Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: finfola    09/02/2022    0 recensioni
Ron è misteriosamente scomparso. Le ricerche di Harry ed Hermione li conducono in un castello della Transilvania, dove ritrovano una vecchia conoscenza che manifesta un particolare interesse per la strega... Fanfiction ispirata al film "Per favore non mordermi sul collo" e al musical "Tanz der Vampire". Pairing: Hermione/Cormac McLaggen.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cormac McLaggen, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella sera, nel cuore della Transilvania, Hermione Granger si trovava nella camera di un antico castello e cercava di leggere un libricino trovato per caso in biblioteca. Era la prima notte che trascorreva in quel posto e il suo stato d’animo non poteva definirsi tranquillo. Da quando Ron era misteriosamente scomparso un mese e mezzo prima, il suo unico pensiero era quello di riportarlo a casa il prima possibile. Per questo lei ed Harry si trovavano lì, nella magione di due vampiri che avrebbero approfittato di ogni momento per sceglierli come portata principale del loro menù (e uno di loro, purtroppo per lei, ne aveva tutte le intenzioni). Tutti gli indizi che avevano raccolto li avevano portati su quella pista e l’unica cosa che dovevano fare era trovare l’amico e andarsene il prima possibile. Avevano quindi deciso di stabilire poche ma semplici regole per evitare una malaugurata sorte e concentrarsi meglio sulla loro ricerca:

  1. Non uscire di notte;

  2. Tenere sempre la porta della propria camera chiusa a chiave;

  3. Non separarsi per nessun motivo.

Tuttavia, come era facilmente prevedibile, niente andava come previsto ed Harry, con grande disapprovazione di Hermione, aveva già deciso di infrangere tutte le regole per esplorare una zona del castello dove credeva che Ron fosse nascosto. “Userò il Mantello dell’Invisibilità perciò non correrò rischi,” le aveva detto, ma Hermione era comunque contrariata. “Avevamo detto di non separarci!” “Lo so ma sono sicuro che scoprirò qualcosa. Hai visto quanto hanno fatto i misteriosi? C’è qualcosa che non vogliono farci sapere.” “Premesso che c’è GIÀ qualcosa che non vogliono farci sapere-” “Dai Hermione, non fare la puntigliosa! So quello che faccio e con il Mantello sarò al sicuro. Tu devi solo stare qui, chiudere la porta a chiave e non uscire finché non sarò tornato. Fidati, andrà tutto bene.” Ecco, la solita frase che non prometteva nulla di buono. Hermione era ancora titubante quando Harry uscì dalla soglia della camera e svanì nell’oscurità, ma sapeva che sarebbe stato impossibile far cambiare idea all’amico. Era Harry Potter, dopotutto. “È la cosa più stupida che abbia mai fatto,” borbottò mentre si barricava nella stanza e raggiungeva lo scrittoio vicino al letto. Ora veniva la parte più difficile: come trascorrere quel tempo che si prospettava indefinito senza impazzire per l’ansia e l’apprensione? A quel punto, le era tornato alla mente il libro. Era un piccolo manuale, di datazione incerta, che aveva preso incuriosita e ammirata per la sua conservazione. “Ottima scelta. Lo apprezzerà.” le aveva detto il Conte con uno strano sorriso. La ragazza non ci aveva più pensato ma, visto che leggere era sempre stato un ottimo modo per distrarre la mente, forse poteva approfittarne per saperne di più sul suo contenuto. Hermione si sedette e cominciò a sfogliare le prime pagine. Il titolo, che non compariva nella copertina sgualcita, la colpì più di quanto avrebbe potuto immaginare: Ratgeber für Verliebte. Wie man ein Herz gewinnt/Advice for people in love: How to conquer a heart. “Ah, l’amore! Questo libro capita al momento giusto,” pensò mentre il pensiero correva a Ron e al suo destino. Voleva tanto che fosse lì con lei e desiderava trovarlo più di ogni altra cosa. Con un sospiro, iniziò a leggere. “Vediamo… qui c’è la descrizione dettagliata di una persona innamorata:
 

If there's love in you music sounds from you.

