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Autore: Every19    07/02/2022    1 recensioni
Hanna Kiyoyama è nata per essere una itako.
Tutta la sua esistenza si è basata finora sul diventare la migliore, degna moglie dello Shaman King.
Yoh Asakura deve diventare il re degli shamani, senza possibilità di scelta.
Il suo preciso dovere è quello di battere il fratello, Hao, per evitare l'estinzione della razza umana.
Hao Asakura è convinto che il mondo non abbia bisogno degli uomini ed è determinato a creare un pianeta di soli shamani.
Tutti obiettivi nobili e difficili da raggiungere.
Destini incrociati irrimediabilmente, sentimenti così forti da non poter essere ignorati e scelte che attendono di essere fatte.
Attraversando la gioventù, i personaggi più importanti di una saga millenaria, capiranno l'importanza del viaggio che stanno per intraprendere e ne rimarranno cambiati per sempre.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una settimana.
Mancava quella alla sua partenza e Yoh a volte non riusciva ancora a crederci.
Tutto quello che avrebbe dovuto affrontare non lo tormentava tanto quanto il fatto di stare lontano da casa.
Da Anna.
Era molto curioso da un lato.
Di conoscere altri sciamani, vedere suo fratello e misurarsi.
Ma il suo atteggiamento rilassato stava già creando abbastanza problemi, non voleva aggiungerne di nuovi.
Forse il modo di prendere quell’esperienza non sarebbe dovuto essere il suo, forse avrebbe dovuto stare più sugli attenti.
Ren e gli altri avevano la guardia alta, erano ansiosi di diventare più forti e combattere.
Probabilmente era perché non avevano una situazione come la sua ad aspettarli.
 
Avrebbe voluto parlargliene da quando l’aveva scoperto.
Ma Yomey era stato categorico: la maledizione della famiglia Asakura era una faccenda che non sarebbe dovuta trapelare tra le mura di quella casa.
Poteva capire, in fondo perché allarmare tutti quanti senza sapere nulla di certo?
Nessuno aveva idea di cosa potesse fare Hao.
Sapevano solo che era forte e che spettava a Yoh distruggerlo.
 
-Nobile Yoh, qualcosa ti preoccupa?- sentì la voce di Amidamaru alle sue spalle, mentre si materializzava.
Il ragazzo sospirò, guardando in alto.
-È tutto così strano Amidamaru. Non è vera e propria preoccupazione, piuttosto… tanti pensieri- spiegò al suo spirito custode.
 
La cosa bella di Amidamaru era che aveva il cuore e la mente di un samurai.
Riflessivo come lui, attento, vigile, ma mai avventato o turbato per ciò che non poteva controllare.
Era stato fortunato che avesse accettato di diventare il suo compagno di avventure.
 
-A volte fa bene riflettere per mettere ordine nella propria mente. Spesso le preoccupazioni si ingigantiscono se non gli si presta attenzione- osservò accanto a lui.
-Hai perfettamente ragione. Però… ho paura che questa volta non ci sia soluzione- rispose dispiaciuto -ho sempre cercato di fare la cosa giusta, per tutti. E adesso sembra che non esista. Qualunque cosa faccia… potrebbe ferire qualcuno- si rattristò.
 
 
-A chi ti riferisci?-.
-Ai miei amici, ad Anna… alla mia famiglia. Ci sono cose che dovrò confessare a Ren, Horo Horo, Ryu e Manta e non so come potrebbero reagire. Mio nonno si aspetta che distrugga mio fratello senza esitare, mentre io vorrei… provare a parlarci, forse conoscerlo e capire il suo punto di vista. E per quanto riguarda Anna… spero che la mia partenza non cancelli i progressi fatti finora- strinse i denti dopo quella frase.
Sarebbe stato catastrofico.
 
Era un itako eccezionale, la migliore da secoli sulla terra.
Ma il suo stesso potere aveva finito col sopraffarla, portandola ad uno stato di ansia e terrore di se stessa.
Sentiva tutte le sofferenze e angosce delle persone che la circondavano, perciò si era ritrovata a stare da sola.
Gli veniva la pelle d’oca se ci pensava.
Come aveva fatto quell’essere così speciale ad essere trascurato per così tanto tempo?
Avrebbe combattuto fino alla morte per lei, senza esitare e senza farsi domande.
Amava Anna più di se stesso.
Non sapeva effettivamente perché, sapeva che guardandola negli occhi sentiva… che tutto sarebbe andato bene.
Che ogni cosa aveva un senso, che sarebbe dovuto stare con lei.
 
Ma la verità era che non poteva capirla.
 
-Sei sempre stato un fedele amico, non hanno motivo di non crederti- cercò di rassicurarlo l’amico.
-E se non fosse così? Se la paura non li facesse ragionare lucidamente?- guardò nuovamente il cielo -So benissimo che persone sono, ma ciò che non ho confessato è importante e potrebbero prenderla come una mancanza di fiducia-.
Non pensava che fossero così superficiali, d’altro canto potevano decidere di fare ciò che preferivano dopo averlo saputo, anche non stargli più accanto.
-Sei una gran persona nobile Yoh, e sei stato capace di aiutare ognuno di loro. Non lo dimenticheranno, ci credo fermamente- ribadì il suo spirito custode, sorridente.
-Grazie Amidamaru-.
-E Anna se la caverà, è forte, forse troppo- scherzò.
 
Ma Yoh non riusciva a rilassarsi su quell’argomento.
 
