yoongi, secondo perché si sentiva in parte responsabile della loro rottura, e terzo perché pur essendo molto più piccola di lui era anche molto più potente di lui e ciò lo metteva a disagio. In più era certo che per il senso di colpa le avrebbe concesso di tutto.  
“Mmh…. dovrei solo parlare con il commercialista, ma penso sia tutto apposto, mi mandi una cifra tramite email” disse cordiale sperando di potersi congedare il prima possibile e riprendendo a respirare internamente, aveva veramente avuto parecchia paura di perdere quell’investimento.
“Perfetto, pensa di essere scomoda come investitrice?” chiese lui incuriosito, non si erano mai visti in quegli anni a parte per il giorno in cui lei si era recata a proporli il finanziamento, era incuriosito da quella ragazza specie per tutto il lavoro che faceva e per tutte le volte che veniva descritta sui tabloid come bellissima e impossibile, una regina dei ghiacci impossibile da raggiungere. Era tornata da pochi giorni e ancora nessuno aveva saputo del suo ritorno, ma appena si sarebbe rilevata, era della convinzione che i social sarebbero di nuovo impazziti.
A guardarla bene non c’era più traccia della ragazzina con gli occhi lucidi nella sua macchina che cercava una possibile soluzione alla propria relazione d’amore.  Davanti a lui si trovava una donna fredda, e impassibile capace di gestire qualunque tipo di trattativa in maniera del tutto professionale.
“No, nessuno è al coerente di questo mio fare affari con voi e tale deve rimanere, comunque sia complimenti al gruppo per l’ultimo traguardo raggiunto ai Mama, il loro successo è in gran crescita.” sorrise lei in maniera educata, senza scomporsi minimamente
“Si, si stanno impegnando molto i ragazzi” sorrise lui fiero “Ho anche fatto avere al gruppo sia il biglietto che i fiori, la ringraziano” disse sorridente cercando un minimo di emozione sul viso della ragazza ma non trovandone.
“Qualcuno l’ha collegato a me?” chiese lei rimanendo di ghiaccio.
“Ehm, non ne sono sicuro, può esserci una possibilità” disse leggermente a disagio Pd-nim, non era molto sicuro di dirle la verità, ma era veramente incuriosito da una sua qualsiasi reazione al tutto.
“Nel senso? Si spieghi meglio?” chiese lei indurendo lo sguardo, non le piacevano i giri di parole li percepiva come una collassare perdita di tempo
“Taehyung può averlo intuito, e forse Namjoon, ha chiesto la lista degli azionisti alla mia segretaria, e da un po’ di mesi tramite lei prova a ricavare informazioni”
“Tramite la sua segretaria?” chiese lei confusa arricciando il naso leggermente, con la mente che incominciava a elaborare l’informazione appena colta facendo, ipotesi di qualunque tipo.
“Ehm… si, Namjoon è molto intelligente” disse cercando di nascondere il disagio e l’imbarazzo.
“Aigoo… la sua segretaria ha una fede se non erro” disse Isabel non riuscendo a rimanere seria e svelando il suo stupore, era abituata a studiare le persone che le si presentavano davanti, Do-yoon le aveva insegnato come fare in passato, durante i ricevimenti, le serate e i party, le si accostava all’orecchio e le faceva notare piccoli dettagli nelle persone.  Lei inizialmente ne rimaneva stupita, dopo di che prese quel fare del fotografo come sfida e incominciò a fare lo stesso, capitava che a volta si sfidassero su chi carpisse più informazioni a riguardo, lo trovava molto divertente ma anche molto utile. A quanto pare gli insegnamenti di Do-yoon erano serviti e lei si accorgeva di dettagli senza neanche accorgersi, era diventato ormai una normalità farlo.
“È una brava osservatrice” sorrise Pd-nim, sorpreso che Isabel avesse individuato la fede sulla mano della ragazza.
“È al sicuro? Namjoon intendo, non è che rischia uno scandalo con questa faccenda?” chiese poi preoccupata con un tono misto al rimproverò mentre iniziava a giocherellare con il braccialetto al suo polso, leggermente nervosa per via della notizia appena ricevuta.