When your moment has come your expression speaks for you.
 

“La musica nel cuore, gli occhi che parlano… Sì, la scrittura è abbastanza artificiosa ma direi che il senso è chiaro.” Proseguì nella lettura:
 

And the Person you like

understands what you say, and even if you would be silent

your heart reveals that there's love in you

that doesn't want to keep quiet any more.
 

Senza volerlo, Hermione non poté fare a meno di pensare all’ultima volta in cui lei e Ron si erano visti e arrossì. Il ragazzo non era mai stato un esperto nell’esternare i propri sentimenti e, a dire il vero, nemmeno lei. Tutti e due erano orgogliosi e testardi e difficilmente avrebbero deciso di fare il primo passo. Eppure quel giorno, di fronte all’incertezza che li attendeva, avevano deciso di mettere tutto da parte e di aprirsi completamente l’uno all’altra. E allora, inevitabilmente, tutto cambiò. “Già…” pensò Hermione, accennando un sorriso mentre ricordava quei momenti. “Un bacio dice più di mille parole.” “Sei così irrimediabilmente dolce.” La ragazza, nel sentire all’improvviso quella voce a lei tanto familiare, trasalì. “Ron??” Hermione scattò in piedi e si guardò intorno, sfoderando prontamente la bacchetta. Non vide nessuno ma la voce continuò.
“Che ti succede? Non mi riconosci più?” “Ma…” Hermione non capiva. -Sto sognando? È la mia immaginazione?- “Sei proprio tu?” “Certo che sono io. Così mi deludi, ho sempre invidiato la tua mente brillante.” “Non si tratta di questo. È che mi sembra tutto poco chiaro.” “Lo so, e tu non sopporti la poca chiarezza. Ma potresti approfittarne, non credi?” “In che senso?” Hermione era sempre più scettica. Non c’era dubbio che quella fosse la voce di Ron… Ma dubitava che fosse proprio lui. “Se intendi che devo uscire per venirti a cercare-” “Beh, è quello che state facendo, no? Insomma, che ti prende? Una Grifondoro come te non avrà mica paura?” “Certo che no!” La ragazza non poté evitare di sentirsi punta sul vivo. “Come ti permetti? Ho affrontato una guerra e l’abbiamo vinta, cosa credi che-” “Calma, calma, non ti arrabbiare.” Hermione proseguì imperterrita. “Avanti, dimmi dove sei che ti vengo a prendere.” “Ora ti riconosco. Sarà più semplice di quello che credi. Tutto quello che devi fare è seguire la musica.” E iniziò a risuonare nell’aria una melodia che la ragazza riconobbe immediatamente. “La Cavalcata delle Valchirie? Da quando ascolti Wagner?” “Non stare troppo a pensare. Ricorda: lasciati guidare dalla musica e mi troverai.” -Questa situazione non mi piace per niente- pensò Hermione. -Però visto che siamo in ballo… Perché non ballare?- E, prima che potesse rifletterci ulteriormente, aprì la porta e uscì, seguendo le note babbane.


Nonostante l’iniziale spavalderia, il viaggio notturno di Hermione non fu privo di dubbi e preoccupazioni. Sapeva che, con tutta probabilità, si trattava di un trucco escogitato per farla uscire dalla sua stanza (-Accidenti a me e al mio orgoglio!-) ma sapeva che anche Harry, in quel momento, si stava aggirando nel castello. -Almeno ha il Mantello dell’Invisibilità,- pensò mentre continuava a seguire la musica. -Io sono più esposta ma posso sempre contare sulla mia bacchetta. Magari tutto questo girovagare ci farà incontrare...- Il pensiero corse di nuovo a Ron. Sperava che anche lui, ovunque si trovasse, stesse bene. -Il Conte ci ha invitati a un ballo domani. Sicuramente è un rito sacrificale travestito da invito formale… Ma è molto probabile che, se così fosse, ci sarà anche lui… Spero solo che non sia troppo tardi.- La musica, a quel punto, si fece più forte. Hermione vide una luce filtrare da una porta e fece un respiro profondo: -Ci siamo.- Si avvicinò lentamente, il bagliore della bacchetta a illuminare il suo cammino e l’adrenalina che le scorreva nel sangue.


