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Autore: SerenaChichi    10/02/2022    1 recensioni
“Poi, come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la vista appannata, riconobbi immediatamente quel lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.
Era lui, era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire l’odore.“
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Crilin, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2

Alla Capsule Corporation…



Cercavo di apparire impegnata, buttando lo sguardo qua e là dal finestrino. Avevamo oltrepassato la città e, a quanto mi era stato riferito prima di salire in macchina, arrivati a questo punto, saremmo dovuti essere quasi giunti a destinazione. Di traffico, ormai, non ce ne era più, e la maggior parte dei negozi avevano la saracinesca abbassata.

Hey, cara, hai letto il messaggio? Sì, tutto bene, tranquilla. Non dovrei metterci molto, comunque voi iniziate a mangiare, senza problemi!”

Continuando a tenere lo sguardo sul paesaggio, ascoltavo curiosa la conversazione. Stava parlando con C18, era palese. “Che cosa incredibile!” Pensai, non riuscendo a trattenere un sorriso.

Ah, certo! Ti racconterò tutto al ritorno. Ciao tesoro.”

Lo sentii concludere bisbigliando, forse con la speranza di non farsi sentire.

Sembri una vera poliziotta, lo sai? Serena? Ci sei?”

Mi voltai di soprassalto verso di lui, mi ero totalmente persa sulle sfreccianti luci cittadine. La Città dell’Ovest era veramente uno spettacolo di sera e quel non so che di futuristico la rendeva incredibile. Per di più, sembrava che mi fossi abituata visivamente a quella surreale percezione, non ci facevo praticamente più caso.

A che cosa stavi pensando?” Mi domandò ridendo.

Scusami, ero sopraffatta dal paesaggio. Dicevi?”

Sembri una vera poliziotta, vestita così!”

Eh grazie, mi hai dato una divisa!” “Beh, con addosso questi abiti, è facile!” Sorrisi. “Manco lavata, per giunta.” Avvicinai un lembo del colletto al naso, riscontrando certezza nel dubbio.

Toh! Guarda un po’ davanti a te! Riconosci?”

La mia bocca si spalancò esterrefatta. Il gigantesco complesso della Capsule Corporation si ereggeva davanti ai miei occhi con tutta la sua maestosità. L’ansia si rimpadronì di me stessa, iniziando a realizzare che tra pochi attimi avrei conosciuto la donna più famosa di questo mondo. Avrei dialogato con quella figura, che per certi versi, rappresentava una parte della mia infanzia e adolescenza, ritenendola, paradossalmente, un volto famigliare.

E’ assurdo!” Guardavo incredula al di là dell’enorme cancello.

Sei pronta? Vedrai che anche Bulma ti crederà!”

Cavolo, a questo non ci avevo pensato! E se non l’avesse fatto? Si sarebbe fidata di ciò che le avrei raccontato? Ma, più che altro, ero pronta? Molto probabilmente, non avrei incontrato solo lei, ma tutta la combriccola. Tra poco, sarei stata davanti a Vegeta, Trunks e quasi sicuramente anche la piccola Bra. Non avevo ancora ben chiara la linea temporale dove fossi capitata, ma a secondo della presenza o meno dell’ultima arrivata in casa, avrei avuto la risposta. E se avessero avuto ospiti? E se avessero avuto quell’ospite? Una mandria di cavalli imbizzarriti iniziò a trottare nel mio petto. La mia pressione sanguigna schizzò alle stelle e le guance avvamparono come legna nel braciere. “Oh cazzo!”

Avvertii lo sguardo di Crilin scrutarmi confuso. Percepivo di essere diventata rosso fuoco e, quasi sicuramente, nel mondo reale, stavo per morire nel sonno. “Ecco l’ictus!”

Calma, non ti devi agitare, andrà tutto bene.”

Deglutii nervosissima. Ovviamente, che poteva saperne lui? E di certo, avrebbe dovuto continuare su questa strada. Lo lasciai credere e gli sorrisi. Lo vidi riprendere il telefono, scorrere il dito sullo schermo, e poi avvicinare l’apparecchio all’orecchio.

Hey, Bulma! Apri il cancello? Perfetto, grazie!”

L’enorme struttura in ferro battuto si spalancò davanti a noi. L’auto riaccese i motori ed entrammo.

