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Autore: Nocturnal Valex    11/02/2022    1 recensioni
Il corpo di Snape non fu mai ritrovato nella Stramberga Strillante, dove Harry era sicuro di averlo visto morire, ma sei anni dopo quel giorno Harry ha ben altro a cui pensare: qualcuno ritornerà dal passato, e tra amori vecchi e nuove minacce, Harry deve riuscire a mantenere insieme i pezzi della sua vita.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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*Agosto 2008*

-Papà guadda!- urlò un bimbo dai grandi occhi verdi e i capelli castani scompigliati, correndo incontro ai due adulti con la manina tesa verso di loro. -Guadda cosa ho preso!- continuò esaltato tendendo la manina verso l’uomo dai lunghi capelli neri. Sulla sua pelle candida camminava un insetto terrorizzato e sporco di terra.
Severus guardò prima l’animale e poi il bambino con un sorriso compiaciuto. -Sei proprio bravo Al, perché non vai a farlo vedere ai tuoi amici?-
Il bambino ripartì di corsa con le sue corte gambe attraverso il parco giochi, dritto fino ad un gruppetto di bambini fermi davanti alla discesa di uno scivolo. Accanto a Severus, Harry guardava James ed Albus giocare e sporcarsi con un sorriso orgoglioso in volto, mentre sulle sue gambe una vivace bimba dai capelli rossi gli tirava le ciocche di capelli troppo lunghi.
Severus ed Harry stavano insieme da quasi quattro anni e la loro vita andava avanti quasi a gonfie vele. I momenti no erano numerosi, Harry attraversava dei periodi in cui non dormiva di notte e di conseguenza le giornate erano all’insegna di scatti d’ira e attacchi di panico, ma non si poteva dire che non fossero contenti. Le litigate erano all’ordine del giorno, ma entrambi concordavano che quelle servivano solo a rinforzare il loro rapporto, a conoscersi bene e a prendere le misure l’uno con l’altro, e Severus sentiva di crescere come uomo ogni giorno passato con il minore.
Si intendevano al volo su molte cose, ma Snape era ancora molto restio ad adattarsi al nuovo stile di vita e a volte Harry temeva di svegliarsi e non trovarlo più accanto a sé nel letto. Per il momento, quella restava solo una paura, anche perché Severus non mancava mai di dimostrargli quanto ci tenesse a lui.
Dopo quel fatidico Natale le loro vite erano state stravolte in più di un’occasione. Otto mesi dopo era nato il piccolo Albus Potter, la fotocopia del padre, e per Severus era stato amore a prima vista. Ginny aveva concesso subito all’uomo di prendere in braccio il neonato e ci era voluto uno scossone di Potter affinché lo lasciasse andare alle cure della madre. Harry aveva proposto all’ex moglie di dare il nome di Snape al bambino, come secondo nome, ma l’uomo si era opposto.
Albus era un bambino estremamente sveglio e fin troppo simile al padre per molti aspetti, tra le quali la testardaggine contro cui Severus si ritrovava a combattere quotidianamente. Sì, perché da due mesi a quella parte Ginny si era dovuta trasferire in America per lavoro e ci sarebbe rimasta almeno un paio d’anni, quindi i due bambini si erano ritrovati a vivere con i due uomini, che erano ben felici di non doversi più organizzare per poterli vedere una volta a settimana.
Ora si svegliavano ogni mattina con le urla dei due fratelli che discutevano, o con Albus che si lanciava nel loro letto perché aveva fame, o ancora con James che pretendeva di uscire all’alba per poter montare quella sua stupida scopa giocattolo che Harry gli aveva regalato per il compleanno.
E poi era arrivata Lily Luna, la dolce bambina dai capelli rossi che con loro due non aveva nessun legame di sangue. Harry l’aveva trovata sul luogo di un delitto, durante un caso particolarmente cruento che si era rivelato essere un omicidio-suicidio, circa sei mesi prima, e non aveva esitato nel prendere la decisione di adottarla, avendo anche tutto l’appoggio del suo compagno.
