Videogiochi > League of Legends
Segui la storia  |       
Autore: Blue_Lily    07/02/2022    0 recensioni
Un'anima in agonia, il canto disperato di chi non riesce ad andare oltre a una storia finita male. Un animo innocente tenterà invece di aggiustare in ogni modo quel cuore in frantumi attraverso il canto, ma non con poca fatica. La dissonanza e l'armonia più pura saranno destinati a incontrarsi: riusciranno a legare e trovare un equilibrio? Quell'incontro potrà finalmente portare la pace nel cuore di uno... O sarà la rovina dell'altra?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3

-

ASPETTATIVE

 

Dolci e caldi raggi solari filtravano attraverso le sottili tende color pesca di una stanza costellata di poster e lucine appese a un filo. Questi raggi andavano a formare un rettangolo perfetto sul cuscino, proprio là dove si poggiavano gli occhi, tuttavia non vi era nessuno da svegliare in quanto la ragazza in questione era in piedi da almeno mezz'ora. Si spazzolava i lunghi capelli rosa davanti allo specchio, intonando un'allegra melodia. “Lunar Beast” giaceva sul comodino, pronto per essere restituito al legittimo proprietario; a tal proposito Seraphine non stava più nella pelle: aveva scritto a quel misterioso ragazzo quello stesso mattino ora e luogo dell'incontro, più precisamente le 16 davanti al negozio di musica, ma ancora non aveva risposto... Erano già le 10, che stesse ancora dormendo?

Un miagolio distolse la fanciulla dai suoi pensieri, ed ella girandosi notò il suo gattone bianco stiracchiarsi e sbadigliare. Lui le si avvicinò strusciandosi sulla sua gamba emettendo sonore fusa. Seraphine lo prese in braccio e lo carezzò dolcemente come solo lei, dal punto di vista del micio, sapeva fare.

 

«Eh sì, Bao, oggi esco!»

 

La sua voce sembrò cambiare, diventando un filo più stridula: ogni padrone di animale, soprattutto di un gatto, faceva queste vocine dopotutto e lei non era da meno. Si ritrovò però a carezzare il suo micio con disinvoltura, gli occhi color del cielo fissi verso un punto indefinito. Aveva appena realizzato una cosa.

 

«Esco con un ragazzo... Non succedeva da moltissimo tempo.»

 

Scosse la testa poco dopo riprendendo il suo raggiante sorriso: era solo per restituire un fumetto, non sarebbe stato nulla di più. Lasciò scendere Bao che subito andò ad acciambellarsi sul cuscino, per poi sedersi accanto a lui sul letto imbracciando una chitarra acustica. Sospirò. L'uscita di quel pomeriggio sarebbe stata una piacevole distrazione dall'ordinario, ma non poteva assolutamente venire meno al suo impegno e rinunciare alle esercitazioni, sia sul canto che sulla musica, e rinunciare così al suo sogno. Intonò una breve melodia pizzicando le corde dello strumento, giusto per riscaldarsi. Avrebbe cominciato a breve e si sarebbe tenuta impegnata tutta la mattina, ma prima senza accorgersene diede voce a un suo pensiero, l'ultimo riguardante quel misterioso ragazzo:

 

«Chissà come starà passando la mattina Viego...»

_

 

«Sorgi e splendi, principino!»

 

La tanto squillante quanto fastidiosa voce di Vladimir spaccò i timpani di Viego, fino a poco prima ancora nel mondo dei sogni. Lo zio aprì le tende facendo quindi illuminare quella scura stanza dall'abbagliante luce di una nuova giornata, ma di tutta risposta il ragazzo si coprì gli occhi col piumone, mugugnando qualche incomprensibile imprecazione. L'uomo quindi, giusto per rincarare la dose di fastidio, privò il nipote della sua coperta lasciandolo al gelo del mattino.

 

«Coraggio, Viego! E' una giornata splendida: gli uccelli cantano, i fiori sbocciano... Ed è mezzogiorno, alza il culo da quel letto e scendi di sotto che il pranzo è pronto.»