Non pensavo si parcheggiasse all’interno… Oddio, è talmente grande che forse avrei dovuto…” Nonostante il sole fosse tramontato già da un bel pezzo, l’esterno della Capsule Corporation appariva perfettamente illuminato da una miriade di lampioni e lampioncini di ogni genere. Parcheggiato il veicolo, raggiungemmo a piedi il vialetto che conduceva all’entrata. Camminavo, voltando il mio sguardo meravigliato in tutte le direzioni.

Attenta!” Improvvisamente, una strattonata mi scongiurò da una collisione certa.

Per-me-so”

Un androide stile Robin Williams robotico nell’ Uomo Bicentenario mi tagliò sfacciatamente la strada.

Devi avere tremila occhi, qui!” Mi suggerì divertito Crilin. Gli sorrisi, alzando le sopracciglia in senso di costatazione e, assieme, entrammo nell’edificio.

Un enorme bancone sui toni del blu seguiva per intero la parete dinanzi le grandi vetrate scorrevoli che aprivano sulla hall. Un distinto uomo sulla quarantina risiedeva al di là dell’imponente struttura, indaffarato a trascrivere dei documenti. Accortosi del nostro arrivo, alzò gli occhi, sfilandosi gli occhiali.

Signor Crilin, buonasera. La signora Briefs mi ha riferito di dirle che l’attende dove lei sa. La conosce già la procedura se non sbaglio.”

Mio Dio, quell’impiegato era una macchinetta! Non credo respirasse tra una parola e l’altra.

S-salve! Sì, s-so già tutto, grazie.”

Ma ancora lavorano a quest’ora?” Chiesi bisbigliando mentre ci dirigevamo verso gli ascensori.

E’ uno dei guardiani notturni. E’ un tipo strano, ma è una brava persona.” Mi sorrise, premendo il pulsante per la chiamata.

Le porte si aprirono e dopo essere entrati, Crilin puntò il dito sul tasto sotterranei. Deglutii nervosa. Non sono mai andata d’accordo con cantine e posti simili, mi hanno sempre fatto una certa impressione! Pensare di sbucare in un luogo angusto, mi crea agitazione.

Tutto bene?” Credo se ne fosse accorto.

Ehm, sì. Sotterranei?” Chiesi arricciando appena il naso.

Più o meno.”

Fece l’occhiolino. Molto probabilmente, ripensando alle parole del custode, doveva trattarsi di una copertura.

Il campanellino che annunciava l’arrivo suonò e le porte si aprirono. Sbucammo in una piccola stanzetta con un paio di scatoloni poggiati in un angolo, illuminata fievolmente da una applique posta sulla parete davanti. Crilin si avvicinò a quella luce e, alzandosi in punta di piedi, premette qualcosa dietro il paralume. Un improvviso rumore di ingranaggi cominciò a rimbombare e dopo alcuni istanti, la parete di lato iniziò a calare, scoprendo un lungo corridoio.

Wow!” Rimasi senza parole.

Non l’avresti mai detto, è?”

Scossi la testa e timidamente lo seguii, fino a giungere dinanzi a un imponente porta di metallo. Lo vidi accostarsi a un piccolo lettore ottico, sottoporsi alla scannerizzazione della retina e digitare un codice di cinque o sei cifre.

Immediatamente, il portellone si aprì e un enorme laboratorio con svariati computer e strumenti tecnologici d’ultima generazione si mostrò ai nostri occhi. Una cosa del genere mi era capitata di vederla solo nei film! Teste e braccia robotiche, ologrammi rappresentanti strani prototipi, pile di microchip accatastati su delle mensole metalliche e in un angolo, sopra a un ripiano, una dozzina di piccole scatole. Una sensazione, dentro di me, mi suggerì di averle già viste, così mi avvicinai, scoprendone una aperta. Spalancai gli occhi dallo stupore: sei piccole capsule erano perfettamente allineate, ognuna col proprio numero e colore. “Le capsule Oplà!” Pensai emozionata. Feci per toccarle, ma una squillante voce, proveniente dal fondo dell’enorme ambiente, mi portò a ritrarre immediatamente la mano.

Crilin!”

Oh mio Dio!”

Heylà, Bulma!” L’amico alzò il volto in segno di saluto e con le mani infilate nelle tasche del bomber, raggiunse la scienziata. Sospirai e agitata, lo seguii.