Il padre della piccola, un mago che aveva più alcol nelle vene che sangue, aveva avuto uno dei suoi soliti attacchi d’ira e la moglie si era trovata nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Gli Auror ci avevano messo un po’ a capire che la donna, Auror anche lei, non si trovava in vacanza come aveva detto ai suoi colleghi. Avevano quindi fatto irruzione nella sua abitazione, trovandosi davanti alla scena macabra di tre cadaveri completamente ricoperti di sangue, mentre il pianto di una bambina proveniva dal piano superiore.
La scena era stata organizzata fin nei minimi dettagli, rendendo complicato ad Harry e alla sua squadra capire cosa fosse successo. Al primo piano tutti i mobili erano stati ribaltati e svuotati, e al centro del salotto il cadavere della donna era praticamente irriconoscibile, mentre accanto a lei giaceva quello di un uomo. Non avevano notato il corpo di un bambino finché non avevano spostato i due adulti: il primogenito della coppia era stato schiacciato dal corpo della madre, nel tentativo di proteggerlo. Al piano superiore una bambina di soli due mesi strillava, denutrita e spaventata. Per tre giorni era stata senza mangiare e bere mentre i genitori giacevano morti al piano inferiore.
A primo impatto sembrava opera di una rapina finita male: tutti e tre parevano morti a seguito di un colpo di pistola alla tempia e la prima ipotesi di Harry parlava di un Babbano che aveva tentato di rubare nella casa di due maghi. Solo un paio di giorni dopo notarono che in quella casa non mancava nulla di prezioso e che la mano destra dell’uomo era sporca di polvere da sparo. L’uomo aveva ucciso la moglie e il figlio di due anni, prima di inscenare una rapina e uccidersi a sua volta.
Un padre impazzito, e un’intera famiglia era stata distrutta.
Quando Harry aveva visto la bambina sopravvissuta era scoppiato a piangere davanti ai suoi colleghi. Gli sembrava di rivivere la sua infanzia, quando era stato trovato davanti ai cadaveri dei suoi genitori, unico sopravvissuto ad un duplice omicidio, e non aveva avuto dubbi: doveva salvare quella bambina.
Severus era invece più esitante e aveva posto una strenua resistenza davanti alle preghiere del compagno. Era ancora convinto di essere una pessima persona e che non sarebbe stato in grado di crescere un figlio. Un conto era avere a che fare ogni tanto con i due piccoli Potter, e ancora si chiedeva se stesse facendo un buon lavoro, ma avere una bambina in giro per casa era un altro paio di maniche. Harry era quindi passato al piano B e aveva coinvolto James ed Albus, mandandoli da Severus per implorarlo di avere una sorellina. Anche quella mossa aveva avuto scarsi risultati e intanto il tempo passava, Lily si trovava con la nonna anziana, che però soffriva troppo per la perdita della figlia e del nipote per potersi occupare di una neonata.
Alla fine, dopo un mese, Harry aveva preso con la forza Severus e l’aveva portato dall’anziana signora, per presentargli la bambina. Saranno stati i capelli rossi o lo sguardo fragile di Lily, che ai tempi si chiamava solamente Luna, ma per Severus era stata la fine. Si era innamorato di quella creaturina che tanto gli ricordava il suo primo amore e gli sembrava giusto regalarle una nuova vita, un futuro lontano dalle ombre che l’avrebbero perseguitata se fosse restata con una donna sofferente come la nonna.
Erano tornati a casa la sera stessa con un accordo e solo due settimane dopo la bambina viveva con loro, e Severus l’aveva ribattezzata Lily Luna, sia in memoria della madre di Harry , sia per non cancellare completamente le tracce della madre biologica della piccola.
Da due mesi a quella parte, quindi, vivevano in cinque nella casa dei Potter, e a breve si sarebbero anche sposati.
La proposta di matrimonio era arrivata inaspettatamente. I due non avevano mai parlato di sposarsi e sinceramente Harry non pensava che l’uomo fosse un tipo da formalizzare in quel modo la cerimonia. Semplicemente un giorno Harry era andato a lavoro come sempre ed era tornato a casa infreddolito poco prima di cena. Era metà marzo, il compleanno di James era stato solo la settimana prima e la casa era disseminata dei giocattoli nuovi. Anche Severus era rientrato da poco da lavoro: ogni tanto le squadre Auror chiedevano il suo aiuto per l’identificazione di pozioni illegali o veleni magici, e lui era ben felice di rendersi utile.
