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Autore: Gatto1967    13/02/2022    1 recensioni
Sono passati alcuni anni dalle vicende raccontate nell’anime, e una Candy ormai ventenne, si ritrova invitata insieme ad Annie Brighton e a Patty, alla Villa della misteriosa Signora Stone in pieno inverno e nel bel mezzo di una tormenta di neve.
Grande è la loro sorpresa nel ritrovare alla villa una serie di personaggi tutti appartenenti al passato di Candy. Personaggi con i quali Candy ha avuto rapporti contrastanti, rapporti di amore ma anche di odio.
Qual’è lo scopo di quella riunione?
Chi l’ha organizzata?
p.s. Già dal titolo si intuisce il legame con il romanzo di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani”, si tratta di una storia thriller in cui c’è un assassino e ci sono delle vittime, e anzi vi invito a cercare di indovinare l’assassino.
p.s.2. Essendo una storia interamente al femminile non sono considerati personaggi maschili.
p.s.3. Le mie risposte ai vostri commenti saranno volutamente vaghe, per non dare indizi su chi sia l’assassino.
Leggete solo se interessate/i al genere
Genere: Mistero, Noir | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’automobile si fermò proprio davanti all’ingresso della villa, e ne scesero tre giovani donne accuratamente imbacuccate nei loro cappotti, cappelli di lana e sciarponi giganti.

L’autista scese e prelevò dal portabagagli dell’auto le valigie appartenenti alle tre donne e le portò fino alla porta della villa.

-Siamo arrivati signorina Brighton, se volete vi porto su il bagaglio.-

-Oh, non si disturbi signor Milton.- rispose Annie Brighton -Sono solo tre valigie, possiamo anche fare da sole.-

-Come desiderate signorine.-

Patty bussò alla porta, e poco dopo qualcuno aprì.

-Guarda guarda chi si vede…-

-Iriza Legan! Che diavolo ci fai qui?!!!-

La voce di Candy esprimeva sgomento, davanti a lei c’era Iriza Legan, la sua vecchia nemica, e dietro di lei riconobbe altre due figure che sembravano emergere dal suo passato.

-Signora Legan! Zia Elroy! Ma… che cosa…-

-Allora io vado signorine, come d’accordo tornerò a prendervi dopodomani.-

-D’accordo signor Milton, la ringraziamo e ci vediamo lunedì.- rispose Annie prima che l’autista si dirigesse verso l’auto dei Brighton.

-Ma che state facendo qui?- chiese di nuovo Candy.

-Potremmo chiedere la stessa cosa a te, non trovi Candy? Con tutto il rispetto parlando, non mi sembri il tipo da eventi mondani.-

-Eventi… mondani?-

-Sì è così Candy.- intervenne la potente voce della zia Elroy.

-Io, Iriza e sua madre siamo state invitate qui dalla signora Stone, per presenziare al ricevimento che la stessa terrà in questa villa domani sera.-

-Ricevimento?- intervenne Annie. -A me è stata detta una cosa molto diversa.- aggiunse mentre tirava fuori dalla sua borsetta una lettera.

 -Io sono stata invitata a partecipare ad una riunione fra stiliste di moda, per mettere a punto strategie di mercato comuni.-

-Sì va bene ma… cosa c’entrano Candy e Patty?- chiese Iriza

-Le ho invitate io per farmi compagnia, Patty era in visita a Chicago, e io dovevo assolutamente venire a questo incontro, così le ho invitate ad accompagnarmi.-

-Ci penserà la signora Stone a spiegarci tutto quando arriverà.- intervenne la zia Elroy. 

 

Superata la sorpresa iniziale le tre ragazze guardarono meglio l’interno della villa: un ampio salone si stendeva dietro alla porta d’ingresso, e in fondo al salone due scale a chiocciola conducevano al piano superiore, il cui corridoio sembrava contornare il salone sottostante.

 

-Da quanto tempo siete qui?- chiese Annie

-Da un’ora circa, ci siamo appena sistemate nelle nostre stanze.-

-E… la signora Stone? A rigor di logica dovrebbe essere già qui.- disse Patty.