Cos’hai tanto urgente da dirmi? Cosa è succ-“

La giovane donna dai capelli turchini, bellissima col suo capello sbarazzino e il lungo camice bianco, mutò improvvisamente espressione, non riuscendo a terminare la frase. I nostri occhi si erano incrociati e, constatando il suo alterato atteggiamento, non era a conoscenza dei fatti e né, tanto meno, della mia presenza. Si avvicinò lesta al povero Crilin, con uno sguardo carico di collera e stupore.

Come diavolo ti è venuto in mente di portare una tua collega in questo posto!? Sei impazzito!?” Cercò di bisbigliare, ma la furia le impediva di trattenere il volume. Senza contare, che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, e lo sguardo non sembrava affatto essere benevolo. Sarei voluta scomparire.

L’amico si grattò la testa imbarazzato. “Ma no, non è un poliziotto. Indossa questa divisa perché era in pigiama!”

L’espressione puntata su di me cambiò improvvisamente, diventando confusa.

E’ una lunga storia, perché non ci sediamo? Dai, così Serena ti racconterà tutto.”

E così fu. Ci accomodammo su un piccolo divano poco distante e provando a essere più riassuntiva possibile, iniziai agitata a raccontarle gli avvenimenti accaduti nelle ultime dodici ore. Il volto di Bulma cambìò spesso espressione durante il racconto: passò dallo scettico, al divertito, all’annoiato e così via, ma non riuscii mai a leggere nei suoi occhi un qualcosa che mi facesse pensare che mi stesse credendo. Mi stavo sentendo incredibilmente sotto pressione.

Quindi mi vorresti dire” diede un tiro alla sigaretta “che tu sai tutto di noi, perché nel tuo mondo, noi siamo una specie di… Storia inventata? Ho capito bene?” Sbatté scettica più volte le palpebre.

Più o meno, è così.” Confermai nervosissima.

Una risata argentina scoppiò senza vergogna.

Ma che razza di scherzo è questo? Mi state prendendo in giro? Mi stai prendendo in giro Crilin?” Dal tono di voce usato con l’amico, stava decisamente iniziando a innervosirsi.

No, credimi Bulma, è tutto vero. Anch’io inizialmente non le ho creduto! Prova a metterla alla prova. Falle qualche domanda!”

La donna, si voltò nella mia direzione e mi scrutò dall’alto verso il basso. “Ma sapresti tutto di noi, in che senso?”

N-nel senso che conosco tutti i vostri avvenimenti.” “Adesso mi fingo morta.” “O-ovviamente non mi riferisco a cose private o intime, assolutamente!” “Ma magari! E’ già tanto che ci abbiano fatto intravedere un bacio censurato e filler per giunta! Altro? Ma quando mai!” “La storia inizia da quando sei partita alla ricerca delle sfere del drago e hai incontrato Goku. Lui possedeva quella dalle quattro stelle…” Abbassai lo sguardo, attendendo una reazione. Calò il silenzio e rialzando il volto, vidi Bulma completamente esterrefatta.

Giuro che se gliel’hai detto tu e mi state prendendo in giro, ti uccido!” Mostrò il pugno all’amico.

Te l’avevo detto! E’ incredibile, vero?”

N-non ha senso, è totalmente… Dio mio, non so che dire!” Portò le mani sulle guance. “Ma, per esempio, se ti chiedessi” Storse la bocca, cercando una domanda con la quale potesse mettermi in crisi “Il primo desiderio espresso dal drago Shenlong?”

Toh, questa neanch’io la so! Rispondi!” Mi spronò Crilin, guardandomi divertito.

Un paio d-di mutandine da donna.” Sorrisi “Da Osc, scusate Oolong!” “’sti nomi sono un dramma, per me!”

La mascella di Bulma toccò quasi il pavimento. “E’ inquietante. M-ma come può essere accaduta una cosa del genere?”

Sospirai, iniziando a grattare nervosamente la stoffa dei pantaloni sopra alle cosce.

Vi racconterò tutto…”



Con il mio ragazzo e un gruppo di amici avevamo deciso di recarci in una di quelle fiere del fumetto, che ogni anno si svolge non molto distante dalla mia città.

La mattinata era praticamente volata, tra shopping, incontri importanti e foto con incredibili cosplayer, l’ora di pranzo giunse in un baleno.

La fila per dei succulenti takoyaki sembrava non riuscire a smaltirsi e, la pazienza, provocata soprattutto dalla fame, mi stava mettendo a dura prova.