 

Il tono della voce cambiò drasticamente diventando improvvisamente più seccato. Viego si stropicciò gli occhi cacciando un lungo sbadiglio, riuscì solo dopo un paio di minuti a prendere coscienza di chi era, dov'era e perché esisteva. Vladimir, dal canto suo, nell'attesa che suo nipote si ricordasse quantomeno il suo nome, esplorò con lo sguardo la stanza soffermandosi su un angolo ben nascosto dall'ombra, nel quale troneggiava la custodia di una chitarra.

 

«Hai intenzione di riprendere a usarla, quella?»

 

Domandò a bruciapelo, ma non ricevette nulla se non un silenzio sofferente. Non toccava quello strumento da ormai mesi per una ragione.

 

«... Spero che non si tratti ancora di Isolde. Cerca di riprendere presto, perché eri bravo e i tuoi spettacoli mi fruttavano un sacco di clienti al locale. Ora muoviti che si fredda.»

_

 

Sia Viego che Seraphine mangiarono poco o nulla prima di uscire, chi per un motivo chi per un altro. Se una era presa dall'emozione all'idea di uscire con qualcuno di nuovo con la speranza di trovarsi un nuovo amico, l'altro aveva lo stomaco più chiuso di una piscina in inverno, preda di una nostalgia e un dolore al petto che voleva dimenticare a ogni costo.

Seraphine si accontentò di mangiare delle uova strapazzate al volo, sistemarsi i capelli con un fermaglio a forma di stella e uscire con un sorriso a trentadue denti sulle labbra. Uscì talmente in fretta quasi da scordarsi il vero motivo per cui aveva organizzato quell'incontro, ossia il fumetto, ma fortunatamente se ne ricordò prima di raggiungere la fermata dell'autobus. Prese la corriera a pelo. Viego dal canto suo avanzò quasi tutto il pranzo sorbendosi le lamentele e i sospiri rassegnati dello zio, che ormai ne aveva fin sopra i capelli di sentir parlare della ex del nipote. Finirono col litigare, anche se era principalmente il ragazzo quello infervorato alla continua ricerca di scuse per giustificarsi. Stizzito, chiuse il discorso prendendo il fumetto e fuggire via da quella casa. Sbatté la porta nel farlo, e si dimenticò pure le chiavi.

Splendeva un tiepido sole primaverile in un cielo macchiato di rare nuvolette bianche, cullate da una fresca brezza che portava il profumo dei fiori. Seraphine intonava una dolce melodia intanto che camminava, godendosi quella meravigliosa giornata. Vestiva con un semplice maglioncino color crema abbinata a un paio di jeans e una borsa a tracolla con dei pupazzetti appesi. Le nuvole bianche tuttavia apparivano come nubi di un'imminente tempesta per Viego. Camminava a testa bassa con le cuffie nelle orecchie, calciando via qualche lattina ogni volta con un sibilo stizzito, imprecando contro lo zio che ancora una volta gli aveva sbattuto in faccia la verità col suo fare fastidiosamente altezzoso e arrogante. In fondo però sapeva che Vladimir aveva ragione, era solo lui che non riusciva ad accettare la realtà dei fatti: gli mancava Isolde, e non aveva ancora superato la rottura. Come a voler mostrare a tutti i passanti il suo ben più che evidente stato d'animo, Viego vestiva con una giacca di pelle borchiata nera come la pece, dei pantaloni della stessa marca e degli anfibi a loro volta borchiati, abbinati a uno zaino mezzo sgualcito e rattoppato. Sembrava in tutto e per tutto un adolescente in piena crisi appena uscito da scuola, e come tale non voleva che nessuno gli si avvicinasse. Visto il suo passo particolarmente veloce, fu lui il primo ad arrivare nel luogo d'incontro e sbuffò non vedendola. Si tolse gli auricolari, continuando però a giocherellare col telefono guardando impazientemente l'ora.

 

«Sorpresa!»

 

Il ragazzo trasalì e balzò all'indietro, mettendosi subito in allerta. La ragazza dai lunghi capelli rosa ridacchiava di gusto: il suo agguato aveva funzionato, aveva anche previsto la possibile reazione del ragazzo ora non solo innervosito, ma anche in imbarazzo.

 

«Non farlo mai più!»

 

Le rispose Viego alzando appena il tono. Seraphine riprese compostezza ma non smise mai di sorridere.

 

«Viego... Sai, quasi non ci speravo, non mi hai più risposto ai messaggi.»

 

«Ho avuto da fare.»