“Si preoccupa del suo investimento o dei ragazzi?” chiese pd-nim con un ghigno dato la reazione di lei
“Secondo lei?” chiese Isabel alzando un sopracciglio, leggermente irritata dalla domanda a brucio pelo dell’uomo che sapeva più che altro di provocazione.
“Dei ragazzi” disse lui serio ghignando leggermente.
“Quindi rischia qualcosa oppure no?” chiese di nuovo Isabel leggermente innervosita dal modo di fare dell’uomo di metterla alla prova.
“No, abbiamo tutto sotto controllo, per il momento” l’uomo prese la tazza davanti a sé e incominciò a sorseggiare il suo Thè a disagio.
“Spero per lei che sia così” disse alzando un sopracciglio e facendo calare per un attimo un silenzio ricolmo di tensione, mentre entrambi sorseggiavano il proprio Thè.
Isabel non era molto convinta della questione, pensava che il fatto che Namjoon stesse con una donna sposata non avrebbe portato niente di buono e molto probabilmente quella donna lo stava anche usando per chissà cosa. Improvvisamente venne invasa da un senso di angoscia, se Namjoon, il caro leader tutto di un pezzo e responsabile stesse facendo un errore così grande, chissà Yoongi che cosa diavolo stesse combinando.  
“Lui come sta?” chiese lei cercando di non mostrare emozioni come aveva imparato ormai a fare, ma essendo a conoscenza che Hitman sapesse fin troppo bene quanto lei ci tenesse a tutti loro e specialmente a lui.
 “Si frequenta con una ragazza per quanto ne so” disse l’uomo cercando di scorgere qualcosa in lei che invece rimase impassibile, e poso la tazza di nuovo sul tavolo.
“Spero no una sposata come il leader del gruppo” si lasciò sfuggire lei con un sorriso sarcastico.
“Non è sposata, non si preoccupi” disse Pd-nim evitando di ridere al commento acido di lei.
“Vuole sapere altro?” chiese lui affabile
“No nulla, non avrei dovuto chiedere, alla fine sono un’investitrice qualunque, spero solo che teniate tutto sotto controllo” disse in modo conciso, cercando di riprendere il proprio contegno. Quella riunione doveva svolgersi solo in maniera professionale ma era molto complicato far si che ciò accadesse dato i trascorsi.
 “Lei? Sono al coerente che ha parecchi spasimanti, trovato qualcuno?” chiese lui incuriosito per poter continuare la conversazione
“Pd-nim, io e lei non siamo amici, non vedo perché dovrei parlarle di questo” disse lei piccata con sguardo severo.
“È cambiata Isabel-iss, o mi vuole far credere questo” disse osservandola attentamente, tornando a provocarla.
“Fa parte della vita il cambiamento” sorrise lei senza celare alcuna emozione, e ritornando per un attimo di nuovo professionale.
“Mi sento responsabile ed a disagio per quanto è accaduto tre anni fa” si scuso lui abbassando leggermente il capo
“È stata colpa di mio padre e delle minacce. Sono stata io a prendere la scelta che mi sembrasse più giusta prendere, non è responsabile di nulla. Non si preoccupi”  disse con sentimento, non aveva mai dato colpe a Hit man, anzi il fatto che lui tenesse il suo segreto per sé, facesse si che Isabel sentisse molto rispetto per l’uomo.
“Come adulto, avrei dovuto supportarvi e aiutarvi, non farle rinunciare, forse avrei potuto fare qualcosa” disse con rammarico
“Combattere per un amore adolescenziale, rischiando tutta la sua compagnia? No, ha fatto la scelta giusta come l’ho fatta io. E poi se sono riuscita a rinunciare a lui così facilmente, forse non era realmente importante come credevo. Lui è fidanzato e ora io ho la mia vita. Va tutto bene” disse lei prendendo di nuovo la tazza di Thè per dare un ultimo sorso, sentiva la bocca secca e un nodo stringersi in gola per via del discorso appena trattato, riappoggiò la tazzina sulla scrivania con la mano leggermente tremante, Pd-nim si accorse di ciò e decise di cambiare discorso.