-Dio mio, non ne posso più! Voglio mangiare!-

-Penso che il commesso sia morto, non c’è altra spiegazione.-

-Che palle!- Mi ero veramente spazientita. Tra un sospiro e l’altro, il mio sguardo iniziò a vagare tra gli innumerevoli chioschi, ma la mia attenzione venne ben presto rapita da un piccolo banchetto, posto in disparte. Stranamente si andò a posare proprio lì. In fin dei conti, sembrava essere uno di quei tanti chiromanti che spesso si trovano poco distanti alle fermate della metro e mai, e sottolineo mai, erano riusciti a suscitarmi interesse. Eppure, quel signore barbuto, dall’aria pacifica e al contempo enigmatica, emanava un non so ché di calamitico, come fosse stato in grado di catturare i miei occhi, non lasciandoli più andare.

-Amore, arrivo subito!- Avvertii l’impulso irrefrenabile di avvicinarmi e, senza neanche attendere la risposta del mio ragazzo, lo raggiunsi.

-Finalmente.- Mi accolse così, lasciandomi sbigottita. La mia bocca si schiuse appena, ma non riuscii a parlare. ---Questa è tua.- Sotto il mio sguardo perplesso, vidi porgermi una strana, ma bellissima boccetta di vetro, grande pressappoco come un tubetto di colla. --Quando la giornata sarà finita e arriverà il momento di coricarti, pensa al tuo sogno più assurdo e remoto. La tua testa dovrà viaggiare in quel mondo fantastico. Io so qual è. Funzionerà, solamente, se lo crederai davvero. Basterà un piccolo sorso, per raggiungerlo ogni qualvolta tu vorrai.-

Non so perché il mio cervello mi abbia indotto ad accettare il regalo, ma quando lo afferrai, avvertii un senso di felicità.

-Puoi andare.- Mi sorrise.

Annuii confusa e indietreggiando appena di qualche passo, mi voltai, tornando dal mio fidanzato.

-Che stavi facendo?- Daniele aveva uno sguardo strano.

-S-sono andata da quel- Mi girai per indicare, ma nulla era più presente. Quello strano signore era sparito, portando con sé tutto il baldacchino. Sgranai gli occhi.

-Eri impalata come un salame, in mezzo al nulla!- Sentii il mio ragazzo ridere.

-E’ assurdo.- Allibita, andai subito a toccare la boccetta nella mia tasca. Quella era ancora al suo posto.

-Dai, finalmente tocca a noi! Ho una fame!-

Durante il pomeriggio, riuscii a distrarmi. Facemmo ritorno dopo aver cenato e, giunta finalmente a casa, entrai in camera distrutta, con la voglia di struccarmi in fretta e furia e abbandonarmi nel mondo dei sogni. -Sogni- quel bisogno agognato riportò subito la mia mente allo strano avvenimento del primo pomeriggio. Con il pigiama in dosso, aprii l’anta dell’armadio, frugando nella tasca del cappotto riposto poco prima. Quel regalo c’era ancora, portando con sé un’assurda e inspiegabile tentazione. Bere uno strano liquido regalato da un inquietante e sconosciuto individuo, chi non lo farebbe? Io, che domande. Ma, inspiegabilmente, lo feci.

Chiusi gli occhi, focalizzai la mia mente su quel posto che fin da piccola avevo sempre immaginato prendesse realtà e senza timore, portai la boccetta alla bocca.

-E’ acqua!- corrucciai lo sguardo disarmata.

Come se ne fossi stata, quasi, delusa, poggiai il piccolo flaconcino di vetro sul comodino e, sbadigliando, mi lasciai andare in un sonno profondo…



Ed eccomi qua. Mi chiamo Serena e ho ventotto anni.”

Seguii un lungo momento di silenzio. Su di me, i loro sguardi attoniti.

