Viktor non si era mai considerato una persona socievole, odiava la folla e gli sguardi delle persone lo mettevano a disagio. Si era abituato a considerarsi un solitario, qualcuno che semplicemente non si incastrava con le persone ormai comuni. Rimase perciò estremamente sorpreso quando si rese conto di quanto lavorasse bene con Jayce Talis. Nonostante il suo aspettato che entusiasmo e dopo l'entusiasmo e l'entusiasmo, nonostante, si fosse offerto come collega per il suo progetto, potesse affermare di prendere in considerazione l'altro uomo… un amico. Il primo che aveva mai avuto.
Quel giorno pioveva e Viktor stava lavorando a delle equazioni bevendo una tazza di latte caldo con miele o, come lo chiamava Jayce, latte dolce. Jayce era uscito a prendere qualcosa da mangiare ormai mezz'ora prima quando la porta del loro laboratorio cigoló a segnare che era tornato.
Viktor non alzò lo sguardo dal suo lavoro, troppo preso da ciò che stava scrivendo, almeno fino a quando una confezione profumata non gli venne messa sotto il naso.
«Ne vuoi?» Victor si fece leggermente indietro. Jayce gli stava porgendo un sacchetto di plastica con all'interno dei dischi marroni con piccole macchie nere. Avevano un ottimo profumo.
«Che cosa sono?» Nonostante vivesse a Piltover da più di un anno non si era mai preso la briga di scoprire lo strano cibo Piltviano.
«Sono biscotti? Sai… uova, farina, burro, gocce di cioccolato. Non li hai mai mangiati?» Viktor alzò lo sguardo su Jayce, trovandolo sinceramente confuso. Sorrise, era sinceramente divertente come l'altro sembrasse sempre dimenticare da dove provenisse.
«In realtà n. Non abbiamo questo genere di cose nella città sotterranea.»
«Cosa? Sul serio?» Non riuscì ad impedirsi di alzare gli occhi al cielo. Jayce era un uomo estremamente intelligente, ma a volte poteva essere così ingenuo.
«Jayce… nella città sotterranea le persone hanno appena i soldi per mangiare, di certo non si preoccupano di questo genere di sfizi. Pensandoci abbiamo gli alcolici e il fumo, ma anche quelli non sono certo per tutti.»
«Aspetta, allora il tuo latte con il miele? Mi sembrava di aver capito che lo bevessi anche prima di venire a Piltover.» Viktor si ritrovò ad osservare sorpreso la tazza che aveva in mano. Non si aspettava che Jayce ricordasse un dettaglio così insignificante, uscito probabilmente durante una delle loro chiacchierate a tarda notte.
«Uh… sì l'avevo già bevuto, ma era più una bevanda celebrativa che qualcosa di abituale. Mia madre lo prepara un paio di volte all'anno in occasioni speciali.» Per un momento l'espressione di Jayce cadde, come se si stesse immaginando in quella situazione e il non gli piacesse affatto, l'istante sembrava dopo che non fosse successo nulla. Con un sorriso giocoso spinse il sacchetto più vicino a Viktor.
«A questo punto non posso accettare un no. Devi assolutamente assaggiarli. Non posso accettare che il mio collegato continui a vivere senza aver mai assaggiato dei biscotti.» Dopo un momento di esitazione e un necessario sguardo di esasperazione, Viktor prese uno dei biscotti dalla busta. Ancora non riuscire a credere che Jayce Talis potrebbe essere così drammatico, ma era divertente.
Si prese un momento per osservare il biscotto tra le sue dita. Era ruvido e bricioloso al tatto, ed emanava un profumo dolce. Era così strano rendersi conto della moltitudine di piccole cose a cui avevano accesso i Piltaviani, cose che consideravano scontate, cose che nella città sotterranea erano considerate beni di lusso, cose che qualcuno come lui non avrebbe mai immaginato di vedere, figurarsi assaggiare.
Si portò il biscotto alle labbra e ne prese un morso. La dolcezza avvolse completamente le sue papille, la consistenza dura crocchiava sotto i suoi denti e quasi a sentire il cioccolato sulla lingua. Non era minimamente comparabile al suo amato latte caldo, non era comparabile con nulla che avesse mai mangiato.
«È… è davvero buono.» Il viso di Jayce si illuminò, come se la cosa lo rendesse estremamente felice. Viktor non ebbe il tempo di analizzare ulteriormente la cosa che una delle grosse mani di Jayce gli piovve con forza sulla spalla, in una pacca amichevole.
«Sapevo che ti abbandonare piaciuti. Tutti amano i biscotti.» Posò il sacchetto sulla scrivania, accanto agli appunti di Viktor. «Prendi, puoi finirli.»
«Che cosa? No, sono tuoi.»
«Nha, ne ho già mangiati troppi mentre tornavo qui. Vedilo come un favore personale, non mi alleno più come prima, devo iniziare a stare attento alla linea.» Victor voleva rifiutare. Non si sentiva a suo agio ad accettare cose altri, lo sentiva in debito. Ma Jayce lo stava guardando con quell'espressione da cucciolo esaltato, come se dividere quei biscotti con lui fosse la cosa migliore della giornata. Perciò cedette.
«Giusto, giusto. Se l'uomo del progresso dovrebbe mettere su peso sarebbe una tragedia per tutta Piltover. Vedrò di assicurarmi che ciò non accada… per il bene della città ovviamente.» Viktor nascose un sorrisino dietro la tazza che, casualmente, era proprio la tazza Man of progress di Jayce. Sentii l'altro uomo trattieni una risata. Insisteva che l'ironia di Viktor fosse terribile, ma sapevano entrambi che la trovava divertente.

Da quel giorno una confezione di biscotti ed una tazza di latte presero pianta stabile sull'angolo della scrivania di Viktor.