Quando entrò nella stanza, si rese conto di essersi infilata in una situazione decisamente pessima: davanti a lei, vestito solo con una vestaglia bianca, c’era nientemeno che Cormac McLaggen, suo ex compagno di scuola con cui aveva partecipato (con effetti disastrosi) alla cena del Lumaclub del sesto anno e nient’altri che il nipote del padrone del castello. Il ragazzo era diventato un vampiro in un periodo non specificato della sua vita e il caso aveva voluto che Hermione ed Harry lo scoprissero proprio quella sera, al loro arrivo. Da quell’incontro fortuito e beffardo, come aveva percepito la strega, il vampiro non le aveva tolto gli occhi di dosso. Cormac la fissò, apparentemente sorpreso di vederla, ma Hermione sapeva che niente di quello che era successo era frutto del caso. -Dovevo immaginarlo,- pensò. -Già da umano era insopportabile, la morte lo ha solo peggiorato. Perché non sono così acuta quando si tratta di uomini?- E, prima che potesse riordinare le idee per trovare una possibile soluzione a quel pasticcio, il ragazzo parlò.

“Stai male Granger?”

“No,” rispose Hermione a disagio.

“Sei molto pallida.” disse Cormac osservandola.

“Non è vero,” ripeté Hermione con un tono di voce più alto del dovuto.

“Credimi Granger, sei bianca come un lenzuolo. Dovresti riposare.”

-Ma anche no,- fu il primo pensiero della strega.

“Sei molto gentile ma non ce n’è bisogno. Devo andare in biblioteca a fare delle ricerche, quindi-”

Ma il vampiro non le diede retta e in un batter d’occhio fu al suo fianco.

La ragazza si irrigidì.

“Sei proprio in un brutto stato,” disse Cormac con voce carezzevole. “Vieni a sederti un momento, vedrai che ti sentirai molto meglio.” Il giovane le prese con delicatezza la mano ed Hermione, a malincuore, capì di non avere scelta. Si lasciò guidare da Cormac e si sedette sulla sponda del letto, cercando in ogni caso di mantenere una certa distanza dal vampiro. Il ragazzo, ovviamente, aveva ben altre intenzioni ed Hermione trattenne a fatica un sospiro di frustrazione quando percepì la sua presenza accanto a lei. Si impone di mantenere la calma e di non far trapelare il suo nervosismo, anche se le occhiate penetranti di Cormac mettevano parecchio in difficoltà i suoi propositi. A quel punto decise di non dargliela vinta e si guardò intorno, mostrando un interesse che in realtà non aveva. “È molto grande questa stanza.” -Che originalità, complimenti Hermione!- Poi la sua attenzione fu catturata da un quadro babbano che mai si sarebbe aspettata di vedere. Si alzò i piedi e sgranò gli occhi per la sorpresa. “Ma quello è Il molo di Calais di William Turner!” esclamò senza riuscire a trattenere il suo entusiasmo. “Ne sono sicurissima, si vede dal tipo di pennellata e dalla luce del dipinto… La luce tra l’altro è un elemento fondamentale per l’artista, ne fa un’entità autonoma dagli elementi circostanti…” Hermione adorava quel quadro: ricordava bene la prima volta che lo aveva alla National Gallery insieme ai suoi genitori. Era rimasta a fissarlo per ore, affascinata da quell’atmosfera realistica e allo stesso tempo drammatica. La tela rappresentava l’arrivo di Turner in Francia, in particolare il burrascoso attraversamento della Manica, e il pittore aveva raffigurato alla perfezione quel momento: il mare agitato, il caos che regnava nel porto, gli sprazzi di luce nel cielo… Ma perché un quadro così bello era in camera di uno come McLaggen? Nel porsi questa domanda la ragazza si interruppe e fissò Cormac con aria interrogativa. “Conosci i pittori babbani?” “È una riproduzione che ha comprato mio zio molti anni fa.” rispose il giovane con un sorriso soddisfatto. “Ah… Sì, non può che essere una riproduzione perché l’originale si trova a Londra. Sono andata a vederlo con i miei genitori e me ne sono innamorata subito. Adoro lo stile di Turner!” “Ma pensa Granger, piace molto anche a me.” Hermione si ritrovò a guardarlo a bocca aperta per lo stupore. “Strano, vero? Eppure mi sono accorto di provare una certa passione per i babbani… Alcuni di loro sono indimenticabili.” -Bene, credo di aver trovato la risposta alla mia domanda… Meglio cambiare argomento.- “Ho sentito che c’è un ballo domani sera, è vero?” chiese con finta noncuranza. Il ragazzo però non la ascoltava; in quel momento la stava studiando con grande attenzione, seguendo i delicati lineamenti del suo viso.