Cara, io n-non so che-“

Ascoltatemi, mi rendo conto che quello che ho raccontato possa sembrare assurdo, ma non vi sto mentendo!” Mi alzai in piedi, iniziando a camminare nervosamente davanti a loro. “Da dodici ore sono rinchiusa in questo sogno. Ho vagato per la città a piedi nudi, con il freddo e la fame. Sono stata costretta a rubare dei vestiti che neanche sono riuscita a indossare perché inseguita dalla polizia!” Bulma incrociò lo sguardo di Crilin. “E nonostante tutto, non potete capire la gioia che sto provando in questo momento! La felicità di avervi davanti!” Ormai, ero un fiume in piena, le parole uscivano dalla mia bocca senza pause. “Sono vent’anni che vi adoro, vent’anni che sono innamorata di” “Ecco la figura di merda!” “d-di voi!” Avvertii una vampata di calore improvvisa sulle gote. Sputtanarmi così, su due piedi, non mi pareva proprio il caso. “Io sono solo preoccupata per quello che mi sta accadendo. Non so che diavolo ci fosse in quella dannata boccetta!” Ripresi contegno, tornando a sedermi sul divano. “Potrei aver mandato giù una droga o un veleno, a questo punto!” Portai la testa tra le mani, sopraffatta dalla disperazione. “Io so solo una cosa… Ora sono qui e molto probabilmente, sarà così anche domani. Sono stanca e questa notte la passerò in strada… E’ un incubo!” Non riuscii più a trattenere le lacrime. Mi sentivo completamente inerme e abbandonata a me stessa.

Un improvviso calore scaldò la mia mano.

Ti credo.”

Sgranai gli occhi incredula.

Non mi sembri una persona in mala fede e poi, siamo onesti!” Girò lo sguardo verso l’amico. “Ci sono capitate talmente tante cose assurde, che non crederle sarebbe un’eresia!”

Chiusi gli occhi, con il cuore ricolmo finalmente di una sensazione di tranquillità agognata e desiderata da fin troppe ore.

Però, smetti di piangere. Vedrai che andrà tutto bene!” Mi strinse la mano.

Bulma… Io non so che dire…”

Io, sì. Ascoltami: questa notte sarai mia ospite, qui alla Capsule & Corporation. Dormirai in una delle stanze con il bagno interno, così potrai rilassarti nel migliore dei modi.” La guardavo rapita dall’emozione. “Farò in modo di farti avere un pigiama e dei vestiti, nel caso domani mattina sarai ancora dei nostri.” Ammiccò, sorridendo dolcemente. “Ah, devi mangiare, giusto? Noi abbiamo già cenato, quindi ti farò avere un pasto caldo direttamente nella tua camera.”

L’impulso di abbracciarla fu irrefrenabile. “Grazie!”

Si scostò quel tanto, da riuscirmi a guardare. “In un certo senso, sei qui per causa nostra. E’ giusto così!” Impossibile non sorriderle. “Dai, ti mostro dove dormirai! Crilin, vieni con noi?”



Un paio d’ore più tardi, nell’appartamento privato all’ultimo piano…



E’ o non è incredibile? Cioè, sa tutto di noi… Tutto!”

Un uomo con dei folti capelli a fiamma, con indosso solamente un paio di boxer neri, era intento a lavarsi i denti rivolgendo lo sguardo sulla figura della moglie riflessa sullo specchio.

Tutto, in che senso?” Fu la prima domanda che fece, non prima di aver sputato il dentifricio nel lavabo.

Tutto! Da quando ho incontrato Goku, all’ultimo assurdo torneo che quel babbeo vi ha fatto disputare!”

Era una classica e intima scena famigliare: Bulma, comodamente seduta sopra al water, nonostante avesse finito di far pipì da parecchio tempo ormai, raccontava a suo marito le news della serata: il mio ingresso nelle loro vite.

Mmm…” Fu l’unico suono che Vegeta riuscì a emettere, appena prima di lavarsi il viso.

Mmm cosa?”

Non mi fido.” Sentenziò, chiudendo la valvola del rubinetto e prendendo l’asciugamano.

Bulma alzò gli occhi al cielo. “Anch’io, inizialmente, ero di questa idea… Poi, parlandoci bene, mi sono ricreduta. Anche Crilin è del mio stesso parere!”

Ah, beh! Allora siamo a cavallo!”

Che vuoi? Perché mi fissi?” Le si era avvicinato, con le braccia incrociate.

Dovrei pisciare anch’io.”

Gli occhi della donna si socchiusero, prendendo la carta e pulendosi irritata. “Quanto sei cafone!” Si alzò, abbassando la tavoletta.

Non tirare.”

Comunque,” Fece posto al marito, andando ad aprire l’acqua calda nella vasca e sedendosi sul bordo. “adesso Serena è qui. Buona o cattiva che sia, non possiamo abbandonarla. Con il tempo, capiremo la sua natura.”