“Sono venuto a conoscenza dei suoi ultimi progetti per dei fondi a degli orfanotrofi, è stato un bel gesto” disse complimentandosi
“Ha pagato tutto l’azienda, è merito loro” disse lei cercando come sempre di non prendersi il merito di nulla.
“C’era lei sui tabloide, stava scritto che dall’America è riuscita a seguire il progetto” disse lui con decisione
“Pensano che il mio aspetto, sia ottimo per valorizzare l’azienda quindi, in questi casi vengo utilizzata io per le interviste, pensano sia più portata di mio fratello.” Disse lei con non curanza passandosi una mano sul collo leggermente a disagio, sia per i complimenti che per la situazione a che aveva dovuto risolvere. Quel progetto degli orfanotrofi l’aveva dovuto organizzare tutto in un paio di giorni e solo per mettere a tacere lo scandalo che il fratello stesse sperperando i soldi in gioco d’azzardo, notizia uscita non si sa come.  
“Capisco solo a guardarla il perché lei sia più portata, riesce ad ammaliare la gente tranquillamente da quel che ho visto in televisione” disse lui sempre complimentandosi.
“Ad ognuno il suo ruolo non crede?” sorrise sicura di sé lei annuendo con un leggero movimento del capo, come a convincersi di ciò che stesse dicendo
“Preferisco altro, del tipo ad ognuno il suo di sogno, non credo molto nei ruoli imposti dalla società”
“Every body say no?” si lasciò sfuggire un sorriso fiero la ragazza, ricordava parte del testo, lui le l’aveva mostrato molto prima dell’uscito del album quando era tornata dal Giappone e ne avevano parlato parecchio.
“Giusto, non li avrei fatti cantare quello che cantano se non ci credessi anche io”
“Beh non tutti possono seguire il proprio sogno, mi scusi ma ora devo tornare in ufficio, nessuno è a conoscenza del mio trovarmi in questo posto” disse alzandosi e prendendo gli occhiali da sole dalla borsa, la giacca di pelle e il cappello strategico.
“Oh certo, le manderò un email, con all’incirca l’ammonto che ci sarebbe comodo” Disse alzandosi e facendo strada verso la porta.
“Perfetto, vuole che faccia tutto tramite commercialisti senza che l’avvisi o vuole che la chiami?” chiese lei alzando lo sguardo sul capo vicino a lei
“Può chiamarmi grazie, lo apprezzerei molto” sorrise l’uomo amabile “Allora la chiamerò, è stato un piacere, arrivederla”  sorrise sempre educatamente lei facendo un leggero inchino
“Oh, certo arrivederla Isabel-iss” disse anche lui inchinandosi mentre le apriva la porta
“Ah, pd-nim le dispiace se scambio un paio di parole con la sua segretaria?” sorrise lei cercando di essere più amabile possibile.
“Ehm…. Io certo, però vorrei sentire cosa a da dirle, se non le dispiace” disse tentennando, incuriosito ma anche leggermente impaurito, Isabel Kim era stata per tutta quella riunione un incognita per lui, ancora non riusciva a inquadrarla per bene.
“Certo, nel caso io combini un casino, lei potrà aggiustare il tutto” sorrise lei precedendolo fuori dalla porta e lasciandolo per un attimo confuso, poi l’uomo si affretto a seguirla.

“Jiwoon-iss” chiamò Hitman la ragazza, che lasciò andare immediatamente il telefono che aveva vicino l’orecchio chiudendo la chiamata.
“Pd-nim mi dica?” sorrise a disagio alzandosi immediatamente in piedi, colta sul fatto a telefonare
“Isabel-iss vorrebbe scambiare due parole con lei, se non le dispiace” disse sorridendo e poi guardando Isabel che aveva appena appoggiato gli occhiali e il cappello sulla scrivania della segretaria e la fissava studiandola per bene.
“Certo, mi dica pure Isabel-iss”  sorrise a disagio trovandosi davanti a sé lo sguardo freddo di Isabel.
