ATTO PRIMO

Secondo anno

SCENA I - La Grande Sala.  Ora di colazione.

Due ragazze si incamminano verso la tavola dei Corvonero, e si siedono l’una accanto all’altra. Prende luogo un placido dialogo.

Dalia (tono scherzoso) : …E dicevo, ho visto un Serpeverde che non è degno nemmeno di scrivere il nome del proprio fondatore! 

(farfugliando) Ma non dico sul serio, chi sono io per poter giudicare..

(tono di voce più alto) Solo che, è esilarante! ‘Salar’ nella lingua rumena significa ‘stipendio’!

Luna (leggera risatina) : Non capisco tanto il tuo senso dell’umorismo, ma mi fa piacere che ti piaccia tanto il gioco della parola, usi tanto le tue conoscenze linguistiche…t’ammiro…

Dalia (tono neutrale e calmo) : Oh, è così? Non penso d’averlo realizzato.

Luna: Già…

Le due cominciano a consumare il loro primo pasto giornaliero. 

Ad un tratto:

Luna: Dalia, pensavo.. soffri tanto la presenza del freddo?

Dalia: Ne sono diventata così accomunata che è ormai parte di me.

Luna: Suppongo. Le tue mani fredde…

Dalia: Oltremodo..

Luna: Di ghiaccio..

Ridono un po’. Queste sono le loro battutine usuali, della loro gioventù.

Luna: Comunque, questo è un bene. Potrai quindi conoscere una mia amica di vecchia data.

Dalia: Non capisco. 

Luna: Vedrai. Ora, mi pare il tempo di andare a lezione di Storia della Magia, con i Tassorosso.

Dalia (intenerita) : Bene. La mia materia preferita.

Luna avrebbe voluto dirle che non riusciva a capire se era sarcastica o no, anche se sapeva che la risposta era negativa, ma osservando che ciò avrebbe potuto dare inizio a una nuova conversazione, ritenne più opportuno lasciare che il silenzio le avvolga. E mentre si dirigevano con foga verso l’aula che avrebbe ospitato gli studenti dodicenni delle due casate, la donnina sbarrata in una sorta di fissità smarrita lasciò che la sua brillante mente venisse inondata dalle possibili reazioni che la vista e l’incontro con la Dama Grigia avrebbero potuto scaturire nell’amica. Non troppa sorpresa; Luna conosceva la natura straordinariamente pacifica e solenne dell’altra, eppure nonostante fossero entrambe estremamente calme, erano così diverse nella loro pacatezza. Forse questo era ciò che le induceva a passare del piacevole tempo discorrendo di qualsiasi cosa; avevano un rapporto molto intimo, anche se a prima vista non sembrava. Ella emise un soffio attraverso le narici per esprimere quanto fosse divertente il fatto che nella sua testa si era autodefinita <<Genia della Divinazione>>; era convinta che ciò che immaginava era esattamente ciò che si sarebbe avverato. Dalia non sarebbe rimasta delusa, né sorpresa, ma avrebbe esibito un virtuoso comportamento. Era per lei un onore conoscere la figlia di Rowena, le ammirava tutte e due così tanto, davvero lusingata dal fatto che Luna avesse preso in considerazione quest’offerta per lei. Magnifico, che dire. 

Dopo aver tanto soliloquiato, giunse a pensare ai nargilli; questi, creature che la volevano distruggere, ma lei, dall’indole curiosa, le voleva conoscere.