Vegeta tirò lo sciacquone e si avvicinò alla moglie, riportando le braccia nella posizione precedente.

Che c’è? Anche la vasca è di tua proprietà?”

No, tu sei di mia proprietà .” Le ammiccò, accennando un furbo sorriso.

Bulma si alzò, andando sorniona a sfiorargli i pettorali gonfi e nudi con un dito. “Neanche te lo meriteresti.”

Io non devo meritarmi proprio nulla.” Le afferrò il volto, avvicinandolo al suo e passandole la lingua tra le labbra.

Una scarica di eccitazione le oltrepassò il corpo, facendola deglutire agitata. Allungò una mano per sentire il calore dell’acqua e chiuse il rubinetto. Aprì l’accappatoio, lasciandolo ricadere sensualmente lungo il corpo.

Gli occhi di Vegeta si illuminarono maliziosamente di desiderio. La mano le agguantò la schiena, facendo aderire il delicato corpo al suo petto virile. Quei seni gonfi a contatto con la sua pelle dura lo inebriavano.

La vasca è pronta.” Scivolò via dalla forte presa e la bellissima turchina si voltò, mostrando tutto il suo splendido lato posteriore, andandosi poi a immergere tra le mille bolle candide.

Vegeta era palesemente eccitato oltremisura. Si gustò la suadente entrata in acqua della moglie, leccandosi le labbra. Si abbassò i boxer, continuando a fissare quella meravigliosa sirena. Ma la magia si spense presto. Un improvviso pianto disperato risuonò attraverso il piccolo monitor poggiato su una mensola. Marito e moglie sospirarono, lanciandosi uno sguardo sofferente.

No, proprio adesso!” Bulma portò in dietro la testa, esprimendo nella voce tutto il suo rammarico.

Dai, ci penso io. Tu aspettami qui.”

Grazie tesoro. Il biberon è nel termos vicino alla culla.” E sospirando, si rilassò, fantasticando sul paradiso che di lì a poco avrebbe raggiunto…



Scendiamo di qualche piano e torniamo a noi…

Finalmente, a pancia piena, pulita e con un pigiama profumato, mi stavo rilassando sotto alle calde coperte di un comodissimo letto matrimoniale. La stanza era meravigliosa, molto spaziosa e con tutto l’occorrente. Sembrava una camera di un hotel extra lusso, vi era addirittura un piccolo frigo bar e un angolo per le tisane, incredibile! Nonostante la stanchezza fosse tanta, la mia testa non riusciva a smettere di pensare. Gli ingranaggi con annesse rotelline giravano talmente forte, che il rumore credo fosse udibile fino all’appartamento di Bulma! Chissà, magari li avrei svegliati! Ora più che mai, avevo la certezza che non si trattasse di un sogno, o almeno per come abbia sempre immaginato che fosse. Tra pochi minuti, avrei dormito nel sonno, avrei dormito mentre dormivo. Avrei… Dio, che cosa assurdamente impossibile da concepire! Sorrisi per l’assurda circostanza. “Ho parlato con Bulma e Crilin!”Ero euforica, e non mi importava cosa questo significasse nella mia vita reale! Dopo una devastante giornata, stavo finalmente bene, ero felice ed emozionata. Le paure le avrei accantonate, almeno per quella notte. E poi, la testa mi andò subito , su di lui. Il cuore cominciò a battere velocissimo. Gli occhi si spalancarono e le gote avvamparono come un incendio. Presi il cuscino del lato sinistro e lo poggiai sopra al mio volto paonazzo, scoppiando in una fragorosa e isterica risata. E se domani l’avessi incontrato?







Ciao a tutti e buon giovedì!

Ormai ci ho preso gusto con questa storia, sarà che sono la protagonista, ma non posso farne a meno di scriverla! Ahahahahahah

Con questo capitolo sono stata un po' più esplicativa, spiegando come sia accaduta questa situazione e i miei nuovi amici sono stati veramente carini nei miei confronti!

Avrete notato che ho scritto di avere 28 anni, e non 32… Avendo iniziato a immaginare questa storia quattro anni fa, ho riportato l’età che avevo all’epoca. Chissà, magari questo significherà che questa long si protrarrà nel tempo… Chissà, chissà!

Per ora vi ringrazio di avermi dedicato del tempo e spero che questo capitolo via sia piaciuto…

Un abbraccio,

Serena



























  
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