“Volevo ricordarle che qualunque informazione riguardante la mia persona è strettamente confidenziale, e che lei non dovrebbe riferire a nessuno del mio essere venuta qui in agenzia” disse in modo freddo, senza scomporsi minimamente
“Io… certo ne sono al coerente” disse impaurita e a disagio la segretaria mentre rimaneva in piedi dietro la scrivania senza muovere un solo muscolo quasi come a essere pietrificata dal solo sguardo di Isabel.
“Perfetto, quindi dovrebbe non riferire nulla a Kim Namjoon” disse con un tono tagliente da far impallidire la ragazza e anche Pd-nim che si ritrovò a essere anche lui impaurito.
“Io non so di cosa stia parlando” tentennò lei lanciando una fugace occhiata al capo, sperando che lui la salvasse da quella situazione scomoda.
“Io invece penso che lei lo sappia, sono anche molto convinta che lei lo abbia già avvisato, spero vivamente di non dover far l’incontro di Namjoon mentre vado via” disse schiettamente fulminandola con lo sguardo mentre si arricciava con non curanza una ciocca di capelli tra le dita.
“Io non ho avvisato nessuno, so di non doverlo fare” disse sempre tremante Jinwoo
“Aigoo, per favore non mi menta, sono capace di riconoscere bene una bugia. Ormai l’ha fatto, quindi non posso pretendere che lei torni indietro nel tempo e cambi le cose. Possibilmente non dica più niente di me, o nel caso può dire che si è confusa e che la persona che ha visto non fossi io. Ora dovrebbe dirmi che farà come io ho gentilmente suggerito” disse sorridendo in maniera da incutere terrore, Pd-nim guardava il modo di Isabel esterrefatto, non riuscendo minimamente a inserirsi nel discorso.
“Io farò come lei ha suggerito” disse lei guardando di nuovo il capo che annuì con un cennò del capo.
“Perfetto, ah signorina Park spero per lei che non incasini la vita a Namjoon, se dovesse succeder io lo verrò a sapere, con qualunque mezzo possibile. Non faccia del male a Namjoon” disse mentre si sporgeva di più verso la scrivania per guardarla negli occhi in modo minaccioso, poi si staccò da lei guardò Pd-nim
“è stato un piacere, sono in ritardo, ora dovrei andare, spero che sia stato tutto chiaro” disse sorridendo soddisfatta.
“Oh, certo, è stato un piacere vederla” disse Pd-nim a disagio per via dell’ultimo avvertimento fatto da Isabel che più che altro sembrava una minaccia in piena regola, la segretaria rimase immobile deglutendo a vuoto mentre guardava, Isabel prendere i suoi occhiali da sole e il cappello, per poi sorridere di nuovo e andare via come se nulla fosse successo.
 
Uscì dalla porta richiudendosela alle spalle e si avviò verso l’ascensore, sbuffando innervosita, quella donna non le piaceva per niente, sperava che avesse recepito il messaggio, e che Namjoon da quella faccenda non ne uscisse distrutto.
Forse non avrebbe dovuto intromettersi, ma era stato più forte di lei, il senso di protezione che provava per loro era troppo grande da poterlo ignorare.
 Avrebbe voluto tanto bere, ma aveva un pranzo d’affari e non poteva permetterselo e tra altro erano ancora le dieci del mattino.
Non era neanche il momento di pensare a ciò che Pd-nim le avesse detto. Yoongi aveva una fidanzata. Si sentiva instabile per via di quella informazione e si domandasse se fosse ancora fidanzato con la ragazza che aveva visto  due anni addietro, se fosse stato così allora lui era andato avanti sicuramente e ciò la confondeva terribilmente.
Non sapeva se si sentisse sollevata e felice per lui o terribilmente triste per l’essere stata dimenticata.
Scosse la testa con decisione e si disse che non fosse il momento per lasciarsi andare alle emozioni. Cercò di riprendere il controllo, mentre le porte dell’ascensore si aprirono davanti a lei così da potersi dirigere velocemente verso l’uscita di quel maledetto stabile in cui era entrata.