“Non sei cambiata affatto,” disse con aria improvvisamente assorta. “Sei rimasta la stessa ragazza che ho conosciuto anni fa ad Hogwarts.” -Lo stesso vale per te, anche se il mio non è un complimento.” pensò caustica Hermione.

“I tuoi riccioli caramellati e morbidi…”

-Questo nido di rondine che ho in testa? Se lo dici tu...-

“La tua bocca morbida e carnosa…”

-...da cui spuntano due denti da coniglio...-

“I tuoi occhi color cioccolato che splendono come il sole del mattino…”

-Veramente sono di un banalissimo marrone...-

“E le tue ciglia!”

“Le mie ciglia?” ripeté Hermione perplessa.

“Sembrano lunghi fili d’oro mossi dal vento…”

-Mamma mia, sono solo delle ciglia!-

“E come dimenticare la tua pelle vellutata…”

-Santo Godric, basta con queste smancerie!-

“Per non parlare del tuo seder-”

“Cormac!” strillò Hermione scandalizzata.

“Andiamo Granger, lascia che mi complimenti per lo splendore che sei.”

Hermione sbuffò, rossa come un peperone.
Il vampiro rise sotto i baffi e, con suo grande sollievo, cambiò argomento.

“Comunque sì, domani sera ci sarà un ballo. E anche tu, ovviamente, sei invitata.”

-Molto gentile,- pensò sarcastica Hermione.

“Non vedo l’ora di vederti, al centro della sala. Sarà uno spettacolo memorabile.”

“Sì, immagino che sarà bellissimo ma ora devo andare.”

“Di già?” “Come ti ho detto, devo andare in biblioteca.”

“Sempre sui libri. Come ti ammiro…”

“Bene, allora ciao.”

“E quello cos’è?”

“Eh?” fece Hermione senza capire.

“Quel libricino che tieni con tanto amore sotto il braccio.” disse Cormac sorridendo. “Posso vederlo?”

“Beh…” “Ma sì, fammi vedere.” E le prese il libro dalle mani, sotto il suo sguardo contrariato. -Perché mi chiede il permesso se poi fa come gli pare?- pensò seccata.

Poi però, si ricordò del contenuto del libricino in questione e le sue guance si tinsero nuovamente di rosso. -Povera me,- si disse mentre il vampiro sfogliava con estrema curiosità le pagine del volumetto. “Fa parte delle mie ricerche,” disse frettolosamente nel tentativo di scacciare quel fastidioso imbarazzo. “È un documento molto interessante risalente al XIX secolo e sono sicura che ne potrò ricavare degli spunti molto illuminanti.” “Non ne dubito,” si limitò a dire Cormac mentre continuava imperterrito la sua ispezione. “È anche ben conservato! Sembra che l’umidità e il tempo che passa non lo abbiano rovinato.” “Per questo devi ringraziare mio zio, ha grande cura dei suoi libri. Comunque so già tutto della tua affannosa ricerca.”

Hermione rimase interdetta. Quell’affermazione la mise più che mai in guardia. “Che vuoi dire?” chiese guardinga. Cormac rise divertito. “Andiamo Granger, non occorrono simili mezzucci quando sono in gioco le ragioni del cuore.”

