- Mi raccomando, non bere! Oggi guidi tu … - Ascoltai mia madre mentre infilavo la maglietta, scesi in cucina, l’abbracciai stretta, il ricordo di quello che era successo a mio cugino era ancora vivido e bruciante nella nostra mente. - Non l’ho mai fatto mamma, non sarà oggi la prima volta! - Lei mi sorrise commossa, feci lo stesso, afferrai le chiavi della macchina … prima di andare in discoteca sarei passato da mio cugino, colsi qualche fiore dall’aiuola. Guidavo piano, la velocità non mi appassiona così tanto, il sabato sera, poi, è sempre meglio non sfrecciare, con i pazzi ubriachi che ci sono in giro! Mi fermo all’angolo della strada, c’è una foto di mio cugino, aveva ventitré anni, sorrideva il giorno in cui aveva vinto la partita di calcio con la sua squadra, inspirai a lungo: io e lui eravamo come fratelli da bambini, posai i fiori in un piccolo vaso; il peluche della sua fidanzata di allora ancora posato accanto alla foto. “ Smettila di piangerti addosso e andiamo a divertirci!” mi avrebbe detto, lo presi alla lettera. Mi avevi detto di non bere mamma .. non l’ho fatto! Ho preso un’aranciata, sai bene quanto l’adori, mi sono sentito fiero di me! Davvero, fiero ed orgoglioso proprio per questo! Pimpante m’infilai in macchina, mi ero divertito nei limiti del possibile e stavo meglio che mai!, m’infilai in macchina con il sorriso stampato sul volto, lo stereo accesso e il mio CD preferito a palla, abbassai. Non avrei mai potuto immaginare ciò che mi sarebbe successo, no, neanche ora che sono steso sull’asfalto me ne faccio una ragione. Io ero completamente sobrio, lucido, un’auto ha sbandato prendendomi in pieno, sono rimasto chiuso dentro la mia macchina per molto tempo, prima di riuscire finalmente ad uscire, c’è sangue dappertutto, il sangue è mio! L’istinto di vomitare è fortissimo, ma non servirebbe a nulla: anche dalla bocca esce solo sangue .. mamma dove sei? Dov’era una come te per dire a quel ragazzo di non bere? Sì mamma, il ragazzo era ubriaco! Ho paura mamma! Davvero! Vedo tutto appannato, troppo rosso, lampeggianti blu, voci confuse ed indistinguibili .. blaterano qualcosa che non ho voglia di capire. Mi sento strano, quasi sollevato. Mi sento male, è come se migliaia di ferite si fossero aperte dappertutto e pulsassero in modo feroce, voglio piangere ma il mio corpo non risponde, mi sento sollevare, mi caricano sopra una barella, presto anche quella diventa tutta rossa, sento gli occhi che si chiudono, le membra intorpidirsi. Mamma sto tremando, stanno cercando il mio cellulare per avvertirvi, non voglio. Mamma stai piangendo, lo so .. ti prego sii forte! Ti prego dì a papà di non cercare vendetta, forse quel ragazzo non aveva nessuno che gli dicesse di far attenzione, di non guidare quando non si è nelle condizioni. Io l’ho perdonato, vi prego fatelo anche voi, già i suoi sensi di colpa lo annienteranno. Mamma, abbraccia forte mia sorella, falla ridere, rendile felice, ti prego! Abbraccia forte Martina, la nostra vicina, dille che l’amerò per sempre, ovunque sarò! Perché io e lei eravamo innamorati, sì, e domani ve l’avrei presentata, durante la festa. Ho un’ultima richiesta da farvi: domani sarà il mio compleanno, festeggiate come se ancora ci fossi, fatelo per me, voglio vedervi felici ed insieme ancora una volta. Vi ho amato, davvero, vi ho sempre voluto bene, rispettato, ascoltato! Ormai il respiro è quasi inesistente, so con la stessa sicurezza con cui so il mio nome di essere in un’ambulanza, qualcosa suona accanto a me, credo di avere una flebo nel braccio, ormai non capisco più molto. - Il ragazzo non ce la farà … - sono le aspre parole del medico. È così .. ormai ne sono consapevole. Per un attimo tornate alla mente tutti, vi ho voluto bene. Addio.