 
Arrivata al piano terra le porte dell’ascensore si spalancarono e lei si trovò davanti a se sette ragazzi in tuta che ridevano e facevano casino. Trattenne il respiro un attimo gli occhi di lei si posarono su di lui, abbassò la testa velocemente in un inchino, maledicendo per un attimo il fatto che avesse tagliato i capelli, e che non poteva usarli per nascondersi, fece finta di nulla e i ragazzi tornati seri per un attimo dato l’estranea davanti a loro fecero lo stesso lasciandola uscire dall’ascensore. Con il cuore a mille passò oltre ma non poteva resistere all’istinto di girarsi per un attimo per poterlo guardare. E così vide la schiena di lui entrare in quell’ascensore, e una tremenda fitta al cuore prepotentemente arrivare. In quel momento si trovavano entrambi così vicini, ma la realtà era che entrambi si trovavano tremendamente  lontani e tali dovevano rimanere.
Si rigirò e tornò sui suoi passi, accelerandoli così da poter andare più velocemente verso quella fottuta uscita che tanto desiderava varcare non sapendo per quanto le gambe le avrebbero retto. Era tornata da solo tre giorni e si era ritrovata di nuovo a intrecciare il suo cammino con quello di lui. Quante altre volte sarebbe successo? Quanto ancora avrebbe dovuto soffrire per quel maledetto amore.
 
Yoongi fece un leggero inchino alla ragazza di fronte a lui che si appressava a uscire dall’ascensore, con la testa china.
Lui alzò la testa tanto da notare per due secondi netti, una collana a forma di luna con una pietra blu che luccicava. Passata oltre la ragazza, lui chiuse un attimo gli occhi chiedendosi se fosse possibile che fosse la stessa collana, per poi soffermarsi un attimo, un odore di gelsomini lo colpì all’istante, si voltò velocemente per guardare la ragazza uscita, ma non fece in tempo che J-hope lo tirò dentro l’ascensore per un braccio.
“Hyung dai che le porte si chiudono!” esclamò Hobi.
Yoongi per un attimo rimase fermo con la testa che andava a mille.
Collana, gelsomino.
Impossibile che fosse lei, impossibile che fosse lei nella sua agenzia, impossibile non sapeva del suo rientro in Corea.
Era come se tutto fosse scomparso intorno a lui, non sentiva neanche gli schiamazzi dei suoi amici che erano tornati a ridere e scherzare di nuovo.
Fece per uscire dall’ascensore in preda a una crisi, doveva averne la certezza, doveva sapere.
Ma le porte in quel momento si chiusero definitamente, lui spalancò gli occhi e incominciò a sbattere con i pugni sulle porte chiuse.  
“Rimandatelo giù! Schiacciate il piano terra! Veloci!” disse guardando gli altri membri con gli occhi fuori dalle orbite in preda al panico
“Che succede Hyung hai dimenticato qualcosa?” chiese Namjoon leggermente confuso da quell’atteggiamento dell’amico che sapeva preannunciava una crisi in atto, mentre Jimin si affrettava a pigiare il tasto impaurito da quella reazione e lanciava uno sguardo furtivo a Tae..
“Quella ragazza! Quella ragazza sembrava Isabel” disse con lo sguardo fisso sulle porte dell’ascensore in ansia, mentre tamburellava con un piede in preda al panico.
“Yoongi non è possibile! Che cosa ci farebbe qui?” disse Jin guardandolo confuso e appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo per calmarlo, cercando di calmare quell’atteggiamento che preannunciava una esplosione da un momento all’altro, mentre lanciava uno sguardo fugace a Namjoon consono anche lui del pericolo imminente.  
“Non c’è scritto da nessuna parte che sia tornata dall’America” disse Jimin con tono stridulo guardando ancora  Tae in cerca di risposte e il ragazzo fece no con la testa per dargli conferma con lo sguardo serio.
“Era lei la riconoscerei ovunque! Quando cavolo arriva a piano terra questo maledetto aggeggio!” urlò Yoongi
“Calmati è  molto improbabile che fosse lei” provò a dire Namjoon scambiandosi di nuovo un’occhiata con Jin che non toglieva la mano dalla spalla di Yoongi.