“Le ragioni del-”

“Eh già,” fece Cormac riportando lo sguardo su di lei. “Lei, mia cara signorina so-tutto-io, è indiscutibilmente e implacabilmente malata d’amore.” Chiuse di scatto il libro con un colpo secco e glielo restituì con un inchino. Hermione lo fissò, chiedendosi perché dovesse rendere tutto così terribilmente teatrale.

“Vorrai dire innamorata,” specificò senza riuscire a trattenersi. Poi si rese conto che le sue parole potevano essere travisate facilmente e si pentì di aver aperto bocca.

“Ma questo non significa che-”

“Shhh…” fece Cormac, piombandole accanto e appoggiandole un dito sulle labbra. “Non dire altro. Io soffro dello stesso male e ne soffro da molti anni.” -Di bene in meglio,- pensò Hermione. “Vedo lei ovunque, sempre! Non importa cosa io faccia, lei è sempre lì a perseguitarmi!” “Addirittura,” si lasciò sfuggire Hermione per poi maledirsi di nuovo per la sua lingua lunga. “È così!” disse Cormac con fare melodrammatico. “Tu sei nella mia stessa condizione perciò puoi capire il mio stato d’animo in questo momento!” “Ma io non vedo tutto questo come una sofferenza, più che altro deve esserci un equilibrio da entrambe le parti-” “Appunto!” esclamò il vampiro e, con grande sorpresa di Hermione, si inginocchiò davanti a lei. La ragazza fece un passo indietro e allungò il braccio dietro di sé, in cerca della bacchetta. -Ma dov’è? L’avevo messa qui…-

“Ora che conosci finalmente il mio tormento, ora che hai compreso il mio grande dolore, nulla può impedirmi di manifestare apertamente quello che provo per TE!” -Oh oh- “Cormac, stai fraintendendo tutto quant-” “Sposami! Diventa mia moglie! Unisciti a me e regneremo insieme su questa terra incontaminata.” “Non è possibile, e lo sai bene.” “Basterà un attimo! Un istante di dolore terreno per il più paradisiaco dei piaceri…” -Accidenti, ma dove ho messo la bacchetta? E dov’è finito Harry??- “Granger!” Hermione si allontanò ancora. “Cormac, per favore: non costringermi a schiantarti.” “Non lo farai. Anche perché non hai questa.” E le sventolò la sua bacchetta davanti agli occhi. “Brutto…! Me l’hai rubata, quando ero sul letto!” “E non ruberò solo quello, mia cara dolce Hermione…” -Oddio…- pensò la ragazza mentre il vampiro si avvicinava sempre di più. Cosa poteva fare a quel punto? Cormac era incredibilmente veloce e avrebbe bloccato con facilità ogni tentativo di fuga. Si impose di mantenere la calma. -Non ho intenzione di arrendermi,- si disse risoluta. -Non sono venuta qui per diventare il suo dessert!- Alla fine, spremendo le meningi, ebbe un’idea. Era un piano strampalato e abbastanza puerile, ma era l’unico che in quel momento le sembrava possibile. Aspettò quindi che il vampiro si avvicinasse e poi, alla vista delle zanne incombenti di lui (“Finalmente sarai mia, MIA! Sarai mia sposa per sempre e divideremo la nostra passione ardente per l'eternità!”), gli ficcò il libricino in bocca e corse spedita verso la porta. Odiava sacrificare in quel modo un libro, ma rappresentava il male minore rispetto a quello che sarebbe potuto succedere. L’effetto sorpresa fu dalla sua parte: Cormac non si aspettava affatto una simile mossa e, infastidito, lottò per liberare i canini dalla presa cartacea. Una volta finito, fece per lanciarsi all’inseguimento della strega ma non aveva fatto i conti con un altro imprevisto: Harry Potter e il suo Mantello dell’Invisibilità. Non potendolo vedere il vampiro, preso dalla foga, inciampò sul piede del ragazzo e terminò l’inizio della sua folle corsa sulla gamba del letto a baldacchino. Si udì uno scricchiolio e l’intera costruzione crollò, finendo miseramente su Cormac McLaggen.
“Caspita!” esclamò Harry. E, senza perdere altro tempo, uscì dalla stanza per rincorrere l’amica. 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: finfola