 

E in parte era vero, ma non voleva scendere troppo nei dettagli per quanto riguardava il litigio con lo zio. Non era il caso di spiattellare la propria situazione schifa alla prima sconosciuta che passava. Non perse tempo: tirò fuori dallo zaino l'albo incriminato e lo porse alla legittima proprietaria, che lo accolse sì ma con un'espressione più confusa che altro. Non era esattamente come si era immaginata questo primo “appuntamento”, anche se di fatto non era un appuntamento. L'albino la fissava come a volerle chiedere con lo sguardo il proprio fumetto e chiudere in fretta la questione, ma lei sembrò irremovibile.

 

«Dopo il bubble tea~»

 

Enunciò raggiante cominciando a camminare con nonchalance lungo una strada al ragazzo sconosciuta, ma che lei sembrava conoscere come le sue tasche. Si fermò giusto per aspettarlo, incitandolo a muovere il passo. Viego accettò con riluttanza e un fastidio crescente, ma effettivamente glielo doveva e lui aveva ancora un minimo di onore. Forse si sarebbe anche distratto dai suoi pensieri. E da lei.

Viego non lo ammise, ma quella strana bevanda era particolarmente buona. Ne comprò una anche a Seraphine come promesso, e lei sembrava anche più felice di poterlo gustare. Lui prese un tè al macha con latte e semplici perle di tapioca su consiglio del cassiere, lei che aveva già le idee chiare a riguardo ordinò uno strano miscuglio di roba che secondo la percezione del ragazzo poteva essere tradotto in “tè e latte con fragola e perle di tapioca”. Non aveva capito neanche lui, sapeva solo che quello strano intruglio era di un colore rosa pastello che ben si sposava ai capelli della ragazza. Si sedettero su una panchina poco lontano dal negozio di musica e volenti o nolenti si misero a chiacchierare, anche se è stata lei ad attaccar bottone. Seraphine parlò del tempo e di quanto le piacesse il sole e la primavera, ma lo faceva talmente bene che seppure fosse un argomento più che semplice lo faceva sembrare come la discussione più interessante di sempre. Il discorso continuò poi tornando sulla questione del fumetto, del fatto che era appassionata della saga delle Star Guardian ma che voleva ampliare i suoi orizzonti; a tal proposito Viego, che aveva parlato poco o niente, le consigliò titoli come Lunar Beast e Super Galaxy – Ai confini dell'universo. Trovò piacevole quella conversazione anche se faticò anche solo ad ammetterlo a sé stesso: quella ragazza sapeva il fatto suo ed era brava a intrattenere le persone. Entrambi si stavano sentendo a proprio agio, e non succedeva da parecchio tempo.

Conclusero la passeggiata con una piccola gita al negozio di musica, dove Seraphine esplorò con lo sguardo tutta la sezione dedicata al pop con una certa impazienza. Viego non aveva particolare interesse nel comprare qualcosa, ma lesse con la coda dell'occhio un annuncio: un'audizione. Per cosa non gli era dato saperlo, poiché la stessa Seraphine finì col trascinarlo fuori dal negozio con la delusione negli occhi. Non aveva trovato ciò che cercava. Lui ancora pensava all'annuncio intravisto, preso dalla curiosità, ma scosse la testa: era un capitolo chiuso.

I due ragazzi si salutarono che erano ormai le 7 e mezzo di sera, il sole era tramontato da poco ed era effettivamente ora di tornare a casa. Si promisero che si sarebbero rivisti in quanto da entrambe le parti si erano goduti la giornata, Viego in particolare sembrava parecchio soddisfatto nonostante le sue basse aspettative. Ebbe indietro il suo fumetto e congedò la ragazza con un leggero sorriso. Se la prese comoda per tornare a casa, finendo col restare fuori un altro paio di orette passate semplicemente a passeggiare.

Tornato davanti alla porta si ricordò di aver dimenticato erroneamente le chiavi quand'era uscito. Imprecò a bassa voce e suonò al campanello. Nessuna risposta. Suonò ancora, ma nessuno sembrava voler aprire. Solo in quel momento si accorse di un foglietto attaccato alla porta.

 

Non sbattere mai più la porta quando esci. A domani, nipote.

-V.”

 

«... Merda.»

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > League of Legends / Vai alla pagina dell'autore: Blue_Lily