Severus aveva quindi cucinato una normale cena mentre Harry si faceva una doccia, senza aver notato il volto pensieroso del suo compagno. Avevano cenato parlando del più e del meno, prevalentemente di lavoro e della visita programmata a casa dei Weasley per quel finesettimana, arrivando tranquillamente al dolce che Harry aveva comprato nella pasticceria all’angolo prima di rientrare a casa.
-Sposami- era stata la parola che aveva fulminato Harry, paralizzandolo con una forchettata di torta a mezz’aria tra il piatto e la bocca aperta.
Harry lo aveva fissato con gli occhi verdi spalancati. -Scusa?- si era sbloccato dopo più di un minuto, minuto che Severus aveva passato senza quasi respirare. Potter si maledisse per quella stupida domanda che aveva formulato, era sicuro che ora Severus ci avrebbe ripensato.
Nonostante l’ansia, l’uomo apparentemente sembrava tranquillo. Aveva sganciato quella bomba che era la proposta come se avesse appena chiesto se voleva il bis di pollo, ma dentro di sé stava morendo lentamente nel non sentire una risposta. Ci aveva pensato per mesi, senza mai avere il coraggio di chiederglielo, e non aveva nemmeno organizzato qualcosa. -Ti ho chiesto…- Severus sospirò e alzò lo sguardo dalla torta per fissarlo in quello del compagno. -…se vuoi sposarmi-.
Di certo l’uomo si sarebbe aspettato di tutto: un rifiuto, della gioia esplosiva, un “non lo so, ci devo pensare”, ma non si aspettava quelle lacrime che vide scendere sul volto del ragazzo. -Piccolo, non devi dire per forza di sì…- disse, spaventato da quella reazione. Aveva rovinato tutto, ne era sicuro. Chi mai avrebbe risposto di sì ad una proposta fatta durante una normale cena del giovedì, senza discorsi romantici e nemmeno un anello?
Fu ancora più confuso però quando Harry, senza smettere di piangere, si era alzato e lo aveva raggiunto dall’altra parte del tavolo. -Stai zitto per favore- aveva detto il minore prima di tappare la bocca di Severus con un bacio appassionato e umido per le lacrime. -Sì…- aveva sussurrato sulle sue labbra, aprendosi finalmente in un enorme sorriso.
Severus aveva sentito un enorme peso sollevarsi dal suo petto e aveva sorriso a sua volta, attirando il ragazzo in un abbraccio stretto e costringendolo quindi a sedersi sulle sue gambe. Erano rimasti in quella posizione per più di mezz’ora, con Harry che piangeva di gioia sussurrando “sì, ti sposo” ogni tanto con la faccia immersa nel collo del maggiore, finché Severus non aveva sentito le gambe iniziare a formicolargli per il peso del ragazzo.
A quel punto lo aveva sollevato e si era diretto nella loro stanza, per poi lasciarlo cadere sul materasso e sovrastarlo col suo corpo. Il resto lo si può immaginare.
Harry, quindi, non era mai stato così felice come in quel periodo e sapeva che anche Severus lo fosse: lo poteva veder sorridere ai bambini quando pensava di non essere visto, e quando andavano in visita dai Weasley era molto più rilassato rispetto ai primi tempi. Finalmente Harry poteva godere di una famiglia come l’aveva sempre sognata.
-Harry- Severus lo distrasse dai suoi ricordi, chiamandolo con voce tesa, ed Harry distolse immediatamente lo sguardo da Albus, che si stava arrampicando sullo scivolo al contrario. -Devo dirti una cosa-.
Non era un bene, Severus aveva smesso da un pezzo di dargli brutte notizie e quel tono non gli mancava per niente. -Cos’è successo, Sev?- chiese con sguardo preoccupato mentre Lily gli continuava a tirare le ciocche di capelli in cerca di attenzioni.