Anche il restante si scambiò uno sguardo allarmato tra di loro mentre Jk invece cercava in quel momento di fondersi con una delle pareti dell’ascensore, sperando che quella ragazza con fosse realmente la loro Noona. Hosoek rimase anche lui fermo e leggermente in disparte senza sapere bene cosa fare, e senza avere la forza di dire nulla.
 
Le porte si aprirono e Yoongi saettò fuori correndo come un forsennato verso l'ingresso, varco le porte e uscì fuori si guardò intorno come un pazzo, ma di lei nessuna traccia, il vento freddo li colpì il volto, era lei ne era certo.
Rimase così immobile a guardarsi intorno, con il cuore pulsare sempre più forte nella sua cassa toracica. Era lei e lui se l’era fatta scappare di nuovo.
Era tornata, era a Seul, e forse stava bene. 
Cercò di respirare, l’avrebbe trovata, avrebbe provato a rintracciarla era il momento di farlo, aveva bisogno di sapere se stesse realmente bene.


I ragazzi erano fermi nell’atrio senza uscire dalla struttura, mentre lo osservavano fuori alla porta a vetri. Rimasero fermi senza sapere bene cosa fare e cosa pensare. Erano mesi che Yoongi non aveva avuto sbalzi di umore così grandi e quell’improvviso atteggiamento aveva creato per un attimo il panico. Ma in cuor loro sapevano che Yoongi avrebbe avuto una qualsiasi reazioni appena si fossero avute notizie del ritorno della ragazza.
Jin si passò una mano sul collo a disagio, in quegli ultimi mesi si era convinto che Yoongi fosse finalmente andato avanti e che il suo impegnarsi seriamente con Suran fosse un buon passo avanti, si era illuso veramente che tutto fosse risolto anche  grazie l’aiuto del terapeuta, si sentì di nuovo preoccupato e angosciato mentre lo osservava fuori in cerca di lei.
Hoseok mentre si distruggeva la pellicina delle dita, e rimaneva con gli occhi fissi sulla porta a vetri, sperava con tutto se stesso che Yoongi non avesse una ricaduta, sapeva di non essere in grado di occuparsi di lui o di qualcun altro, ultimamente non riusciva a prendersi neanche cura di se stesso. Capiva il senso di angoscia che l’amico provasse, e sicuramente anche lui avrebbe probabilmente agito nella stessa maniera se si fosse trovato a scontrarsi per caso con la persona che amava e che non riusciva a togliersi dalla testa.
Namjoon aggrottò il naso, pensando che molto probabilmente il suo Hyung non avesse avuto un’allucinazione, Isabel poteva realmente trovarsi nella loro agenzia e sapeva che ne avrebbe avuto conferma, bastava solo chiedere a Jiwoo.
Jimin e Tae si scambiarono uno sguardo incerto, Jimin era molto dubbioso che fosse Isabel, pensava che se ne sarebbero accorti tutti se fosse realmente stata lei, Tae era convintissimo fosse la sua noona, ed era combattivo avrebbe aiutato il suo Hyung al costo di andare contro tutti.
Jungkook stringeva i pugni cercando di dare una regolata al respiro, se Isabel fosse tornata, tutti quei mesi di calma sarebbero stati solo un ricordo, e lo Hyung si sarebbe di nuovo incaparbito sul il volerla trovare, e non doveva accadere, il solo pensiero che Isabel potesse subire guai lo terrorizzava. Si sentiva anche arrabbiato, dovevano tutti andare avanti con le proprie vite e lasciarla in pace e nessuno ancora lo capiva al di fuori di lui.
 
Yoongi rientro abbattuto e a testa bassa, per poco non era riuscito a fermarla, maledisse i suoi riflessi lenti di prima mattina e sbuffò.
 
Tae fu il primo ad avvicinarsi a lui “Sei veramente sicuro che fosse lei?” chiese serio e Yoongi annuì con convinzione.
“Okay...” disse arricciando il naso prendendo il telefono dalla tasta e armeggiandoci mentre si avvicinava al vigilante con uno sguardo combattivo.
“Salve! Buon giorno! Senta vorrei chiederle un'informazione posso?” disse sorridendo come solo lui sapeva fare in modo molto affabile.