-L’autista che ci ha portate qui ha detto che dovrebbe arrivare stasera.- rispose Sarah Legan. -La porta ce l’ha aperta lui con le chiavi che poi ci ha lasciato.-

-È uno scandalo!- Tuonò la zia Elroy -Farci venire in questo posto dimenticato da Dio senza l’ombra di un domestico! Questa fantomatica signora Stone non si aspetterà mica che ci mettiamo noi a ripulire le stanze e a preparare la cena?-

-Già.- disse Candy che pure non condivideva i modi aristocratici dell’anziana zia adottiva -C’è qualcosa di strano in questo invito. Se in questa villa deve tenersi un ricevimento o quel che sia, possibile che non ci sia nessuno a fare dei preparativi?-

-Inoltre la zia non ha certo torto quando parla di “posto dimenticato da Dio”. Una villa isolata in aperta campagna ad almeno venti miglia dal più vicino centro abitato…- aggiunse Iriza

-Beh è inutile stare a rimuginarci sopra.- sembrò voler concludere Candy. -Se siamo state invitate qui, qualcuno dovrà farsi vivo prima o poi.-

-È quel “poi” che mi preoccupa.- disse Patty -E se non venisse nessuno?-

-Beh, nel caso dovremo cavarcela fino a lunedì mattina. Non la vedo impossibile. Ci sarà una cucina in questo posto no?-

-Giusto!- disse Annie -Diamo un’occhiata a questa casa.-

 

-Ehi, avete visto quelle statuine?-

Disse Annie notando un tavolino sul quale erano adagiate dieci piccole statuine. -Sembrano… dieci indiane…-

Le statuine infatti rappresentavano dieci figure umane dalle fattezze femminili con una piuma fra i capelli.

-E quello è… un autentico fonografo di Edison!- aggiunse Patty indicando un curioso aggeggio sistemato su una mensola di fianco al tavolino con le statuine. -Un  vero pezzo da museo!-

-Ok!- disse Candy -Faremo i complimenti alla signora Stone per l’arredamento. Ora andiamo.-

 

Non faticarono a trovare la cucina, e si avvidero che c’erano provviste per almeno una settimana. Inoltre sembrava proprio che qualcuno avesse preparato il necessario per un pranzo e una cena per un numero abbondante di persone.

-C’è qualcosa di molto strano in questa storia…- considerò Annie -Questo è il necessario per un pranzo o una cena per 7-8 persone, ma non per un ricevimento.-

-Già.- concordò Candy. -Inoltre non vedo le bevande tipiche di un ricevimento o di una qualsiasi occasione mondana. Dove sono le bottiglie di Champagne o di Spumante? Non vedo neanche nessun tipo di vino.-  

La zia Elroy sembrò sentirsi male.

-Zia Elroy!- dissero ad una voce Candy e le due Legan

-Portate un bicchiere d’acqua!- ordinò imperiosamente Candy, e Iriza obbedì.

L’anziana donna venne portata nel salone d’ingresso e fatta sedere su una poltrona davanti ad un camino.

-Dove sono le tue medicine zia?- chiese Candy

-In camera sua, nella sua valigia.- rispose Iriza -L’ho aiutata io a prepararla.-

-Bene, valle a prendere.-

-Come ti permetti tu trovatella, di dare ordini a mia figlia?- la sgradevole voce di Sarah Legan era proprio come Candy se la ricordava dai tempi lontani in cui l’aveva messa a dormire nelle stalle.

-Non mi sembra il caso di polemizzare, signora Legan! C’è di mezzo una persona sofferente e io sono un’infermiera!-

Le espressioni di Sarah e Candy sembravano quelle di due persone pronte a uccidersi l’un l’altra.

-Iriza ti prego…- disse Elroy con la voce ridotta a un sospiro -Fà come dice Candy… mi fido di lei…-

-Già…- Incredibilmente Iriza sembrò mandare giù il rospo, e salì le scale per andare nella stanza della zia Elroy.

 

Sentirono bussare alla porta.

-Bene!- esclamò Candy. -Forse qualcuno che ci spiega dove accidenti siamo capitati!-

Patty andò ad aprire, e quattro persone entrarono nella villa lasciando letteralmente basita Candy.