-Vedi il fatto è che… ci completiamo perfettamente, io e lei. Quello che sono, tranquillo, gentile, pacato, non è come mi sento quando sono in sua compagnia. In quei momenti mi sento… pieno di vita, voglioso di agire. E lei al contempo riflette ora, cerca di placare gli istinti che prima la dominavano. Ma nessuno dei due sa esattamente come si sente l’altro. È la nostra grande maledizione, siamo diversi e lo saremo sempre- sospirò rassegnato e consapevole.
-Credo che sia la miglior cosa. Ognuno ovvia alle carenze dell’altro- osservò.
-Dovrebbe essere così. E se… invece non facessimo che accentuarle?- diede voce a quel dubbio che lo tormentava da sempre.
Lui credeva che fossero una cosa sola.
Ma se invece si fosse sbagliato?
Se solo lui avesse quella convinzione?
Se Anna fosse stata il suo destino ma lui non il suo?
-Nobile Yoh…-.
-Sono convinto che… Anna sia molto più forte di me. Più sensibile, più attenta, più in gamba. Se fosse solo questione di tempo prima che se ne renda conto e non voglia più rimanere al fianco di un debole?- chiese retorico, appoggiando il viso ai palmi delle mani.
-Non lo credi veramente-.
-Da tutta la vita cerco… solo tranquillità. E poi è arrivata lei… che sembra creata dal caos a sconvolgere tutto quanto.
Spero solo di essere alla sua altezza, di poterle dare quello cerca- sospirò pensieroso.
-Sarà così nobile Yoh. Non ho alcun dubbio- cercò di rincuorarlo, mentre alzavano entrambi gli occhi al cielo per osservare il sole che si accengeva a tramontare.
 
-È tardi, dove sei stato?- chiese Anna mentre Yoh rientrava in casa.
-Si sta così bene fuori, questa primavera sta proprio cominciando bene- sorrise stendendo le braccia in alto.
Lei ricambiò, contenta che stesse bene.
Malgrado tutto quanto, l’unica cosa che contava era quella.
Guardò fuori dalla finestra, notando che c’erano davvero tante stelle.
Quel panorama le fece ricordare una cosa tra le più belle che avessero passato insieme.
 
-Ti ricordi il nostro primo capodanno?- chiese, girandosi per guardarlo negli occhi.
Yoh sembrò non cogliere il riferimento.
-Certo, al Monte Osohi- rispose -perché?- chiese avvicinandosi.
Anna diede un’alzata di spalle -Le stelle. Sta notte… sembra essercene come quella volta- sorrise verso il cielo.
Sentì un braccio avvolgerle la vita lentamente e poi il suo corpo avvolto da quello del ragazzo.
La schiena premeva contro il suo petto e un calore la invase immediatamente da testa a piedi.
Yoh la strinse a sé, affondando il viso nell’incavo del suo collo.
-Ricordo di aver pensato che fossi la cosa più bella che avessi mai visto- sussurrò sulla sua pelle.
Anna si voltò, rimanendo tra le sue braccia ma guardandolo ora negli occhi.
-Io ricordo… di aver pensato che fossi la persona più gentile che avessi mai conosciuto- mormorò lei, guardando le sue labbra avvicinarsi.
-Nonostante gli schiaffi?- scherzò facendola sorridere.
-All’epoca leggevo ancora i tuoi pensieri- alzò una spalla.
Yoh aggrottò le sopracciglia -Non ci riesci più?-.
-Non lo faccio con te. Non ne ho bisogno- specificò sincera.
A quelle parole, Yoh sembrò scattare.
Si fidava di lui.
 
La baciò immediatamente, stringendola a se quasi per soffocarla.
Anna si lasciò completamente andare, ricambiando il bacio con trasporto e portando una mano tra i suoi capelli.
Lo tirò più a se, sentendo le sue mani stringerle il vestito sulla schiena.
Camminarono all’indietro fino al tavolo, dove Anna si sedette premendo il corpo contro quello di Yoh.
Gli tolse la camicia lentamente, facendola scivolare sulla sua pelle e lasciandola poi cadere sul pavimento.
Yoh passava le labbra dalle sue al suo collo, trascinando giù la lampo del vestito nero, fino a toglierlo.
Man mano che gli indumenti cadevano a terra, i due ragazzi sentivano che il loro legame cresceva.
Dalla prima volta in cui era successo, Yoh non pensava potesse esistere una sensazione più meravigliosa.
Credeva che il loro legame fosse già perfetto.
 
Ma viversi in quel modo era l’unica maniera per far scomparire il mondo.
 
-Non mi chiederai mai di partire con te vero?-.
Anna alzò lo sguardo sul viso di Yoh, rimanendo appoggiata al suo petto, sentendosi completamente esposta.
Sentì l’aria che veniva aspirata fino al limite del possibile.
-Non è per te Anna- rispose lui tenendo gli occhi invece sul soffitto.
-Io sto bene… dove sei tu-.
-E io sto bene sapendoti al sicuro. Non potrei concentrarmi se fossi li- sospirò, stringendo il braccio intorno alle sue spalle, come a volerla proteggere ancora di più -So perfettamente che sapresti cavartela, non ho alcun dubbio. Ma è più forte di me-.
-Non potrò stare in disparte per sempre- sussurrò sulla sua pelle, lasciandogli un bacio sullo sterno.
-Purtroppo lo so bene- si fece scappare un sorriso -ma proverò a tenertici in tutti i modi-.
Anna si alzò sulle sue braccia, fissandolo adesso dritto in faccia.
-Dico sul serio Yoh. So badare a me stessa e sono in grado di darti una mano- disse seria.
Yoh le spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio, continuando a guardarla.
Sospirò, accarezzandole la guancia con il pollice.
-Lo so. Credimi. Questo viaggio… cambierà tutto quanto. E a me sta bene… l’unica cosa che non voglio cambi è questo. Tu, io e nient’altro-.
  
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