“Oh salve, buongiorno anche a lei signor Taehyung, certo chieda pure” rispose cordiale il vigilante
“Ha visto per caso questa ragazza andare via qualche minuto fa?” Chiese mostrando una foto di Isabel appena messe sul suo cellulare, sorridendo come sempre
“Oh si certo!” Esclamò per poi spalancare gli occhi impaurito “Ehm no, un attimo, me la faccia rivedere” disse l’uomo in panico strappando il telefono dalle mani di Taehyung lasciandolo confuso mentre Yoongi strizzava gli occhi e si muoveva sul posto da un piede all’altro a disagio.
“Ah no! Mai vista! Mai vista in vita mia non so chi sia!” Disse con voce squillante e in panicata riconsegnando il telefono a Taehyung con le mani tremanti
“Ma prima aveva detto di si” disse Tae imbronciato, trovando strano quel comportamento
“No mai vista, decisamente no. Perché mai la signorina Kim dovrebbe venire qui” disse nervoso con una risata isterica
“Io non ho mai detto il cognome della ragazza” disse Tae con convinzione, dato che l’aveva appena beccato 
“Cosa che cognome? Chi ha detto il cognome di Chi?” Disse il vigilante con voce stridula, muovendosi in modo impacciato, incominciando a sudare freddo
“Lei ha detto la signorina kim” disse Tae con energia
“No mai detto, mai vista, non so chi sia!!” esclamò in pieno panico il vigilante
“Lei sta mentendo perché non può dire che era lei?? Io l’ho vista era lei!” Saltò  per aria Yoongi puntando il dito contro l’uomo, l’uomo davanti a lui stava mentendo e lui avrebbe scoperto la verità del perché di tutto ciò.
“Cosa?? No io non ho visto niente io non so niente!”  Disse sempre più in panico guardandosi intorno cercando una via di fuga da quel momento
“Hyung andiamo via” disse Jimin avvicinandosi vedendo il panico di quel povero uomo
“Ma!” Esclamò  Yoongi “Lui sa qualcosa!!” si lamentò guardando Jimin sconvolto dal fatto che cercasse di farlo smettere
“Fa nulla andiamo” disse Namjoon guardando il povero vigilante impaurito e cercando di andare in suo soccorso
“Hyung sa qualcosa!” disse Tae verso Namjoon supplice  
“Si ma è  in panico forse non può dire nulla, guardalo sta tremando” disse indicando l’uomo che tremava e guardava in basso a disagio
“Signore se ci dice la verità promettiamo che non lo diciamo a nessuno, promessa di bts” disse Tae sorridendo gentile con una mano al petto sperando in cuor suo di convincerlo
“Che succede qui?” Chiese un altro vigilante arrivando 
“Nulla!! Nulla i ragazzi stavano andando via!!” Esclamò saltando per aria a disagio per poi guardare supplice Namjoon e implorarlo con lo sguardo
“Si noi stiamo andando via” disse Jin  facendo segno agli altri di muoversi, Yoongi abbassò la testa e le spalle e segui gli altri sconfortato.
“Forza Hyung, non ci pensare” provò a dire a disagio Jk mentre si avviavano tutti e sette compatti verso l’ascensore.
 
“Vi dico che era lei!” esclamò guardandoli torvi “Non sono pazzo, non era un’allucinazione! Vi giuro che era lei” disse guardandoli in modo supplice
“Hyung io ti credo!” esclamò Tae “Il vigilante l’aveva vista, si è tradito da solo, ha anche detto il suo cognome!” disse guardando Namjoon in cerca di sostegno
“Allora è probabile che fosse lei, ma Hyung non ci ha salutato minimamente e non si è fermata, e dubito che sia perché non ci abbia riconosciuto” disse Namjoon serio mentre rientravano tutti nell’ascensore
“è tornata!” esclamò Yoongi
“Questo non cambia nulla, Hyung hai anche una fidanzata. Non puoi tornare indietro, non puoi fare nulla” disse Jin guardandolo sconvolto “Cosa pensavi di fare, ricordi la lettera che ti ha mandato?” chiese guardandolo con comprensione
“Pensiamo tutti che l’abbia scritta per tenermi lontano, che non è vero che non mi ami” disse Yoongi combattivo
“Appunto l’ha scritta per tenerti lontano, Hyung non è cambiato nulla” disse Jk guardando gli altri cercando manforte da parte loro
“Ma… era qui.. nella nostra agenzia! Forse è cambiato qualcosa” disse lui agguerrito
“Forse non era realmente lei” disse Jimin titubante “Il vigilante era in panico, forse si è confuso, l’avete messo a disagio” disse serio
“Hoseok? Tu da che parte stai?” chiese Yoongi guardando il ragazzo cercando il suo sostegno che invece non aveva detto alcuna parola.