L’uomo non parlò subito, si limitò ad allungarsi verso la bambina e a prenderla per rimetterla nel passeggino fermo accanto a loro. Si trovavano nel parco giochi di Godric’s Hollow, un posto che Harry non si ricordava ma che sentiva avesse fatto parte della sua infanzia. Faceva estremamente caldo, ma non abbastanza da impedire ad Harry di rabbrividire per la preoccupazione.
-Minerva mi ha chiesto di tornare ad Hogwarts- disse infine l’uomo -Mi ridarebbe la mia cattedra di Pozioni, dato che Slughorn è morto un mese fa e la cattedra è rimasta scoperta-. Sì, Harry lo ricordava, erano stati al funerale dell’anziano professore e Harry aveva avuto il suo primo incubo dopo sei mesi quella notte.
-Quando te l’ha chiesto?- la voce di Harry tremava, ma sapeva già la risposta. Due settimane prima Severus aveva ricevuto una lettera da Hogwarts e dopo averla letta aveva detto che conteneva solo i saluti e le congratulazioni da parte di Minerva McGonagall a seguito dell’invito al loro matrimonio che le avevano mandato una settimana prima della morte di Slughorn. Harry non aveva sospettato che fosse una bugia.
Severus infatti non rispose, non serviva giustificarsi perché sapeva che Harry aveva capito. -Tornerei nei fine settimana per stare con te e i bambini- disse invece.
-Hai già deciso quindi- non era una domanda, conosceva Severus e sapeva che insegnare gli era sempre piaciuto. Non si aspettava però che sarebbe successo davvero. Si chiese come avrebbe fatto a crescere tre bambini da solo, con il suo lavoro e vedendo Severus solo una volta a settimana. Avrebbe dovuto prendere una babysitter.
-No- bugia -Volevo parlarne con te prima, vorrei che prendessimo una decisione insieme-.
Harry sospirò e si passò una mano nei capelli. Sapeva che quel nodo di tristezza che gli attanagliava lo stomaco fosse esagerato, si sarebbero comunque visti spesso e sicuramente avrebbe ancora potuto contare sull’aiuto di Severus nel caso avesse avuto bisogno. Ma allora perché si sentiva così?
-Sai che non ti impedirei mai di fare qualcosa che so piacerti- esordì dopo quasi un minuto di silenzio -Quindi vai e rendi un inferno la vita dei Gryffindor- sorrise per cercare di sdrammatizzare un po’ la situazione. -Io e i bambini ce la caveremo-.
Severus strinse la mano di Harry prima di sporsi verso di lui e dargli un bacio sulla fronte. Harry rimase sorpreso: il suo compagno non si era mai esposto con gesti affettuosi in pubblico. -Grazie amore, lo apprezzo molto- sussurrò con le labbra ancora contro la sua pelle. Harry sentì il nodo allo stomaco sciogliersi appena. -Prometto che per voi ci sarò sempre-.
Harry ricacciò indietro le lacrime che stavano minacciando di scendere e strinse d’impulso l’uomo in un abbraccio. -Ti amo- sussurrò affondando la faccia nei capelli neri di Severus.
Non se lo dicevano spesso. Non perché non si amassero, ma perché il loro amore si vedeva anche senza parole. Ron diceva che sembravano collegati tra di loro da una catena. Harry non stentava a crederci.
-Ti amo anch’io- rispose Severus, stringendolo a sua volta.
Non c’era nessun motivo per essere tristi, si disse Harry. Non sarebbero stati sicuramente i chilometri a dividerli, si sarebbero sentiti spesso e si sarebbe accontentato di vedere l’uomo una volta a settimana, e avrebbe reso quei pochi giorni indimenticabili per tutta la famiglia. Sì, ce l’avrebbero fatta, Harry non aveva lottato per anni per riavere Severus solo per lasciare che un lavoro li dividesse nuovamente.
Non c’era motivo per essere tristi, si ripeté Harry senza sciogliere l’abbraccio. Avevano tre figli che entrambi amavano, una casa e l’amore tra di loro era indistruttibile.
La cicatrice non gli faceva male da dieci anni. Andava tutto bene.
   
 
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