 

-E voi che ci fate qui…- esclamò la ragazza alzandosi in piedi. Davanti a lei c’erano le sue colleghe di studi e di lavoro, Flanny Hamilton, Eleanor Mancy, Judy Neta, Natalie Vince.

-Candy! Sei stata convocata anche tu!- esclamò Flanny con la sua consueta aria distaccata.

-Convocata per cosa?-

-Ma come Candy?- intervenne Natalie. -Non sei stata convocata anche tu dalla signora Stone?-

Lei fece cenno di no, incapace di proferire parola.

-Noi siamo state contattate da una certa signora Stone, che ci ha convocate qui per un colloquio. Cerca infermiere per la sua clinica a Boston.- spiegò Eleanor.

-Ragazze… qui c’è qualcosa di strano…- Candy e le altre erano impallidite.

-Ecco la medicina della zia Elroy.-

La voce di Iriza distolse Candy dalla situazione incredibile che le si era presentata davanti. Ora doveva somministrare la medicina alla zia.

-Ecco l’acqua.- Annie aveva portato un bicchiere d’acqua

-Bene.- disse Candy prendendo l’acqua dalle mani di Annie e la medicina da quelle di Iriza.

-Zia Elroy: metti in bocca la medicina e manda giù l’acqua.-

L’anziana donna obbedì. Ormai aveva superato il suo antico astio per quella ragazza, dopo che lei si era presa cura del suo amato nipote William Albert.

Poco dopo la donna sembrò riprendere colore. 

-Sarà meglio che tu vada a riposarti zia.- le consigliò Candy.

-Per una volta sono d’accordo con Candy. Vieni con me zia, ti accompagno nella tua stanza.-

 

Mentre Iriza e Sarah aiutavano Elroy a salire le scale, Candy si avvicinò alle sue colleghe.

-Ragazze, dobbiamo parlare.-

Si sedettero intorno al tavolo situato dalla parte opposta della sala rispetto al camino, e attesero che Iriza e Sarah le raggiungessero.

-È così Candy.- iniziò Natalie. -La scorsa settimana un tipo mi ha fermato per strada mentre uscivo dal lavoro al Santa Johanna, e mi ha fatto una proposta da parte di una certa signora Stone. Ha voluto parlare anche con loro, diceva che i nostri nomi gli sono stati fatti da Miss Mary Jane.-

-E chi è Miss Mary Jane?- chiese Iriza

-È la direttrice della scuola per infermiere dove abbiamo iniziato i nostri studi.- spiegò Candy

-Continua Natalie.-

-C’è poco da dire: ci siamo riunite il giorno dopo con questo tipo in un bar poco distante dall’ospedale, e lui ci ha spiegato che la signora Stone cercava infermiere per la sua clinica di Boston. Ci ha prospettato una buona paga e buone condizioni di lavoro, così ci siamo accordate per vederci stamattina molto presto per venire qui.-

-Dov’è questo tipo? Vorremmo proprio parlarci.-

-Sta qui fuori, dice che doveva sistemare la macchina e ci avrebbe raggiunte. Ci ha detto anche che avremmo trovato la signora Stone in casa.-

Candy e le altre sbarrarono gli occhi, e con un solo movimento si alzarono per andare alla porta.

Quando la aprirono non c’era nessuno.

Solo in lontananza si vedeva il polverone alzato da una macchina in corsa.

 

Dopo che ebbero realizzato l’assurdità della situazione in cui si trovavano, le nove donne cercarono di radunare i loro pensieri e di capirci qualcosa.

-Insomma!- sbottò Judy. -State dicendo che ognuna di noi è stata fatta venire qui con una scusa diversa da una persona che nessuna di noi ha mai visto?-

-A dire la verità soltanto otto di noi sono state convocate da questa “signora Stone”, io e Patty siamo qui per caso, abbiamo soltanto accompagnato Annie.-

-E adesso siamo bloccate qui.- disse Flanny. -Ad almeno venti miglia da Chicago, in aperta campagna e con un tempo che minaccia bufera da un momento all’altro.-

Proprio in quel mentre un tuono risuonò nell’aria, e sulle nove donne riunite in quel salone calò una cappa di autentico terrore.

   
 
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