“Hyung… io sono sempre dalla tua parte, lo sai, ma non possiamo fare niente abbiamo del lavoro da fare, penso sia anche inutile discutere, se realmente fosse lei, ormai è andata via e non puoi raggiungerla” disse serio
“Ha ragione, pensi di poter far qualcosa a riguardo?” chiese Namjoon
“Io… no, non posso fare nulla” disse abbassando il capo sconfitto
“Ecco, lo sai anche tu, ora cerca di rilassarti e calmarti, quando si tratta di lei perdi sempre il controllo, non puoi fare così” disse Jin rimproverandolo
“Se fossi al mio posto cosa faresti?” chiese leggermente infastidito dal rimprovero
“Non ho idea… io non lo so, ma quello di cui sono certo e che abbiamo del lavoro da fare” disse inizialmente con un po’ d’incertezza ma poi utilizzando un tono deciso
“Giusto, abbiamo del lavoro da fare!” esclamò Namjoon
“Andiamo a scrivere, stiamo lavorando su quella canzone dai Yoongi Hyung” disse Hobi osservando meglio il suo amico e cercando di stimolarlo, Yoongi sbuffò, era vero non poteva far niente, solo evitare di scoppiare, ma averla vista, aveva causato che le emozioni accantonate negli ultimi mesi risalissero velocemente come la lava che sale durante un eruzione vulcanica.
“Si torniamo a scrivere Her… forse mi è venuta l’ispirazione” disse cercando di calmarsi e tornando a pensare al lavoro da fare.
“Ottima idea, io passo un attimo dal mio studio a prendere del materiale” disse Namjoon
“Se voi tre scrivete Her noi andiamo in sala prove” disse Jin guardando gli altri della vocal line che annuirono “Allora mi sa che ci si vede nel pomeriggio per la riunione?” chiese Jimin a Namjoon “Si cercate di non fare tardi” annuì serio il leader.
Yoongi sospirò di nuovo, avrebbe usato lei per scrivere, si sarebbe fatto ispirare di nuovo da lei, se non poteva averla accanto e non poteva stargli accanto, allora avrebbe usato la musica come mezzo per essere sempre legati l’uno all’altro.
 
Potrei essere la tua verità e bugia
Potrei essere il tuo nemico e amico
 O il tuo paradiso o il tuo inferno
A volte il tuo orgoglio altre la tua umiliazione
Non posso assolutamente togliermi questa maschera
Perchè il me dietro la maschera non è il lui che conosci
Anche oggi ricoportasi per svegliarsi
Ve vestirsi per mascherarsi, per diventare il me che ami
Per diventare il lui che ami
Ho tolto l’XX che ti piaceva
Solo per te
Vestiti odiati e troppo make up
La tua risata e felicità è diventata la misura della mia
Questo me, questo me, si merita il tuo amore?
Cerco sempre di diventare il meglio per te
Spero che tu lo sappia
Di tutte le mie domande sei la mia risposta
 
Angolo dell’autrice:
Isabel Kim è tornata a Seul! Per quanto dice che non ha più niente a che fare con i bts, non riesce proprio a farsi gli affaracci suoi. Yoongi appena la vede salta per aria com’è giusto che faccia i ragazzi sono un po’ tutti straniti.
Tranquilli Yoongi non impazzirà di nuovo è stato solo il momento in cui l’ha vista.
E Isabel… sembra più agguerrita e stare meglio si è tagliata anche i capelli… vedremo come se la caverà, sicuramente non può abbassare la guardia! A Domenica prossima baci!


 
   
 
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